IL DESTINO E LA TECNOLOGIA LI HANNO DOTATI DI POTERI STRAORDINARI E, TRA MILLE AVVERSITÀ E MILLE TRAGEDIE, LORO DIFENDONO IL MONDO INTERO DALLE FORZE DEL MALE. SONO LA BANDIERA DEL CANADA, SONO IL SOGNO DI JAMES MCDONALD HUDSON, GUARDIAN.

 

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Numero 2

... DIVISI CADREMO

 

di Andrea Garagiola

 

 

Toronto. Woody's, il più famoso locale gay della città.

- Al diavolo, Jean-Paul. Io me ne vado.... -

- ... Aspetta, Eric. Lasciami spiegare... -

- È meglio se resti zitto ora. Non c’è molto da spiegare... Hai già detto tutto quello che c’era da dire poco fa... Ora fammi andare via. -

-  Lascia almeno che ti accompagni in auto... così possiamo chiarire. -

- Non c’è nulla da chiarire. È finita, mi è tutto chiaro, non serve che me lo spieghi un’altra volta... Prenderò un taxi, passerò la notte in albergo e domani salirò sul primo volo per tornarmene a casa... Non ti preoccupare, non sentirai più parlare di me. -

Jean-Paul osserva inerme Eric che si allontana dal locale. Tutto era già finito tra loro prima ancora di iniziare questa vacanza in Canada. Jean-Paul fissa la sagoma di Eric che si allontana nella notte e non può che pensare a tutti i momenti indimenticabili che hanno trascorso insieme, ma tornare indietro non è possibile, ormai ha preso una decisione. Anche se questa decisione fa un male atroce.

Posti come il Woody’s non attirano solo giovani che vogliono passare la serata con un drink, della buona musica e in buona compagnia, ma anche persone che per divertirsi sentono il bisogno di prendersela con chi è diverso da loro. Per queste persone, uomini che preferiscono la compagnia di un altro uomo sono intollerabili e sentono la necessità di intervenire.

- Guardate che bella checca abbiamo qui, ragazzi. -

Quattro energumeni completamente rasati e tatuati bloccano Eric nello stretto vicolo in cui si è incamminato. Il ragazzo si volta per tornare indietro, ma altri due naziskin bloccano la strada alle sue spalle. Il branco sfoggia dei ghigni sadici e un arsenale di spranghe e mazze da baseball.

- Vediamo un po’ se riusciamo a riportare questa femminuccia sulla retta via... He he - E ha inizio il violento pestaggio.

Jean-Paul ha deciso di seguire Eric, dopo tutto quello che c’era stato, non poteva certo lasciarlo andare via così. In quei pochi minuti ha pensato molto a cosa dire per addolcire la pillola al ragazzo che ha amato. Per qualche istante ha pensato perfino di lasciarsi alle spalle quest’ultimo brutto periodo, ritentare con la loro storia e tornare insieme.

Giunto all’imbocco del vicolo, Jean-Paul vede i sei delinquenti che stanno infierendo sul corpo steso a terra di Eric. Senza pensarci, il giovane velocista si getta a massima velocità e con tutta la sua forza sui primi due naziskin che, senza accorgersi di nulla, ricevono un violento colpo alla base del collo e perdono subito conoscenza. Gli altri quattro alzano lo sguardo dalla loro vittima per capire cosa ha messo fuori gioco i loro compagni, ma il mutante è troppo veloce per degli esseri umani e in pochi istanti vengono tutti atterrati da dei colpi supersonici.

Eric è a terra, immobile e riverso in una pozza di sangue. Non respira, il cuore ha smesso di battere. Jean-Paul si getta in ginocchio vicino al corpo, il sangue penetra nei jeans e gli bagna la pelle. È denso ed è ancora caldo. Stringendo il corpo senza vita di Eric, Jean-Paul piange. Piange come non faceva da tanto tempo. È lui che lo ha fatto andare via, da solo, senza seguirlo. Se non avessero litigato, se lui non lo avesse lasciato, probabilmente Eric sarebbe ancora vivo.

