FANTASTIC FORCE:
IN NOME DEL PADRE

di Michele "Mickey" Miglionico

Introduzione
Eccovi una versione molto riveduta e molto corretta del primo story-arc della Fantastic Force. Ringrazio rossointoccabile per la sua seconda supervisione, di cui ho fatto tesoro!

Capitolo primo
L’ADUNANZA

Altroquando.
A Nathaniel Richards ci sono voluti mesi di duro lavoro per riconquistare la fiducia sia di Huntara sia di tutti i membri di Altroquando. Era considerato praticamente un fuorilegge, lì, a causa delle sue scorribande temporali e delle sue responsabilità indirette in molte crisi, e ha lavorato sodo per ottenere un nuovo posto nell'ambito della gerarchia. Persino Tara, che fino a qualche tempo fa lo odiava e desiderava la sua morte, ha cessato ogni ostilità - anche se questo non significa che gli voglia bene. E' stato un anno difficile e impegnativo.
Ha una vaga idea di cosa li aspetti in futuro, grazie a suoi informatori segreti. Non può saperlo con precisione, perché il fatto stesso di conoscere gli avvenimenti futuri comprometterebbe la loro veridicità. Ma una cosa è certa: i Fantastici Quattro, il gruppo capitanato dal suo figlio maggiore, è o sarà impegnato in altre dimensioni[1], quindi c'é bisogno di un gruppo che colmi la loro assenza. O almeno, questo è quello che si ripete per giustificare ciò che sta per fare.
Il Four Freedoms Plaza è un edificio abbastanza ampio da poter ospitare la nuova Fantastic Force. L'unico inconveniente è che Nathaniel non chiederà a Reed il permesso per usufruire del palazzo. Conosce quel palazzo come le sue tasche: d'altronde è uguale a quello che ha lasciato mesi prima in mano ai Thunderbolts e che, adesso, Kristoff Vernard ha completamente ricostruito e ricollocato nella sua sede originaria[2]. Non è ancora del tutto occupato e, per fortuna, probabilmente per futili motivi scaramantici, il tredicesimo piano non esiste… non ancora, almeno. Sarà perfetto per accogliere il nuovo team. Dovrà solo intensificare le schermature del nuovo piano, per impedire a chiunque - Reed compreso - di scoprirne l’esistenza o entrarci senza il suo consenso. Forse avrebbe fatto prima a installarsi in un qualsiasi magazzino abbandonato, ma perché rinunciare ad un posto familiare?
Adesso si tratta solo di radunare tutti i membri possibili: i componenti della vecchia formazione, affiancati da vari personaggi legati al Quartetto, abbastanza diversi tra loro da garantire adattabilità in ogni situazione. Ha già messo per iscritto una lista provvisoria. Non sarà difficile contattare la maggior parte di loro.
- Sei sicuro di voler affrontare questo progetto? - gli chiede per l'ultima volta Huntara.
- Certo. Molti universi avranno bisogno del sostegno del gruppo nascente, anche se, come ben sai, non conosco i dettagli delle nostre future responsabilità. E poi solo io ho l'autorità e le conoscenze necessarie per fondare un gruppo così controverso.
- La modestia è sempre stata il tuo punto forte.
- La modestia non si confà ad un Richards, ricordalo anche tu. Spesso tuo fratello... Reed, per essere precisi... si lascia accecare da quel sentimento, che io non ho mai sentito.
- Bando alle ciance, padre.
Evidentemente, qualche rivelazione è stata fatta, negli ultimi mesi, ad insaputa di tutti.
- Concordo. Credo che adesso dovremmo iniziare a fare delle telefonate - spiega Nathaniel ad Huntara - Presto, andiamo al Plaza; mi collegherò alla rubrica dei Fantastici Quattro.
La guerriera acconsente, brandendo la sua falce scarlatta nel vuoto, in modo da aprire un varco dimensionale verso la Terra.

Four Freedoms Plaza. Tredicesimo piano.
Tutti i vani sono ancora vuoti. I passi di Nathaniel e Tara risuonano tra le pareti.
- Come pensi di rendere ospitabile un posto del genere? Prendendo in prestito l'arredamento di Reed? - chiede sarcastica la donna, ancora ignara di molti dettagli del progetto a cui, suo malgrado, ha accettato di collaborare.
- Mi consideri proprio uno sprovveduto.
Il padre di Reed si ferma, alza il braccio destro e spinge un pulsante invisibile. Dopo pochi secondi, la stanza è piena di macchinari.
- Per Kargul! Dove hai preso tutta questa roba?
- Mia cara... non sapevi forse che, dopo l'esilio del gruppo di mio figlio, prelevai gran parte delle apparecchiature del palazzo per impedire che cadessero nelle mani sbagliate? Erano in giacenza, in attesa di rendersi utili. Questo è stato il momento giusto per evocarle dal subspazio. Certo, ci vorrà qualche ritoccata qua e là, ma la maggior parte del lavoro è fatto - spiega e commenta, vagando per tutte le sale del piano accanto a sua... figlia.
Fatto questo, Nathaniel prende posto davanti ad un terminale e preme qualche pulsante. Un elenco di nomi si prospetta sul monitor.
- Comincia l'adunanza - sentenzia, prima di cliccare sul primo della lista.

Studio legale Walters.
La segretaria di Jennifer Walters sobbalza allo squillare del telefono, così immersa nel suo lavoro, e con un gesto fulmineo risponde.
- Sì? Sì, gliela passo subito...
Spinge un pulsante sull'apparecchio, trasferendo la chiamata all'ufficio privato dell'avvocatessa dalla pelle verde, la quale alza la sua cornetta, aspettandosi le richieste di un normale cliente.
- Sì?
- Parlo con Jennifer Walters, alias She-Hulk?
- Sì, con chi parlo?
- Salve, sono Nathaniel Richards, padre di Reed...
- Oh, salve, signor Richards... in cosa posso aiutarla?
- Mio figlio è impegnato in altre dimensioni, al momento, e sto contattando possibili membri di un gruppo sostitutivo dei Fantastici Quattro. Le andrebbe di rientrare nella Fantastic Force?
- Oh... grazie per la proposta, ma sono molto impegnata in questo periodo, non credo di poterle essere utile.
- Va bene, scusi il disturbo.
- Si figuri – conclude la comunicazione Jennifer, con tutta la diplomazia di cui la sua professione la rende capace. Non ha sentito parlare molto del padre di Mr. Fantastic, e quel poco che ha sentito non era incoraggiante…

Scozia. In un antico castello delle Highlands.
E' tempo per un'altra telefonata. E' alienante sentire il suono di un telefono satellitare che squilla, tra mura così vetuste e austere. Tuttavia, qualcuno risponde.
- Qui Alysande Stuart.
- Salve, Caledonia. Lei forse non mi conosce... sono Nathaniel Richards, padre di Reed.
- Oh... salve, signore. Mi dica... c'è qualche problema con Franklin? - chiede subito, preoccupata per il ragazzino che ha accudito per tanti mesi.
- No, non si preoccupi per lui. Volevo porgerle un invito - dice, sfoggiando un invidiabile accento scozzese. Nathaniel Richards è un uomo dalle mille risorse.
- Riguardo cosa?
- Vorrebbe unirsi al gruppo Fantastic Force, nato da una costola dei Fantastici Quattro?
- Fantastic Force, dice? Lusingata, ma... penso che l'America abbia già troppi eroi. Ho combattuto strenuamente perché Edimburgo non cadesse, durante il recente conflitto interplanetario[3] e ho capito che anche questa Scozia ha un disperato bisogno di paladini. Spero mi comprenda.
- Certamente.
- Ma sono sempre disponibile per qualsiasi emergenza, sia ben chiaro!
- Grazie della disponibilità, ms. Stuart. Le saluterò Franklin da parte mia.

Long Island, appartamento di Namorita.
L'avventuriero temporale è molto fortunato a trovare il monarca di Atlantide nella sua ufficiosa casa sulla terraferma - che condivide con sua cugina. Quanto l'apparecchio telefonico squilla, il pensieroso atlantideo aspetta qualche secondo prima di rispondere. Non è molto abituato ad avere a che fare con i gingilli della gente di superficie, per quanto si sforzi di tollerarli.
- Ehm... sì? Pronto?
- Salve, principe Namor... sono Nathaniel Richards, padre di Reed.
- Oh, certo - replica turbato l'anfibio, come ogni qual volta si nomina il suo rivale in amore.
- Volevo invitarla ad unirsi alla nuova Fantastic Force.
- Ho un vivido ricordo della precedente formazione. Come mai questo invito?
- Sto contattando gli eroi legati a doppio filo con il gruppo di mia nuora.
Sub-mariner sobbalza, ma poi risponde alla richiesta iniziale.
- Sono lusingato, ma purtroppo i miei incarichi di regnante e... certi impegni con altri nostri colleghi[4]... non mi permettono di unirmi al gruppo, ma sono sicuro che mia cugina Namorita sarà entusiasta di farne parte, nonostante i suoi recenti impegni con i New Warriors. E' sempre stata un'ammiratrice della Torcia Umana, da quel che ho capito, e far parte di un gruppo di cui il giovane Storm è stato membro non potrà che riempirla di orgoglio.
- La ringrazio molto della sua disponibilità, principe di Atlantide. Le chiedo di farci contattare da Namorita al più presto.
- Sarà fatto. Arrivederci.

America On-Line, sezione "Customer Care".
Ci sono due dozzine di centralinisti, nella sala. Con diligenza e cordialità, rispondono alle chiamate degli utenti, risolvendo problemi e togliendo dubbi.
Uno dei telefoni squilla e un'operatrice bionda risponde.
- Buongiorno, qui Laura Greene, in cosa posso esserle utile?
- Salve, Lyja. Sono Nathaniel Richards.
Gli occhi della ragazza si sgranano. E' l'ultima persona che si sarebbe aspettata, in questo momento.
- Ma... ma... come... - balbetta la Skrull, in forma umana.
- Come sempre, tutti mi sottovalutano. Non è stato difficile rintracciarti, sai?
La ragazza tace.
- Saltando i convenevoli... Lyja, vuoi riunirti alla Fantastic Force?
La ragazza deglutisce. Un'occasione per abbandonare quella vita grigia? Le viene spontaneo un commento a caldo.
- Non aspettavo altro, Nathaniel.
- Bene, Lyja, mi fa piacere. Sarai uno dei membri portanti del gruppo, sappilo.
- Che responsabilità... però tutta questa situazione mi preoccupa.
- In che senso?
- Ormai ti conosco... non fai nulla per puro altruismo... prima o poi vorrai qualcosa in cambio.
- In mancanza di situazioni impellenti e urgenti, il gruppo risponderà a me delle missioni da compiere.
- Cercherò di fidarmi. Ma dovrò abbandonare questo lavoro...
- L'adesione al progetto ti garantirà vitto e alloggio nel Four Freedoms Plaza; su questo aspetto non hai di che preoccuparti.
- Bene. Dammi il tempo di dare le dimissioni e mi unirò a voi.
La comunicazione si interrompe. Il cuore di Lyja batte a mille. Le si aprono nuove prospettive. Chissà se Johnny Storm è contemplato nel suo futuro…

Casa Lang.
Sono mesi che Scott Lang vive da solo, in questo monolocale. I bei tempi sono andati, come si suol dire, e adesso deve sbarcare il lunario lavorando free-lance come tecnico di computer e simili.
Ma una telefonata gli cambierà la vita.
- Signor Lang?
- Sì?
- Sono Nathaniel Richards, si ricorda di me?
- Oh... sì, certo... dica pure!
- Sarò sintetico... vuole unirsi alla nuova Fantastic Force?
Scott ricorda con piaceri i mesi in cui collaborava con i Fantastici Quattro, nei panni di Ant-man. (Potrebbe essere anche un'occasione per rivedere Sue). E poi, da quando il giudice gli ha tolto l'affidamento di sua figlia, ha bisogno di riempire la sua vita di uno scopo.
- Non ci penso due volte... la risposta è sì!
Spera solo di essere all'altezza.

Central Wakanda.
Il paesaggio del Wakanda è suggestivo. Una commistione tra natura e tecnologia davvero affascinante. Anche se Huntara ricorda con orrore i tempi in cui, su queste terre, combatté con gli altri la minaccia del Vibrasurge[5].
Ma è una casa specifica che cercano Nathaniel e sua figlia.
- L'indirizzo dovrebbe essere questo, se i database sono aggiornati - conferma la guerriera di Altroquando.
Con molta indiscrezione, il canuto viaggiatore temporale irrompe nell'abitazione, recitando ad alta voce:
- N'Kano! Sei qui?!
Una ragazza, allarmata dall'intrusione, accorre verso la voce e, intimorita dall'aspetto degli stranieri, chiede con voce spezzata:
- Chi cerca il ragazzo? - dice, nella sua lingua natia.
- Ragazza, siamo Huntara e... - cerca di spiegare Tara, ma prima che possa concludere giunge il ragazzo, visibilmente adirato.
- Ehi, voi! Cosa...
Si interrompe quando vede chi ha di fronte.
- Huntara! Che ci fai qui?
- Salve, Vibraxas. Chi è questa donna?
- Una ragazza con cui divido l'affitto! Ma cosa c'entra questo...?
- Verrò al punto: vuoi riunirti alla Fantastic Force?
La domanda coglie il ragazzo alla sprovvista. Pochi secondi e giunge una risposta.
- Non so se sia il caso, dopo quello è successo nella passata esperienza.
- Ho saputo di quell'incidente, ma non credo sia una valida argomentazione per rifiutare e... - blatera Nathaniel.
- Nathan, fai parlare me, so andare dritta al sodo, io - si intromette risoluta Huntara - Ragazzo, non credo sia quello il reale problema.
- Hai ragione. Il fatto è... che questo paese ha bisogno di me. Proprio recentemente, in assenza del nostro sovrano, ho sventato l'ennesimo attacco del signore del suono, Klaw, alleatosi alla Donna Cosa...
La notizia sorprende Nathaniel come un fulmine a ciel sereno.
- Cosa? Tu... hai rivisto Sharon Ventura?
- Se questo è il suo nome... sì, era americana... sembra che Klaw l'avesse ipnotizzata o qualcosa del genere. Quando si è ripresa mi ha aiutato a sconfiggerlo.
- E adesso dov'è?
- Non parlammo granché. Mi disse che voleva espiare ciò che aveva fatto e che avrebbe fatto... non so, qualcosa tipo la missionaria, nel Niger, se non sbaglio.
- Pensi che sia ancora lì? - chiede sempre più interessato Richards. In fondo, l'ultimo avvistamento della ragazza era stato proprio in una capsula di stasi, in balia di Klaw[6]. Dopodiché se ne erano perse le tracce.
- Penso di sì...
- A parte la Donna Cosa... cosa decidi? Pantera Nera è un membro di WorldWatch, i problemi del suo regno non rimarranno certo inosservati - fa notare Huntara, disincantata.
N'Kano guarda la sua coinquilina, che con lo sguardo lo incita a seguire gli stranieri. Evidentemente da sola starebbe molto meglio, visto e considerato che Vibraxas non è il suo ragazzo.
- Credo che accetterò. Del resto, da mesi sono in aperta rottura con il governo del mio paese... probabilmente un soggiorno negli Stati Uniti non potrà farmi che bene.
- Sono felice della tua decisione - gli dice Huntara, mettendogli una mano sulla spalla.

