IL
DESTINO E LA TECNOLOGIA LI HANNO DOTATI DI POTERI STRAORDINARI E, TRA MILLE
AVVERSITÀ E MILLE TRAGEDIE, LORO DIFENDONO IL MONDO INTERO DALLE FORZE DEL
MALE. SONO LA BANDIERA DEL CANADA, SONO IL SOGNO DI JAMES MCDONALD
HUDSON, GUARDIAN.
Numero 9
ATTACCO ALLA
NAZIONE | Capitolo 1
- COSA NON FAREI PER QUELLA ROSSA! -
di Andrea
Garagiola
Dipartimento
H. Toronto, Ontario, Canada. Quello che viene mostrato dal monitor della
sala riunioni del Dipartimento H è un inferno di disperazione disegnato sui
volti sporchi di sangue e fuliggine dei sopravvissuti al terribile attentato
avvenuto solo pochi minuti prima a Ottawa. Alcune bombe, almeno quattro da una
prima stima degli esperti, hanno fatto letteralmente implodere la sede centrale
della Banca del Canada, seppellendo sotto di essa centinaia di persone.
- Pazzesco! - Cecilia Lengies distoglie lo sguardo dalla tv, dove gli occhi in
lacrime di una donna che si è salvata per miracolo fissano la telecamera
chiedendo aiuto. - Perché non riusciamo a fermarli? -
- Cecilia... - Mr. Gentry le poggia una mano sulla spalla e lei gli si avvina
in cerca di conforto. - Le nostre squadre sono già al lavoro, vedrai che ne
usciremo... - Si odia, sa bene che non sarà così facile e scontato uscirne.
Questo attacco è solo l'ultimo, per ora, di una serie di attentati iniziati
alle 05:49 di un normalissimo lunedì mattina. - Vedrai che ne usciremo... - Lei
è così indifesa e bisognosa di conforto che non gli vengono parole migliori.
Mr. Gentry osserva l'orologio della stanza, segna le 09:23, non sono passate
nemmeno quattro ore dal primo attentato e il Canada è già stato vittima di sei
sanguinosi attacchi dinamitardi. Tutti firmati e rivendicati dalla stessa mano,
l'Esercito della Nuova Francia, che senza mezzi termini ha dichiarato guerra
alla nazione.
***
New York, USA. Wolverine si porta il sigaro alla bocca e poi torna
a trafficare con il monitor che ha davanti a sé. Sullo schermo c'è una lista
interminabile di nomi. Sono tutti mutanti, tutti coloro con cui lui o gli X-Men
abbiano mai avuto a che fare o che siano riusciti a catalogare. La ricerca è
lunga e sta mettendo a dura prova la sua pazienza. E Logan non è certo famoso
per averne molta.
Non può fermarsi e lasciar perdere, ha saputo che c'è un mutante che ha un
potere molto importante per lui e non si fermerà finché non lo avrà trovato.
Mentre il fumo dell'ultima sbuffata di sigaro si dirada, i suoi occhi si
fissano su un nome, lo ha trovato: Josh Foley.
***
Dipartimento H. Toronto, Ontario, Canada. La porta della sala
riunioni si apre con un sibilo e tutti i presenti si voltano verso Walter
Langkowski che ha appena fatto capolino nella stanza.
- Bentornato, Walt... - Madison Jeffries, ancora vestito da Guardian ma con il
cappuccio sfilato, saluta il compagno che si avvicina al gruppo formato da Mr.
Gentry, Puck, Sciamano e lo stesso Guardian. - Qualche buona notizia? -
- Nulla di che, ragazzi... - Walt abbassa lo sguardo sconsolato e si pulisce
gli occhiali, non per necessità, ma come una sorta di rito per scaricare la
tensione. - Abbiamo acciuffato qualcuno dell'Esercito della Nuova Francia
grazie al lavoro coordinato con la polizia, ma sono tutti pesci piccoli...
Nulla che ci possa far affermare di star contrastando efficacemente questa
minaccia... -
- Fortunatamente gli attentati si sono interrotti già da qualche ora. Siamo
arrivati a quota sei in tutto il paese... Forse... - Mr. Gentry prende la
parola un po' timidamente, forse spaventato da quanto sta per dire. - Forse è
finita qui. Hanno sferrato tutti gli attacchi che stavano progettando chissà da
quanto tempo, hanno cercato di mettere in ginocchio la nazione e ora si
ritirano nell'ombra orgogliosi della morte e della distruzione che hanno portato...