Jean-Paul sente solo dolore e odio per se stesso, per aver condannato a morte una delle poche persone che abbia mai amato. Sente solo dolore e null’altro. Non sente il freddo della sera e i rumori della caotica Toronto. Non sente nemmeno uno dei naziskin che si è rialzato alle sue spalle e lo colpisce con una sprangata sulla schiena.

 

***

Sciamano è certo di trovare qui sua figlia Elizabeth, Talisman. Sono giorni che la cerca in lungo e in largo e gli spiriti che ha interpellato per farsi dare una mano gli hanno riferito che la sua giovane figlia li ha interrogati per conoscere il luogo dov’è custodita la potente Mano di Sangue.

Elizabeth ha del potenziale, ma è impulsiva, non conosce i rischi che potrebbero sorgere dall’utilizzo di un oggetto così potente e oscuro.

Sciamano è certo di trovare Elizabeth davanti alla tomba della sua defunta moglie. La ragazza è in piedi davanti alla lapide, in mano stringe il mistico artefatto.

- Elizabeth... - Sciamano si avvicina alla ragazza. - ... Vieni via da lì. -

- Vattene, padre. È una cosa che devo fare... Non mi fermare, ti prego. -

- Non sai quello che stai per fare. Quello che hai in mano non è un giocattolo. Fermati finché sei in tempo, figlia mia. -

- So bene quello che sto per fare... Sto facendo quello che avresti dovuto fare tu. Tempo fa. -

- Non essere sciocca. Capisco quello che provi... Anche io l’ho provato. Capisco che stringere il potere tra le mani ti possa annebbiare la ragione, ma devi essere forte e razionale. -

- Sarei io la sciocca? Proprio tu parli di essere razionale. Come facciamo noi ad esserlo? - Una lacrima solca la guancia della bella Sarcee. - Io devo farlo. Lo devo alla donna che mi ha dato la vita e che mi ha amato fino al suo ultimo respiro. Padre, non fermarmi. -

Sciamano fa qualche passo verso Talisman, non si aspetta una reazione tanto violenta dalla figlia. La giovane tende una mano e Sciamano viene scaraventato indietro di parecchi metri contro una statua. Il colpo magico è stato dosato per non arrecare troppo danno, ma è abbastanza potente da stordirlo per diversi minuti. Minuti necessari a Talisman per appoggiare la Mano di Sangue sulla tomba della madre e pronunciare l’incantesimo.

Un lampo squarcia il cielo. La pioggia inizia a cadere violentemente. Il tempo sembra essersi fermato, Elizabeth fissa in lacrime la tomba immobile della madre. Sciamano osserva la scena senza dire nulla, non sa se consolare la figlia per il suo sogno infranto o aspettarsi il peggio da quell’incantesimo. E il peggio arriva presto.

Da una tomba non troppo distante un braccio scheletrico sbuca dal terreno. Poi un altro. E un altro ancora. Per tutto il cimitero i morti escono dai loro giacigli.

- Presto, Elizabeth. Andiamo via di qua. - Sciamano afferra la figlia per le spalle.

Talisman è pietrificata, tutto questo è colpa sua. Avrebbe dovuto dare ascolto a suo padre e chiudere nel cassetto la speranza di poter riabbracciare la madre. Ora ha combinato un bel guaio.

I due stanno per fuggire quando, dalla tomba di Katheryn Twoyoungmen, fuoriesce una mano e afferra la ragazza per la caviglia.

Talisman è paralizzata da un misto di terrore e sorpresa. - Madre?! -

 

***

Per Guardian, Puck e Sasquatch è un gioco da ragazzi mettere fuori combattimento il primo gruppo di terroristi che si para loro davanti.

Puck, con delle agili capriole, schiva le raffiche di fucili mitragliatori provenienti da tutte le direzioni e si getta contro un altro gruppo di criminali. Con dei colpi potenti e precisi riesce facilmente ad atterrarne sei come se fossero birilli senza mai farsi colpire.

Sasquatch, con la sua possente forza, solleva uno dei grossi computer al centro della sala e lo scaglia contro altri cinque ostili. I malcapitati cercano di allontanarsi dalla traiettoria del grosso oggetto, ma vengono comunque travolti e rimangono a terra privi di conoscenza. Altri due coraggiosi tentano di attaccare alle spalle con dei pugnali il peloso alphano, ma, in cambio della loro audacia, ricevono solamente dei potenti diretti in piena faccia che li scagliano a parecchi metri di distanza.

