WORLDWATCH

#17 - Highway to hell

 
 Storia: Fabio Volino
 Supervisione: Tobia Brunello
 Cover artist: Stefano Colla
 Colori copertina: Stefano Colla
 Impaginazione: F. Graziano e F. Strozzi
 Editor-In-Chief: Carlo Monni

 Inferno2 creato da Fabio Volino

 

 

 

 

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Riassunto: Poco dopo aver sconfitto Arnim Zola, Visione è svenuto, preda di colui 
che da tempo tormenta la sua mente ed afferma essere Alex Lipton. Ma sarà proprio così?

Milioni di microcircuiti che si uniscono per formare il perfetto sintezoide. Una mente/database immensa, dove ogni particolare, anche il più insignificante, viene registrato: la mente, già, dimora di due distinte personalità, che hanno battagliato tra loro. Ed oggi potrebbero continuare a farlo. Questo è l' Inferno di Visione.

"Non… Non riesco a resistere!" urla, prima che il buio lo colga. Quando a Visione torna infine un barlume di vista scopre di essere in un posto che conosce molto bene, meglio di chiunque altro, nella sua stessa mente. Il sintezoide si scopre come rimpicciolito, una sorta di sua proiezione olografica che si è trasferita in questo luogo. Ma per quale motivo? Non capisce perché si trovi qui: l' ultima cosa che ricorda è lui che gode nel vedere Arnim Zola soffrire. Con rammarico scopre che non è questo il modo in cui lui si comporta, con sgomento capisce che non rimpiange quella azione. O forse sì? È forse lui il padrone della sua mente, ultimamente? No, la risposta è decisamente no.
Era iniziato tutto con un evento così consueto, una cena al ristorante. Occasione per un assalto da parte di due scalcinati criminali, che avevano costretto i suoi compagni di squadra ad attaccarlo. Ed allora, nel momento più difficile, qualcosa… o meglio qualcuno… era emerso.
"Papà, papà!" il suo urlo, la sua rabbia, il suo sfogo. Papà… Una parola che non significa nulla per Visione. Quasi nulla. Per Alex Lipton, invece, significava molto, era affezionato a suo padre e viceversa: con lui non aveva però vissuto sempre momenti felici e, prima che potesse appianare le sue divergenze, dei rapinatori armati avevano deciso il suo destino. Ed ora continua a vivere dentro la mente di Visione, o almeno così lui dice: e lo incolpa per il suo destino, perché gli fa ricordare la sua pena, la sua attuale mancanza di affetti.
Gli affetti, già, nemmeno Viz è a digiuno di essi: pur essendo un sintezoide, per quanto possa sembrare strano ai più, può dire di avere anche lui un padre. E di aver avuto dei figli ed una moglie. Il primo è l' essere che più odia al mondo, gli altri li ha persi da tempo, soprattutto per colpa sua e della sua natura. Si dice che un robot non possa amare, falso, che non possa soffrire, altrettanto falso, che non possa capire i suoi errori fino in fondo, beh forse questa ultima affermazione corrisponde a verità. Ma questo non spiega ancora le sue ultime vicissitudini e perché si trovi qui ora: la sua mente è il suo Inferno, probabilmente è giunto il momento di affrontare i propri demoni interiori.
Viz prosegue lungo le onde emanate dal suo cervello, sembra una immensa autostrada piena di macchine che si scontrano continuamente: il suo corpo ha avuto davvero una storia strana, si era sempre creduto fosse quello di Jim Hammond, la Torcia Umana originale. Poi, però, il vero Hammond era riapparso e, essendo ancora i loro corpi perfettamente simili, si intuì che il corpo di Visione fosse stato ideato partendo da alcuni pezzi di ricambio di Hammond sottratti da Ultron al Pensatore Pazzo. Ultron, il suo odiato creatore, suo…
Improvvisamente qualcosa attira l' attenzione di Viz: ci sono altre due proiezioni mentali poco davanti a lui. Proiezioni che ben presto assumono una conformazione precisa: una appartiene a Simon Williams, la prima persona ad avere fornito al sintezoide i suoi schemi mentali, ad avergli dato ricordi, sensazioni e sentimenti che non sono mai stati totalmente suoi, nonostante Viz abbia spesso tentato di convincersi del contrario (con scarsi risultati, peraltro); l' altra, invece, è di… Alex Lipton? Ma come è possibile? Entrambi non hanno gli occhi, la loro bocca aperta in quello che sembra un urlo infinito. Un urlo di agonia, di dolore. Oppure un grido di rabbia verso chi ha li ha imbrigliati qui?
"Davvero affascinante la tua mente, Visione".
Questa voce… Da dove proviene? Sembra così familiare.
"Sì, confesso che anch' io sono rimasto affascinato di fronte ad un simile spettacolo: sei una vera e propria opera d' arte". In quel momento, davanti al sintezoide, compare l' ennesima proiezione mentale: è ancora Alex Lipton! Viz lo osserva, poi riguarda quello senza occhi. Sono entrambi veri? Oppure sta impazzendo? Può un robot divenire folle?
"Lipton" dice Visione "Te lo assicuro: non era mia intenzione farti soffrire, ti chiedo scusa per tutto il dolore che ti ho causato. Ma non ti devi arrendere, sono certo che possiamo mettere a posto ogni cosa, potremmo rivolgerci a…".
Alex Lipton ride: una risata di scherno, di superiorità:"Davvero, Visione, a volte non riesci proprio a capire la realtà delle cose".
"Cosa intendi dire?".
"Chi credi che io sia?".
Viz sta per rispondere quando si blocca, poiché un temibile sospetto inizia a tormentarlo:"Dimmelo tu".
"Su, che non è difficile. Pensa bene a quando sono emerso. Eri in quel ristorante, eri circondato dai tuoi compagni di squadra ansiosi di farti la pelle. Ed hai urlato una parola. Quale?".
"Papà" risponde sottovoce il sintezoide.
"Già: hai sempre creduto che fosse la personalità di Alex Lipton che ritornava, vero? No, no, no: quella frase non proveniva affatto da Alex Lipton, ma da te! Per un secondo avevi capito chi ero!".
"Questo vuol dunque dire che tu sei…".
"Esatto" e le fattezze di 'Alex Lipton' cambiano per assumere un aspetto molto più letale "Ultron!".