-
- Già... Ma sarebbe troppo semplice... - Puck non ci sta. - Sei attentati in
zone diverse del paese nel giro di poche ore. Forse non c'è un disegno dietro
gli attacchi, è possibile che siano stati obiettivi casuali tra i tanti di
interesse politico ed economico del paese, ma non credo che sia terminato tutto
qui... Temo che sia solo la punta dell'iceberg e che moriranno altri innocenti
se non interveniamo in fretta e risolviamo la questione. -
- Puck ha ragione, Gentry... - Guardian ha dato le spalle al gruppo e osserva
una serie di informazioni che scorrono velocemente su uno dei monitor della
sala, si tratta di luoghi sensibili, stralci di intercettazioni tra terroristi
appartenenti all'Esercito della Nuova Francia e quant'altro possa loro servire per
prevenire anche solo un altro attacco. - Non possiamo sperare che sia stato un
attacco isolato a quest'oggi, ma dobbiamo essere consapevoli che in seno alla
nostra amata nazione è scoppiata una guerra tra compatrioti... - I toni della
sua voce si abbassano nel pronunciare le ultime parole, come per soffocare dei
sentimenti che, in una situazione di emergenza come quella attuale, sono fuori
luogo. - Non prendiamo sotto gamba la cosa, ma ora dovremmo occuparci qualche
minuto di un'altra questione prioritaria. Vi ho chiamati tutti qui perché
vorrei discutere con voi di quanto Mr. Gentry ha da dirvi. -
- Grazie, Madison... - Mr. Gentry passa in rassegna i volti di tutti i compagni
poi si volta e si ferma davanti alla finestra a osservare il sole che lentamente
cala e le ombre gettate dagli edifici che si allungano sulle strade. - Si
tratta di Guardian. Il Guardian originale, James... Grazie a Cecilia... Alla
signorina Lengies, sono riuscito ad avere un colloquio con lui, di soli pochi
minuti, dopo settimane di trattative. Ovviamente non sono riuscito ad avere un
incontro privato... Eravamo sorvegliati dall'esercito, e più di qualche frase
di circostanza e qualche domanda sulla sua salute non sono riuscito a fargli...
James sembra stare bene... -
- Ma... - La pausa di silenzio di Mr. Gentry viene riempita dalla voce di Puck.
- Ma c'è stato qualcosa in quei pochi minuti... Forse è stata solo la mia
immaginazione, la mia speranza che ci sia qualcosa che possiamo fare per James,
ma mi è sembrato che con i suoi occhi e le sue mani abbia cercato di avvisarmi
di qualcosa... Qualcosa che c'è dietro alla sua incarcerazione... Mi è sembrato
che abbia usato il sistema di linguaggio in codice di Alpha Flight, ma come vi
dicevo eravamo sorvegliati, i soldati che lo facevano non erano reclute e James
è dovuto essere impercettibile nei movimenti... Ma anche se fosse vero, non ho
idee per tirarlo fuori da lì... La signorina Lengies passa le sue giornate a
lavorare a questo caso per trovare un modo di scarcerarlo per vie legali, ma
non c'è stato verso... L'influenza di Atwood è troppo forte. -
- Questo non vuol dire che non faremo qualcosa, eh? - Nella stanza sta
lentamente calando un clima arrendevole e il piccolo Puck cerca di scuotere gli
animi dei presenti.
- Il Dipartimento H ha le mani legate, Puck... - Mr. Gentry torna a rivolgersi
agli altri membri del gruppo, ma lo sguardo è fisso a terra.
- Se non avete le palle per salvare James, ci penserò io! - Puck si porta in
mezzo ai compagni e passa in rassegna gli sguardi di tutti, per sottolineare
che il suo pensiero è rivolto a ognuno di loro.
