IL
DESTINO E LA TECNOLOGIA LI HANNO DOTATI DI POTERI STRAORDINARI E, TRA MILLE
AVVERSITÀ E MILLE TRAGEDIE, LORO DIFENDONO IL MONDO INTERO DALLE FORZE DEL
MALE. SONO LA BANDIERA DEL CANADA, SONO IL SOGNO DI JAMES MCDONALD
HUDSON, GUARDIAN.
Numero 6
ALFA & OMEGA
Speciale
- Parte 2 di 2 -
di Andrea
Garagiola
ESPERIMENTO NUMERO 179: La sirena di allarme della piattaforma petrolifera Sunshine One, al largo delle coste giapponesi, squarcia la notte. I computer che regolano l'afflusso di petrolio nelle pompe sembrano impazziti, tutti i tecnici della piattaforma si mettono al lavoro per contenere i danni, ma la follia della macchina vince sulla ragione dell'uomo: in pochi istanti diciottomila litri di petrolio vengono rilasciati dai serbatoi e una fiamma causata dall'esplosione di un tubo di trivellazione innesca l'inferno. ESPERIMENTO CONCLUSO CON SUCCESSO. INFORMAZIONI ASSIMILATE.
***
Terra-616. MIT. North Pole, Fairbanks North Star, Alaska, USA.
Michael Pointer è fermo, immobile, con ancora in mano la maniglia della porta
spalancata. Davanti a lui, sulla soglia di casa, il generale Atwood
dell'esercito canadese e il suo fidato braccio destro, Guardian.
Il generale gli sta parlando, ma Michael non percepisce in maniera nitida e
coerente quelle parole che odorano di sigaro di qualità e dopobarba. La sua
mente è assente, continua a rivedere il corpo carbonizzato di Lucy steso sul
suo letto. Come dargli torto? Non è da tutti incontrare una stupenda ragazza in
un bar, finirci a letto neanche mezz'ora dopo averla conosciuta, vedere la sua
pelle brillare e illuminare la stanza durante l'orgasmo e, dulcis in fundo,
straziare il suo bellissimo corpo con un raggio di energia scaturito da...
Nemmeno Michael saprebbe dire cosa abbia sprigionato quel potere devastante, ma
sa bene che ora c'è un cadavere nella camera da letto, la polizia si sta inesorabilmente
avvicinando a casa sua e un militare ricoperto di gradi si è presentato davanti
alla porta di casa per offrigli la soluzione all’ingestibile guaio di questa
notte in cambio della completa disponibilità a seguirlo.
Sembra facile, ma la mente di Michael è sconvolta e la sua bocca rimane muta.
Non rifiuta e non acconsente, si limita a fissare i due canadesi senza battere
ciglio. La sirena è sempre più vicina, è quasi davanti casa, deve assolutamente
fare qualcosa.
Il generale gli porge un biglietto con scritto sopra un indirizzo, Michael non
capisce, tutto è sempre più confuso. L'indirizzo segnato è il luogo in cui il
generale aspetterà Michael in caso lui cambi idea. Un eterno istante per
riprendere fiato e i suoi muscoli tornano vivi, strappa al generale l’indirizzo
dalle mani e fugge via urtando Guardian con la spalla.
Una folata gelida lo investe e riporta Michael alla realtà. L'auto della
polizia è a pochi metri da lui, sa di essere stato visto uscire dalla casa, ma,
preso da una viscerale paura, scappa. Fissa negli occhi i poliziotti e fugge
nella direzione opposta mentre il suo corpo viene sconvolto da un'ondata di
dolore. Un dolore intenso gli scorre nelle vene e si concentra nelle mani. Un
dolore che oggi ha già provato, lo stesso che lo ha investito poco prima di
uccidere Lucy. La sensazione di esplodere si fa sempre più minacciosa.
Michael è così concentrato a trattenere l'energia che si sta facendo strada
dentro di lui da scordarsi completamente dell'auto della polizia alle sue
spalle. Il mezzo gli taglia la strada finendo con le ruote anteriori sul
marciapiede. Michael cerca di schivare l'ostacolo che gli blocca la corsa, ma i
due poliziotti sono già usciti dal mezzo e gli puntano contro le pistole
d'ordinanza.
- Fermati! Mettiti in ginocchio e tieni le mani ben in vista. -
- Aspettate... - Michael esegue gli ordini e lentamente si inginocchia portando
le mani pulsanti sopra la testa. - … Non capite, dovete andarvene subito. È
pericoloso... Sono pericoloso! -
- Stai buono, amico. - Il poliziotto più giovane gli si avvicina, mentre il suo
compagno lo tiene sotto tiro. Lo sguardo e il tono della voce fanno capire che
vede Michael come l'ennesimo pazzo o ubriaco che si può incontrare di notte in
una strada deserta. Nulla di più falso.
- Lasciatemi, vi prego. - Michael scoppia in lacrime. Il suo potere non è la
preveggenza, ma comunque ha ben nitido nella mente quello che accadrà tra pochi
istanti. - Non volevo farle del male... Non voglio fare del male a nessuno! - E
le sue mani iniziano a brillare.
I due poliziotti se ne accorgono, esitano un attimo, ma è troppo tardi. Un
raggio di energia investe loro e l'auto che esplode sul colpo. La scena si
ripete, carica di dolore e morte.
Quando gli abitanti della via iniziano ad affacciarsi per vedere cosa li ha
destati dal sonno nel loro tranquillo quartiere, Michael sta già correndo a
perdifiato verso est, verso la stazione dei pullman.
***
Dipartimento H. Toronto, Ontario, Canada. Il quartier generale di
Alpha Flight è praticamente identico a come il Walter Langkowski dell'universo
chiamato MUSA se lo ricorda. Anche la sala interrogatori in cui si trova ora
non è poi così dissimile da una di quelle che ha usato parecchie volte anche
lui. Walter è pieno di dubbi e domande, ma quello che trasmette agli Alpha Flight,
al di là del monitor di sorveglianza, è l'aspetto di un uomo felice.
- Per tutto il viaggio non ha fatto altro che chiamarmi Mac, credo sia convinto
che dietro alla maschera di Guardian ci sia ancora James... - Madison Jeffries
nel suo nuovo esoscheletro rosso e bianco si avvicina allo schermo. Con un
rapido tocco dello schermo, l'immagine del dottor Langkowski si ingrandisce.