Poco dopo, nei cieli del Niger.
Nathaniel, Tara e N'Kano sono a bordo di un rapido veicolo volante che il più vecchio di loro ha richiamato del subspazio. Non conoscendo le coordinate esatte per lo spostamento, sono costretti ad una ricerca visiva.
Molti nativi li guardano colmi di stupore e adorazione. A loro non capita tutti i giorni di essere a diretto contatto con macchinari fantascientifici.
- Questa variante della Fantasticar - spiega Richards - può collegarsi agli archivi dei Fantastici Quattro. In questo modo non ci vorrà molto prima di localizzare la biofirma di Sharon Ventura.
- Perché è negli archivi del gruppo? - domanda Vibraxas.
- Perché ne ha fatto parte, in passato! E nonostante i cambiamenti che può aver subito, a causa del Dottor Destino, nella biofirma di una persona c'è qualcosa di immutabile e immediatamente riconoscibile, con gli giusti strumenti.
Passano i minuti, finché il localizzatore del veicolo non inizia a segnalare in maniera più rumorosa.
- E' vicina - fa notare Huntara durante l'atterraggio.
Gli autoctoni fanno spazio agli stranieri, proprio come Mosé nelle acque del Mar Rosso. I tre si dirigono spediti verso una struttura, che con un sforzo di immaginazione dà l'idea di un'infermeria molto raffazzonata. C'è un gruppo di operai che sta riparando e rinforzando l'edificio. Tra questi, probabilmente la donna che i tre stanno cercando.
- Salve - dicono. Avvicinandosi, una donna rossa, dal volto e dal corpo mostruosi, si volta verso di loro. E' inequivocabilmente Sharon Ventura, una volta nota come Ms. Marvel. Adesso, come Donna Cosa.
E' molto spaventata da quell'apparizione, molto più delle persone che sta cercando di aiutare.
Si sforza di parlare in inglese dopo tanto tempo.
- Che... che cosa volete da me?
- Sharon, vogliamo invitarti ad entrare nella nuova Fantastic Force.
- Cosa? Come... vi viene in mente? - c'è ancora molto rancore nella sua voce - Dopo i nostri trascorsi?! Dopo quello che mi hanno fatto i Fantastici Quattro... abbandonandomi al mio destino?! - continua, quasi scoppiando in lacrime.
- Possiamo comprendere il suo stato d'animo. Ma il gruppo si propone proprio di sostituire i Fantastici Quattro e di compensare le loro lacune, visto che spesso non sono in grado di adempiere alla propria missione. E dimentichiamo le vecchie scaramucce fra noi due.
Nathaniel Richards è decisamente un grande oratore.
- Ma... qui ho già una missione... questa povera gente ha bisogno di me...
- Una persona in meno non significherà la fine del mondo. Siamo sensibili ai problemi di queste regioni. Provvederemo a sostenere a livello finanziario qualsiasi organizzazione umanitaria che operi in Africa o, in particolare in questo stato. In quanto a lei, siamo forniti di mezzi di trasporto istantanei. Potrà tornare qui ogni qual volta lo desidererà o ce ne sarà bisogno. Ma le assicuro che da noi si troverà completamente a suo agio.
Sharon Ventura fissa il padre di Reed Richards con sommo stupore.
- Non so che dirle... mi ha convinto.
Mentre la Donna Cosa saluta gli indigeni con cui ha stretto un certo legame, Huntara non può fare a meno di chiedere:
- Nathaniel... perché tanta insistenza?
- Ogni componente della Fantastic Force avrà un suo ruolo e andrà incontro al proprio destino, all'interno del gruppo. Ignoro in che circostanze e in quali modalità, ma... so che avverrà. Peccato non essere riuscito a contattare Silver Surfer: spero non debba avere un ruolo importante nei prossimi eventi.
Tara guarda suo padre perplessa.

Il giorno dopo. Four Freedoms Plaza. Tredicesimo piano.
Nathaniel Richards, Huntara, Lyja, Ant-man, Ms. Marvel, Vibraxas.
I primi sei membri sono riuniti nella sala più grande del loro quartier generale. Ci sono già stati i dovuti saluti. Presto o tardi, le fila del gruppo si rinfoltiranno notevolmente.
- Bene, ci siamo quasi tutti. La giovane Namorita mi ha contattato privatamente. Si unirà a noi presto, una volta sbrigate alcune faccende[7]
- spiega il leader del gruppo.
Pochi secondi dopo, una porta a scorrimento si apre, lasciando entrare una voce femminile ma rude.
- Ehilà... non sapevo di essere stata invitata ad una festa!
E' una donna alta, bruna, vestita di un impermeabile rosso fuoco, a parlare.
- Benvenuta, Bounty. Sono sorpreso della celerità con cui hai risposto al mio... annuncio - la saluta Nathaniel.
- Certo... solo una mercenaria intergalattica come me poteva intercettare ed interpretare quel messaggio nel mio dialetto. Poi, signor Richards, mi dirà dove l'ha imparato.
- Bando ai convenevoli... avrai occasione di conoscere i tuoi colleghi. Rimane un ultimo membro ancora escluso dalla nostra formazione.
- Dobbiamo stabilire un contatto con il giovane inumano Devlor, se non altro per principio, in quanto membro fondatore della prima formazione del gruppo - sottolinea con vivo interesse la guerriera di Altroquando.
- Sì, ma il problema resta: come contattarlo? Con gli altri è stato relativamente facile, ma se Devlor è ad Attilan come credo, e se gli Inumani vogliono farsi credere morti, non saranno entusiasti di una nostra visita - rivela Richards.
- Gli Inumani sono vivi?! - si chiede giustamente Scott Lang; aveva avuto a che fare con loro e aveva sofferto, una volta saputo dai media che Attilan era sprofondata senza lasciare superstiti
.
- Siete tutti pregati di mantenere quest'informazione riservata - intima Nat, per rimediare alla sua indiscrezione.
- Oh, certo.
Non vorrei andare ad Attilan e affrontare la famiglia reale, pensa teso il membro anziano del team, ho  un debito morale verso di loro... è stato a causa mia che la città si è dovuta trasferire ad Atlantide...[8]
. Inoltre ho sottratto loro un prezioso campione di nebbie terrigene... con che faccia posso presentarmi al loro cospetto? Oh... ma in fondo me ne sono infischiato allora... posso tranquillamente farlo adesso. Stai perdendo colpi, Nat.
- Però - continua Huntara - è una cosa che dobbiamo fare tutti insieme. Dobbiamo prepararci anche a delle ostilità, da parte degli Inumani. Per questo abbiamo aspettato che fossimo tutti riuniti.
- Ma... ne vale davvero la pena? - domanda perplessa Sharon Ventura.
- Sì, donna. Devlor ha tutto il diritto di unirsi al gruppo.

Qualche secondo dopo. Attilan.
Le guardie del corpo della Famiglia Reale scattano guardinghe quando vedono comparire da un luminoso portale un gruppo di sette stranieri.
- Altolà! - intimano in coro, puntando le loro lance verso gli intrusi.
- Fermi! Vogliamo solo rintracciare uno di voi. Fateci parlare con la regina - chiede Nathaniel, senza tradire alcuna emozione.
Ancora stretti nella morsa delle guardie, qualcuno va a chiamare Medusa, che in breve tempo accorre, seguita da suo marito Freccia Nera.
- Ma... lei non è il padre di Reed Richards?
- Esattamente, regina - risponde l'interpellato, chinandosi ossequiosamente.
L'incarnazione vivente dell'ipocrisia, pensa Lyja, probabilmente insieme agli altri.
- Cosa ci fate qui ad Attilan? Non dovreste sapere...
- Mi scusi se oso interromperla. Ma, in quanto gruppo gemello dei Fantastici Quattro, siamo al corrente di molte informazioni. Le presento la nuova Fantastic Force.
Medusa osserva il manipolo di eroi e riconosce coloro che hanno partecipato alla guerra contro Morgana LeFey[9].
- Ebbene... mio marito ed io siamo curiosi di sapere qual è il motivo della vostra visita inaspettata.
- Siamo solo alla ricerca di un giovane membro della vostra comunità... l'inumano noto come Devlor.
La regina dalla folta chioma sobbalza. Colui che, ancora inspiegabilmente, chiamano l'Eletto...
- .... ricordo il giovane mutaforma. Faceva parte della vecchia formazione, non è vero?
- Ottima memoria. Sa dirci dove trovarlo?
- Manderemo un nostro messo a rintracciarlo. Nel frattempo - dice Medusa, facendo cenno alle guardie di abbassare le armi - potete accomodarvi in una delle nostre sale.
Il gruppo segue le indicazioni. Molti di loro si guardano intorno, affascinati dalla bizzarra architettura della città e dell'aspetto dei suoi abitanti. Ma, del resto, molti di loro sono stati abituati a spettacoli ben più sconvolgenti.
I sette eroi sono seduti in una lussuosa sala, ancora guardati a vista dalla guardia reale. Nessuno riesce a capire se la situazione è tranquilla o meno... neanche Nathaniel Richards. Pertanto, il silenzio regna sovrano, finché un crepitio e un baluginio attirano l'attenzione di tutti.
Nel bel mezzo del locale compaiono Puppy (il cane teleporta, presumibilmente imparentato, in qualche modo, con il più grosso Lockjaw) ai piedi del giovane Devlor.
- Devlor! - invocano felicemente sorpresi i suoi vecchi compagni di squadra, che corrono ad abbracciarlo. L'unico che manca all'appello è Franklin Richards, adesso, ma è impossibile ovviare alla sua assenza.
- Che ci fate qui? - chiede il mutaforma.
- La Fantastic Force è rinata... e tu devi farne parte! - gli dice Vibraxas, senza lasciare adito a polemiche.
- Davvero? Ma... è una bella notizia! Spero mi facciano venire con voi... sapete quanto amo il mondo esterno! Qui c'è una noia mortale - bisbiglia sorridendo, per non farsi sentire dagli altri Inumani.
- Non credo che la famiglia reale negherà un nulla osta, se promettiamo discrezione - ipotizza Huntara.
- Cavolo... dopo tutto il casino che è successo, non pensavo vi avrei più rivisto!
Ad attirare l'attenzione degli altri componenti della ciurma, un fulmine vivente.
Quicksilver.
- Ehi, cosa succede?! Da dove sbucano tutti questi terrestri? - urla, frenando bruscamente.
- Ha già dimenticato le sue origini, Pietro Maximoff? - lo canzona il capo della squadra.
- La conosco?
- Scusi la maleducazione... sono Nathaniel, padre di Reed Richards.
- Oh, salve...
- Come mai si trova ad Attilan?
- Potrei rivolgere a voi la stessa domanda... io faccio semplicemente da padre a mia figlia... Luna.
- Dovevo immaginarlo. Lasci che vi spieghi la nostra presenza qui.
Qualche minuto dopo, l'ars oratoria di Richards ha spiegato tutto nei minimi dettagli.
- Ah, capisco... allora buona fortuna al nuovo gruppo!
- Buona fortuna anche a te, Devlor - interviene Medusa, di ritorno con il resto della famiglia reale - sei libero di unirti a loro.
- Grazie, mia regina - replica riconoscente il ragazzo.
All'improvviso, però, qualcosa turba quell'atmosfera. L'aria trema, spezzata da intensi fragori. Istintivamente tutti guardano verso il cielo.
- Cos'è questo caos? - si chiede qualcuno.
Tutti si riversano nelle piazze per assistere ad un impressionante spettacolo.
Veicoli alieni stanno penetrando senza alcun fatica nella nega-barriera che protegge la città. Quella stessa barriera che aveva protetto la stessa Attilan e le altre città terrestri dall'invasione marziana!
- Com'è possibile?
Lentamente, una figura familiare scende verso terra, a bordo di una piattaforma levitante. E parla, con voce chiara e intensa.
- Arrendetevi, Inumani. Adesso siete sotto la giurisdizione di... Ronan l'Accusatore! - sentenzia il Kree.
- Oh mamma... - riesce solo a commentare Scott Lang.