Guardian ha il suo obbiettivo proprio davanti: Pierre Boucher, il criminale che gli ha rubato una delle sue armature. Con foga si getta in volo verso il nemico, i terroristi che si trovano nella sua traiettoria vengono travolti e sbalzati via violentemente.

Boucher vuole mettere alla prova la sua nuova armatura ed è ben lieto di accettare la sfida di Guardian. Fissa negli occhi l’eroe bianco-rosso fino a che i due non sono a pochi metri di distanza e poi tende una mano verso il suo avversario. Una potente scarica laser investe Guardian.

Il campo di forza assorbe la maggior parte del danno, ma l’eroe non si aspettava tanta potenza da uno dei suoi esoscheletri non completo, dovrà stare attento durante lo scontro e non sottovalutare il nemico.

Guardian ricambia il gesto con una scarica più potente di quella appena infertagli. Boucher schiva in parte il colpo e il leader di Alpha Flight ne approfitta per afferrare il suo avversario e trascinarlo in volo con lui verso il soffitto.

I due sfondano i diversi strati di lamiere che ricoprono il magazzino ed escono all’aria aperta. Il combattimento continua sul tetto dell’edificio. I due si scambiano colpi a ripetizioni, nonostante l’armatura di Guardian sia più potente, Boucher è in gamba e riesce a sfruttare tutto il potenziale del suo esoscheletro e la battaglia rimane in stallo.

- Cos’è, Guardian? Mi aspettavo che voi eroi, durante un combattimento, vi dilettaste nel fare paternali ai vostri avversari... -

- Per poi rischiare di dovermi sorbire un monologo in cui cerchi di giustificare ciò che ti ha spinto a commettere tutti i biechi crimini di cui ti sei macchiato e quelli che stai pianificando? No grazie! - Guardian colpisce sul mento Boucher che finisce a terra. - Meglio prenderti a cazzotti e riprendere ciò che mi hai rubato. Lo trovo decisamente più utile... E divertente. -

- He he... Pensi che io sia scontato? - Boucher si rialza in piedi massaggiandosi la mascella dolente. - Scontato come uno di quei pezzenti qualsiasi che tu e i tuoi pagliacci siete abituati ad affrontare? Bene, allora ti accontenterò e sfoggerò una risposta da manuale delle frasi scontate: Vuoi la tua armatura? Vieni a prendertela! -

Ad una frase così scontata, Guardian non può che essere altrettanto scontato e gettarsi nuovamente in volo contro Boucher. Il suo avversario fa lo stesso.

I due si scontrano a mezz’aria, un’ondata di energia investe le lamiere del tetto che esplodono in un’ondata di frammenti metallici. Diverse parti dell’armatura di Boucher vanno in frantumi, ma anche il costume di Guardian ne risente, il rivestimento è distrutto in più punti e lascia scoperti i circuiti danneggiati.

Ora l’armatura dell’eroe è compromessa, più difficile da manovrare e meno potente. Boucher tenta il tutto per tutto: impossibilitato a muoversi per il danneggiamento della parte inferiore dell’esoscheletro, lo investe con una serie di raffiche con l’unico guanto rimastogli intatto.

Per Guardian, nelle condizioni non ottimali in cui si trova, schivare tutti i colpi è impossibile. Molti vanno a segno e lo indeboliscono ulteriormente, ma, un passo dopo l’altro, riesce ad arrivare faccia a faccia con il nemico. Sa che deve mettere subito fuori gioco l’armatura che ha davanti prima che la sua diventi del tutto inutilizzabile e ingovernabile. Si getta contro Boucher e lo immobilizza a terra con un ginocchio sul petto e con una mano gli blocca l’unico guanto funzionante.

- Forse questo ti farà un po’ male, ma se ti può consolare lo farà anche a me. - Con la mano libera stringe l’elmetto cibernetico di Boucher. La poca energia rimasta nella tuta viene convogliata nel guanto e poi rilasciata. Il guanto esplode e con lui l’elmetto. È stato avventato, ma ora l’armatura rubata e il suo avversario sono fuori combattimento e i danni che ha riportato al braccio sono meno gravi di quanto si aspettasse.