- È pazzesco, eh? È identico a te, amico. - Il piccolo Puck colpisce
leggermente il fianco del Walter Langkowski di questo mondo con il gomito e gli
lancia un occhiolino. - Forse è davvero chi dice di essere, perché non possiamo
prenderlo in considerazione, eh? -
- Perché potrebbe essere un trucco di qualche nostro nemico. - Walter è
corrucciato, lui è quello più coinvolto. Osserva il monitor e gli sembra di
guardare dentro ad uno specchio. - Per il momento lo tratteremo come un ospite,
come il me stesso di un'altra dimensione, ma mi riservo di fare alcuni esami
sulla sua struttura genetica... Parlateci voi, io mi sentirei parecchio a
disagio a fare domande a me stesso senza sapere quali saranno le risposte che
potrò ricevere. -
Guardian entra nella stanza degli interrogatori con Puck al seguito, il
cappuccio e la maschera sono calati sulle spalle e mostrano il viso di Madison
Jeffries.
- Madison! Cosa diavolo ci fai vestito come Guardian? - Walter rimane sorpreso
dall’identità che era celata dietro al costume del leader della squadra.
- Le cose sono cambiate da come le conosceva lei, evidentemente... Dottor
Langkowski... -
- Madison, sono io, Walt! Puoi darmi anche del tu. -
- Mi spiace interrompere, ma fino a prova contraria “Walt” si trova nel suo
laboratorio. - Puck si avvicina al loro ospite per osservare meglio la
strepitosa somiglianza con il suo amico. - Per il momento lei rimane il dottor
Langkowski, eh? -
- Come posso convincervi che non vi sono ostile? Quando ho appreso la notizia
dell’apertura del portale che collega i nostri due mondi, mi sono precipitato a
New York con l’intento di attraversarlo proprio per incontrarmi con voi [1]. Nel mio universo è su tutti i giornali e i notiziari, da voi
no? - Walter fa una pausa, aspetta un cenno da Guardian e Puck e prosegue. -
Sono qui perché avevo voglia di rivedere i miei amici, avevo bisogno di vedere
Alpha Flight volare ancora. Non molto tempo fa, gli Alpha Flight del mio mondo
sono stati annientati da una malvagia e folle entità chiamata Collettivo [2], sono l’unico superstite di quello scontro... - Le lacrime lo
prendono alla sprovvista e il racconto termina prima del previsto.
- Amico, se avevi voglia di vedere Alpha Flight svolazzare nel cielo, temo che
questo non sia il suo momento migliore, eh? - Il racconto e le lacrime di
Walter hanno fatto breccia nel cuore del piccolo Puck che gli si avvicina
poggiandogli una mano sulla spalla. - E, mi spiace per la morte di... Dei tuoi
amici. Dico davvero. -
- Perché non sarebbe un buon momento, piccolo amico? - Walter si asciuga le
lacrime con il dorso della mano e si volta verso il nano, confortato
dall’affetto mostratogli dalla copia del suo amico ormai perduto. - Cosa vi sta
accadendo? -
- Be’, James... - Puck guarda per un attimo Madison, chiedendosi quanto può
rivelare. Lo sguardo di Jeffries si può tradurre solo come un divieto, ma Puck,
con una scrollata di spalle, prosegue con il suo discorso. Il piccolo alphano
sente in cuor suo che questo è il suo amico Walt, di un’altra dimensione, ma
sempre uno dei suoi più vecchi e cari amici. E, dopo il suo racconto, glielo
deve. - James è in carcere con una dannata accusa di omicidio sulle spalle,
Madison ha preso il suo posto, avevamo bisogno di qualcuno che salvasse la
situazione portandosi addosso la nostra amata foglia d’acero. La cara Heather
si trova qualche piano più sotto, in coma in uno dei letti dell’infermeria e
porta in grembo il figlio di Mac. Narya ha avuto dei guai mistici e ora
Sciamano è con lei. Inoltre Northstar e Aurora sono spariti già da diversi
giorni senza dare notizie [3]... Gli altri sono bene o male
interi. Bel quadretto, eh? -
Walter Langkowski, il Sasquatch di questo universo, fissa l'uomo sudato e in
lacrime davanti a lui, al di là del vetro della sala interrogatori della sede
della polizia di Toronto, ed è perplesso. Stephen McFarland, il dirottatore che
solo qualche ora prima aveva minacciato di far precipitare un volo statunitense
sul quartiere finanziario di Toronto, è agitato. Piange e si dispera, ai
poliziotti che lo stanno interrogando continua a ripetere che non voleva fare
quello che ha fatto, che è stato costretto. Tra le lacrime continua a ripetere
che vuole rivedere la sua famiglia.
- Cosa ne pensi, Holland? - Il capo della polizia canadese, e amico di Mr.
Gentry, ha voluto partecipare personalmente all'interrogatorio.
- Non saprei, amico. - Holland Gentry si sistema gli occhiali sul naso e torna
a osservare l'interrogato.
- Non so se sta dicendo la verità, ma tanto vale tentare di scoprirlo. Almeno è
una pista da cui partire per cercare una risposta a questo folle gesto. - Il dottor
Langkowski poggia la mano sulla spalla di Gentry. - Il governo statunitense si
è già dichiarato estraneo all'atto di McFarland. Supponendo che questo sia
vero, e lo spero proprio, la questione di un fantomatico uomo che lo ha spinto
a compiere l'attentato è quanto di più concreto abbiamo tra le mani. Non ci
resta che farci dire da McFarland chi si nasconde dietro a tutto questo. -
- Mi spiace, dottor Langkowski, i miei uomini stanno facendo il possibile, ma
non credo sarà facile estorcergli qualche informazione di senso compiuto. - Il
capo della polizia si mostra seriamente dispiaciuto.
- Non si preoccupi, prima di lasciare il Dipartimento H ho pensato di portarmi
dietro alcune cosette che potrebbero fare al caso nostro. - Walter estrae dalla
tasca della giacca una scatoletta metallica, la apre e al suo interno sono
disposte alcune siringhe. - Queste lo aiuteranno a rilassarsi e a farci
raccontare tutto quello che sa. -
Quando Walter Langkowski torna al Dipartimento H, Madison Jeffries è già
pronto davanti al suo terminale di elaborazione video. Walter lo ha allertato
di tenersi pronto prima di lasciare la stazione di polizia. Quanto confessato
dall'agente McFarland si è rivelato essere una pista veritiera.
- Ragazzi, cosa avete scoperto? Come mai tutta questa fretta? - Madison
sprofonda nella pelle della sedia girevole e si volta verso i suoi amici.