Capitolo secondo
INDEPENDENCE DAY

Quando Nathaniel Richards ha fondato la nuova Fantastic Force, non pensava certo che il gruppo avrebbe dovuto fronteggiare subito questo… ossia, un’invasione di Attilan, la cittadella segreta degli Inumani, da parte di Ronan l’Accusatore e le sue truppe Kree. Si sono ritrovati nel bel mezzo di questa situazione scottante mentre reclutavamo il già membro inumano Devlor. E adesso non potranno sottrarsi dall’evitare che l’intrusione vada a fondo.
- Cosa ci fa qui Ronan? – chiede Bounty, che sicuramente lo conosce di fama.
- E come ha fatto a penetrare qui? – è il legittimo dubbio di Crystal, che istintivamente si accosta al padre di sua figlia.
- Le difese della città sarebbero dovute essere impenetrabili… - fa notare inutilmente Quicksilver.
La guardia reale si stringe intorno alla famiglia che regna su Attilan, tutta riversata all’esterno della reggia per assistere all’avvento di Ronan.
- Quelli sono robot o cosa? – domanda l’elettrica Nahrees.
- Ad un prima occhiata, alcuni sembrano semplici droni, altri sembrano Kree corazzati – spiega Dinu.
- Non possiamo stare con le mani in mano – sentenzia la giovane Archeopteryx, che ha preso a cuore la sua missione di proteggere i sovrani. Per questo non si fa scrupoli a prendere il volo e puntare dritta contro Ronan.
- No! – grida qualcuno, conscio del rischio a cui l’inumana va incontro. Infatti, il comandante Kree solleva la sua staffa, la cosiddetta Arma Universale, e travolge Archeopteryx con una scarica, facendola precipitare.
La popolazione di Attilan assiste, inerme, dalle proprie dimore: stranamente, nessuno interviene; anzi, tutti seguono con stupore e interesse l’avvicendarsi degli eventi. Solo la Famiglia Reale, la sua scorta e la Fantastic Force possono e vogliono impedire ai Kree di commettere eventuali barbarie o crimini.
- Non costringeteci a usare la forza – intima Ronan, nonostante sia circondato da soldati che stanno occupando la cittadella – consegnateci Freccia Nera e rimettetevi a noi.
- Questo mai! – replica impulsivamente Gorgon, che a stento si trattiene di battere lo zoccolo al suolo.
- L’avete voluto voi.
Un solo cenno e l’esercito Kree attacca gli unici oppositori.
Non era prevista la presenza di estranei. Come al solito, gli umani si immischiano sempre in questioni che non li riguardano, pensa Ronan, mentre la battaglia sta per infuriare.
- Fantastic Force, mi raccomando! – incita Nathaniel Richards.
E la battaglia ha inizio, su tutti i fronti.

Alcuni soldati sono stati personalmente addestrati da Ronan allo scopo di annichilire l’opposizione della Famiglia Reale e della sua guardia. Evidentemente, sono stati istruiti bene. Individuati i loro obiettivi, i guerrieri scelti attaccano con precisione.
Gorgon cerca di devastare l’avversario con un’onda d’urto generata dal suo zoccolo, ma l’armatura del Kree sembra assorbire le onde, per poi recapitarle al mittente, amplificate.
Karnak si accinge a colpire il punto debole del suo nemico, il quale però, all’ultimo istante, erge un campo di forza perfettamente uniforme in ogni punto, privo di falle, che rende la potenza dell’attacco a Karnak, con un effetto simile al colpo di frusta.
Triton si ritrova coperto da una soluzione salina che lo disidrata; per finirlo, il drone che l’ha inzuppato lo pervade con una scarica elettrica ad alto potenziale.
Non appena Medusa avvinghia un Kree con la sua viva chioma, i suoi capelli vengono impregnati da una neurotossina che li paralizza.
Superfluo parlare del destino dei membri della guardia reale. Sembra passato un attimo, quando gli Inumani sconfitti vengono costretti a grossi ceppi metallici. Freccia Nera, invece, è un ordigno ambulante e Ronan, sicuro della sua staffa cosmica, ritiene degno di affrontarlo solo se stesso. Il re vorrebbe sputare sentenze su colui che sta usurpando la sua patria, ma se lo facesse decimerebbe i suoi sudditi e i suoi cari.
- Tu, Freccia Nera, alimenterai i sistemi di trasferimento della cittadella – lo informa Ronan – quindi non opporre troppa resistenza, non ho molto tempo da perdere.

Nei pochi minuti in cui gli Inumani in rivolta vengono messi fuori gioco, la Fantastic Force non sta con le mani in mano, anzi: si sta dando un bel daffare nel resto della cittadella. I relativamente pochi soldati che Ronan ha portato con sé in misura del tutto precauzionale si stanno rivelando preziosi.
Per Nathaniel, non è difficile stordire i Kree con scariche bioelettriche della sua armatura; tanto meno per Lyja trasformare le sue braccia in viscidi tentacoli e soffocare gli invasori. La Donna Cosa, grazie alla sua forza e alla sua dura pelle, non è facile vittima degli attacchi. Huntara scaraventa gli alieni in dimensioni pericolose. Perfino Ant-man ha pensato bene di raddoppiare le sue dimensioni per spazzar via il piccolo esercito.
- Gli Inumani stanno perdendo! – fa notare la Skrull agli altri. La sua battaglia è più intensa di quelle degli altri: l’odio per i Kree è radicato nella sua specie. Invece, per le loro creature mezzosangue, nutre profonda comprensione.
- Facciamo in modo che non succeda! – le risponde Sharon.
La situazione è ben più difficile, per gli altri. Bounty ha con sé solo una pistola aliena, inefficace contro gli scudi dei Kree, e lo stesso dicasi per le sue tecniche di combattimento corpo a corpo, le armature rischiano solo di farle rompere qualche osso. Devlor, nonostante abbia assunto la sua forma bestiale, riesce solo a scansare gli assalti. Per sfortuna di Vibraxas, il soldato che ha sconfitto Gorgon nota la natura dei suoi poteri e, a sorpresa, il giovane wakandiano si vede investito dalle stesse onde vibratorie che ha lanciato.
- Tutto ok, laggiù? – grida Ant-man, con un volume che rischia di assordare chi gli sta accanto.
- N’Kano è a terra! – lo informa Devlor – E forse presto anch’io!
- E come mai io sono ancora in piedi?! – si chiede ironico Scott, non un campione di auto-stima.
Questa battaglia non era prevista, si lamenta Nathaniel.

Quicksilver e Crystal si sono rifugiati nella stanza più interna del palazzo reale. In altre circostanze si sarebbero subito uniti ai combattimenti esterni. Ma, giustamente, il loro primo istinto è stato quello di proteggere la loro figlia Luna e il giovane, riservato principe Ahura. Infatti, una piccola falange di soldati si è inoltrata nell’edificio per cercarli, ma per fortuna la minaccia è stata efficacemente debellata dal potere di entrambi gli adulti.
- Tutto bene? – chiede Crystal, in apprensione.
- Sì, zia… grazie dell’aiuto – china il capo il Papa, in segno di reverenza. Forse avrebbe il potere per sgominare l’intera invasione, ma è ancora giovane e inesperto: la medicina potrebbe rivelarsi più letale del morbo.

Freccia Nera decide di tentare il tutto per tutto: così, emette il minimo soffio d'aria possibile in direzione dell’invasore.
Una violenta tempesta elettronica si scatena dinanzi a lui; ma l’arma di Ronan innalza un tale campo di forza da deviare tutta la potenza dell’attacco.
- E’ inutile! Non griderai mai… e non potrai sconfiggermi altrimenti!
Un colpo dell’Arma Universale a pieno regime è sufficiente per far cadere il monarca. Ronan gli si avvicina, lo afferra per la maschera e lo trascina con sé nei sotterranei della città, scortato dai suoi collaboratori. Ad un certo punto, il muto Inumano viene collegato a delle macchine. Quando riesce a riaprire gli occhi, capisce subito di cosa si tratta.
- Urla! – gli ordina, prendendolo a calci. Dopo una serie di torture, alla fine Freccia Nera cede ed usa quelle corde vocali che ormai rischiavano di atrofizzarsi da tempo. L’enorme energia sprigionata viene incanalata da apposita tecnologia aliena nelle fondamenta della città, generando un campo antigravitazionale che permette ad Attilan di staccarsi dal suolo.

- Che succede!? – urla spaventata Bounty. Il suolo si muove e le montagne circostanti sembrano diventare via via più piccole.
- La città… sta volando – dice sgomento Scott Lang.
Qualcuno approfitta del marasma generale per uscire allo scoperto… e quel qualcuno è Maximus, il fratello del re. Ronan gli aveva promesso il trono in cambio della disattivazione della barriera negativa (peraltro, da lui stesso creata). Tutto era avvenuto tramite il proiettore omnionda, che era riuscito a recapitare il messaggio nella sua cella, annullando anni luce di distanza. Con questo incentivo, aveva usato i suoi poteri mentali per farsi aiutare dai suoi carcerieri ad evadere (perché non farlo prima? Non a caso lo chiamano il Folle…) e permettere ai Kree di irrompere nel Rifugio.
Ma Ronan non era interessato solo a lui: aveva promesso la stessa cosa a Carthus, il leader spirituale della comunità, assicurandogli il comando di Attilan una volta arrivati in territorio Kree. In cambio, diffondendo voci e vaticini su un futuro avvento di un fantomatico messia, aveva preparato la popolazione all’arrivo di Ronan, facendolo automaticamente riconoscere a tutti gli Inumani come loro salvatore. Naturalmente, la Famiglia Reale era all’oscuro di tutto, visto e considerato anche che i rapporti tra monarchia e sudditi si erano ulteriormente incrinati.
- Allora, Ronan… dov’è il trono vacante su cui poggiare il mio nobile fondoschiena? – esordisce, con sorpresa di tutti. Lo sguardo di Freccia Nera si carica di dubbio e risentimento.
- Pensavi davvero che avrei lasciato Attilan nelle mani di un folle? Mi sottovaluti: è stato tutto predisposto…
- Folle sarai tu, a sfidarmi! – sentenzia Maximus, cercando invano di usare i suoi poteri mentali.
- Ah ah! Forse hai bisogno di una lunga vacanza… nella Zona Negativa!
Mentre lo comunica, Ronan solleva un apparecchio vicino a sé e lo attiva. Un potente fascio di energie dimensionali investe in pieno il fratello di Freccia Nera, facendolo scomparire.
E’ stato esiliato nel Negaverso!?, si rende conto Richards, ammirando la tecnologia sviluppata dai Kree, evidentemente superiore a quella di suo figlio.
- Ora basta, Ronan! Non so cosa tu stia architettando, ma il tuo esercito è stato sconfitto dai miei alleati… e ora dovrai rendere conto a loro!
A concretizzare le minacce di Nathaniel, i membri della Fantastic Force si pongono in assetto da battaglia (tranne Vibraxas, Bounty e Devlor, purtroppo messi fuori gioco dalla battaglia).
Ronan sorride, divertito.
La sua Arma Universale è pressoché invincibile.

Un paio di minuti dopo, gli eroi sono stati piegati.
- Vi siete rivelati una grossa seccatura… come devo chiamare il gruppo di… eroi… che ho sconfitto?
- Fantastic Force, Ronan… e non ci hai sconfitto, per la cronaca.
- Amici dell’odiato quartetto? Da quel che vedo, l’unico effetto sortito dalla vostra ingerenza è stato quello di rallentare i miei piani.
- Libera la Famiglia Reale e lascia Attilan.
- Forse seguirò il primo consiglio – replica sarcasticamente – difficilmente questi altezzosi Inumani collaboreranno alla mia causa… ma chiediamo pure ai loro sudditi… cosa volete fare?
Woz, forse il membro più influente della comunità, decide di uscire allo scoperto per l’occasione.
- Inumani, cosa abbiamo da perdere? Siamo isolati in un mondo che ci disprezza e perseguita… perché non partire per le stelle, in cerca di una nuova dignità del nostro popolo?
Al suo accorato appello si unisce Carthus.
- Rimettiamoci nelle mani dei nostri creatori! E’ grazie ai Kree che siamo qui oggi. Dobbiamo loro la nostra fedeltà in qualità di loro creature.
Le macchinazioni di Ronan stanno andando a segno. Grazie ai poteri degli Inumani, gli imperi avversari verranno sgominati e la gloria della sua specie verrà risollevata.
- Dal momento che le vostre posizioni sono divergenti, sarò clemente, Reali. La vostra presenza qui non è gradita né a me né ai vostri sudditi. Lasciate Attilan senza interferire nei miei piani e avrete salva la vita.
Ronan ha ragione: il popolo non li vuole. Negli ultimi mesi la fiducia nel re era notevolmente scesa, soprattutto dopo il “diabolico” inganno ordito per spostare in segreto il Grande Rifugio. E’ proprio l’amore e il rispetto per i sudditi a far prendere loro la fatale decisione.
- Va bene, Ronan.
Ce ne andremo. Abbi cura della nostra gente – afferma Medusa.
La Fantastic Force la guarda sconcertata: come possono arrendersi così? Non sanno quant’è stato difficile governare la cittadella per decenni. Il loro mandato sul trono dev’essere definitivamente scaduto, nonostante i falsi allarmi nel corso degli anni.
- Bene… siete pregati di lasciare Attilan.
Gli scagnozzi del comandante liberano gli Inumani dai ceppi.
La confidente di Medusa le corre incontro. I loro occhi si incrociano con dolore.
- No, la donna rimarrà qui! – sentenzia il comandante, sadicamente.
- Marista… - lamenta Medusa. Questa rivoluzione nella sua vita non è affatto indolore.
Capita l’antifona, l’ascia di Tara fende l’aria, creando un immenso portale che sfocia a New York.
- Addio, Inumani – grida melodrammaticamente l’ex regina.
Con amarezza, tutti tornano al…