- Ragazzi, come va lì sotto con gli altri terroristi? - Chiede Guardian ai compagni nel comunicatore.

- Ce ne hai messo di tempo a far fuori quel manichino, eh? - È la voce di Puck che risponde. - Qui sotto ci stavamo annoiando, le abbiamo suonate a tutti quanti i cattivoni e qualche testone che non ne voleva sapere di stare buono a terra si è anche guadagnato il bis. Com’è andata lì sopra invece, eh? -

- Non male, avrò da lavorare un po’ per aggiustare le due armature, ma non posso certo lamentarmi. Boucher se la passa peggio. -

- Ho appena parlato con il Dipartimento H, le autorità stanno arrivando per ripulire il magazzino e portarsi via questi farabutti. - Sasquatch si intromette nella conversazione. - James, Gentry ha detto di correre subito alla base... È urgente. -

- Ti ha detto cos’è successo? Perché tutta questa fretta, Walter? -

- È successo... Qualcosa a Heather... -

- Cosa accidenti è successo a Heather? -

- ... -

- Parla, dannazione! -

- Le hanno sparato, James... È in coma. -

 

***

Estremo nord del Canada. Lo spirito dalla forma di lupo si ferma, Snowbird è immobile e silenziosa al suo fianco.

- Siamo arrivati. - Sono le uniche parole che pronuncia lo spirito prima di richiudersi nel suo mutismo.

Davanti a loro c’è una donna Inuit, una sciamana. La sciamana che ha richiesto la presenza della semidea. È molto vecchia e fragile, ma dimostra una grande forza interiore. Ha lo sguardo severo, ma parla con dolcezza.

- Grazie di essere venuta, Snowbird. -

- Perché hai mandato questo spirito a cercarmi? -

- Vieni con me e te lo mostrerò - La vecchia sciamana si volta e si incammina verso la foresta alle sue spalle. - Il male ha tante forme come tu ben sai. E nel mio villaggio ha le sembianze dell’uomo bianco, venuto dagli Stati Uniti per distruggere e arricchirsi... -

- Continua... - Snowbird cammina a fianco della donna e, con loro, lo spirito dalla forma di lupo.

- Stanno distruggendo le foreste e con esse anche gli animali e l’equilibrio della natura. Non posso permetterlo, il mio ruolo mi impone di intervenire. Lo devo alla natura e al mio popolo. Ho chiesto aiuto agli spiriti della foresta e uno di loro è accorso. Kajajuk, è il suo nome. Ho chiesto il suo intervento e lui mi ha detto di mandare uno spirito a chiamarti. Ha detto che la semidea Snowbird sarebbe accorsa e che ci avrebbe salvato dal male che ci affligge. -

 

***

Infermeria del Dipartimento H. Il riflesso che Jeanne-Marie ha davanti agli occhi non è quello che si aspettava di trovare e non è nemmeno quello di Aurora, il suo alter ego. Il volto che vede nello specchio del bagno dell'infermeria del Dipartimento H le è familiare, è il suo, ma è un volto segnato, dallo sguardo duro e con i capelli completamente rasati.

Sotto la maschera di tristezza che ricopre il viso della donna nello specchio, Jeanne-Marie riesce a riconoscere i delicati lineamenti del suo bel viso, ma sono lineamenti deformati dalla rabbia e dal dolore. La figura al di là dello specchio sembra sbeffeggiarla, si prende gioco del suo lato fragile e sentimentale.

A pochi metri di distanza c'è la sua amica Heather che lotta contro la morte. È in coma, i dottori non sanno se mai si risveglierà e lei non può fare nulla. Suo fratello Jean-Paul è stato aggredito solo per il semplice fatto di essere omosessuale, il suo corpo non è ferito gravemente, ma è il suo cuore a essere distrutto, nell'aggressione ha perso il suo compagno. Alpha Flight, la squadra che le ha dato una casa e a cui lei deve molto, sta lentamente e impercettibilmente implodendo. La collera accumulata da Jeanne-Marie per questi ultimi avvenimenti sta plasmando la figura che la fissa dallo specchio.