- E cosa vorresti fare? - Sciamano finalmente rompe il silenzio meditativo in
cui si era ritirato. - Dobbiamo pensarci bene, è una situazione delicata, non
possiamo permetterci di fare qualche colpo di testa. Dobbiamo considerare anche
la criticità degli eventi che sono accaduti quest'oggi, forse dovremmo placare
gli animi e affrontare le cose con calma... -
- Con calma?! Non pensate che abbiamo già aspettato abbastanza, eh? - Puck si
agita e rivolge la sua piccola e minacciosa mano verso Sciamano. - Se James ha
chiesto aiuto a Mr. Gentry, è nostro dovere agire... James ha fatto tanto per
noi, ha dato a tutti una possibilità di redenzione, e così che volete
ringraziarlo... Facendo spallucce e voltandovi dall'altra parte, eh? -
- Condivido il tuo pensiero, Puck... - Madison Jeffries poggia una mano sulla
spalla dell'amico per cercare di calmare il suo ardore. - Ma Sciamano ha
ragione, dobbiamo pensare a una strategia per tirar fuori James dalla trappola
che Atwood gli ha teso... Ognuno di noi deve qualcosa a James e sono certo di
parlare a nome di tutti quando dico che faremo il possibile per aiutarlo... -
- Parlare in continuazione non è un buon piano, Madison... - Puck allontana con
una scrollata di spalle la mano di Guardian e lo fissa negli occhi con uno
sguardo di rimprovero. - Forse non sarà molto, ma quello che ho in mente è
l'unica cosa concreta che abbiamo, quindi se non avete da sputare idee migliori
chiudete la bocca e fate quello che vi dico. Avete capito, eh? - Gli altri
esitano, incuriositi e un po' timorosi per quello che il loro irruento compagno
sta per proporre, e Puck non concede loro il tempo di una replica. - Bene.
Madison, preparami tutti i marchingegni che possono servirmi per entrare e
uscire dal carcere di massima sicurezza di Atwood con il nostro amico sulle
spalle... Mr. Gentry, prepara subito tutta la documentazione che attesta che la
suddetta strumentazione è stata trafugata dal Dipartimento H... Non appena vi
giungerà la notizia della fuga di James, fate in modo che si sappia che Alpha
Flight e tutto il Dipartimento H sono sulle nostre tracce e che saremo una
vostra priorità... E non preoccupatevi per i vostri culetti, io sono fuori e
voi rimarrete immacolati. Do le mie dimissioni dal Dipartimento H e dalla
squadra, ora mi dovrete trattare come un cane sciolto, come un disertore. Se mi
reggerete il gioco e farete finta di darci la caccia come dei segugi, vedrete
che nessuno oserà anche solo pensare che il mio colpo di testa e l'evasione di
James siano in qualche modo collegati a voi. Mi sembra tutto semplice, eh? -
***
Flushing, Queens, New York, USA. Sono sei in tutto, ben armati.
Quattro nel retro del furgone, insieme al ragazzo, gli altri due sono alla
guida. Sono mercenari in gamba, lo sente dall'odore e da come si muovono.
Diciassette secondi per fermare, immobilizzare e sequestrare la loro preda. In
pieno giorno e in una zona decisamente trafficata. Professionisti, certo, ma
nulla di cui preoccuparsi, anzi la cosa non può che rendere la missione ancora
più divertente. SNIKT!
La moto di Wolverine brucia la distanza che c'è tra essa e il furgone, il suo
letale passeggero è pronto ad agire. Il portellone posteriore del mezzo in fuga
si spalanca per far spazio a due dei mercenari e ai loro grossi fucili
d'assalto. I proiettili divorano l'asfalto e la moto, trasformandola in un
rottame fumante che barcolla per diversi metri prima di scontrarsi
violentemente con un'auto parcheggiata sul ciglio della carreggiata. Ma negli attimi
in cui il mezzo va incontro al suo infausto destino, Wolverine ha schivato
agilmente il piombo diretto verso di lui ed è atterrato sul tetto del furgone.
Mentre si tiene ben saldo con gli artigli di una mano, con quelli dell'altra si
fa strada tra le lamiere per crearsi un'apertura. Dall'interno del mezzo
giungono altre sventagliate di fucile, molti colpi si perdono nel vuoto, un po'
lo colpiscono di striscio e un paio anche in punti un po' rognosi. Nulla di cui
preoccuparsi, ha affrontato e sopportato ben di peggio.