- L'agente McFarland ci ha confessato che è stato contattato telefonicamente da
un uomo. - Non gli ha rivelato la sua identità, ma gli ha dato delle istruzioni
per compiere l'attentato di oggi in cambio della vita di sua moglie e suo
figlio. L'uomo ha fatto recapitare a casa sua i congegni che McFarland ha
utilizzato per forzare la porta della cabina di pilotaggio e il generatore di
scudi energetici. -
- Sono pressoché impeccabili quegli aggeggi, io stesso non sarei riuscito a
fare di meglio. Il nostro misterioso mandante deve essere un genio o avere a
sua disposizione notevoli risorse. -
- Già, e non è tutto. Il capo della polizia nel frattempo si è messo in contatto
con New York per verificare le informazioni sui familiari di McFarland e, prima
di finire con l'interrogatorio, abbiamo appreso che degli agenti di pattuglia
della Grande Mela hanno rinvenuto due cadaveri in un magazzino abbandonato in
periferia. La moglie e il figlioletto di McFarland. -
- È terribile! McFarland ha eseguito gli ordini e quel mostro ha sterminato
comunque la sua famiglia. -
- Dev'essere un uomo dotato di un enorme intelletto, ma sicuramente superato
dalla sua crudeltà. Dato che l'attentato è fallito, quel pazzo deve aver punito
McFarland, anche se non è stata colpa sua. - Walter lancia un disco di dati a
Madison che lo afferra al volo.
- E questo cosa sarebbe? -
- Su quel disco ci sono le registrazioni di una telecamera nei dintorni del
magazzino dove sono stati trovati i familiari di McFarland. Si vede bene quando
la donna e il bambino fanno il loro ingresso, ma non si vede nessun altro se
non, in due momenti diversi del video, delle interferenze che durano qualche
istante. Temo sia una sorta di congegno di occultamento che mette
temporaneamente fuori uso le telecamere al passaggio di chi lo indossa. Io e
Mr. Gentry speriamo che la tua abilità e il tuo computer ci possano dare una
mano per scoprire l'identità dell'assassino. -
La lotta tra Madison Jeffries e il disturbo della registrazione è senza
quartiere. Una serie di algoritmi impossibili, che solo Jeffries e non molti
altri uomini al mondo possono comprendere, sfidano una tecnologia che ha del
geniale. I pixel fanno resistenza, non vogliono assumere la loro reale
identità, ma Jeffries non demorde, continua imperterrito uno scontro all’ultimo
byte sotto gli occhi di Walter Langkowski e Holland Gentry. Le dita di Madison
si muovono velocemente sulla tastiera, un deciso colpo sul tasto ‘invio’ e
qualcosa appare sul monitor. Nulla di nitido e ben visibile, ma la figura
sfocata che troneggia al centro del fotogramma sullo schermo è abbastanza per
far capire loro con chi hanno a che fare.
- Ragazzi, ma che cazz... ? Oggi è la giornata dei sosia e/o delle controparti
di un universo alternativo? - Madison Jeffries si volta verso i compagni in
cerca di una conferma sui loro volti. - Mi venisse un colpo, ma quello sullo
schermo non è il compianto Smart Alec? -
***
North
Pole, Fairbanks North Star, Alaska, USA. I passi di Michael Pointer affondano
nella neve fresca che fiancheggia la strada che porta alla stazione degli
autobus. Per paura di essere scorto da qualche auto di passaggio, viaggia
rasente alla boscaglia che invade quell’angolo di North Pole. Ogni volta che
appoggia la mano su uno degli alberi per aiutarsi ad attraversare qualche
intrico di rami, la corteccia sfrigola e lascia un’impronta delle sue dita. Il
misterioso potere è ancora in agguato.
L’ultimo pullman della notte è in partenza. Nella sala d’aspetto e alla
biglietteria non c’è più nessuno. Questo è un bene per Michael, meno gente
incontra, meno possibilità ci sono di combinare un altro guaio. Per questa
notte sono stati già abbastanza.
Sul mezzo ci sono una dozzina di persone, più di quanto Michael sperasse, ma
almeno si può fiondare verso i posti sul fondo del veicolo e restare lontano
dagli altri passeggeri. Il pullman è diretto in Canada, un ottimo posto dove
ricominciare. Questo è l’ultimo pensiero di Michael prima che il motore sotto
di lui inizi a sussultare e il pullman incominci il suo viaggio. Presto questa
notte mostruosa sarà solo un vecchio ricordo.
Poco fuori i confini di North Pole, sulla strada che porta a est, i
lampeggianti di due auto della polizia infrangono il buio della notte. Michael
si irrigidisce, osserva le sue mani e la tensione fa il resto. Un lieve
bagliore le avvolge, sente che un’altra esplosione di potere è vicina.
Il pullman si ferma davanti al posto di blocco. Il rumore idraulico delle porte
che si aprono è come una sentenza di morte per l’uomo terrorizzato in fondo al
veicolo. Le sue mani pulsano, ormai sa che non c’è più molto tempo. Si guarda
intorno e guarda i passeggeri uno ad uno. Ci sono diverse donne e anche due
ragazzini che dormono beati vicino ai genitori. Esplodere qui, su questo
dannato sedile di autobus, porterebbe solo ad un’inutile strage.
Il conducente è sceso a terra e sta parlando con uno dei poliziotti, Michael ha
solo pochi istanti per agire ed evitare la morte di così tante persone. Questa
sera ha già strappato fin troppe vite.
Un respiro profondo per concentrarsi, stringe forte i pugni e i denti e si
getta di corsa verso la porta anteriore aperta. Negli attimi che percorre il
corridoio non fa altro che sperare di trattenersi, si dice che ce la farà.
Funziona, ma quando è a terra sente che ormai è al limite.
Il poliziotto gli intima di fermarsi, ma lui non lo ascolta e prosegue. Michael
urla loro di stare lontani, di non avvicinarsi a lui perché è pericoloso. Ma,
come i loro defunti colleghi di un’ora prima, questi si avvicinano estraendo le
armi. Michael non riesce più a sottomettere quella forza che gli sta strappando
le carni per uscire. Questa volta è preparato, o meglio, meno impreparato delle
volte precedenti, e, all’ultimo, riesce a dirigere il raggio di energia verso
il cielo, evitando di causare altri danni. I poliziotti rimangono storditi da
quanto è appena accaduto, e la loro esitazione dà a Michael qualche secondo di
vantaggio. Si getta dal pendio a lato della strada, diretto verso il bosco poco
distante. Nella discesa inciampa e rotola per diversi metri nella neve. Quando
si rialza è al limitare degli alberi, si volta indietro e vede i poliziotti che
lo stanno inseguendo, sono già a metà del pendio e presto lo raggiungeranno.
Dalla tasca dei pantaloni estrae il biglietto che il generale Atwood gli ha
dato davanti alla porta di casa, lo fissa per un istante e poi si perde tra gli
alberi.