- Sei qui. Finalmente ti ho trovata. - Walter Langowski la raggiunge nei bagni.

- Oh... Walt?! - Jeanne-Marie trasale, un battito di ciglia e la figura riflessa dallo specchio torna ad essere la sua. - … Per Heather ci sono miglioramenti? -

- Ancora tutto stabile... tu, piuttosto, come va? Ti vedo sconvolta. Sai che se vuoi parlare... di qualsiasi cosa, io ci sono sempre... - Walter le si fa più vicino, cerca di infonderle affetto con un abbraccio, ma lei lo allontana.

- Non c'è nulla che va bene, Walt. Non lo vedi? Quello che è successo a Heather, a Jean-Paul, quello che sta succedendo a noi, a Alpha Flight. Sta andando tutto a rotoli e io non posso farci nulla... -

- Ora calmati, supereremo anche questo brutto colpo, vedrai. Ne abbiamo passate tante e, nel bene o nel male, ce la siamo sempre cavata. Lo faremo anche questa volta. -

- No, Walt. Questa volta è diverso... me lo sento. - Jeanne-Marie guarda lo specchio e vede di nuovo quel volto. - Saluta gli altri da parte mia... Ho bisogno di andare a fare quattro passi per schiarirmi le idee... E non mi fermare, ti prego... -

 

***

- Si può sapere dove diavolo è finito Micheal? Perché non è qui a curare Heater come ho chiesto? - James Hudson è a fianco della moglie, è adirato e non si può certo biasimarlo. Le stringe la mano e la sostiene nella dura lotta contro la morte, ma ogni secondo che passa si sente sempre più impotente e colpevole per quello che le è successo. Sua moglie giace in coma, un proiettile le ha perforato il cranio. Le condizioni sono gravi e potrebbe non farcela. Come se questo non bastasse, ha appena scoperto che aspetta un figlio dalla donna che non sa se potrà mai più guardare negli occhi. Da un momento all’altro potrebbe perdere per sempre la sua adorata compagna e un figlio che non vedrà mai. Anche per un uomo forte come Hudson, un eroe come Guardian, c’è un limite. E ora, quel limite, è stato infranto.

- Calmati, James. - Holland Gentry, al capezzale di Heather insieme a Eugene Judd, Walter Langowski e Jean-Paul Beaubier, cerca di calmare l’amico. - Micheal è via per questioni personali, qualcosa che riguarda sua figlia. Non mi ha detto di più. Anche se fosse stato qui, non avrebbe potuto fare di più di quello che i nostri medici hanno già fatto. -

- Dobbiamo solo essere forti e pazienti. E sperare che Heather sia abbastanza forte da resistere. - La mano amica di Walter si posa sulla spalla del leader distrutto.

- Ti sbagli, Walt! - Si intromette il piccolo Eugene. - Possiamo andare a prendere Cross e fargliela pagare per quello che ha fatto alla nostra rossa. -

- Lascia perdere, Eugene. Questo è affar mio. Me la vedo io con Cross. Voi statene fuori. -

- Non andrà nessuno membro di Alpha Flight da Cross. Tantomeno tu, James. Sei troppo distrutto dal dolore per ragionare. Cosa pensi di fare quando lo avrai davanti? Riuscirai a essere lucido? -

- Non ti preoccupare di quello che farò, Holland. È una questione tra me e Cross, non può passarla liscia. -

- Non ho certo detto questo. Il generale Atwood si è offerto di occuparsene personalmente. Cross verrà arrestato a breve. Non devi preoccuparti. Avrà quello che si merita. -

- Sarò io a decidere quello che si merita quel bastardo. Pensi che una prigione possa fermarlo? Tra avvocati strapagati e amicizie nel governo, quanti giorni di cella credi che riuscirà a fare? -

- Cosa vorresti fare? Ucciderlo? Così da metterti al suo livello. -

- Quando l’avrò guardato negli occhi te lo saprò dire... -

 

***

Guardian atterra davanti al portone della villa di Cross. Quattro mezzi dell’esercito sono parcheggiati nel piazzale antistante l’ingresso. Atwood e i suoi sono già arrivati ad arrestare il traditore.