…Four Freedoms Plaza.
Grazie ad Huntara, il gruppo stremato torna alla base, ricco di nuovi elementi.
- Eccoci qui – dice la guerriera di Altroquando.
Tutti si guardano intorno spaesati, specialmente gli Inumani, che, almeno per un po’, dovranno chiamare queste mura “casa”. L’atmosfera non è delle più allegre.
- Salve a tutti! Ma dove eravate finiti? – recita una voce femminile, nel buio, che fa sobbalzare un po’ tutti.
Nathaniel accende la luce, in modo che tutti possano vedere la ragazza seduta nel bel mezzo della stanza, e dice:
- Namorita! Benvenuta…
- Meno male che i sistemi di sicurezza mi hanno riconosciuto – spiega la ragazza - altrimenti sarei dovuta rimanere giù ad aspettarvi, sotto la pioggia. Non che sia un problema per me…
Ad uno ad uno, i membri del gruppo la salutano, presentandosi a seconda che la conoscessero già o meno. Per esempio…
- Salve, Namorita… ti ricordi di me? – chiede Lyja, stringendole la mano.
- Certo… come potrei dimenticare un’esperienza del genere? – le risponde, alludendo alla guerra con Marte – Spero tu stia bene adesso, dopo quello che hai passato… - continua, con relativa ipocrisia.
- Sì, grazie!
I convenevoli finiscono, quando Triton inizia a lamentarsi.
- Che succede?
- Deve tornare in acqua! – spiega allarmato Karnak – Il suo umidificatore è andato distrutto!
- Vieni sotto la doccia – gli si avvicina la nuova arrivata, sensibile all’affinità di una creatura marina, e lo porta con sé.
- Che ragazza in gamba – commenta Nathaniel, quando ormai Namorita è in bagno, con una particolare luce negli occhi – si è già premunita di visitare tutto il piano, evidentemente. Potrebbe rivelarsi fondamentale nell’economia del gruppo… del resto come lei, Lady Medusa, che ha fatto parte del gruppo di mio figlio.
- Perché ti interessa tanto ingaggiare vecchi alleati del Quartetto? – è la domanda cruciale di Sharon Ventura, a cui, come agli altri, sfugge il disegno del suo leader.
- E va bene, ve lo dirò. Mi è stato fatto un vaticinio da un veggente di Altroquando. “Una vecchia minaccia cosmica sta per riabbattersi sul multiverso e solo gli alleati dei Fantastici Quattro potranno sgominarla”. Non so altro, ma questo mi è bastato per mobilitarmi. Non ho risparmiato nessuna risorsa per radunare tutti i possibili candidati, anche coloro che apparentemente potrebbero non avere un ruolo decisivo nello scontro. Non mi sento di escludere nessuna possibilità.
Un senso di inquietudine pervade la stanza. Sono tutti destinati a combattere una minaccia cosmica? Di che entità potrà essere, se richiederà l’apporto della maggior parte di loro?
Per fortuna Namorita torna… con il verde inumano tra le braccia.
- Non è particolarmente onorevole essere portato a braccia da una fanciulla… - lamenta Triton, ancora gocciolante.
- Bando alle lamentele, si va ad Atlantide!
- Cosa? – dice Medusa, interdetta.
- E’ la cosa migliore, amici miei – spiega l’anfibio – Namorita mi cederà la sua dimora subacquea… quello è il mio ambiente ideale, non voglio rimanere qui, chiuso in una vasca, in attesa di ricostruire l’umidificatore.
Freccia Nera e i suoi abbassano lo sguardo, arresi.
- Se è questo che vuoi, buona fortuna – lo saluta Gorgon, dandogli una pacca.
- Tornerò il più presto possibile…
- Lo stesso vale per me… datemi venti minuti – dice, uscendo in volo dalla stanza.
- Accetterete il nostro invito a rimanere qui? – chiede Nathaniel, rivolgendosi agli Inumani.
- Volentieri… ma dove potremmo alloggiare? – risponde Medusa.
- Possiamo adibire due stanze a camere da letto per ospitare Freccia Nera, Medusa e Ahura, da un lato, e Quicksilver, Crystal e Luna dall'altro. Del resto, l’aria di questi locali è completamente depurata, non danneggerà la vostra particolare e delicata fisiologia.
- Molto gentile da parte vostra. Ma... come?
- Bastano pochi comandi per ristrutturare la planimetria di questo edificio.
- Incredibile – commenta Karnak.
Così, in pochi minuti, gli Inumani si accomodano nelle loro temporanee dimore. Sono confusi e nessuno di loro ha voglia di parlare, ma solo di riflettere. Quicksilver e Crystal, in particolare, sono imbarazzati dall’improvvisa convivenza. Ma dovranno adattarsi per il bene di Luna.

Nel mentre anche gli altri componenti del gruppo si stanno organizzando per la serata…
- Già di ritorno? – chiede Scott alla bionda atlantidea, vedendola rientrare nell’edificio.
- Sì, ho lasciato Triton nella mia vecchia dimora e ho salutato qualche vecchio amico. Niente di troppo impegnativo!
- Credo che ora sia il caso di riposare… siamo tutti stremati - consiglia Lyja.
- Allora possiamo inaugurare la nostra camerata! - commenta entusiasta Namorita, ben attenta a non rivolgersi alla Skrull.
Resta fedele alle sue parole quando, una volta nei propri letti, introduce un certo discorso.
- Posso essere indiscreta, ragazze?
- Sputa il rospo... – è la risposta affermativa di Bounty.
- Tutte voi avete avuto a che fare in maniera... intima con qualcuno dei Fantastici Quattro?
- Bé, io ho sposato Johnny Storm sotto un'altra identità, ma anche dopo che l'ha scoperto siamo rimasti insieme... bene o male. Poi quando Onslaught ha costretto il piccolo Franklin a esiliarli, ci siamo completamente persi di vista – racconta Lyja, un po’ a malincuore.
- Allora dev'essere tipico del Quartetto... anch'io avevo una storia con Ben Grimm, ma da quando Klaw mi rapì... non mi ha più cercato, abbandonandomi a me stessa – fa eco la Donna Cosa.
- Io invece avrei voluto avere una storia con Ben... ma non ne abbiamo avuto l'occasione, era un momento troppo travagliato per il gruppo, penso. O semplicemente non gli piacevo – si convince Bounty.
- Non credo, sei decisamente una bella ragazza. Per quanto mi riguarda... io e Johnny abbiamo avuto un flirt, ma per cause indipendenti da me non è sfociato in una relazione seria... – sembra quasi vantarsene Namorita.
- La Torcia e la Cosa non possono avere relazioni durature… mi sembra appurato! – conclude la mercenaria.
- Allora un brindisi virtuale alle nostre vite da single!
Nonostante quest’incitazione, accolta con ipocrito entusiasmo dalle altre ragazze (Tara esclusa, visto che non si sente affatto coinvolta nel discorso), Namorita non è affatto convinta di quel che dice. Se c’è un motivo per cui si è unita a questo gruppo, è proprio perché vuole riprovarci con Johnny Storm. Peccato che il ragazzo non si sia ancora visto…

Anche nella camera dei ragazzi si stanno creando le prime interrelazioni.
Vibraxas, Devlor, Ant-man, Gorgon e Karnak cercano di riprendere vaghi rapporti instaurati nel periodo in cui Reed Richards era stato rapito da Hyperstorm.
- Come state? – chiede Lang ai suoi colleghi feriti. In qualche modo, i Kree hanno conciato per le feste tutti loro.
- Non credo riuscirò a dormire, sono pieno di dolori… - ammette il più giovane e alternativo degli Inumani.
- Lo stesso vale per noi – dà una risposta corale N’Kano.
- Almeno proviamoci, no? – li invita Scott, spegnendo la luce.

Nathaniel Richards sta per ritirarsi, pensieroso, nella sua stanza privata, quando sente dei passi dall'ingresso, ma com'è possibile? Sono tutti a letto. Ma se non è scattato nessun allarme?! Solo Destino e Reed potrebbero evadere i sistemi di sicurezza che ha realizzato basandosi su una tecnologia del futuro.
Le sue ipotesi non sono completamente esatte. Se è vero che Destino ci sarebbe potuto riuscire... evidentemente ha potuto il ragazzo, zuppo d'acqua, claudicante, che è penetrato nella base del gruppo.
- Kristoff!

Note
Ringrazio il disponibile Carlo Monni per le idee e l’aiuto forniti per la stesura dell’episodio… e ringrazio virtualmente Carlos Pacheco per la bella storia che ci ha offerto a suo tempo, con cui mi sento ovviamente in debito…
Per l’accenno alla storia tra la Torcia Umana e Namorita, date un’occhiata a “New Warriors: War in Time” di Eriugena, che svela molti retroscena…

Capitolo terzo
NEL NOME DEL PADRE
Prima parte – Time warp
 
Four Freedoms Plaza. Tredicesimo piano.
L'erede al trono (almeno, fino a qualche tempo fa) di Victor Von Doom è appena penetrato nel quartier generale della Fantastic Force.
E sembra decisamente malconcio, soprattutto perché non ha l’armatura.
- Kristoff! Che ci fai qui? - chiede spaventato Nathaniel Richards.
- Chiedo asilo... - sospira il ragazzo, prima di perdere i sensi.
Allarmato, l'uomo corre verso il ragazzo e lo solleva da terra, prendendolo in braccio.
- Pensavo fossi morto - pensa ad alta voce - Adesso credo sia meglio spogliarti. Sei completamente fradicio e bisogna riscaldarti.
Nathaniel è seduto accanto al letto, pensieroso. Kristoff è nudo, avvolto dalle coperte. Finalmente riapre gli occhi, dopo qualche minuto.
- Cosa... dove... - cerca di capire.
- Non sforzarti, ragazzo mio.
Kristoff si volta confuso per vedere chi parla.
- Nathaniel Richards...
- Proprio io.
Il ragazzo si alza di scatto.
- Dove sono? Al Plaza?
- Sì, sei venuto a chiedere ospitalità, ma... non dovresti fare questi gesti improvvisi, potresti avere un capogiro e...
- Ti ringrazio per la premura nei miei confronti, ma non posso rimanere qui - dice velocemente, mentre fa per andarsene. Ma Richards lo afferra per le spalle e lo blocca.
- Tu non vai da nessuna parte. Hai bisogno di riposo.
- Non prendo certo ordini da te!
- Di solito i figli sono tenuti a rispettare i genitori, specie quando sono minorenni.
Kristoff lo guarda in cagnesco. In effetti, per età anagrafica è un adolescente.
- Ancora con questa storia, Richards? E' noto a tutti che sei un gran narratore... di fantascienza, oserei dire.
- Libero di non crederci, ma è vero che tua madre...
- Sì, sì, me l'hai già raccontata la storia del viaggiatore ferito... - lo interrompe bruscamente - Dov'è la mia armatura? Avete dei vestiti da prestarmi? - chiede in maniera sbrigativa.
- Avrai tutto ciò che ti occorre. Ad una condizione. Sottoponiamoci ad un test del DNA. E fughiamo ogni dubbio.
- Per dimostrarti che sono più clemente e magnanimo di mio padre, accetto, a patto che possa controllare le apparecchiature del posto. Non mi meraviglierei se alterassi i risultati.
Nathaniel sorride.