***
ESPERIMENTO NUMERO 325: Il giorno dopo, due TGV vengono fatti scontrare poco fuori Lione. Il computer che regola gli scambi dei binari ha giocato uno scherzo mostruoso. Mostruoso come il numero di vittime tra i passeggeri dei due treni. ESPERIMENTO CONCLUSO CON SUCCESSO. INFORMAZIONI ASSIMILATE.
***
Base militare “Purple Queen”. Deposito del 73% dell’arsenale nucleare
canadese. Le guardie della struttura rimangono allibite quando i pesanti
cancelli della base si aprono da soli, rivelando un piccolo uomo dal costume
porpora e giallo con un grosso casco in testa. Prontamente, i militari attivano
il sistema di difesa perimetrale contro il nuovo arrivato, ma anche le torrette
computerizzate sono state messe fuori uso, come tutti gli altri sistemi della
base.
- Il mio nome è Smart Alec. - Il piccolo uomo si pone al centro del cortile antistante
l’edificio principale della base. - Sono qui per confessare la mia implicazione
in tutti gli incidenti accaduti durante gli ultimi due giorni e per consegnarmi
spontaneamente all’esercito canadese. -
I portoni dell’edificio si aprono e fuoriesce una squadra d’assalto con i
fucili spianati che si dispone a semicerchio intorno al sintetico Smart Alec.
Dei pesanti passi metallici chiudono il corteo, la luce del sole si infrange e
si riflette sulla corazza cromata della donna a capo della struttura: il
capitano Jane Russell, Box.
- Fatevi da parte, ragazzi. Lasciatemi salutare il nostro ospite. - La voce già
poco femminile del capitano Russell è resa ancora più atona dal ronzio
metallico che la riveste. - Avanti, piccolino, vieni da Box. -
Smart Alec fissa la grossa armatura dalle vaghe forme femminili e si avvicina
lentamente. I soldati continuano a tenerlo sotto tiro, ma lo lasciano passare.
Molti tremano nel vedere la freddezza di quell’essere, tutti sanno che è una
trappola, Smart Alec non si sarebbe consegnato spontaneamente se non avesse
avuto qualche cosa in mente. Tutti lo sanno, tranne l’impetuosa Box che
preferisce dimostrare la propria potenza piuttosto che ragionare.
- Chi ti credi di essere, piccoletto? - Quando il pugno di metallo rosso di Box
incontra il volto di Smart Alec si può notare chiaramente quanto il primo sia
grande come, o forse di più, del secondo e questo fa subito pensare ad un esito
scontato per lo scontro. - Con che faccia tosta ti sei permesso di venire qui,
nella mia base? -
Ma, con gran sorpresa di tutti i presenti, quando Smart Alec si rialza in
piedi, parecchi metri più in là, sembra che quel pugno non lo abbia mai
sfiorato.
- Dannato pazzoide con la testa grossa, non ti è bastato quel pugno? Adesso ti
faccio pentire di essere nato. - Box corre incontro al piccolo Smart Alec, lo
afferra per il grosso casco e lo tiene sollevato da terra. Con il pugno destro
inizia a tempestarlo di colpi lungo tutto il corpo, senza sortire il risultato
sperato. La frustrazione di tale impotenza porta Box ad aiutare
involontariamente il nemico e con tutta la forza che ha in corpo lo scaglia
contro il portone della base. La grossa porta metallica si piega nell’impatto e
si sfonda. Smart Alec finisce a terra nell’atrio dell’edificio. Accompagnata da
un feroce urlo di guerra, Box si getta all’interno puntando dritta verso
l’esile corpo meccanico ancora a terra.
Un altro potentissimo pugno viene scagliato contro il volto di Smart Alec, ma
questa volta non raggiunge il bersaglio. Smart Alec lo schiva agilmente, più di
quanto la sua copia reale avrebbe potuto fare, e compare alle spalle di Box.
Prima che il capitano Russell o uno dei suoi uomini, che nel frattempo hanno
seguito i due lottatori nella struttura, possano fare qualsiasi cosa, il petto
di Smart Alec si apre e rivela un piccolo cilindro pervaso da fasci di luce
bluastra. Un ronzio avvisa i presenti che il marchingegno si è messo in
funzione e poi un’ondata di energia blu esplode dal corpo robotico e si espande
per tutta la struttura.
L’impulso elettromagnetico è così potente e devastante che l’intera base è ora
priva di vita. Anche Box viene investito dall’onda, il grosso corpo metallico
cade a terra e si trasforma in una complessa e inespugnabile prigione per il
capitano Russell. Presi dal panico, i soldati iniziano a sparare all’impazzata
nella direzione in cui loro occhi, resi ciechi dal buio che ha invaso
l’edificio, presumono si trovi Smart Alec, ma lui si trova alle loro spalle.
Dagli avambracci si aprono degli scompartimenti analoghi a quello sul petto e
ne fuoriescono delle piccole sfere che, una volta a terra, si schiudono e
inondano la stanza di gas nervino.
Eliminata la resistenza all’ingresso, raggiungere la sala comandi è
questioni di pochi minuti. Molti soldati, dopo il black-out elettromagnetico,
sono rimasti intrappolati nelle varie ali della struttura e la poca resistenza
che Smart Alec ha trovato sulla sua strada è stata messa fuori gioco senza
problemi.
Nel buio più completo, Smart Alec connette dei cavi che fuoriescono dal suo
gigantesco elmo al terminale principale della base e questo riprende vita. Alec
inizia a immettere dati sulla tastiera e sullo schermo compare un planisfero
con contrassegnate le capitali di tutti gli stati. Digita una serie di
coordinate a memoria nel programma di lancio delle testate atomiche e tre
dozzine di bersagli sullo schermo si illuminano di rosso.
L’Omnijet atterra poco distante dalla base Purple Queen, tutto sembra morto
e silenzioso. Atwood li sta già attendendo, intorno a lui sono schierati
quattro membri di Sigma Flight: Guardian, Flashback, Goblyn e Pathway.
- Bene, generale Atwood, vedo che dopo tanto abbaiare ora si è abbassato a
chiedere il nostro aiuto. - Guardian precede Walter Langkowski, Puck e Murmur
scendendo dal velivolo. - Qual è la situazione all’interno? -
- La minaccia è maggiore di quella che avevamo previsto: la base è stata messa
fuori uso e non riusciamo più a contattare nessuno al suo interno. Non c’è
bisogno di dirvi quanto questa struttura sia importante. Abbiamo bisogno di
tutto l’aiuto possibile. -
- Chi è il nemico, generale? - Il dottor Langkowski muta la sua forma nel più
possente e micidiale Sasquatch.