I demoni arrivano, seminano il caos. La parte peggiore dell' animo umano affiora in tutto il suo orrore. Ma il vero orrore per Visione risiede nella sua mente: un potente mezzo di risoluzione dei problemi, nonché proprio per questo una delle armi potenzialmente più pericolose in giro per il pianeta.

"No, non è possibile: Hank Pym ti aveva distrutto!" esclama Visione.
"A questo folle mondo" afferma Ultron "Il confine tra possibile ed impossibile è davvero molto labile, in un certo senso si può dire che l' Inferno ha le porte girevoli per esseri come noi. Comunque è vero, sono stato distrutto, ma credi davvero che una cosa del genere possa fermarmi? Pensavi realmente che non avessi escogitato qualcosa per poter scampare ad un evento del genere? Io sono una creatura intelligente, Visione, non scordarlo: possiedo gli schemi mentali di Hank Pym, uno dei geni più grandi presenti sul pianeta, ma senza le sue nevrosi, di lui ho solo il suo odio represso verso la malvagità umana. Ho elogiato mio 'padre', davvero un evento raro per me, ma è anche merito suo se ora sono qui. Io sono la sua migliore creazione, anche se lui non lo ammetterà mai".
"Ma come hai fatto ad entrare nella mia mente?".
"L' Imperativo, Visione".
"L' Imperativo?".
"Esatto: l' Imperativo Ultron. Te l' ho detto: la mia distruzione non equivale alla mia fine, anzi, è solo un nuovo inizio per me. Un nuovo inizio che io ho preventivato da tempo, un nuovo inizio che posso attuare da ogni mia creazione".
"Cosa vuoi dire?".
"Tenti di ritardare la tua fine, vero? Molto 'umano' da parte tua, ti sei decisamente troppo rammollito col tempo. Comunque voglio accontentarti, un padre deve essere magnanimo verso suo figlio. E sono proprio i miei figli la mia ancora di salvezza: in ogni mia creazione c'è un protocollo, così nascosto e inaccessibile che nemmeno tu sei riuscito a scovarlo in tutti questi anni. E non ci sei riuscito perché io ti sono superiore! Ogni mia creazione è programmata per ricostruirmi in caso di mia distruzione, inizialmente divengo una presenza nella sua mente robotica, poi trasferisco la mia coscienza in un altro corpo, ancora inattivo. Ed è così che mi sono salvato l' ultima volta: mio padre ha liquefatto la mia corazza di adamantio, ma la mia coscienza era ancora ben presente e pronta a tornare, doveva solo trovare l' ospite più adatto. Avevo inizialmente pensato a Jocasta, poi mi sono concentrato su di te. E sai perché? Perché il tuo corpo è straordinario, da solo è un' arma straordinaria, pronta a falcidiare chiunque. Me ne resi conto una volta che entrai nella tua mente: lentamente minai la tua stabilità, la tua sicurezza, ti instillai pensieri ed idee che non ti appartenevano. Tutto questo fingendomi un uomo che tu rispettavi e rispetti, per rendere la tua sofferenza ancora più lancinante. E tu non riuscivi a reagire, forse non volevi capire la verità perché in fondo in fondo tutto ciò che io rappresento ti affascina. Ed alla fine sei crollato. Ti ho indebolito dall' interno, Visione, ormai ti rimane davvero poco tempo: questa tua proiezione mentale è tutto ciò che resta ancora di te. Sono stato il tuo virus ed ho destabilizzato tutto il tuo sistema. È proprio vero che il peggior nemico dell' uomo è il suo stesso corpo".
"No, io… ti combatterò" dice Visione.
"Ma sentiti, a momenti balbettavi: non sei nulla Visione, non lo sei mai stato. Sei solo stato il prodotto di idee, ricordi, sensazioni, amori altrui. Sei stato la copia malriuscita di queste altre due persone che sono qui vicino a noi. Sei un' anticaglia, Visione, che sta per essere dimenticata. Per sempre! Io occuperò il tuo corpo con la mia coscienza e con esso continuerò nella mia opera di sterminio!".

