È proprio Destino

di rossointoccabile

 

Salve. Ci siete? Non so se ci siete o se è l'inizio della mia follia. Più che altro è una speranza.

Passo le mie giornate fuso in questo muro, cosciente a sprazzi. Quando sono cosciente non ho altro da fare che guardare quello che accade e la mia unica speranza è che almeno questo serva a qualcuno, che qualcuno riesca a connettersi con la mia mente.

Non che ci speri molto. Victor ha vinto e li fuori non è rimasto quasi nessuno, di quelli che conoscevo, che possa fare qualcosa.

Ma molti sono solo esiliati e l'universo è grande.

Quindi spero che ci sia qualcuno li fuori che mi ascolti.

 

Sono fuso a livello quantistico con la parete. Non sento dolore ma mi è impossibile qualsiasi movimento.

Non so quanto tempo è passato dall'ultima volta che sono stato cosciente. Victor non tiene orologi in questa sala.

Non penso neppure che sia una cosa contro di me, non ne ha bisogno. Non ha bisogno di nulla che sia fuori dalla sua armatura.

Questa è la sala del trono. Un mero simbolo.

Mura di pietra nuda. Un paio di armature. Qualche stendardo, lo stretto indispensabile. Un seggio di legno. Rivestito di legno, io lo so bene. Più volte ho affrontato le macchine attivate dai comandi nascosti e nessun seggio di legno potrebbe reggere il peso dell'armatura.

L'armatura di Destino. Non sembra neppure leggera. Alcune delle armature di Tony sembravano leggere, erano disegnate a questo scopo. Destino non ha mai voluto una cosa simile.

La sua armatura non sembrerà mai leggera. Potrebbe inserire gran parte delle sue funzioni in una tuta aderente, ma non è il modo di Destino. L'armatura serve a significare il pugno d'acciaio senza guanto di velluto.

Credo che parti dell'armatura di Tony siano incastrate nel muro. Un altro trofeo.

La battaglia tra Tony e Victor fu mitica. Ci sorprese tutti, Victor ne parla ancora con ammirazione. Fatto da lui è tutto dire. Non l'ha mai stimato molto prima di allora. Tony ha sviluppato molti prototipi che non ha mai messo in produzione perché non funzionavano bene. Non era il tipo che si dedicasse più di tanto a queste cose. Aveva milioni di professionisti che dovevano risolvere i problemi. In quella battaglia recuperò più o meno qualsiasi cosa su cui aveva messo le mani, per quanto insicure. Anche alcune delle armi dei suoi nemici. Non era il momento di farsi remore.

Quando sulle macerie radioattive di Buenos Aires scaricò tutta la potenza del raggio termico di Molten, modificato e incrementato, contro l'armatura di Destino facendo cadere i suoi scudi protettivi per un attimo tutti sperammo. Poi le cose sono andate come sono andate e i resti dell'armatura sono incastonati nel muro dei trofei accanto a me. Era un'armatura possente. Pensata per combattere Thor o Hulk.

Non fu né semplice né prevedibile. È per questo che Victor ne parla con ammirazione.

 

Ci siete? Questo svegliarsi per pochi minuti ogni volta è estenuante.

Credo ci sia un sistema di supporto vitale, da qualche parte, che mi tiene in vita. Ma non posso neppure escludere che sia la strana condizione in cui mi trovo a farlo.

Si trattasse di Thor non avrei dubbi. Non ho mai creduto che qualcosa di mortale potesse ucciderlo. Sarà che ai vecchi tempi si prestò per qualche test atomico. Si posizionava nell'epicentro dell'esplosione e ne usciva senza essere neppure spettinato.

Smisero presto. Non restava neppure contaminato. Non c'era nulla da studiare se non lui.

Ho pensato, qualche volta, che era esattamente quello lo scopo dei test.

Ma smisero presto, quindi o non era così o non ne cavarono niente.