Qualche minuto dopo i due sono in laboratorio. E' bastato uno spillo per prelevare due gocce di sangue per ognuno, sufficiente per le futuristiche attrezzature del Plaza. Mentre la macchina elabora i risultati...
- Sarò felice di sbugiardarti, Nathaniel. Hai avanzato le stesse pretese di paternità su Huntara, ingiustamente. Sono venuto a sapere che è figlia di un certo... Alvarez, se non sbaglio.
- Ufficialmente, forse. Ma sua madre ha giaciuto con me, per una sola notte. E il test del DNA mi ha dato ragione.
Messo in difficoltà, Kristoff controbatte.
- Chiederò all'interessata, anche se lei non ha potuto sicuramente verificare dei sabotaggi negli strumenti.
Le ultime sillabe vengono coperte dal ronzio della macchina, che stampa i risultati. Con determinazione, Kristoff afferra il foglio e lo scorre con lo sguardo. Finché i suoi occhi si sgranano.
- Io... sono davvero il figlio di un Richards? - commenta spaurito.
Nathaniel sorride compiaciuto. N’era sicuro.
- Capisco che questa certezza possa destabilizzarti... hai la forma mentis di Victor, e Destino inorridirebbe se avesse la sicurezza matematica di aver adottato il fratellastro della sua nemesi...
- No, no... mio padre non deve saperlo...
- Sono io tuo padre! - lo redarguisce Richards.
- Sì? E dove sei stato in tutti questi anni, di grazia?
- Non negare il richiamo del sangue... sia io che Destino siamo tuoi genitori. Abbiamo anche molto in comune.
- Cosa? Forse il fatto che avete governato entrambi Latveria?
- Non essere impertinente. Abbiamo entrambi personalità molto forti, siamo ambiziosi e, purtroppo, spesso calpestiamo gli altri per i nostri interessi.
Kristoff è pensieroso.
- Non voglio rischiare che Victor lo sappia. Non voglio perdere la mia posizione...
Nathaniel aggrotta le sopracciglia, perplesso per quel commento. Aveva accantonato l'idea che si trovava di fronte ad una copia carbone del Dottor Destino, per quanto possa essere cambiato.
- Come mai sei tanto interessato a non perdere la successione?
- Il fato ha voluto che il monarca di Latveria mi rendesse il suo delfino, a suo tempo... e nonostante i recenti screzi tra di noi, in un modo o nell'altro riacquisterò quel ruolo... non perderò quest'occasione! Covo nel mio cuore i più nobili ideali di pace e prosperità per questo pianeta... mio padre non ha mai fatto nulla di davvero concreto per raggiungere i suoi obiettivi, accecato com'è dalla sua vanagloria e dalla sua ossessione per le sfide. Dov'era quando i Balcani erano in guerra, quando la Iugoslavia si disgregava al confine latveriano? Avrebbe potuto cogliere la palla al balzo e imporre il suo dominio su tutta l'area, stroncando un conflitto che attanaglia la zona da secoli. Ci sarebbe potuto riuscire.
- Sono d'accordo con te - interviene Nathaniel - ma molti personaggi di questo pianeta hanno i mezzi per migliorare il mondo e non li sfruttano. Mio figlio Reed compreso. Se adesso vuoi accomodarti nella mia camera... ti raggiungerò subito - dice allontanandosi dalla stanza. Non è in vena di tenere discorsi di fantapolitica… perché, anche se non lo dà a vedere, è confuso e ha bisogno di riflettere, da solo.
Sapeva in cuor suo che Kristoff era suo figlio. Ne ha solo avuto la conferma. Ma c'è un dubbio che lo attanaglia... la coincidenza è troppo marcata per essere casuale...
Che Destino sapesse, invece? E se avesse voluto lasciare il trono a qualcuno che conciliasse il genio dei Richards e quello dei Von Doom? Non posso credere che non possa ammettere nemmeno con se stesso il valore della mia famiglia... dovrò indagare, questo cambierebbe radicalmente il rapporto con Reed... in fondo, la sua armatura è abbastanza equipaggiata da aver potuto riconoscere all'istante la biofirma della mia famiglia nel DNA di Kristoff, la prima volta che l'ha incontrato... urge un incontro con Victor, conclude, dirigendosi verso la sua stanza. Ma tutta la situazione non può esimerlo dal riflettere incessantemente... tutti quei figli illegittimi... tutte quelle bugie, quei voltafaccia con i Fantastici Quattro... a che pro?
Si è sempre chiesto cosa lo ha spinto a vagare di tempo in tempo, e, soprattutto, a sfogare i suoi istinti sessuali con donne sprovvedute. Riesce a capire perché lo facessero loro: lui era un uomo affascinante, colto, avventuroso, con un'aura di mistero capace di far capitolare il gentil sesso, soprattutto se queste ragazze erano umili, plebee, facilmente influenzabili dalla sua statura mentale e dalla sua possanza fisica. Ma in fondo le madri di Tara e Kristoff non meritavano quel trattamento, e come loro tutte le sue altre prede; la differenza tra loro era che le due donne erano rimaste incastrate, costrette ad ingannare i propri partner per coprire il misfatto... il dramma maggiore era costituito dal fatto che non sapeva se avesse sparso figli in altri luoghi e tempi; era stato un caso se era venuto a sapere dei suoi due figli illegittimi. Tutta quella situazione non era giusta nei confronti di Evelyn, la madre di Reed; in quel modo disonorava la sua memoria. Ma era stata la sua perdita prematura a renderlo vulnerabile; il colpo di grazia glielo aveva dato Cassandra, la donna di un presente parallelo che lo aveva ingannato... e gli aveva dato un figlio, l'antenato del conquistatore Kang (o, almeno, così gli è stato riferito ad Altroquando) era stato il trauma di quell'esperienza a rendere così perverso il suo rapporto con le altre donne.
Se un preciso segnale non avesse cominciato a suonare, le angoscianti rimuginazioni di Nathaniel non avrebbero avuto fine.
Questo... sì, è il trasmettitore di Altroquando, deduce, osservandosi il polso e spingendovi un tasto, davanti alla porta della sua stanza. Un piccolo ologramma si viene a formare sul suo braccio.
- Salve, Nathaniel Richards. C'è una missione per te.
- Ti ascolto, sommo Kargul.
- L'entità che cercavamo da tempo... finalmente l'abbiamo trovata. Mando le coordinate ai sistemi della tua armatura. Mi raccomando, occupatene al più presto. Se otterrai un successo, verrai ricompensato nell'ambito della gerarchia e otterrai l’amnistia, come speravi.
- Grazie, signore. Avrai presto mie notizie - assicura, interrompendo la comunicazione transdimensionale.
Finalmente... è l'occasione che aspettavo da tanto tempo. E uno dei motivi per cui ho rifondato la Fantastic Force, pensa soddisfatto, entrando in camera.
- Tutto bene?
- Relativamente… - gli risponde passivamente il ragazzo.
- Dovresti essere a tuo agio… in fondo questa è come casa tua... l'hai ricostruito tu, questo grattacielo!
- Volevo sdebitarmi con i Fantastici Quattro per la fiducia accordatami. Per questo sono penetrato così facilmente... nonostante gli incredibili sistemi di sicurezza che ci sono. Mai visto niente del genere.
- Lo credo bene. Ma... come ti sei salvato? Dove sei stato fino a ieri?
- Avevo assorbito le energie del C'ha Dac'mor e stavo per esserne consumato. Ma gli ultimi secondi mi hanno dato un'idea: avrei fatto implodere le energie... mentre mi sarei teletrasportato all'ultimo momento, prima che mi annichilissero. Così è stato. Purtroppo ho avuto dei problemi e mi sono ritrovato in Tibet. Il tempo di arrivare qua...
- Incredibile...
- E i Fantastici Quattro? Dove sono? Volevo vederli...
- Purtroppo non sono in questo universo, attualmente. Potrai conferire con loro non appena torneranno. Resti con noi, vero?
- Sì, la notte porta consiglio... se gli altri me lo permetteranno, mi unirò alla Fantastic Force. Del resto, Latveria non è più il luogo adatto a me, per ora.
Con chissà quale trame in mente, Kristoff si gira, poggiato sul suo cuscino; Nathaniel si accorge che sta già dormendo, senza che potesse accorgersene.
Buon per lui, pensa, domani non solo dovrò avvisare gli altri che è nel gruppo, ma anche che ci aspetta una missione rischiosa.

Il mattino seguente.
La notte è stata preziosa…avevano tutti bisogno di riposare, esorcizzando i traumi del giorno prima. In particolare, i sovrani esiliati di Attilan. Hanno comunicato molto, nella notte, in maniera extraverbale, come loro solito, e la conversazione è stata catartica per entrambi. Nonostante l’accoglienza gradita di Nathaniel Richards, sperano che questa sistemazione sia solo temporanea.
E’ la stessa cosa che sperano Pietro Maximoff e la sua ex moglie.
Che ci faccio qui? Non dovrei essere altrove, a rendermi utile? Non dovrei impedire ad Alda Huxley di governare Genosha? Cosa ho a che fare con questo gruppo?
Una domanda simile se la pongono un po’ tutti… questa riunione di eroi suona artificiosa… la convivenza, poi, è del tutto innaturale, un pout-pourri di razze aliene l’una all’altra… chissà dove porterà tutto questo.
Namorita è una delle prime ad alzarsi; a svegliarla è stato il bisogno di una doccia – acqua, insomma. Anche perché ha fatto sogni poco carini riguardanti la Torcia Umana ed ha bisogno di un brusco ritorno alla realtà. Ma, prima di recarsi in bagno, è costretta a prendere un piccolo contenitore riposto sul suo comodino, ad aprirlo ed a farne uscire qualche pillola (per poi assumerle, ovviamente). Senza quei farmaci, non può rimanere stabilmente nella sua forma più umana. Prima di andarsene, si ferma sulla porta a guardare le sue nuove compagne e riflette sul fatto se sia stato saggio abbandonare in mezzo ai pasticci suo cugino Namor per unirsi a loro. Osserva Lyja dormire: non è una cattiva ragazza, in fondo, e non merita il suo rancore. Anche lei ha perso Johnny, e Namorita ha saggiato sulla sua pelle cosa vuol dire perdere un uomo come lui
. E ancora, guarda Ms. Marvel (o meglio, la Donna Cosa), decisamente la più sventurata del gruppo… ridursi allo stato mostruoso dev’essere ancora più traumatico che perdere l’uomo desiderato… cosa, peraltro, che è successo anche a lei. Un po’ invidia Huntara e Bounty: non sembrano avere i loro problemi, sono così forti e sicure di sé…
Su, Nita… va’ a farti questa benedetta doccia, si dice, scrollando la testa e chiudendosi in bagno.

Pian piano, tutti si svegliano, fanno colazione, più che altro in silenzio, ancora intorpiditi.
- Dov’è Luna? – chiede Crystal, non vedendola accanto a suo padre.
- Ahura si sta prendendo cura di lei, come ha sempre fatto ad… Attilan – ricorda Medusa in tono nostalgico.
- Regina… mi dispiace per quello che è successo, sebbene non possa negare che mi trovo molto meglio nel mondo esterno – le si rivolge il giovane Devlor, che era tornato malvolentieri nella sua patria, mesi prima.
- Speriamo di trovarci bene come ti ci trovi tu, ragazzo – chiude il discorso con tono ambiguo Gorgon.
Una manciata di secondi dopo, nella sala irrompono Nathaniel Richards e Kristoff, con sorpresa di tutti.
- Buongiorno a tutti… per chi non lo conoscesse, vi presento Kristoff Vernard, mio figlio, già erede al trono di Latveria – esordisce senza mezzi termini.
- Buongiorno a tutti – lo segue a ruota il ragazzo – salve, Lyja… Lang… Ventura… N’Kano - continua, chinando il capo impercettibilmente, evitando di salutare la sua sorellastra… non sa perché ma l’idea gli dà fastidio.
- Ciao, Kristoff, come te la passi? – chiede Ant-man con un tono che, forse, infastidisce Vernard.
- Sono reduce da un’avventura a dir poco disarmante, ma sto bene adesso, grazie.
- Rimarrai con noi? – domanda la skrull.
- Ho intenzione di unirmi alla Fantastic Force.
- Benvenuto, allora – lo accoglie Namorita.
- Bene. Adesso che i convenevoli sono stati fatti… - si intromette Nathaniel, prima che il ragazzo possa mettersi a suo agio – sono spiacente di informarmi che abbiamo già una seconda missione da espletare… anche se, in realtà, potremmo considerarla come la prima…
- Senza offesa, Richards, non siamo così formali… - si permette Vibraxas.
- Come volete. Dovete sapere che è stata individuata una nicchia… un limbo, nel tessuto della realtà, in cui giace una misteriosa entità temporale che esercita la sua influenza su tutti i continuum. Ho avuto l’incarico di annientarla, allo scopo di salvare la realtà da un futuro collasso. Spero di ottenere la vostra collaborazione.
- E’ questa la minaccia cosmica che siamo destinati a combattere? – chiede Sharon Ventura.
- Non lo so, ma è molto probabile.
- Di che si tratta? – si informa Bounty.
- Da quando Altroquando esiste, ne eravamo alla ricerca. E finalmente, dopo anni di depistaggi e miraggi… abbiamo scoperto il suo covo. Il nome in codice è Paradox. E’ un’entità… anomala, di natura entropica, generatisi spontaneamente dalle scorie di energie cronali dei continuum, in tempi cronostoricamente recenti… i viaggi temporali che la nostra specie e altre hanno compiuto hanno creato una serie di paradossi e non-sense… errori dei continuum che hanno assunto consapevolezza di sé. Ma non è questo che preoccupa… ma il suo effetto sulle linee temporali.
- Non tenerci sulle spine… - lo incalza Kristoff, curioso riguardo il potere che sembra avere il nemico.
-
Fin quando Paradox esisterà, non solo i paradossi temporali non finiranno, ma si moltiplicheranno esponenzialmente e, prima o poi, il multiverso cederà, vittima delle sue contraddizioni. Se lo sconfiggeremo, invece, argineremo il problema.
- Dovremo venire tutti?
- Più siamo, meglio è, Karnak. Anche chi, apparentemente, è impotente contro un essere cosmico.
- Rimarrò con i ragazzi comunque – lo contraddice Medusa - dubito di poter essere utile con i miei capelli ancora inerti.
- Come le ho detto, l’effetto passerà in poche ore, milady. Ma nessuno la costringe. Qualcun altro rimane nella base?
Gli altri si guardano curiosi, ma nessuno risponde alla domanda.
- Bene. Seguitemi.
La Fantastic Force obbedisce, per essere condotta in un piccolo hangar che nessuno ha ancora visitato.
- Che gioiello – commenta Ant-man, vedendo qualcosa di molto simile ad un’astronave in miniatura.
- Mi fa piacere che ne apprezza la fattura, Lang… la Fantastic Ship è capace di infrangere le barriere dimensionali oscillando.
Fantastic Ship?!, pensa perplesso Quicksilver… e non è il solo.
- Non può portarci Huntara con la sua ascia?
- Domanda pertinente, Lyja… in realtà è più sicuro così, non sappiamo ancora com’è la dimensione che stiamo per andare a visitare… è improbabile ci sia aria respirabile. All’interno del velivolo saremo tranquilli.
In fila indiana, i tredici eroi entrano nella fantomatica Fantastic Ship e si accomodano.
- Non è un’astronave come la concepite di solito, vi avviso – dice Richards, sedendosi di fronte agli strumenti di bordo. Ant-man continua a studiare lo scafo… ma non è il solo. Anche Kristoff studia…
- Sei un tipo molto discreto o sbaglio, Huntara? – attacca bottone Nita, sedendosi accanto a lei.
- Mi è più facile combattere contro Kang che socializzare – ammette, senza tradire alcuna emozione dal suo volto.
Inaspettatamente, la Ship prende a vibrare, la realtà fuori dal suo vetro scompare, lasciando il posto a un caleidoscopio di colori. Quando tutto finisce, fuori c’è il vuoto. Tutto completamente bianco.
E la Fantastic Force ha solo una gran confusione mentale.
- Dove siamo finiti?
- Nella dimensione di Paradox, Devlor – gli risponde Richards.
A confermare le sue parole…
*Questa è una violazione da parte di esseri infimi* li accoglie l’entità.
Istintivamente, i membri della Fantastic Force si coprono le orecchie con le mani. Ma si rendono conto che la voce che li assorda è direttamente nelle loro teste. Il nulla dimensionale assume improvvisamente consistenza, forma e colore, non rispettando necessariamente i comuni canoni terrestri. Infatti, i più colti del gruppo hanno notato l’inquietante somiglianza tra il paesaggio circostante e i surreali dipinti di Escher e Dalì. Un labirintico groviglio di scale senza capo né coda, di orologi deformati e fluttuanti…
- Mi gira la testa… - confessa qualcuno, mentre l’entità decide di assumere un aspetto antropomorfo, apparendo dinanzi ai loro occhi.
Di alieno ha il colore della pelle, verde acqua, intonato al suo mantello drappeggiato, più scuro, che lo avvolge, fermandosi ad uno stemma dorato incastonato sul suo petto. Sul resto del corpo nudo, qualcosa di simile a tatuaggi raffiguranti orologi.
Nel frattempo, Nathaniel dà l’esempio, aprendo i portelli dello scafo (dopo aver controllato le condizioni della dimensione) e inoltrandosi audacemente in quel labirinto. Timidamente, gli eroi reclutati lo seguono, finché la Fantastic Force si pone di fronte a Paradox con (falsa?) altezzosità.
- Sono sceso al vostro livello – dichiara con un tono disumano – in modo da poter arrivare a un compromesso. Perché volete rinunciare alle vostre effimere esistenze mortali, nel vano tentativo di annichilirmi?
Sa già cosa abbiamo intenzione di fare, si rende conto Bounty, e non è l’unica.
- Non mettiamo in pericolo il multiverso solo per salvaguardare la nostra salute… - replica eroicamente Lyja.
- Sappiamo quali rischi comporta la tua sola esistenza… e sarebbe sbagliato non intervenire – sentenzia Huntara, forte della rigida educazione alla salvaguardia del tempo che ha ricevuto da Kargul.
- Sciocchi insetti – è l’unico acido commento di Paradox.
- Credo ci sia una sola cosa da fare!
Per sfogare la rabbia accumulata nel corso dei mesi, Sharon non ragiona e attacca l’entità senza pensare che essa è fatta di pura energia e che, con tutta probabilità, la forza bruta sarà inefficace. Infatti, assesta solo il primo destro (quasi per concessione dell’entità), per poi essere ignominiosamente messa ko in maniera molto originale. Il suo tempo soggettivo si blocca e, già pietrosa per conto suo, Ms. Marvel si congela in una posa statuaria.
- Cosa le hai fatto?!
- Ho solo rallentato il suo tempo all’infinito…
E nessuno, adesso, ha il coraggio di prendere parte a un corpo a corpo: sentono che è inutile.
Invece, con singolare empatia, Vibraxas e Gorgon si rendono conto di poter attaccare a distanza Paradox. Con pochi secondi di scarto, entrambi battono un piede su quel pavimento fittizio. Colpito dalle onde sussultorie dei due eroi, l’incarnazione del caos temporale sembra destabilizzarsi, come un televisore collegato ad un’antenna spezzata.
- Wow – sussurra Lyja.
- Forse con la giusta lunghezza d’onda…- inizia a rimuginare Nathaniel Richards, a bassa voce, grazie alla sua mentalità scientifica. Sta analizzando la situazione con tutte le apparecchiature disponibili. E i suoi colleghi gli si avvicinano prontamente per leggere i responsi degli strumenti.
- Se l’energia cinetica viene completamente riassorbita, e invece le onde sussultorie creano questo effetto… - inizia Scott Lang, subito coperto dalla voce Kristoff:
- …se Paradox ha questo diagramma energetico… un’onda ad altissima frequenza dovrebbe renderlo incoerente! - ha un lampo di genio e guarda verso uno degli Inumani che può fare al caso loro.
- Folli – li liquida Paradox, ricompostosi – cercate di uccidere un miraggio!
- Non ne sarei così sicuro, verdone! – gli rinfaccia con insolita audacia Scott Lang.
Quicksilver e Crystal si fanno avanti. Forse i loro poteri potranno fare la differenza e daranno il tempo agli scienziati di organizzare l’attacco definitivo.
Pietro si lancia a tutta velocità contro Paradox, cogliendolo di sorpresa; e il duello si fa interessante, perché entrambi mettono in gioco le loro facoltà di alterazione sul tempo (anche il mutante ne ha, anche se in scala minore e soprattutto soggettiva).
La Fantastic Force osserva ammirata l’audacia di Maximoff, purtroppo non ripagata da un successo: in fondo, è un semplice mutante contro qualcosa di molto simile ad un’entità cosmica.
Intanto il leader ha preso da parte Freccia Nera e gli sta bisbigliando:
- Deve gridargli contro… solo mettendo in gioco una tale energia potremo destabilizzarlo seriamente…
Il monarca annuisce e si fa largo tra gli eroi.
- Tutti a bordo! – grida Nathaniel Richards.
Lyja allunga un tentacolo, avvolgendo l’immobile Ms. Marvel e portandola con sé. Pur se ignari di ciò che sta succedendo, gli eroi non se lo fanno ripetere due volte, tranne Gorgon e Karnak, fedeli a Freccia Nera, che vengono praticamente trascinati da Nathaniel al suono di “Poi capirete!”.
Al sicuro sulla Ship, Richards innalza il più potente scudo che la nave possa erigere e si allontana.
E poi… dopo tanto tempo… Freccia Nera si sfoga in piena libertà. Sebbene le sue corde vocali siano parzialmente atrofizzate (viste le occasioni più uniche che rare che ha avuto di usarle nella sua vita), il suo grido è abbastanza acuto da scatenare energie equiparabili a quelle di dozzine di bombe nucleari, che investono in pieno Paradox. Ma non è l’energia in ballo a rendere vincitori gli eroi, ma la minima lunghezza d’onda, come Nathaniel aveva saggiamente previsto. Infatti, sotto gli occhi di tutti avviene la disgregazione di Paradox, a tutti i livelli.
Esplode, scatenando un’onda d’urto a malapena contenuta dagli schermi protettivi del veicolo della Fantastic Force. Infatti, per qualche secondo, la loro percezione del tempo cambia, alternando attimi di accelerazione e rallentamento, in un’immagine surreale. La stessa realtà sembra infrangersi.
Dopo pochi secondi (sembrati un’eternità, sembrati un nanosecondo), i membri del gruppo cercano di riprendersi, pur afflitti da una completa confusione psicofisica, visto e considerato che il loro velivolo è tornato a fluttuare nel vuoto dimensionale, che per pochi minuti era stato colmato dalla surreale ma concreta creazione di Paradox.
- State bene?
- Diciamo di sì…
- Cosa---!? - grida Sharon, risvegliatasi dal suo stato.
- Freccia Nera! – urla Crystal, vedendo suo cognato fluttuante nel vuoto, con il costume a brandelli.
Prontamente Nathaniel punta dritto verso l’inumano, che viene recuperato e portato nel reparto medico del velivolo.
- Non illudiamoci che sia finita. L’entità si riformerà presto… ma abbiamo scongiurato la catastrofe multiversale almeno per qualche millennio. Dopodiché, saranno altri ad occuparsene.
- L’importante è evitare nuovamente un’esperienza del genere… -dice Namorita, massaggiandosi il capo.
Proprio mentre stanno tutti per tornare a casa…
- Oh, no… - li fa allarmare Richards - gli strumenti… rilevano un picco d’energia! Che si stia riformando?
- E mi pareva strano… - ironizza Vibraxas.
Fuori dalla Fantastic Ship, ciò che prima è una macchia indistinta, lontana chilometri, si fa in pochi secondi più grande e definita, finché non si ferma a pochi metri da loro.
Una maschera gialla. Una fluente chioma castana. Un drappeggiato mantello blu.
E' sufficiente per riconoscere il peggiore degli incubi.
- Oh, no... Hyperstorm! - sono le allarmanti parole di Nathaniel Richards.