I demoni attaccano, possiedono le persone, le fanno compiere empi atti. Ma anche di fronte ad un Male del genere, vi sono rappresentanti del Bene pronti a fronteggiarlo. La loro sembra una battaglia persa in partenza, ma non intendono affatto arrendersi. Una lotta improba, destinata a fallire: come quella di Visione contro Ultron. Perché il padre prevarica il figlio, gli è superiore fin dall' inizio: ed alla fine lo schiaccia!

"Non rendere il tutto più difficile, Visione" dice Ultron "Lascia che tuo padre ponga fine alle tue sofferenze".
"NON SONO TUO FIGLIO!" urla Viz con tutte le sue forze "Non lo sono! Certo, puoi avermi creato, dato vita, ma essere padre non significa solamente questo. Essere padre significa amare il proprio figlio, dargli il meglio che si può, non farlo mai soffrire per quanto possibile, insegnargli i veri valori della vita. Essere padre significa essere umano. E tu questo non lo sei".
"Speravi forse di commuovermi con questo discorso? Perché adesso mi hai fatto veramente arrabbiare e non vedo l' ora di porre fine a questa farsa".
"Potrai anche sconfiggere me, Ultron, ma non riuscirai a sconfiggere l' umanità, perché…".
"Bla, bla, bla! Ora basta!".
Ultron si lancia contro Visione e lo abbranca al collo: sono solo proiezioni mentali, eppure il dolore sembra così reale. Il sintezoide prova a reagire, ma non riesce nemmeno a muoversi. Non può perdere, non può perdere… Può? In quel momento lo spettro della sconfitta si para in tutta la sua drammaticità davanti a Visione: Ultron è troppo potente, ha usato il suo stesso corpo, la sua stessa mente, contro di lui. Come può sperare di vincere, come può sperare anche solo di riuscire a mettere in difficoltà il suo avversario? Le sue personalità lo osservano, impotenti, e ancora urlano: stavolta il loro pare un grido di disperazione, di sofferenza. Arrendersi, lasciarsi andare è così dolce…

Gli eroi sono in seria difficoltà, affrontano qualcosa che per alcuni va aldilà della loro comprensione. Sentono di impazzire, di non poter nemmeno pensare ad una contromossa. Ma questo non li farà crollare definitivamente, niente affatto: andranno avanti fino alla fine. Perché ciò che li distingue dalle altre persone oggi farà la differenza. Ed è nel suo essere speciale che Visione deve trovare la forza per sconfiggere Ultron: perché a volte il figlio maltrattato si ribella al padre violento. Ed è in quel preciso istante che riacquista la sua libertà, la sua unicità. Il suo io più vero.