So per certo che agli scanner appariva molto umano, più umano di me o di quasi chiunque con dei poteri. Noi tutti sappiamo che non lo era.

L'ultima battaglia di Destino contro Thor fu un altro momento memorabile.

A pensarci bene non si spiega perché Destino arrivò a combatterla, forse il suo ego smisurato necessita di mettersi costantemente alla prova.

Deve annoiarsi molto, allora, di questi tempi.

Non che il modo in cui è ridotto il mondo non richieda enorme genio per rimediare. Da quello che sento la bonifica delle zone distrutte pone ogni giorno nuove sfide e l'impiego di enormi risorse pur essendo passati chissà quanti anni.

Ma nessun confronto rilevante da molto tempo. Solo tecnologia e costanza.

La battaglia durò per giorni. Destino usò ogni frutto del suo genio contro il dio del tuono.

Molte e molte volte finì a terra apparentemente esanime. Ma ogni volta si rialzò. Era un dio. È un dio. Quella battaglia lo rese evidente anche ai più scettici.

- Sei stato pesato e misurato, Von Doom, e sei stato trovato manchevole. - Lo adoravo quando faceva così. Quando arrivò a mettere le mani sull'armatura l'aprì come se fosse di carta. Era furioso, la tempesta era scatenata, quasi nulla restò in piedi, la luce non filtrava e il buio era squarciato solo da una quantità innumerevole di lampi. Solo allora Destino usò la sua ultima arma.

La Terra, da allora, è irraggiungibile da gran parte dei reami mistici.

Di tanto in tanto, mi par di capire, qualcosa o qualcuno filtra. Ma non riesce a mantenere a lungo coerenza fisica. Lo sforzo è troppo grave.

Non voglio neppure immaginare come abbia fatto. Strange cercava da anni un metodo per fare una cosa del genere.

Strange, però, voleva tenere lontane solo le minacce, senza colpire i suoi alleati.

Victor non ha alleati.

Mai voluti. Solo sottoposti più o meno consapevoli e collaborazioni sporadiche quando non evitabili.

 

Ho avuto dei flash. Non so neppure se si tratta di risvegli di pochi secondi oppure di sogni.

In uno Victor era a pochi centimetri da me, mi stava esaminando con uno dei suoi strumenti pazzeschi, di quelli che se li guardi ti fanno girare la testa per quanto sono intricati.

Doveva essere su un baldacchino, oppure levitava, perché l'Occhio di Agamotto era all'altezza dei miei occhi.

Nell'altro era solo, nella sala del trono. Accarezzava pensoso il diadema e nei suoi occhi c'era una tristezza immensa.

So che può sembrare incredibile, ma qui dentro si lascia andare.

Capiamoci. È Victor.

Per lui lasciarsi andare è ormai una questione di sguardi.

Quasi rimpiango le crisi di rabbia che aveva quando ci siamo conosciuti o anche quando tornò con questa armatura. Ammetto di averla considerata per anni assolutamente ridicola.

Ma divago.

Ricordo quando si è appuntato il diadema. Arrivò un giorno col diadema che teneva fermi i brandelli del mantello e gettò la cappa sul trono. La cappa è rimasta li per un po' e poi è sparita, ma l'Occhio è sempre rimasto a tener fermo il mantello.

Non l'ho mai visto usarlo. Destino è un mago di tutto rispetto ma non è Strange.

Non so se sia veramente in grado di usarlo.

 

Le scene a cui assisto solitamente, però, non sono così interessanti.

La maggior parte delle volte mi risveglio da solo e resto da solo per tutta la durata del risveglio.

A volte Victor entra e resta ad osservarmi. Qualche volta ha degli strumenti con se.

A volte mi becco lunghi rapporti sullo stato della guerra contro Titano.

Eros era un tizio simpatico anche se aveva la tendenza a barare a poker.

Ora, anche se sei uno dei 100 tizi più potenti della galassia, principe ereditario di Titano, fratello di Thanos e praticamente immortale devi avere qualche rotella fuori posto per barare a un tavolo con me, Thor e Nick Fury. Ma era simpatico.