Note
Un argomento scottante: i figli di Nathaniel Richards. Io ho pensato che non fosse inverosimile che sia Huntara che Kristoff fossero figli suoi, nonostante le smentite. Riguardo Paradox… diciamo che i viaggi temporali e le conseguenti anomalie possono spiegare gli errori di continuity, anche se non è l’unica teoria da tenere in considerazione, ovvio. Per maledizioni, ingiurie e lodi, sapete dove trovare la mia mail…

 

Capitolo quarto
NEL NOME DEL PADRE
Seconda parte – The perfect Storm
 

In un limbo atemporale, a bordo di un veicolo interdimensionale, i quindici eroi della Fantastic Force osservano, chi stupito, chi spaventato, un misterioso uomo che levita di fronte a loro, nel vuoto più assoluto. Il suo volto esprime prima confusione, poi risoluzione.
- Hyperstorm chi? – fa eco Quicksilver al capogruppo, senza avere risposta. Infatti, Nathaniel Richards si è subito lanciato sulla plancia, pigiando freneticamente dei bottoni, non appena ha riconosciuto l’essere al di fuori del vetro. Pochi secondi dopo, l’intera nave oscilla, varcando le barriere dimensionali.
Pur scossi dall’inaspettato viaggio, la Fantastic Force si ritrova al…

Four Freedoms Plaza. Tredicesimo piano.
I portelli della Fantastic Ship si aprono per permettere ai suoi passeggeri di scendere nell’hangar del loro quartier generale. Ma nessuno ne approfitta, almeno nei primi minuti.
- Richards, si può sapere cosa succede?
- Già, chi è Hyperstorm?
Solo Lyja, Ant-man e Kristoff condividono l’espressione preoccupata di Nathaniel, il quale sentenzia:
- E’ l’essere umano più potente del multiverso! Ed è… spietato!
- E’ sempre così esagerato, signor Richards? – sdrammatizza Vibraxas.
- C’è poco da scherzare, giovanotto…
- Lei è un uomo così sicuro di sé, così carismatico… ed è terrorizzato a quel modo da quest’uomo! Ci dev’essere qualcosa di grosso in ballo! – sottolinea la Donna Cosa, ormai allarmata.
- Infatti. Hyperstorm… si chiama Jonathan Richards ed è un mio ideale pronipote… di un’altra linea temporale, dominata dalle Sentinelle, in cui mio nipote Franklin e una Summers stavano insieme e hanno dato vita ad un essere onnipotente!
- E perché è tanto pericoloso? – chiede Quicksilver.
- Ha visto il suo mondo crollare, a causa del regime delle Sentinelle… i suoi genitori uccisi da esse… ha giurato a se stesso di impedire che uno scenario simile si riproponesse in qualunque luogo e tempo… e non ha scrupoli ad usare ogni mezzo!
- In che senso? – continua Crystal.
- Impone il suo regime totalitario nelle epoche che conquista, per compensare con ordine e rigore il caos che regnava nel suo tempo… è un despota invincibile! Ah, se solo Franklin avesse ancora i suoi poteri! Ma nemmeno lui potrebbe molto… dobbiamo contattare Galactus… o i Celestiali! – continua a parlare a ruota libera Nathaniel, scendendo a passo sostenuto dalla nave e dirigendosi verso le stanze principali del piano. Mi hanno riempito di domande, facendomi perdere tempo! Reed è riuscito a sconfiggerlo con l’astuzia, l’altra volta… ma non è in questo piano dimensionale, maledizione! Dovrò arrangiarmi da me… del resto, se c’è una cosa che condividiamo è l’intelligenza!
Il leader è seguito a ruota dagli altri membri del gruppo. Freccia Nera, ancora scosso dallo scontro con Paradox, si appoggia a Gorgon e Karnak per scendere a terra.
- Andiamo dalla regina – decide l’inumano dai letali zoccoli.
Un minuto dopo, i tre sono al cospetto di Medusa , Ahura e Luna.
- Cosa è successo!? – chiede la donna, vedendo il suo consorte in pessime condizioni.
- Ha sconfitto l’entità per cui eravamo partiti… ha solo bisogno di riposo.
- Speriamo, Karnak… fallo distendere…
- La Fantastic Force è nella sala riunioni… sembra ci sia una grossa minaccia all’orizzonte.
- Noi non facciamo parte del gruppo, Gorgon. Siamo semplici ospiti… e guarda invece come si è ridotto mio marito!
- Dobbiamo pur ricambiare l’ospitalità…