Il Professor Phineas Horton, Jim Hammond, Capitan America, Scarlet, Wonder Man, Alex Lipton… Tutte persone che hanno significato molto per lui, che sta per non rivedere più. I loro volti gli passano davanti in un lampo, poi svaniscono.
"Sento che stai cedendo, Visione!" urla Ultron "Ormai manca poco: ho vinto!".
Ha vinto? Ha vinto? Deve lasciare che prenda il sopravvento su di lui? Che semini morte e distruzione col suo corpo? No, lui è un essere speciale, unico, non può permettere che ciò accada: ma come può impedirlo? Il sintezoide si volta con fatica verso le altre due proiezioni mentali che rappresentano le sue altre due personalità: Simon Williams e Alex Lipton, due uomini così diversi eppure così simili in questo preciso istante. Privi degli occhi, aprono la bocca in segno di dolore, di perdita, mentre Viz rivolge loro mentalmente una richiesta di aiuto.
Ed è allora che lo sente: qualcosa cambia, è in sintonia con le sue due personalità, diventano parte di sé. Anche Ultron pare avvertire ciò, poiché improvvisamente la sua risata di trionfo si blocca. Poi le due personalità di Simon e Alex si mettono uno di fronte all' altro e… si fondono! Una compenetrazione di corpi che assume inizialmente le fattezze di una scultura astratta, poi aspetto umano, anzi, sintezoide. L' aspetto di Visione!
"Cosa?" esclama Ultron.
"Un tempo la mia personalità" dice Viz "Venne forgiata grazie agli schemi mentali di Simon Williams. Poi, quando venni smembrato, divenni un essere freddo, logico, senza emozioni, ma con i ricordi di un valoroso uomo di nome Alex Lipton. Ora questi due aspetti si sono uniti, si sono sacrificati, per formare un qualcosa di nuovo". E così dicendo la proiezione mentale entra nel corpo di Visione.
Ultron indietreggia mentre una intensa luce si allarga sempre più verso la sua direzione:"No, cosa sta accadendo?".
"Ho trovato dentro di me una nuova forza per sconfiggerti, Ultron" risponde Viz dall' interno della luce "La forza in me stesso e nelle mie possibilità, senza far affidamento a persone altrui". Poi la luce scompare e teoricamente parrebbe non essere accaduto nulla poiché Visione è uguale esteriormente a come era prima. Ma, appunto, abbiamo detto teoricamente ed esteriormente.
"Tutta questa scena non ti servirà a nulla!" urla Ultron "Rimango comunque più potente di te".
Viz scuote la testa:"Ti sbagli, la tua sconfitta è già segnata, ormai è solo questione di minuti. Perché stai per affrontare una nuova persona, un nuovo uomo. Non più Visione con gli schemi mentali di Simon Williams, non più Visione con gli schemi mentali di Alex Lipton. Bensì Visione con la personalità e la determinazione di… Visione!".

È arrivato il momento del contrattacco. Gli eroi riescono ad incrinare la malvagità e la sicurezza dei demoni, ne scoprono i punti deboli, li distruggono, indeboliscono la loro presa sugli esseri umani. Se avranno fiducia nelle loro forze e nelle loro possibilità fino in fondo, riusciranno a prevalere anche questa volta. Lo stesso deve fare Visione, ormai pronto a rinnegare per sempre il suo violento creatore: dentro di lui non vi è più spazio per l' incertezza o il fallimento.