Intervenne subito in nostro soccorso e spinse il suo popolo alla guerra. Mi chiedo come questa guerra interminabile l'abbia cambiato.

È incredibile come Destino riesca a tener testa a un pianeta di eterni.

Ma possiede risorse illimitate, ha buoni alleati ed è sempre stato in possesso delle migliori tecnologie di potenziamento in circolazione.

Chissà che fine ha fatto Desmond.

 

Davanti a me c'è l'ambasciatore degli skrull. Ogni tanto mi rivolge occhiate nervose. Chissà quando l'ho conosciuto? Per quel che ne so io poteva anche essere tra il pubblico in qualche stadio mentre io mi esibivo nella lotta, o quando hanno provato ad eseguire qualche sentenza contro di noi.

Gli skrull ci hanno sempre odiati, fin dal primo scherzetto che gli abbiamo fatto.

Non so quanto vivono gli skrull ma doveva essere un bambino a quei tempi.

Stanno parlando di Warlock. Detto di Destino è quasi un'eresia, ma Destino ha paura di Warlock.

È solo un'impressione che mi sono fatto ai tempi della guerra del guanto dell'infinito, chiaramente mai comprovata.

Mai visto nessuno tener testa a Destino con tanta naturalezza.

Stanno parlando del fatto che il consiglio di Selandiar non potrà tenere ancora per molto Warlock lontano dalla Terra.

Gli skrull stanno mettendo in campo da anni tutta la loro diplomazia per impedire a Warlock di restare coinvolto con le questioni della Terra.

Il Consiglio, che lui riteneva una risorsa è diventato una catena, in questo caso.

Ma sono preoccupati.

Ha rinunciato alle cariche, Byrd (ma è ancora vivo? Sarà il figlio?) lo sostituirà in consiglio.

Temono un atto individuale. Si immolerà per la Terra? Se lo farà nessuno potrà impedire l'entrata in campo del suo mondo.

È l'unico mondo in cui le tecnologie di potenziamento sono legalizzate e diffuse a livello di massa.

Non è un pianeta molto popoloso, ma se interviene a fianco di Titano può rompere lo stallo.

 

Ora c'è l'ambasciatore kree.

Hanno attaccato il mondo di Warlock, immagino che non aspettassero che l'occasione per riprendersi l'Intelligenza Suprema.

Ne è scaturita una guerra interstellare.

Stanno litigando, il kree vorrebbe l'entrata in campo della Terra, Destino risponde che lui è neutrale,  non voleva una guerra aperta. Non farà pagare al suo popolo gli errori degli altri. Cito, quasi testualmente, “di idioti privi di sottigliezza”.

Si sono lasciati molto male.

 

Ieri mattina mi sono risvegliato qui dentro.

Non sono più nella sala del trono né fuso con la parete.

Dai discorsi dei due tecnici di laboratorio (o magari anche mega-scienziati, tanto Victor sempre da schiavi li tratta) ho capito che mi avevano trasferito poco prima che Warlock apparisse nel cielo di Latveria.

Per un attimo il castello ha brillato, poi sono svaniti entrambi.

Sentendo i racconti del ragnetto (chissà che fine ha fatto il ragnetto? Magari è ancora li fuori con la resistenza. Ci sarà una resistenza organizzata dopo tutti questi anni?) aveva già fatto una cosa del genere quando gli salvò la buccia nello spazio.

Prese lui e un intero missile in piena accelerazione e li teleportò sulla Luna. Ed all'arrivo il missile era fermo.

Non sarò un espertone di tattica militare ma mi sembra uno sfoggio di potere abbastanza fine a se stesso.

Una semplice azione dimostrativa.

Che poteva servire a liberarmi, ma si sa fin dall'incidente con l'astronave. Io sono quello sfigato.