Convinta da quelle parole, Medusa lascia da soli suo marito, suo figlio e sua nipote, e si fa spiegare la situazione dagli altri due membri della famiglia reale, nel mentre raggiungono gli altri. Uno sguardo d’insieme le dà una sensazione di inquietudine: sono tutti appartati, taciturni, con le braccia conserte o intenti a mangiarsi le unghie dal nervosismo. Ci sarebbe un silenzio tombale, se Nathaniel Richards non stesse armeggiando rumorosamente con alcuni terminali.
- Tutto bene? – rompe il silenzio Crystal, non appena vede sua sorella.
- I miei capelli non sono più paralizzati, l’effetto della neurotossina è svanito del tutto.
- Bene – si intromette Nathaniel Richards, pur preso a smanettare con un computer - ma con tutto il rispetto, Lady Medusa, Hyperstorm dei suoi capelli se ne fa un baffo.
La regina lo guarda quasi indignata.
- E lo stesso vale per tutti i nostri poteri messi insieme, ovviamente – corregge il tiro il capo del team.
- Cosa ha intenzione di fare contro…
- Sto cercando di usare le attrezzature a nostra disposizione per contattare qualche entità, ma è difficile destare l’attenzione di…
Un crepitio nell’aria lo interrompe, attirando l’attenzione di tutti.
Hyperstorm è comparso, nel bel mezzo della stanza!
- Salve a tutti! – esclama ad alta voce, sospeso in aria, circondato da un’ipnotica aura energetica.
Qualcuno cerca di indietreggiare, qualcun altro di avvicinarsi per attaccare; ma nessuno ci riesce, sono tutti paralizzati.
- Cosa cazzo…? – impreca Devlor, ormai contaminato dal linguaggio umano.
- Che succede? – si chiede Kristoff, spaventato dall’idea dell’impotenza.
- Vi ho semplicemente immobilizzati, ma potete comunque parlare. Conosco voi eroi: seguite l’istinto e preferite una bella scazzottata ad un sano dialogo.
- Balle – ribatte Scott Lang.
- Sarà, ma sono questioni veniali. Passiamo a qualcosa di più serio: so perfettamente che i criminali che si confessano agli eroi suonano ridicoli; ma io non mi considero affatto un criminale e, soprattutto, sono così magnanimo da conoscere la curiosità che arde in te, Nathaniel, e da volerla soddisfare. Ebbene, tuo figlio Reed era riuscito a rendermi schiavo di Galactus. Una sentenza del Tribunale Vivente, poco dopo, mi aveva separato dal Divoratore di Mondi per salvaguardare l’ordine cosmico e mi aveva confinato in quel limbo, alla mercé di colui che chiamate semplicisticamente Paradox, che aveva il potere di congelarmi nel tempo. E ha continuato a farlo, nonostante recentemente le sentenze del Tribunale siano state annullate[10], naturalmente nell’interesse di attingere energia infinita da me. Fortunatamente, siete capitati dalle nostre parti e siete riusciti a destabilizzare quel tanto Paradox da permettermi di annichilirlo senza che neanche ve ne accorgeste.
- Vuoi dire che…
- Certo. Pensavate davvero di poter sconfiggere con le vostre forze un’entità cronale?  E poi… così velocemente? Folli. Senza il mio intervento, adesso sareste carne congelata in un attimo di eternità.
- Bene, mio fantomatico pronipote … perché non ci hai ancora distrutti?
- Perché dovrei? Non siete in grado di fermarmi e, soprattutto, siete miei futuri sudditi. Non sono un assassino a sangue freddo.
- Futuri sudditi? – ripete ironica Lyja.
- Perché, ti sembra strano, donna? Mi ci vorrà relativamente poco per conquistare questa linea temporale. Ma non sono certo un avventato. Conosco bene i tentativi falliti di miei –ahem- illustri colleghi come Kang di prendere possesso del ventesimo e del ventunesimo secolo, e per questo vi lascerò come ciliegina sulla torta. Adesso devo solo tornare nei miei vecchi regni, sicuramente caduti nella più totale anarchia durante la mia assenza, a riscattare i miei troni. Dopodiché, verrò di nuovo a farvi visita… e sarà il mio avvento definitivo in quest’epoca.
- Ci hai definiti folli. Ecco il toro che dà del cornuto all’asino! – lo canzona Pietro Maximoff.
- Pensate pure che sia folle. La storia insegna che i veri geni sono stati rivalutati solo dalle generazioni successive, essendo troppo avanti rispetto ai loro contemporanei  E come darvi torto? Io vengo da un’era futura alla vostra!
- Ora basta, Hyperstorm! Lasciaci liberi di muoverci, se davvero non ci temi! – gli urla contro Huntara, giunta al limite di sopportazione. Quell’essere ha creato una tale serie di linee temporali alternative e di paradossi da non poter fare a meno di suscitare l’odio della guerriera.
 - Avete ragione e vi comprendo… un sovrano dev’essere clemente con i propri sudditi e accattivarsi la loro simpatia… per questo vi lascerò dei regali, prima di congedarmi.
Ma è Destino o Hyperstorm !? E’ lo stesso tiranno che sterminava i suoi stessi pianeti per metterli in riga? Le esperienze con Galactus e Paradox devono averlo cambiato, riflette Nathaniel.
Tutti i membri del gruppo, finalmente non più paralizzati, si mettono in atteggiamento di difesa, temendo qualche scherzo del tiranno temporale. All’improvviso, Namorita sente un formicolio piacevole su tutto il suo corpo. Ma questo non le impedisce di spaventarsi.
- Ehi, cosa mi stai facendo?
- Ti sto guarendo, ragazza… non sarai più schiava delle tue medicine.
- Cosa?
- Vi ho promesso dei doni, no? Mantengo sempre le mie promesse…
Detto questo, approfittando dello stupore, si volta verso la Donna Cosa e, alzando impercettibilmente la mano in sua direzione, la fa regredire alla sua forma umana.
- Bentornata, Ms. Marvel… ti ho reso la tua dignità umana, senza per questo privarti del tuo potere.
Sharon, sconvolta, continua ad accarezzarsi, a tastarsi, per rendersi conto che l’incubo è davvero finito.
- Non è finita qui – avverte Hyperstorm, guardando Freccia Nera. L’ex re degli Inumani si sente di colpo debole.
- Freccia! Cosa gli hai fatto?! – urla contrariata Medusa.
- Mi ha tolto il potere. O comunque mi sta ridando la parola.
A queste parole, l’intera sala ripiomba nel silenzio assoluto. E’ stata una voce inedita, a recitare quelle cinque parole. Medusa porta una mano alla bocca quando realizza quel che è successo. Tutti gli occhi sono puntati su…
- Freccia Nera! Ti ha… - non riesce a parlare Karnak.
- Sì… Hyperstorm ha disattivato il mio potere… e adesso posso parlare – rivela, con strana consapevolezza.
Il tono dell’inumano è molto grave, forse perché da sempre condannato al mutismo.
- Non era forse un tuo desiderio inconscio, mio umile collega regale?
Il monarca inumano non gli risponde, senza per questo irritare Hyperstorm, che continua imperterrito nella sua opera di corruzione.
Il casco cibernetico scompare dalla testa di Scott Lang, con sua meraviglia; come se non bastasse, anch’egli avverte una strana sensazione per tutto il corpo.
- Mio inutile eroe, finalmente hai un potere utile. Penso che la tua scarsa autostima ne risentirà positivamente.
Ant-man non se la prende nemmeno per le parole di scherno… Hyperstorm, come con tutti, gli ha dato la consapevolezza del suo nuovo stato… ha la facoltà di comandare mentalmente gli insetti… e può cambiare le dimensioni di persone e cose con un semplice pensiero!
Quando, curiosi, i suoi colleghi stanno per domandargli cosa gli sia successo…
- E per finire… un regalo per il mio carissimo bisnonno.
- Per me? Ma io non sono tuo bisnonno – gli ricorda Nathaniel.
- Dici? In ogni caso tu e il mio bisnonno, per forza di cose, siete… uguali, no?
Neanche ha finito di parlare che Hyperstorm è entrato in azione. Anche Richards sente un formicolio pervadergli tutto il corpo… in particolare la zona dell’occhio destro, occupata da un visore bionico. Ma non riesce a capire cosa gli stia succedendo, può solo vedere le facce attonite degli eroi del suo gruppo.
- Cosa… cosa mi ha fatto? – chiede impaurito, toccandosi il punto che gli duole di più… e capisce che ha recuperato il suo occhio naturale.
- L’occhio… e poi… sei ringiovanito… guardati…
Nathaniel corre allo specchio più vicino e trasecola: la sua pelle è di nuovo liscia, i suoi capelli… di nuovo castani. E, facendoci caso, si sente in forze come non mai.
- Non sei forse contento? Da decenni hai la possibilità di fare la spola tra le linee temporali… ma hai sempre sofferto l’impotenza di combattere lo scorrere del tempo sul tuo corpo.
Neanche stavolta il tiranno riceve risposta, e anche stavolta tocca a lui rompere il silenzio di stupore che aleggia nell’aria.
- Come minimo, Fantastic Force, dovrete essermi riconoscenti… e allearvi alla mia causa.
- Oh, certo… ma sbaglio o siamo stati a noi a liberarti? – ribatte altezzosamente Kristoff, che nel frattempo sta cercando di analizzare il nemico tramite gli strumenti della sua armatura.
- Vero, riconosco che avete la vostra parte di responsabilità. Altrimenti non sarei stato così esageratamente generoso con voi.
Che vanaglorioso, peggio del bisnonno, pensa Namorita.
- Al mio ritorno – riprende Hyperstorm - chiariremo i termini del nostro accordo, che, ovviamente, implicherà la persuasione, da parte vostra, dei vostri sedicenti colleghi del pianeta. Naturalmente potrei assentarmi, riconquistare i miei domini e tornare qui tra un secondo… ma vi concederò tre ore di tempo per decidere. Tanto so che, nel caso voleste organizzare una controffensiva, non avrete la minima possibilità di vittoria. A dopo.
Così come era apparso, Hyperstorm scompare.
E nessuno ha il coraggio di muovere un dito, storditi come sono dal quel mare di novità e sconvolgimenti.
- Ho abbastanza stima di voi – esordisce Nathaniel – da credere che nessuno di voi sia stato abbindolato dal suo sfoggio di potere!
- Mi dispiace deluderla – gli ribatte subito Ms. Marvel – ma non posso rimanere indifferente a quello che mi ha fatto! Ha idea di quanto abbia sofferto, rinchiusa in… questa… - smette di parlare, solo per trasformarsi nella Donna Cosa - … forma? – conclude, con voce ben più profonda e roca, dimostrando di poter passare a piacimento dalla sua forma umana a quella bestiale, e viceversa.
- Ms. Ventura, non penso lei faccia testo, visto che è arrivata a rivolgersi al Dottor Destino per…
- Come si permette?! Lei non ha la minima idea di quello che ho passato e…
- Non fate il suo gioco! La scorsa volta sanò un imbarazzante sfregio sul volto della Cosa per il solo gusto di dare sfoggio della sua… onnipotenza, e per far sentire i Fantastici Quattro in debito con lui!
- Basta! – urla Lyja, mettendo fine alla discussione – Se iniziamo a discutere non concludiamo più niente!
- Hai ragione – le dà man forte Bounty, finora rimasta in disparte – E’ chiaro che questo tizio ha delle manie patologiche che potrebbero rivelarsi pericolose, visto quello che ci ha dimostrato di poter fare! E abbiamo solo tre ore per fermarlo… se ci sono riusciti i Fantastici Quattro una volta, possiamo farcela anche noi!
Tutti la guardano stupiti: non pensavano fosse capace di pronunciare un discorso tanto lungo, e soprattutto così saggio e assennato.
- Giusto, Bounty – si riallaccia Nathaniel – ed è per questo che voglio provare a contattare Uatu e…
- No, è inutile – lo tronca audacemente Kristoff - l’unico modo per fermarlo è colpirlo alla fonte.
- Cioè?
- Privarlo dei suoi poteri.
- E come?
- Datemi sessanta secondi e…
- Si potrebbe attaccarlo con qualcosa di simile a… come si chiamava, l’Omnivirus! – lo anticipa l’eroe del Wakanda - Devlor, ricordi quando ne abbiamo avuto a che fare?
- Sì, una roba terribile… penso che in qualche magazzino del palazzo ce ne sia un campione!
- E cosa proporreste? Hyperstorm se ne sbarazzerebbe in un secondo – liquida l’idea Kristoff, indignato dall’arroganza inconsistente dei due ragazzi.
- Non se fosse alterato in modo da attaccare il suo DNA mutante! – interviene Scott Lang, pur a digiuno di biologia da anni.
- Manca qualche componente… - riflette Kristoff, quasi convertito all’idea.
Riluttante, Nathaniel capisce cosa fare. Spinge un tasto dell’armatura sul braccio sinistro e, direttamente dal subspazio, nelle sue mani compare un contenitore cilindrico.
- Cos’è?
- Qualcosa che potrebbe esserci utile, Lyja. Un campione di… nebbie terrigene.
Gli Inumani sobbalzano, sentendo quelle parole.
- Come fa a…? – chiede con difficoltà Freccia Nera, scandalizzato da quel sacrilegio.
- Ne parleremo dopo… sempre se ci sarà, un dopo. L’affinità tra le condizioni mutante e inumana è innegabile. Combinando le facoltà mutagene delle nebbie e i devastanti effetti dell’omnivirus sull’organismo umano, si potrebbe sintetizzare un retrovirus genetico che blocchi i poteri di chi ne entra in contatto epitelico.
- In parole povere? – chiede delucidazioni Quicksilver.
- Dovremmo sottoporre Hyperstorm a un composto gassoso che lo renda impotente. E poi farlo prigioniero – spiega Kristoff, che sta già elaborando il metodo più veloce per giungere al risultato.
- Kristoff, Devlor! Seguitemi nel laboratorio – li esorta Nathaniel Richards, e i quattro si assentano per lavorare.
- Perché mi ha convocato, signor Richards? Non vedo come…
- Cerca il campione di omnivirus che dovrebbe stare nella base. Reed di solito è molto ordinato, non dovresti perdere molto tempo.
- Va bene…
- Ma non finisce qui, ragazzo. Sei disposto a rischiare per salvarci tutti… e, allo stesso tempo, soddisfare la tua più grande aspirazione?

Nell’altra stanza, i membri del gruppo si sentono liberi di parlare e sfogare i propri timori.
- Pensi ce la faranno? – chiede Vibraxas a Lyja.
- Certo mi sentirei più sicura con i Fantastici Quattro, ma non è giusto sottovalutare…
- Ah, odio stare con le mani in mano! – si lamenta Namorita, dirigendosi nella camera delle ragazze, seguita a sua insaputa da Bounty, dello stesso avviso.
Devo essere impazzita ad unirmi a questo gruppo solo per la speranza di riprovarci con Johnny, pensa, mentre fa le valigie , forse è stata una forma di fortuita preveggenza, chissà; sono contenta di aver fatto questa esperienza, non solo sono guarita dalla mia malattia, ma ho anche capito che devo guardare avanti, nella mia vita sentimentale. Non è nella mia indole fossilizzarmi su certe questioni… se questa storia finisce bene, me ne vado… e nel frattempo, inganno il tempo.

- Che tipa bizzarra quella Nita, eh?
- Già, Lyja… e anche molto attraente… - si lascia scappare N’Kano.
Intanto, Sharon Ventura e Scott Lang stanno ancora cercando di rendersi conto dei cambiamenti apportati da Hyperstorm.
- Come ti senti? – chiede Ant-Man.
- Sollevata… è… bello sentirsi di nuovo a proprio agio.
- Lo credo bene… dev’essere esaltante guardarsi allo specchio e vedere di nuovo una bella ragazza…
Sharon sorride, lusingata, ma non osa rispondergli, è ancora sotto shock.
- E tu? Ti senti… potente?
- Molto gasato, sì! Pur essendo un ingegnere elettronico… il mondo degli insetti mi ha sempre affascinato! E finalmente… adesso sento di poterlo comprendere appieno!
- Io mi riferivo più che altro al fatto di poter alterare così facilmente le dimensioni… ti rendi conto delle potenzialità!? Penso che Hyperstorm abbia fatto il passo più lungo della gamba…
- Tu… credi che possa tornare utile?
- Tu cosa ne pensi?
Per tutta risposta, Scott balbetta un “Scusami un attimo” e corre da Nathaniel Richards a comunicargli l’idea scaturita nella sua mente un nanosecondo prima.