Il mutante artigliato piomba proprio in mezzo ai quattro mercenari e a Josh
Foley, gettato in un angolo del vano di carico, ammanettato e con il volto
coperto. Nell'atterraggio si concede lo sfizio di mandare i primi due ostili
fuori combattimento senza dar loro la possibilità di agire. I restanti due
esitano e questo, ovviamente, lo pagheranno a caro prezzo. Con uno scatto
fulmineo si getta prima sulle armi, facendole letteralmente a pezzi, per poi
accanirsi sui soldati che le impugnavano. Da come hanno agito, si sarebbe
aspettato qualcosa di meglio, ma ogni tanto qualche scontro deludente fa parte
del suo lavoro.
- Tutto bene, ragazzo? - Il giovane risponde con un rapido cenno del capo,
oltre ad averlo incappucciato devono averlo anche imbavagliato. - Bene. Tieniti
stretto! - E poi Wolverine convince il pilota del furgone ad arrestare la corsa
in un modo del tutto personale.
***
Dipartimento H. Toronto, Ontario, Canada. Il bleep
costante dei macchinari che incorniciano il letto di Heather Hudson è l'unico
rumore che riempie il silenzio intriso di paura e speranza che avvolge la
stanza.
Bleep. Sciamano si muove lento da un lato all'altro del capezzale,
controlla i dati sui monitor e annota sulla sua cartella valori che da troppo
tempo rimangono costanti. Bleep. Alla destra del letto, Ramsey e
Claire McNeil vegliano amorevolmente sulla figlia, uno stretto all'altra, da
ormai troppe ore. La stanchezza e il dolore sono disegnati sui loro volti e
nessun sonno potrebbe cancellarli. Bleep. Un po' defilato, vicino alla
porta d'ingresso, Guardian osserva la scena. Ogni giorno, da quando Heather è
in coma, Madison passa nella stanza e la osserva in silenzio, anche solo per
pochi minuti, e ripensa al passato. A quello che c'è stato tra loro, come coppia
e come squadra. E questo lo distrugge.
Lo scatto della porta desta i presenti dalla trance generata dal ritmico e
acuto pulsare dell'elettrocardiogramma. Mr. Gentry entra lentamente nella
stanza e si avvicina a Guardian.
- Madison, posso parlarti? - Con la mano fa un cenno per indicare la porta. -
Magari fuori, non vorrei disturbare. - Mr. Gentry esce seguito da Guardian che,
prima di richiudere la porta dietro di sé, si volta per guardare il volto di
Heather, nella speranza che apra gli occhi. Ma ciò non accade. Bleep.
- Che succede, Holland? Qualche aggiornamento sugli attentati?
- Per ora nulla... Mi ha appena chiamato Cecilia Lengies per informarmi...
Stasera ne parlerò più dettagliatamente sia con lei che con mio cognato, il
Primo Ministro... -
- E cosa ti ha detto? - Guardian ha visibilmente fretta, vuole tornare da
Heather e Mr. Gentry non gli facilita il compito.
- Sì, ok... È da un po' di tempo che sto tenendo d'occhio la nuova Am-Cam e ho
notato che non sta badando a spese per quanto riguarda l'espansione del suo...
diciamo del suo “catalogo”. Ha acquistato aziende fornitrici di trasporti, di
acqua, luce, gas e tutto quello che può servire a una nazione... E fin qui
tutto normale, o perlomeno non particolarmente anormale... Se non fosse che ho
chiesto a Cecilia di darmi una mano a monitorare queste compravendite che mi
sono sembrate sospette e lei ha scoperto che anche altre aziende, a cui fa capo
sempre l'Am-Cam, stanno facendo le scorte per l'inverno. E in alcuni casi
queste transazioni hanno qualcosa di sporco, se non addirittura di illegale. E
ovviamente non riusciamo a risalire all'identità di chi si nasconde dietro la
rinascita della società. -
- E pensi che questo sia collegato agli attacchi dell'Esercito della Nuova
Francia? -
- Non vorrei peccare di paranoia, ma sono abituato a credere poco alle coincidenze. -
***
Hotel Victoria. Toronto, Ontario, Canada. Jeanne-Marie Beaubier è
rannicchiata sul letto della stanza di suo fratello, reduce da una delle sue
crisi. Jean-Paul è seduto al suo fianco, le stringe la mano ed è spaventato. Le
crisi sembravano passate grazie agli incontri con il dottor Schwalbach e alle
pillole che le ha prescritto, ma ora sono tornate con un impeto ancora
maggiore. Jeanne-Marie, Aurora e questa terza, nuova, personalità si sono
susseguite, scontrate ed emerse in rapida successione, portando confusione e
paura nella mente della giovane ragazza e distruzione nella camera d'albergo.