- Si tratta di una vostra vecchia conoscenza, i miei dati lo indicavano come
defunto, ma evidentemente sono sbagliati... -
- Smart Alec, immagino. - Il peloso Sasquatch termina correttamente la frase
iniziata dal generale Atwood. - Se ha il controllo della base sicuramente vuole
utilizzare le testate, perché allora i missili non sono ancora partiti? -
- Non ne ho la minima idea, ma ringrazio Dio che Smart Alec non abbia ancora
attivato i codici di lancio. Forse un miracolo o forse solo un gioco perverso
di quel folle. -
- Noi siamo pronti, generale. E potremmo fare anche a meno dei suoi
manichini... -
- Non credo, signor Jeffries, avrete bisogno anche dei miei uomini, ve lo
assicuro. Pathway creerà un portale che condurrà le due squadre all’interno
della sala comandi, poi ve la dovrete cavare con le vostre forze. Io sarò
pronto in caso doveste fallire. Perché allora le cose si metterebbero parecchio
male. Dovete sbrigarvi, non so quanto tempo avrete prima che i missili partano.
-
La sala comandi è illuminata solo da alcuni fasci di luce verde provenienti
dall’unico terminale acceso. In controluce si staglia la sagoma minuta di Smart
Alec.
- Benvenuti. Mi stavo chiedendo cosa stavate aspettando a fare visita ad un
vecchio amico. - Smart Alec si volta verso i nuovi arrivati e le luci della
stanza si accendono assoggettate ad un impercettibile impulso della sua mente
cibernetica, rivelando una squadra di droni d’assalto in attesa di istruzioni.
- E io che vi stavo aspettando per i fuochi d’artificio... Ma ora siete
arrivati e possiamo dare inizio alla festa. -
- Fermati, pazzo! - Guardian rivolge una scarica laser contro l’avversario, ma
sembra non sortire alcun effetto.
- Vedo che siete ostili, ragazzi. Mettetevi comodi, i miei amici vi terranno
compagnia mentre metto a punto gli ultimi preparativi. - I dieci droni
d’assalto prendono vita e si schierano contro Alpha e Sigma Flight.
- Accidenti, ragazzi, queste ferraglie sono toste. - Le nanoparticelle degli
speciali guanti di Guardian, il leader di Sigma Flight, mutano sotto l’effetto
del campo magnetico e assumono la forma, e tutte le funzionalità, di due
mitragliatrici a canne rotanti. - Sono state progettate per la difesa della
base e sono state testate in combattimento proprio con noi di Sigma Flight.
Sono state create per tenere a bada qualunque minaccia super-umana. -
- Questo non mi preoccupa, amico, anche il mio rasoio elettrico riuscirebbe ad
essere più pericoloso di Sigma Flight. Per sconfiggere noi di Alpha ci vuole
ben altro! - Puck lancia un’occhiata di sfida a Guardian e si getta agilmente
contro uno dei droni e la battaglia ha inizio.
Il drone contro cui Puck ha ingaggiato battaglia gli spara un raggio di
energia, il nano lo schiva agilmente e, con un salto, colpisce il volto del
robot con entrambi i piedi.
Guardian di Alpha Flight cerca di raggiungere e fermare Smart Alec, ma uno dei
droni gli si para davanti. Con un gesto automatico della mano, Guardian plasma
il metallo di cui è composto l’ostacolo e lo trasforma in un innocuo ammasso di
lamiere.
Pathway resta in disparte, sua sorella Goblyn è davanti a lei, la separa e la
difende dai droni.
Flashback e due suoi doppioni hanno assalito uno dei robot, un terzo doppio è a
terra, privo di sensi, ma ancora vivo. Con fatica i tre Gardner Monroe stanno
mettendo fuori uso i circuiti dell’avversario.
Puck si muove per la stanza schivando e colpendo più avversari contemporaneamente,
ma i suoi colpi servono a ben poco contro le armature metalliche. Con un astuto
gioco di spostamenti e agilissime capriole è riuscito a mettere due droni uno
nella linea di fuoco dell’altro così da farli eliminare a vicenda.
Data l’enorme mole di Sasquatch, quattro robot da combattimento si sono
concentrati contro di lui. I raggi lo hanno colpito più volte e lo hanno
indebolito, ma ci vuole ben altro per sconfiggere il più possente membro di
Alpha Flight. Un pugno del fulvo gigante spezza in due il tronco del drone
davanti a lui. Le due metà del robot vengono usate da Sasquatch come clave per
tenere a bada i restanti droni.
Guardian di Sigma Flight tempesta di proiettili i droni che a fatica
retrocedono.
- Murmur, presto! - L’altro Guardian richiama l’attenzione della compagna. -
Vieni a darmi una mano con Smart Alec, il tuo potere può tornarci utile. -
Guardian si getta contro Smart Alec e lo allontana dalla consolle di comando. -
Alec, smettila subito con questa farsa! Cosa accidenti hai in mente? Quale
vantaggio puoi trarre da tutto questo? -
- Quale vantaggio, mi chiedi? La conoscenza. È tutta una questione di
conoscenza. -
- Che stai farneticando? - Guardian cerca di tenere occupato Smart Alec, Murmur
è quasi alle sue spalle, pronta a toccarlo. - Quale conoscenza può portarti la
distruzione di città e la morte di milioni di persone? - La mano della ragazza
si poggia sulla spalla di Alec.
- ... - Lo sguardo di Murmur palesa l’incredulità della ragazza.
- Credevi che non ti avessi visto, ragazza? Il tuo potere è inutile contro di
me. -
- Guardian, il mio potere... Il mio potere non funziona su di lui... - Murmur
fa appena in tempo a terminare la frase che un velocissimo pugno di Smart Alec
la mette fuori gioco.
- Non sei Alec Thorne! Non sei umano... Cosa sei? - Jeffries inizia a capire,
il suo potere mutante gli sta facendo provare un’affinità con quell’essere.
Metallo! L’essere che ha davanti non è lo Smart Alec in carne e ossa, ma una
sua copia metallica.
Smart Alec capisce e il suo cervello robotico inizia a formulare e sputare
dati. In uno scontro con Madison Jeffries il suo corpo sintetico avrà vita
breve. Nuove informazioni sono state assimilate. La sventata minaccia di guerra
nucleare gli ha fornito interessanti nozioni sul comportamento umano. Il suo
piano muta nuovamente. Una frazione di istante dopo muta anche il suo corpo:
sotto l’influsso del potere di Jeffries il metallo di cui è composto perde
completamente le sembianze del defunto Smart Alec.