Nel laboratorio…
- Va bene, signor Richards… sono pronto.
- Entra pure nella camera stagna, Devlor.
- Nathaniel!
- Non ora, Lang, è un momento delicato…
- Cosa state facendo?
- Sottoponiamo il ragazzo ad una nuova versione della nebbia anti-terrigena di Reed, che funzioni sia su inumani che su mutanti– lo informa saccente Kristoff.
- Perché?
- Per vedere se questo gli farà perdere le sue facoltà inumane, no?
Il ragazzo chiude gli occhi, prima di essere completamente ricoperto dal fumo. Passa qualche secondo, poi i bocchettoni della camera riassorbono le nebbie. Apparentemente, tutto normale.
- Kristoff, cosa dicono gli strumenti?
- Come prevedevo… Devlor è completamente umano, adesso.
- Wow.
- Poche modifiche, grazie all’omnivirus, e Hyperstorm perderà tutti i poteri!
- A questo proposito, Nathaniel…
- Sì?
- … pensavo che potremmo cogliere di sorpresa Hyperstorm se, prima di sottoporlo al retrovirus, usassi i miei nuovi poteri per renderlo alto… che ne so, una spanna!
- Brillante idea, Lang. Adesso seguimi, insieme a Devlor… comunichiamo i primi risultati al gruppo.

- Novità? – chiede Quicksilver, non appena vede arrivare i tre.
- Sì. Abbiamo manipolato efficacemente le nebbie terrigene… sono in grado di annullare i poteri di mutanti e inumani.
Un “oh” si leva dal gruppo. E’ un traguardo eccezionale, raggiunto in pochissimo tempo! E inoltre… nella mente di Pietro Maximoff si affollano tutte le possibili implicazioni di un’invenzione del genere sulla comunità mutante… nel bene e nel male. Di solito i Richards sono restii a divulgare le proprie scoperte, si ricorda, frenando le sue speculazioni.
- E adesso il nostro amico Devlor, che si è coraggiosamente sottoposto al test… è completamente umano.
- Incredibile – commenta Gorgon.
- Non avevo mai creduto a quella leggenda… - sussurra Medusa.
- Quale leggenda? – chiede Crystal, nello stupore.
- Un nostro suddito, con poteri di precognizione, aveva diffuso la voce della nascita di un Eletto, nella nostra comunità… e molti, inspiegabilmente, indicavamo Devlor destinato a ricoprire quel ruolo.
- E’ vero! Me ne hai parlato, quando facevamo parte della prima formazione… - dice Vibraxas al suo amico.
- E adesso ho capito perché. Devlor… è il primo Inumano ad essere diventato umano… e per ora è l’unico.
- Wow – dice il ragazzo.
- Adesso indossate questi sulle tempie e nascondeteli con i capelli – ordina Nathaniel, porgendo al gruppo degli apparecchietti piccoli quanto una gomma.
- Che sono? – chiede Bounty.
- Potentissimi scudi psichici. Non solo nasconderebbero i vostri pensieri anche a Charles Xavier – ma non tutti colgono questa allusione – ma non fanno capire ai telepati che esiste il blocco.
- Ma… è fisicamente impossibile! – si meraviglia Ant-Man.
- Credi? Peccato che questa tecnologia verrà brevettata solo tra due secoli. Adesso scusatemi, ma devo tornare a lavorare alla nostra unica speranza – si congeda Nathaniel.


L’ora successiva passa, in una frenetica attesa per il ritorno di Hyperstorm.
- Speriamo che il retrovirus funzioni – si augura il padre di Huntara e Kristoff, portando con sé una grossa fiala con l’arma biologica.
- Funzionerà sicuramente – lo zittisce suo figlio, sicuro delle proprie capacità.
- Lang, mi raccomando, dev’essere scaltro nel metter in atto il suo contributo alla causa. Quando tornerà, io cercherò di distrarlo… immagino capirete quando sarà il momento di attaccare.
Tutti sentono l’opprimente responsabilità dell’imminente scontro, che potrebbe cambiare le sorti del pianeta.
E tutti sobbalzano, quando sentono il crepitio energetico che li ha colti di sorpresa tre ore prima.
- Salve, baldi eroi. Cosa avete deciso? – salta i convenevoli Hyperstorm.
- Niente di definitivo – ostenta coraggio Nathaniel - Quello che hai detto prima è giusto. Noi eroi dovremmo sempre chiedere ai nostri avversari cosa li spinge a fare quel che fanno. Quindi… perché non ci racconti il tuo passato? Perché sei diventato quel che sei? Le informazioni che abbiamo su di te sono molto sommarie… e prima di allearci vorremmo capire fino in fondo il tuo progetto.
- Va bene. Se quello che ascolterete vi aiuterà a convincervi della mia causa (e, di conseguenza, persuaderà il resto della comunità supereroica del pianeta) ben venga questa domanda. Come saprete, i miei genitori erano i mutanti più potenti del mondo. Eppure non riuscirono a far niente per impedire lo sterminio mutante da parte delle Sentinelle. Ne avevano il potere… ma non lo usarono con efficacia e responsabilità. E’ questo che Reed Richards ha insegnato a suo figlio, in tutte le linee temporali che ho visitato! Ha sempre spinto mio padre a contenere, limitare il suo potere… il potere di cambiare il mondo, di rendere la Terra un paradiso, buttato alle ortiche! Io invece so sfruttare la mia onnipotenza adeguatamente. Vi rendete conto delle enormi colpe di Reed Richards!?
- E’ per questo che lo rapisti? Per farlo soffrire?
- Anche. Ma volevo subliminalmente convincerlo ad aiutare suo figlio Franklin a usare correttamente i suoi poteri. Ma si rivelò inutile, visto che allora mio… padre… era già stato allenato da te.
- Cosa c’entrava Destino nei tuoi piani? Perché lo rapisti? – chiede Kristoff, curioso.
- Destino? Sarebbe stato inverosimile inscenare la morte di Reed senza simulare anche la sua. E, lo ammetto, volevo carpirgli tutti i segreti di strategia che la sua mente custodisce. Inoltre, è divertente vedere il grande Dottor Destino piegato, alla mercé di qualcun altro… vero, Kristoff?
Il ragazzo gli risponde con uno sguardo enigmatico.
- In realtà, avevo bisogno delle sue conoscenze per rinforzare i miei domini – riprende Hyperstorm.
- Perché pensi che la tua autorità sia indispensabile ai popoli? – gli chiede Crystal.
- Mi chiedi perché?! Sono stato io a dover distruggere tutte le Sentinelle e a riportare la pace nel mio mondo… un obiettivo che non si poteva raggiungere che con un regime totalitario. Una volta capito questo, ho concluso che solo con la forza si previene il caos. E’ qui, nel vostro presente, che il mio tempo ha più possibilità di concretizzarsi.
- Sbagli, molti futuri oscuri che pendevano su di noi sono stati sventati
– lo informa Nathaniel, aggiornato su questioni di questo stampo.
- Non è detta l’ultima parola. Le variabili sono infinite, in questo campo. E adesso… comunicatevi la vostra decisione, cosicché io possa regolarmi di conseguenza.
Tutti capiscono che quello è il momento propizio per attaccare.
Ant-Man, sudato per la tensione, alza platealmente la mano in direzione dell’avversario e si concentra. (Ha provato ad esercitarsi nelle ore precedenti a usare il suo nuovo potere, con successo). In pochi secondi, Hyperstorm perde gran parte della sua altezza, riducendosi ad un ridicolo burattino.
- Stolti! – grida, ma la sua voce è poco udibile, soprattutto perché, velocemente, Kristoff gli lancia contro la fiala del retrovirus, che lo colpisce con violenza e, infrangendosi, lo ricopre letteralmente di una fitta e intensa nebbiolina.
Sono momenti di intensa trepidazione.
Quando, però, Hyperstorm riacquista volume, la Fantastic Force perde le speranze, nonostante il tiranno stia boccheggiando e sembra stia usando a fatica il suo potere.
- No… - dice Nathaniel Richards.
Ma, pochi secondi dopo, Hyperstorm sussurra:
- Bastardi…
… per poi svenire.
Nessuno alza un dito. E’ un bluff?
- La mia armatura non lo riconosce come un mutante! – urla Kristoff, vinto dall’entusiasmo.
La battaglia è, incredibilmente, vinta.
- Sì! – urla Devlor, saltando di gioia. E’ un giovane esuberante, dopotutto. Namorita e Vibraxas seguono il suo esempio, battendo “cinque” con le loro mani.
- Huntara, ti occupi tu di portare Hyperstorm nelle carceri di Altroquando?
- Con molto piacere, padre.
Dimostrando notevole forza, la guerriera afferra il nemico per il collo e lo solleva, per poi trascinarlo con sé nel varco aperto dalla sua ascia.
- Tutto è bene quel che finisce bene… - commenta Ant-man - … abbiamo fatto ciò che dovevamo.
- Già… adesso, chi vuole, è libero di andare, no? – chiede sapientemente Namorita.
- Perché, vuoi andartene? – capisce Lyja, non si deduce se sollevata o meno.
- In verità sì. La mia presenza qui è del tutto ininfluente.
- Non è vero, tu… - cerca di consolarla Ant-man, invano. La ragazza non gli dispiace affatto…
- Chiacchiere. Questo piano pullula di valenti eroi… mentre fuori c’è un mondo che mi aspetta.
- Che farai, tornerai da Namor o andrai ad Atlantide? – chiede Freccia Nera, spaventando gli altri. Si devono ancora abituare a sentirlo parlare.
- Andrò prima ad Atlantide a sistemare un paio di faccende, poi tornerò sulla terraferma!
- Allora riferisci a Triton che lo vogliamo con noi, non ha senso che stia solo ad Atlantide – gli chiede Gorgon.
- Non mancherò…
- Anch’io vi lascio… - si fa avanti Bounty - sebbene non possa tornare sul mio pianeta, essendo stata condannata a morte in contumacia… riprenderò la mia carriera di mercenaria in giro per la galassia.
- Perché?
- Sharon, anch’io mi… sento inutile, nell’economia del gruppo. In fondo, la missione per cui siamo stati riuniti è conclusa, no? La tua coscienza è pulita, Nathaniel. Hai fatto quello che diceva la profezia, hai messo in campo tutte le possibilità, anche quelle potenzialmente inutili… e hai avuto successo.
- Vorrei tanto esserne sicuro, Bounty. La minaccia cosmica che dovevamo affrontare potrebbe anche non essere Hyperstorm. La profezia che mi è stata fatta è così facilmente applicabile a svariati contesti!
- Siamo tutti convinti che dovevamo sconfiggere lui. E, per ora, ci siete riusciti.
Le parole finali sono indicative delle ponderazioni che ha dovuto fare la mercenaria nelle ultime ore.
- Se è questo che vuoi… arrivederci anche a te, Bounty.
- Salutate anche me – si leva l’ennesima voce dal coro.
- Questa defezione era quasi scontata, Devlor – sottolinea N’Kano.
- Già… adesso sono umano, non ho poteri che possano esservi utili e… finalmente posso vivere normalmente, come ho sempre sognato!
- Potresti affittare un appartamento in questo palazzo, per tenerci in contatto – osa dire Vibraxas, rompendo un po’ di quella scorza che lo ha sempre ricoperto.
- Magari, se i Fantastici Quattro mi facessero un prezzo di favore!
- A questo proposito, in attesa di stabilire un piano per attaccare Ronan, noi vorremo stabilirci qui… ma non nel quartier generale del gruppo, saremmo d’intralcio – afferma con ipocrisia Medusa -  Ci sono altri interi piani liberi nel palazzo?
- Certo, è in piedi da poco e ci vorrà tempo prima che venga tutto occupato. Se volete ricreare la vostra piccola Attilan… fate pure, Reed non avrebbe problemi a concedermi un piano in usufrutto.
- Grazie, signor Richards… ma prima di trasferirci, vorremmo chiederle un ultimo favore, anche per riscattarsi del furto delle nebbie terrigene o chissà cos’altro… - gli manda una frecciatina la regina.
- Di che si tratta? – chiede quasi spazientito Nathaniel.
- Si tratta di Maximus – sentenzia Freccia Nera.

Intanto, Lyja, Ms. Marvel, Vibraxas e Kristoff stanno discutendo del futuro del gruppo.
- Io non me ne vado, confesso di non avere una gran vita al di fuori di qui – rivela Lyja.
- Io non posso tornare a Latveria per certi attriti con Victor von Doom… e poi sono stato io a riportare qui il Plaza, è un mio diritto soggiornarvi – spiega in tono perentorio Kristoff.
- Io avrei una mezza intenzione di tornare nel mio continente, dove c’è davvero bisogno di me…
- Anch’io, in realtà – si sovrappone Sharon.
- … ma penso mi prenderò qualche giorno di riflessione.
- Sì, forse è meglio così… anche se, ripensando alle situazioni che ho visto, prenderei il primo aereo…
Uno strano ronzio li coglie di sorpresa. Voltandosi verso la fonte del rumore, i quattro indietreggiano. Come ha fatto quella creatura a superare i sistemi d’allarme?, si chiede qualcuno.
- Swarm! – sibila uno sciame antropomorfo di api, che incede inquietantemente verso di loro.


Nella prossima raccolta:
Godetevi “Tangent Universe”, quando gli Inumani vogliono ritrovare Maximus prima che faccia danni nella Zona Negativa… e la Fantastic Force scoprirà novità inattese sull’universo di antimateria! E non finisce qui…

 



[1] Probabilmente si riferisce a “Fantastici Quattro”#6/9.

[2] In “Fantastici Quattro”#5.

[3] Ossia, nel crossover “La Guerra dei Mondi”. Ma è una storia mai narrata..

[4] Ossia, i Difensori!

[5] v. "Fantastici Quattro" 151, Marvel Italia.

[6] v. "Fantastici Quattro" 130, Marvel Italia

[7] per dettagli, leggete "New Warriors"#2 e "Difensori"#15-16.

[8] tutto è successo nella saga "L'Ascesa di Atlantide", su "Fantastici Quattro" 142/144, Marvel Italia.

[9] tutto è successo nella saga "L'Ascesa di Atlantide", su "Fantastici Quattro" 142/144, Marvel Italia.

[10] v. Quasar 12