È quello che ha detto uno dei due tipi. Chiedeva all'altro perché il padrone (lo chiamano così, ma con naturalezza) perdesse tempo con uno sfigato come me.

Oggi non è tornato. L'altro aveva un nuovo compagno. Non lo capiranno mai. Le ragioni di Destino sono di Destino e di nessun altro.

 

Non ho ancora capito perché sono qui, ma non è una bella cosa. C'è un sacco di gente che mi ronza attorno con gli strumenti. Ogni volta che mi sveglio li mettono via.

Ma sono attaccato a macchine che monitorano il mio stato costantemente.

Qui dentro sono in compagnia. Si fa per dire.

In un tubo di vetro pieno di liquido c'è un clone di Victor. Lo ricordo dai tempi dell'università (e anche di quell'altra volta che aveva preparato un suo clone coi poteri dei Fantastici Quattro per succedergli).

Temo che questa volta la cosa sia molto simile. Victor deve avere una bella età e dovrebbe possedere ancora la tecnica degli ovoidi.

Il clone, o più spesso parti del suo corpo, a volte svanisce.

Chissà che fine ha fatto Susan?

 

Stamattina Reed è stato qui. Ha cercato per l'ennesima volta di liberarmi. Inutilmente.

Ogni tanto esce fuori dal suo tesseratto ed assesta un colpo a Victor. Credo che negli anni abbia anche messo su un discreto gruppetto di resistenti.

Da quando è tornato, ovvio. È stato in giro chissà quanto tempo a cercare Susan.

La nostra sconfitta è stata tremenda quanto veloce.

Victor aveva pensato tutto. Ma è stato anche fortunato, io non credo che si possa pianificare fino a quel punto.

Sfruttò la connessione dei poteri di Susan con l'iperspazio per scacciarla da questo piano. Non ho mai saputo che fine abbia fatto. Ma se Reed è tornato vuol dire che lui l'ha saputo. Non avrebbe mai smesso di cercarla altrimenti.

Reed le partì subito dietro, il tempo di ricalibrare un po' della roba che si era portato.

Immagino che il racconto della ricerca di Reed sarebbe materiale sufficiente a riempire una saga.

Ricordo ancora il suo sguardo, in quei terribili secondi in cui non sapeva decidersi ad abbandonarci. Devo aver annuito impercettibilmente quando mi ha guardato.

Io, almeno, ricordo di averlo fatto.

Johnny si scagliò su Destino.

Era terrificante. Il rumore della combustione era assordante.

Quando guardiamo i boschi in fiamme alla TV pensiamo sempre che le fiamme siano silenziose.

Liberano una parte dell'energia imprigionata nella massa in maniera violenta.

È un processo rumoroso.

Concentrò tutto il suo potere in uno spazio ristrettissimo, dovetti distogliere lo sguardo molto prima che il rumore cessasse. Il calore che arrivò fino a me era di poco superiore a un'estate torrida nel deserto.

Quando la luce calò abbastanza davanti a me c'era una profonda voragine, quasi un pozzo, non molto più largo di un palazzo. Sul fondo, in ginocchio, Destino accanto al corpo esanime di Johnny.

Il suo manto era svanito, l'armatura era pesantemente danneggiata, in alcuni punti fusa con la carne stessa.

Quando mi guardò e iniziò a levitare fuori dal pozzo lo sottovalutai. Dall'armatura uscivano scintille, si vedevano ampi tratti di carne ustionata.

Quando alzò il guanto verso di me qualcosa d'altro si bruciò e la sua capacità di levitare si interruppe per un istante.

Pensai che era la mia occasione e che potevo sconfiggerlo e se avessi riflettuto invece che caricare a testa bassa quasi sicuramente ci sarei riuscito.

Ma aveva ben compreso che colpendo Susan avrebbe appannato la nostra capacità di ragionamento e avremmo reagito tutti in maniera irrazionale.

Gli passai attraverso. Dopo tanto tempo e tanti scontri doveva aver replicato la tecnologia di Visione. O magari era una cosa del tutto diversa. Fatto sta che gli passai attraverso e quando mi rimaterializzai ero dentro ad un muro.