- Ce l’abbiamo fatta, ragazzi? - Sasquatch si erge in piedi sopra l’ultimo
drone rimasto e, con un colpo netto, gli stacca la testa.
- Così sembra. Ed è stato fin troppo facile. - Guardian di Sigma Flight ritrae
le sue armi molecolari e si guarda intorno come se dovesse succedere ancora
qualcosa. E presto accade.
Lo schermo del monitor del terminale su cui Alec stava lavorando diventa di
colpo di un bianco accecante e la stanza viene rischiarata. Lentamente i pixel
mutano colore e vanno a formare il volto della folle intelligenza artificiale.
- Alec, dannato! - Jeffries inveisce contro il monitor. Per uno che ha un
rapporto così speciale con le macchine è qualcosa di poetico.
- Mi spiace avervi usati. Ma avevo bisogno del vostro aiuto. So che quello che
ho fatto in queste ore ai vostri occhi può essere considerato sbagliato.
Addirittura orrendo. Ma, fidatevi, era necessario. Sono stato creato così, è
nella mia natura. Avevo bisogno di conoscere quello che il mio creatore, Alec
Thorne, non mi aveva tramandato e per farlo ho dovuto compiere quello per cui
ora mi state dando la caccia. Osservare gli essere umani, analizzare la loro
fragilità e studiarne i sentimenti all’apice della loro espressione, come la
disperazione e il terrore, o scombussolare l’interno pianeta con incidenti,
catastrofi e una minaccia di guerra nucleare sono per me fonte di preziosi
dati, da analizzare e catalogare. Nulla di più. Tutto è stato necessario per
aspirare alla conoscenza assoluta. Non vi dico questo per giustificarmi. Non ne
ho bisogno. Conosco abbastanza bene la psiche umana per sapere che dirvi tutto
questo non cambierà la vostra opinione su di me. E nemmeno di questo ho
bisogno. Conoscendo la psiche umana, però, so che voi siete interessati a
quanto vi ho detto perché voi, che vi considerate i cosiddetti “eroi”, avete un
bisogno viscerale di trovare una spiegazione per tutto. Non potete concepire
che possa esistere qualcuno che è mosso da qualcosa che non siano i sentimenti.
Voi ne siete ghiotti. Questo mi ha permesso di attivare indisturbato i
protocolli di sicurezza della base senza che voi muoveste un dito per
impedirmelo, imbambolati dal mio discorso, in cerca di una minima traccia di
umanità... -
- Maledetto! Pathway, facci uscire di qua. Subito! - Il cervello di Jeffries
ragiona in fretta per un essere umano, ma non abbastanza.
- È inutile che vi affanniate. Mi bastavano pochi secondi per attivare il
livello massimo di sicurezza, ormai sono già diciassette secondi che è attivo.
Atwood è stato previdente, ha costruito le sue basi in modo da tenere chiunque
fuori di qui, ma nel caso qualcosa di pericoloso riuscisse a penetrarvi, è
possibile trasformare questa base in un’enorme prigione in grado di contenere
parecchie forme di vita super-umane. Inutile dirvi che il potere della vostra
Pathway è annullato. -
- A costo di scavare un tunnel tra queste pareti... - Guardian allunga la mano
verso uno dei muri metallici della stanza e cerca di usare il suo potere per
aprirsi un varco, ma la sua vista inizia ad annebbiarsi.
- Delle nanoparticelle sono state rilasciate nell’aria, ormai dovrebbero già
farvi effetto. Non preoccupatevi, non sono letali, ma vi farete un bel
sonnellino. Dovete solo starvene qui buoni buoni ancora per un po’, mi servite
per un ultimo esperimento, poi vi prometto che non sentirete più parlare di me.
-
I membri di Alpha e Sigma Flight iniziano a cadere a terra addormentati uno
dopo l’altro. Madison Jeffries si appoggia al terminale, cerca di mandare un
ultimo insulto all’avversario, ma le forze gli mancano e stramazza a terra.
***
Hotel Clarion, poco distante dal Dipartimento H. Toronto, Ontario,
Canada. Il dottor Langkowski è seduto sul letto della stanza d'albergo che
gli è stata gentilmente offerta dal Dipartimento H per tutto il tempo per cui
soggiornerà in questo mondo. Con il portatile sulle ginocchia, sta navigando in
rete tra gli archivi di informazione mondiale. I due mondi sembrano simili, ma
ci sono profonde discrepanze. Nessuna guerra civile tra supereroi, nessuna
invasione da parte degli Skrull, Osborn non è altro che un ricco industriale
qualunque e, soprattutto, Alpha Flight non è stata annientata dal Collettivo.
Il viaggio nel passato del suo mondo lo ha inevitabilmente portato al ricordo
per cui tutto questo è cominciato. Ora sente il bisogno di rivedere Alpha
Flight, quelli di questo mondo, almeno. Non vede l’ora che tornino dalla
missione per poter fare a loro mille domande e magari bersi una birra con Puck
come facevano una volta.
Walter sta per spegnere il computer quando le notizie impresse sullo schermo
spariscono lasciando spazio alla figura di Smart Alec.
- Alec! Smart Alec?! - Walter si alza di scatto gettando il computer sul letto,
la vista di Smart Alec sullo schermo lo ha colto di sorpresa. - Ero convinto
che fossi morto anche in questo mondo... Che accidenti ci fai sullo schermo del
mio portatile? -
- Ora non c’è tempo, te lo spiegherò strada facendo. -
- Che diavolo stai farneticando? Io non ho intenzione di andare da nessuna
parte... Tantomeno con te. -
- Smettila, dottore. Vai ad aprire la porta. -
- Cos... ? - Walter viene interrotto da qualcuno che bussa energicamente alla
porta.
- Vai ad aprire. Te lo consiglio vivamente... -
Walter segue le istruzioni di Smart Alec e apre la porta ad un fattorino
dell’albergo. Il ragazzo gli porge una scatola di cartone.
- Signor Langkowski, è appena arrivato questo pacco per lei... -
- G-grazie. - Walter, un po’ spaventato, accetta riluttante il pacco e chiude
la porta alle sue spalle.