Jeanne-Marie ha confessato che la terza personalità emerge quando lei prova
rabbia, e lui come uno stupido ha acceso la tv per seguire le vicende sugli
attentati di quella mattina. Questo l'ha turbata, ma sembrava aver accettato la
cosa senza farsi trascinare dalle emozioni. Poi è successo tutto dal nulla,
mentre discutevano dei fatti e bevevano un bicchiere di vino. Jean-Paul non è
un esperto, ma è sicuro di poter affermare che la situazione sta peggiorando. E
lo sta facendo velocemente.
- Chérie... - Jean-Paul le bacia delicatamente la mano, ma non sembra far
reagire la sorella. - Jeanne-Marie, tesoro... - Il volto della sorella è sempre
rivolto davanti a sé, senza degnarlo della minima attenzione.
- Non chiamarmi così... - La voce della ragazza esce dalla bocca come un
sibilo. - Non usare quel nome... -
- Scusami, chérie... -
- E vedi di smetterla con tutte queste smancerie. - Ora la voce raggiunge i
livelli normali, Jeanne-Marie si volta di scatto e fissa il fratello con un
accenno di sorriso. Un sorriso crudele. - Risparmiale per i tuoi amichetti! -
- Ascolta... Forse è meglio che prendi un'altra pillola, ti aiuterà a calmarti
e magari riesci a dormire qualche ora... - Il ragazzo apre il cassetto del
comodino dove pensava si trovassero le medicine, ma con sorpresa non trova
nulla. - Le pillole... Pensavo... -
- Non preoccuparti, fratellino. - Sempre con il sorriso maligno, la nuova
identità della ragazza mostra il barattolo vuoto. - Ci ho già pensato io a fare
il pieno... E non sai quanto aveva ragione quello stupido medico da cui mi hai
portata. Le pillole mi fanno bene... Mi fanno stare dannatamente bene. - Con un
gesto deciso allontana dal letto Jean-Paul che riesce a non cadere a terra a
fatica e poi, con tutta la rapidità che il suo potere le dona, si fionda in
bagno, rasa nuovamente i corti capelli che le erano da poco ricresciuti,
indossa il costume di Aurora e si piazza davanti al fratello che la osserva
stupefatto. - Allora? Ti facevo più veloce! Siamo supereroi, hai visto quello
che è accaduto stamattina in città? Dobbiamo agire, cosa fai ancora lì
impalato? -
***
Dipartimento H. Toronto, Ontario, Canada. Vedere Heather in quelle
condizioni è uno strazio. Si è odiato per non averle mai ancora fatto visita da
quando le hanno sparato. Si è giustificato con se stesso dicendo che doveva
salvare il mondo e che avrebbe fatto visita alla sua cara amica appena
l'umanità fosse stata salva, ma mentiva. Lui non vuole vederla in quelle
condizioni, lui vuole rivedere il suo sorriso e sentire la sua voce. Quella
voce amorevole e calda che lo aveva confortato quando era confuso e spaventato,
dopo la sua fuga dal progetto Arma X [1].
Desidera vederla vitale e gioiosa, al fianco di suo marito James, ma ciò non
può accadere, due dei suoi più cari amici stanno sprofondando in un baratro da
cui è arduo uscire. Arduo, ma non impossibile.
Wolverine getta il suo cappello da cow-boy sul divanetto vicino al letto e si
avvicina all'amica, Josh Foley lo segue timidamente.
- Cos'hai intenzione di fare, Logan? - Sciamano lo guarda con sospetto, ma il
mutante non sembra accorgersene, tutte le sue attenzioni sono rivolte alla
donna stesa davanti a lui. - E chi è questo ragazzo... dalla pelle dorata!? -
- Le presentazioni le rimandiamo a dopo, Sciamano, che ne dici? - Lo sguardo di
Wolverine rimane fisso su Heather. - Josh... - Il giovane mutante si porta al
suo fianco. - Sei pronto? -
- Io... Non so... - Il ragazzo ha paura. È giovane e i suoi poteri gli sono
ancora estranei.