Il dolore fu terribile.

Poi mi risvegliai nella sua sala del trono.

 

Victor ha l'ennesimo problema col suo passato.

Stava qui a studiarmi quando il clone ha aperto gli occhi.

Devo aver trasalito oppure gli strumenti della sua armatura devono aver registrato il mutamento, fatto sta che si è girato prima che il corpo uscisse dalla vasca ed iniziasse a parlare.

Del dialogo ho capito poco. L'udito mi sta abbandonando.

In sostanza si tratta di Andro, che sarebbe uno dei primi androidi intelligenti costruiti da Destino.

Ricordo che Reed ce ne parlò una volta. Destino lo costruì basandosi sui suoi schemi mentali.

L'androide si ribellò ancor prima di essere terminato. Che Victor possa aver pensato che uno col suo cervello potesse accettare di obbedire a qualcuno, fosse pure a lui, è il segno della sua incapacità di capire l'animo umano.

In ogni caso, dopo lo scambio di poche battute la battaglia è immediata.

Il laboratorio raso al suolo in pochi istanti.

In qualche modo Andro deve aver messo fuori uso il sistema che spedì via Susan. Probabilmente è la prima cosa che ha colpito.

Quello che avrebbe fatto Victor, del resto.

La scarica di Destino l'avverte a malapena. Il clone è un po' meno forte di me, ma ha in più l'elasticità di Reed.

Subito dopo Victor viene scagliato contro la parete, una scarica di forza invisibile, probabilmente.

La successiva scarica di fiamma distrugge il muro e la mia visione della battaglia cessa.

 

Destino torna qualche ora dopo. Buona parte del laboratorio è stato sistemato dai doombot. Dopo tanti anni li riconosco a vista. Non so, una qualche limitazione nei movimenti ma più che altro non hanno i tic di Victor. Li controlla bene, ma non spariscono mai del tutto.

L'armatura è perfetta e nuova e questo è già un indizio importante. Inoltre zoppica leggermente. È comunque riuscito per lo meno a scacciare il suo avversario.

Ed in difesa anche i rinvii sono vittorie.

In serata montano un nuovo incubatore, di modello diverso, credo sia modificato per fare in modo che non se ne possa prendere il controllo.

Chissà quanto tempo sarà necessario per coltivare un nuovo clone?

 

Apro gli occhi e c'è una battaglia in corso.

Un tizio su un mezzo ancora più pazzesco di quelli di Reed, di fatto un sedile, due staffe su cui appoggiare i piedi e due joystick per guidare e un altro tizio con un'armatura dal casco pazzesco, volteggiano attorno a Destino. I tre si scambiano ogni tipo di colpi d'energia, sostanzialmente mancandosi.

Ci metto un po' a riconoscerli a questa velocità e dopo tutto questo tempo.

Nathaniel Richards e suo nipote Franklin, dritti dritti dal regno di Altroquando.

Non ho mai capito se questo è il nostro Franklin. Se è lui adesso dovrebbe essere più vecchio. L'ultima volta Reed assomigliava molto a Nathaniel, per un attimo li avevo confusi.

Ma con quell'armatura non posso certo valutarne l'età e coi viaggiatori del tempo non ti ci raccapezzi mai.

In effetti nell'armatura potrebbe esserci chiunque.

Tengono impegnato Destino ma la potenza dei colpi non è eccessiva, forse hanno paura di ferirmi.

Poi sento una mano che mi tocca la spalla. È Franklin, senza armatura, che mi attacca un qualche apparecchio. Prego che funzioni.

Mentre svaniamo verso un qualche tipo di libertà sento in lontananza un tuono violento. Non so perché ma ha un suono familiare, diverso dagli altri.

La cosa che mi sconvolge di più è l'impressione che Destino, dietro al maschera, per quanto poco si possa vedere, sorrida.