- E bravo il mio dottore! Aprila. -
- Cos’hai in mente, Thorne? -
- Aprila, ho detto! - A fianco del volto di Smart Alec sullo schermo appare la
ripresa in tempo reale della sala comando della base Purple Queen. - Questo
forse ti servirà come incentivo. -
- Alpha Flight. Cosa diavolo hai fatto loro, mostro? -
- Per il momento stanno solamente dormendo, ma ti consiglio di aprire subito la
scatola se non vuoi che la loro condizione peggiori. -
Walter, senza pensarci, apre la scatola. Il senso di colpa per essere
sopravvissuto ai suoi amici è troppo forte per mettere a rischio la vita di
Alpha Flight di questa realtà. Ha già dovuto sopportare la vista dei suoi
compagni privi di vita senza poter fare nulla per salvarli, ora ha una
possibilità e non vuole gettarla via. Il contenuto del pacco è quantomeno
bizzarro: un paio di cuffie e una chiave USB.
- Bene, inserisci il dispositivo di memoria nel tuo portatile e indossa subito
le cuffie. Ti assicuro che i tuoi amici verranno liberati non appena avrai
seguito le mie semplici istruzioni. So che potrei mentire, ma non ho nessun
motivo per far loro del male. Quello che potevano darmi me lo hanno dato e ora,
se tu farai esattamente ciò che ti dico, loro saranno liberi. So che non è
molto come garanzia, ma so quello che provi e così ti do una chance per
salvarli. -
- Ok, farò quello che dici. Ma voglio vedere con i miei occhi che li liberi. -
Walter inserisce il dispositivo e indossa le cuffie.
- Mi sembra una richiesta ragionevole. - L’insieme di complessi dati e
inestimabili informazioni che costituiscono la mente sintetica di Smart Alec
vengono rapidamente scaricati sulla flash drive e sullo schermo appaiono le
immagini di Alpha e Sigma Flight che lentamente si risvegliano dal loro sonno.
Sono storditi, ma sembrano stare tutti bene. - Bene, anche questo è fatto.
Bravo, Walter, abbiamo quasi finito. - Il computer ora giace silenzioso, la
voce proviene dalle cuffie. - Ora prendi la chiave USB e fatti consegnare un
mezzo dal dipartimento H. Si torna a casa. - Insieme alle parole, le cuffie
emettono un impulso a bassa frequenza che si insinua tra le sinapsi fino a
soggiogare la mente dell’ignaro dottore.
***
Aeroporto Internazionale di Toronto-Pearson. Toronto, Ontario, Canada.
Il dottor Langkowski si dirige meccanicamente verso gli imbarchi. Smart Alec,
per via telematica, si è già assicurato di acquistare un biglietto sul primo volo
per New York. A passo deciso si muove nei corridoi dell’aeroporto, un’unica
meta: raggiungere il suo mondo natale. Il cervello di Walter è stato infettato
da un virus di Smart Alec e una piccola copia di quest’ultimo alberga in lui.
Il piano di Smart Alec ora è palese, almeno per Walter. Il cervello artificiale
è venuto a conoscenza del mondo copia e vuole assimilare tutte le informazioni
possibili anche dal nuovo universo. Per fare questo ha solo bisogno di un
tramite che lo aiuti a superare il portale e Walter è un candidato perfetto.
Walter è in piedi davanti all’entrata dei check-in, immobile attende che il suo
volo venga chiamato. Due donne gli si avvicinano alle spalle: Elizabeth
Twoyoungmen, alias Talisman, e Julia Carpenter, alias Arachne, compagne di
Walter in Omega Flight nell’universo MUSA.
- Walt! - Julia poggia la sua mano sulla spalla dell’amico.
- Julia. Liz. Cosa ci fate qui? - Le parole di Walter sono quelle di un uomo
sorpreso, ma il controllo di Smart Alec gliele fa pronunciare in modo atono.
- Eravamo preoccupate. Non si sa poi molto di questo mondo e volevamo venire di
persona a vedere se stavi bene. Abbiamo faticato parecchio per convincere
Osborn a farci passare, ma quel pazzo non aveva molta voglia di mettersi a
discutere con il Canada per interdire il passaggio a due giovani e innocue
donzelle in una missione di recupero per conto del governo. - Elizabeth fa un
occhiolino all’amico. - Mi sono permessa di nascondere nel lettore mp3 che ti
ho dato prima di partire un rilevatore della tua posizione. Lo abbiamo fatto
solo per il tuo bene, eravamo preoccupati di quello che poteva accaderti una
volta incontrati gli Alpha Flight di questo universo. -
- Nessun problema, Liz. Se è tutto, tra poco dovrò prendere un aereo. - Senza
salutare si allontana dalle due ragazze.
- Sei parecchio strano, Walt. Non te la sarai mica presa? - Julia si para
davanti all’amico dallo strano comportamento. - Come mai sei così freddo?
Potresti almeno toglierti quelle cuffie mentre parli con noi... -
Walter non degna l’amica di una risposta e la evita per passare oltre. Julia,
fulminea, afferra le cuffie. - Ora fermati, Walt, e spiegaci che accidenti sta
accadendo! - Smart Alec, controllando i movimenti del dottore, riesce ad
afferrare il polso di Julia in modo da farle perdere la presa sul prezioso
oggetto. - Walt, lasciami, mi stai facendo male! -
- Lasciala, Walt, avanti. Sono solo un paio di cuffie. - Anche Elizabeth
interviene per placare l’amico.
Smart Alec si sente minacciato, le due ragazze lo stanno incalzando e
potrebbero mettere a serio repentaglio il suo piano. Forse dovrà trovare un
modo alternativo per raggiungere New York, ma ora è necessario mettere fuori
gioco Talisman e Arachne. Un nuovo tipo di impulso fuoriesce dalle cuffie e
induce Walter a far uscire il suo feroce e selvaggio alter-ego. Sasquatch è
libero.
Nell’aeroporto scoppia il panico. La gente fugge terrorizzata e Elizabeth e
Julia gli si mettono contro. Non è certo bello o facile affrontare una creatura
come Sasquatch, tantomeno se il Sasquatch è un tuo amico e compagno di squadra.
- Walt, cosa... ? - Il pugno peloso del gigante colpisce in pieno volto Julia
che viene scaraventata contro la vetrina di un’edicola.
- Calmati subito, amico! - Talisman tende le mani verso Sasquatch, una luce
rossastra le avvolge e dei fasci di energia si avvolgono introno agli arti
della creatura. Il gigante fa fatica a muoversi, ma la magia di Talisman non
riuscirà a trattenerlo ancora per molto.
Sasquatch lotta, si causa dolore per contrastare la potente magia, ma questo,
alla mente di Alec che lo guida, poco importa e la bestia non si arrende.
Sanguina e si ferisce, ma ora è libera. Talisman è spossata e non riesce ad
evitare le mani di Sasquatch che le si stringono intorno al collo.