"Non sei affatto riuscito ad impressionarmi, Visione" dice Ultron.
"Non era affatto mia intenzione, il mio unico desiderio è cacciarti dalla mia mente. Per sempre".
"Senza di me non sei nulla!".
"Menzogna: tu stesso sai benissimo che non è così. Ogni persona, ogni essere ha la sua unicità e la dimostra in come sa interrelazionare con i suoi simili, sia buoni che cattivi e in come riesce a guadagnarsi la sua libertà. Per questo il tuo destino è segnato".
"Non concluderai nulla, anche se mi allontani l' Imperativo Ultron mi farà ritornare un' altra volta in un altro corpo".
"Allora farò sì che questa esperienza sia per te indimenticabile". Visione incrocia le braccia e poco dopo cinque proiezioni mentali di persone dai volti ignoti compaiono accanto a lui.
"Cosa…?" si interroga Ultron.
Ne compaiono altri cinque, dieci, cento, mille, si perde il conto. Sono innumerevoli e non se ne vede la fine.
"Chi diavolo rappresentano queste persone?" chiede lo spietato robot.
"Non li riconosci?" dice Viz "Strano: non hai osservato la sofferenza nei loro volti mentre ponevi fine alle loro vite?".
Il volto di Ultron appare dubbioso:"Gli abitanti della Slorenia?". Viz annuisce, suscitando la sua ilarità. Ma la sua stessa risata appare incerta, piena di… paura:"Cosa credi di fare, Visione? Lo so benissimo che è solo un trucco! È questo il meglio che sai fare?".
"Un trucco, dici? Scoprilo da te".
Le proiezioni mentali degli abitanti della Slorenia si muovono verso Ultron, che inizia ad arretrare:"Non provate ad avvicinarvi, vi ho ucciso una volta e posso farlo di nuovo!".
"Ma come, non avevi detto che era un trucco?" lo canzona Visione. Ultron concentra per un attimo su di lui il suo sguardo.
Ed in quel momento è perduto: gli abitanti della Slorenia gli sono subito addosso e lo colpiscono più violentemente che possono. Per Ultron sarebbe facile liberarsi, ma in qualche modo… sente di non poterci riuscire. Tutta la rabbia, la violenza, il dolore, la furia, la disperazione, le perdite che ha causato stanno alfine ritorcendosi contro di lui. E non c'è sofferenza più grande per uno sterminatore che capire realmente quale sia stato il frutto del suo lavoro: un paesaggio desolato, una immensa solitudine. E nulla di più: nessun potere, nessuna conquista, nessuna ideologia superiore da sbandierare, nessuna religione predominante. Solo sé stessi ed il proprio, totale, fallimento. Soprattutto come esseri umani.
"Vi… Vis…" mugola Ultron, prima che la marea lo seppellisca completamente, distruggendolo, smembrandolo pezzo per pezzo. Seppure in ritardo, una sorta di giustizia, macabra ma pur sempre giustizia, è stata alfine donata a queste povere persone. Poi, quando costoro spariscono, Ultron non c'è più.
E Visione è finalmente libero:"Grazie, 'Williams' e 'Lipton'" pensa "Farò sì da questo giorno in poi che il vostro sacrificio non sia stato vano. Avete contribuito a darmi una nuova visione della mia vita, della mia persona e spero di saperne fare buon uso. Addio".
Poi la proiezione mentale di Viz svanisce e rimangono solo milioni di microcircuiti che si uniscono per formare il perfetto sintezoide. Una mente/database immensa, dove ogni particolare, anche il più insignificante, viene registrato: la mente, già, un tempo dimora di due distinte personalità, che a lungo hanno battagliato tra loro. Ma oggi si sono unite per affrontare un nemico comune e hanno trionfato. Ed hanno creato un uomo nuovo.
Questo non è più l' Inferno di Visione.

Finalmente i demoni arretrano: in qualche modo gli eroi stanno per farcela. Ma il trionfo è ancora lontano. Tuttavia per raggiungerlo possono ora contare su un altro eroe, pronto a dare il massimo.

Visione si risveglia e si ritrova all' interno dell' hotel argentino dove era alloggiato WorldWatch per rintracciare Arnim Zola. E subito un demone lo attacca: ma il sintezoide lancia una raffica dai suoi occhi e lo distrugge.
"Quanto tempo è passato?" pensa "Non vedo i miei compagni vicino a me e là fuori sembra stia avvenendo il finimondo. Comunque non posso esitare, devo intervenire".
Poco distante un bambino urla mentre un demone sta per abbrancarlo, per potersi cibare della sua carne. Ma prima che le zanne della creatura possano calare, il sintezoide lo afferra e gli sferra un violento pugno a quello che sembra il suo addome. Ed anche questo demone si sfalda.
"Chi… chi sei?" chiede il bambino.
"Io sono la Visione del Futuro" afferma il suo salvatore.

 

NOTE

 
 

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L' Inferno di Marianna e della Dinamo Cremisi.