L’alphano si aggira per le stanze dell’edificio pieno di rabbia e rancore verso Cross. Non può permettere all’uomo che ha cercato di uccidere sua moglie e suo figlio di farla franca. Lasciarlo nelle mani dell’esercito significherebbe lasciarlo libero. Non può lasciare che accada. Heather merita vendetta.

La porta dello studio di Cross è piantonata da due soldati. Appena vedono Guardian aprono la porta e con un cenno lo fanno accomodare. La porta si chiude alle sue spalle.

- Mi chiedevo quanto ci avresti messo ad arrivare... - Il generale Atwood blocca con il suo corpo muscoloso il vile politico e gli tiene puntata una pistola alla tempia. - ... Pensavo che il desiderio di uccidere questo verme ti avrebbe condotto qui molto prima. -

- Atwood?! Cosa significa tutto questo? -

- Il nostro caro Cross è un individuo stupido e meschino. Un vigliacco che ha tradito il suo paese per una manciata di dollari... Ma, involontariamente, si è reso utile per i miei scopi. -

- Cosa sta farneticando, generale? -

- Se avrà la pazienza di aspettare ancora un istante, lo scoprirà presto. - Il generale si accinge a fare fuoco. - Dopo tutto quello che le accadrà per causa mia, vorrei farle un ultimo favore. Le ho riservato un posto in prima fila per lo spettacolo. Le offro la possibilità di guardare negli occhi il cane che ha sparato a sua moglie mentre esala gli ultimi rantoli... - Il proiettile viene esploso e per Cross cala il sipario.

- Pazzo!! - Guardian fa un passo verso il generale, vorrebbe fermarlo, ma esita. In cuor suo gioisce per la fine del traditore e questo lo distrugge ancora di più.

I due soldati che presidiavano la stanza fanno irruzione subito dopo lo sparo. I fucili sono carichi e puntati verso Guardian.

- James MacDonald Hudson, lei è in arresto per l’omicidio di Jacques Cross... - Il generale Atwood è soddisfatto mentre pronuncia queste parole. Il suo piano sta andando come previsto. Fin nei minimi dettagli.

- Immagino che sia inutile, a questo punto, reagire, vero generale? - Guardian si arrende e alza le mani. Sa che qualsiasi sua azione può solo peggiore la situazione. - Ha studiato tutto alla perfezione... -

- Lo prendo come un complimento, Hudson. Le sconsiglio vivamente di reagire. I miei uomini hanno disseminato una serie di indizi e prove che portano a lei. Come questa pistola... - Atwood getta l’arma ai piedi dell’alphano. - È già pronta con le sue impronte digitali impresse sopra... E se per caso volesse fare il testardo e cercare di avere ragione... Beh, è la parola di un rispettabile e pluridecorato generale dell’esercito canadese e dei suoi uomini contro quella di un marito disperato e furioso che potrebbe perdere l’adorata moglie. Lascerò che sia l’opinione pubblica a decidere chi dice il vero e chi mente. -

- Perché, Atwood? Cosa ci guadagna da questa messinscena? A parte mettermi fuori gioco... -

- E dice poco? Con lei fuori gioco e in carcere con l’accusa di omicidio, per me sarà molto più facile mettere le mani sulla sua bella tutina rossa e bianca. Mi creda, caro Hudson, è lei che mi ha costretto a fare tutto questo. Non volevo che finisse così tra noi. È una brava persona, ha fatto tanto per questo paese e non posso che esserle grato. Avrebbe potuto fare ancora molto, ma lei è testardo... E, per sua sfortuna, io lo sono ancora di più... Ora portatelo via! -

- Aspetti... - L’eroe, ormai sconfitto, lascia che l’ingiustizia faccia il suo corso. - Solo una cosa prima di andare. Posso togliermi il costume? Non voglio che colui che veste i colori della bandiera canadese venga arrestato per omicidio. La nazione non deve sapere che Guardian è in carcere... -

Il generale Atwood con un cenno acconsente alla richiesta. James Hudson viene portato via dai militari verso il carcere dove dovrà affrontare l’ennesima dura prova che la vita gli para davanti.

 

[ CONTINUA SU ALPHA FLIGHT 3 ]