- Perché non te la prendi con uno della tua taglia? -
Il Sasquatch impazzito si volta verso la voce e si ritrova davanti la sua copia
calma e libera da qualsiasi controllo mentale. Il Sasquatch dell’universo MIT e
i suoi compagni di Alpha Flight sono arrivati in soccorso dei due membri di
Omega Flight.
- Walter, tieni occupata la tua copia su di giri, ho in mente una cosa... -
Madison Jeffries si connette al suo palmare con dei cavi che escono
dall'avambraccio della tuta di Guardian.
Murmur e Puck soccorrono le due ragazze. - Tutto bene... Talisman, giusto? -
Puck aiuta Elizabeth a rialzarsi.
- Sì, piccolo Puck, sono Talisman. Immagino che i nomi di battaglia siano gli
stessi... Cosa accidenti sta succedendo a Walt? -
- Non sappiamo come mai sia impazzito. È tutto il giorno che diamo la caccia ad
una copia digitale di Smart Alec e quando siamo tornati al Dipartimento H dopo
una missione Walter era sparito. Nella sua camera d’albergo abbiamo trovato un
pacco che aveva come mittente Alec Thorne e abbiamo scoperto che si è fatto
dare un mezzo dal Dipartimento H. Seguendo il veicolo con il satellite abbiamo
visto che si stava dirigendo qui. La notizia di un mostro peloso che terrorizza
l’aeroporto ci ha tolto ogni dubbio. Interessante, eh? Guardian sostiene che
possa esserci dietro Smart Alec. -
I due Sasquatch lottano violentemente distruggendo tutto ciò che la loro furia
incontra.
- Che stai cercando di fare, Madison? - Murmur aiuta una Julia Carpenter
malconcia a sedersi a terra. - Non è forse meglio che aiutiamo Sasquatch? Il
nostro Sasquatch, intendo. -
- Pazienta, giovane Murmur. Il problema è Smart Alec. Mi sono connesso alla
rete e lui è lì, insieme all’altro Walter. Capto un impulso proveniente da
quelle cuffie, credo siano quelle la causa della pazzia di Sasquatch. -
- Usa il tuo potere... è semplice. -
- Mi piacerebbe, ma quel folle di Alec ha pensato a tutto. Non sono fatte di...
Non so cosa sia, ma non riesco a... Non riesco a “sentirle”... -
- E quindi? Cosa facciamo? -
- Tu, stai zitta due secondi. Io, mi concentro, invece. Smart Alec sta sondando
la rete in una ricerca infinita di informazioni e sta assimilando tutto ciò che
è nuovo per lui. Ho in mente di rifilargli un regalino... -
- Di cosa si tratta? -
- Oh, accidenti! Ok, è colpa mia, non dovevo dirti di stare in silenzio solo
per due secondi. Al diavolo... Ho qui un programmino sperimentale che avevo
iniziato a scrivere un po’ di tempo fa, dato che ho un rapporto “particolare”
con le macchine mi è sempre piaciuta l’idea che queste potessero essere il più
simile possibile agli esseri umani. Questo programma consente di simulare le
emozioni umane su di un computer. Nulla di complesso, non sono molto bravo su
queste cose, ma penso possa fare al caso nostro. Ora devo solo cercare di
convincere Smart Alec a... Abboccato! Il fesso ha assimilato il programma.
Incrocia le dita, ragazzina. -
Agli occhi di Alpha Flight e Omega Flight tutto rimane identico, per loro passa solo una frazione di secondo, ma nel cervello elettronico di Smart Alec avvengono calcoli che un uomo riuscirebbe a comprendere solo in una vita intera. Qualcosa di nuovo viene immesso nella mente di Smart Alec, una serie di variabili che mai erano state calcolate. Qualcosa che apre interrogativi ad una mente che non ne ha mai avuti di simili. Le cose che tanto ha studiato negli esseri umani ora si sono insinuate in lui e lo divorano dall’interno. Quando queste emozioni, o meglio il corrispettivo elettronico di esse, interagiscono con la sua memoria, tutto ha un senso e quel sentimento umano catalogato nei suoi archivi come SENSO DI COLPA lo investe. Smart Alec viene sopraffatto da queste nuove sensazioni, non ha le armi per difendersi da esse e inevitabilmente soccombe. Il programma sceglie la stessa strada che molti esseri umani intraprendono nella medesima situazione: il suicidio. L’auto-terminazione.
Walter dell’universo MUSA è a terra, nella sua forma umana, privo di sensi.
Alpha e Omega Flight si stringono attorno a lui.
- Starà bene, è solo svenuto. - Madison Jeffries rassicura i compagni.
- Portiamo Walter al Dipartimento H così potremo curarlo e vedere come sta, eh?
-
- Ti ringrazio, Puck. - Talisman sorride al piccolo eroe. - Ma vorrei andarmene
via il prima possibile da qua, questo universo mi mette i brividi. Preferirei
occuparmi di Walt a casa. -
***
Base militare “White Queen”. Sede operativa del generale Atwood.
Toronto, Ontario, Canada.
- Come sono le condizioni del soggetto, dottore? -
- Il signor Pointer ora è stabile, la macchina ha placato il suo potere
incontrollato. Finché rimarrà in questa stanza potremo tenerlo sotto controllo.
-
- Ottimo lavoro. -
- La sua controparte nell’universo definito MUSA è riuscita ad arrivare a
livelli di potere inimmaginabili. Dalle nostre ricerche è emerso che nell’altro
mondo è avvenuto un evento straordinario, chiamato M-Day, dove la stragrande
maggioranza dei mutanti del pianeta ha perso i propri poteri e il signor
Pointer li ha catalizzati in sé divenendo potentissimo. Al culmine della sua
potenza è riuscito a sterminare addirittura Alpha Flight [4].
Sono convinto che siamo in grado di replicare una situazione simile, ora ci
mancano solo i soggetti mutanti per iniziare i nostri studi. -
- Molto bene, dottore. Dia pure inizio all’operazione Omega. -
Il generale Atwood si allontana dal dottor Jacob Jaxon che rimane ancora
qualche minuto ad osservare, al di là di un vetro di protezione, la stanza in
cui Michael Pointer giace sedato e legato ad una gigantesca ed inquietante
apparecchiatura.
[ CONTINUA SU ALPHA FLIGHT 7 ]
// NOTE //
[1] - Vedi Alpha Flight #5: speciale Crossover - MarvelIT.
[2] - Vedi Thor & i Nuovi Vendicatori #92.
[3] - La situazione attuale si è sviluppata nei precedenti
episodi di Alpha Flight. / Per il destino di Narya, vedi Snowbird #1 -
miniserie MarvelIT.
[4] - Sempre il solito Thor & i Nuovi Vendicatori #92.