- Aspetta! - Sciamano si frappone tra Heather e i due mutanti. - Heather è
sotto le mie cure e la mia responsabilità, allontanatevi da lei. Entrambi.
Subito. -
- Mi conosci, sai quanto sia pericoloso farmi arrabbiare! - Logan appoggia la
mano sul petto del medico sarcee. Il formicolio che sente sul dorso della mano
è il segnale che il suo istinto vorrebbe estrarre gli artigli, non per fare del
male, ma giusto per imporsi un po'. L'amore per i bei vecchi tempi lo fa
resistere. - Tu, stà fermo lì! - Il grugno è sempre rivolto verso Sciamano, ma
sta parlando con a Josh che lentamente si sta allontanando, seguendo il
suggerimento dell'alfano. Josh si pietrifica.
- Spostati anche tu, Logan... - Sciamano non demorde.
- E va bene, se vuoi la versione lunga, eccoti accontentato: questo è Josh
Foley... - Wolverine fulmina il ragazzo con lo sguardo e questi si affretta a
tornare vicino a lui. - È un mutante. Un giovane mutante, ma ha un potere che
può fare al caso nostro... -
- Io non... Non l'ho mai usato su una persona, non... - Josh cerca di dire la
sua, ma una seconda occhiata di Wolverine gli fa capire che forse il suo ruolo
in tutto questo non è quello è di esprimere la sua opinione.
- Lui è in grado di guarire... Rimarginare i tessuti lacerati, curare le
malattie. - Logan per un attimo distoglie lo sguardo da Sciamano per fissare
nuovamente il volto di Heather. - Potrebbe salvare Heather... -
- Scordatelo. Ci sto già pensando io alla salute di Heather. Ti ringrazio dello
sforzo, ma non le farò mettere le mani addosso dal primo mutante che passa. -
Sciamano indica Josh. - Nemmeno lui è convinto dei suoi poteri... E poi con
quel “potrebbe salvare” che hai usato non riuscirai di certo a farmi cambiare
idea. Scordatelo! -
- Lui è giovane, non sa cosa voglia dire avere il dono che possiede. È giovane
e spaventato, chi di noi non lo è stato quando è entrato in contatto con la
propria natura? - Con un gesto deciso, Wolverine sposta Sciamano, si avvicina
ulteriormente a Heather e le stringe la mano tra le sue. - Non mi piace perdere
tempo, e ne ho perso fin troppo. Credi davvero che potrei anche solo mettere in
pericolo la sua vita? Con o senza la tua benedizione, farò quello per cui sono
venuto fin qui. Salverò Heather! -
- Logan... - Dalla bocca di Sciamano è l'unica parola che riesce a uscire. La
convinzione e la fermezza, ma sopratutto l'amore per la loro amica comune che
legge negli occhi di Wolverine, lo fanno desistere da qualsiasi replica.
- Bravo, così mi piaci... - Logan gli fa un leggero cenno del capo in segno di
ringraziamento poi si rivolge a Josh. - Ragazzo, ora tocca a te. - Gli occhi
dell'irsuto mutante penetrano in quelli del giovane e lui capisce che non può
fallire. - Non mi deludere. -
Josh si avvicina a Heather e le poggia una mano sulla fronte, Sciamano e
Wolverine osservano silenziosi e speranzosi alle sue spalle. Un debole bagliore
avvolge la mano del giovane e la fronte della sua paziente, a poco a poco la
luce si fa sempre più intensa e concentrata in quel punto fino a diventare un
minuscolo sole dorato e freddo. Infine più nulla, tutto torna alla normalità e
Josh ritrae lentamente la mano.
Tutto rimane silenzioso nella stanza, nessuno osa fiatare, la tensione è così
alta che anche i rumori dei macchinari sembrano essere svaniti nel nulla. E
poi...
[ CONTINUA SU ALPHA FLIGHT 10 - ATTACCO ALLA NAZIONE ]
// NOTE //
[1] - Vedi Capitan America & i
Vendicatori #45.