presenta:
L'UOMO RAGNO
LIKE A VIRGIN
di Mickey


Casa di Gwendolyne Stacy.
Peter Parker ha da poco sedato una rivolta, in carcere, nei panni dell'Uomo Ragno. In tutta fretta si è recato a casa della sua fidanzata, con cui ha un appuntamento importante.
- Peter! Sapevo che non avresti tardato – gli apre la porta la bionda, con un sorriso radioso stampato sulla faccia - ma... perché hai l'aria così sbattuta?
- Sono solo deluso, tesoro... volevo portarti nel più bel posto della città stasera... offrirti la Luna, ma... - cerca di giustificarsi il ragazzo, accennando implicitamente alla sua scarsa disponibilità finanziaria.
- Peter Parker... sei un idiota - lo interrompe la ragazza.
- Che intendi dire?
- Io non avevo nessuna intenzione di uscire! Ho passato tutto il pomeriggio a preparare una cena per noi due... rimarremo qui. Questa volta ti avrò tutto per me!
Parker, sarai anche sempre stato un perdente, ma sembra che finalmente hai fatto qualcosa di giusto... se ho interpretato bene il tono e la parole di Gwen... no, non posso pensarci, riflette interrompendosi per l'emozione.
- Dai, accomodati - lo invita Gwen, nella cucina, scostando la sedia dal tavolo.
- Molto gentile, signorina - la canzona Peter, prendendo posto, poggiando la sua giacca blu sulla sedia - Sicura di non volere una mano?
- No, grazie... stasera dirigo io - gli dice, facendolo sciogliere con uno sguardo.
- Cos'è quel libro? - le chiede Peter, per cambiare argomento, riferendosi ad un grosso libro cartonato accanto ai fornelli.
- Oh, quello... è un manuale di ricette italiane... non ti ho detto che la cena di stasera è solo a base di cucina italiana?
- No, ma questo rende tutto più succulento...
Passa qualche secondo prima che Gwen serva un piatto in tavola.
- Ecco a te, Peter... pasta alla kroo-da-yoh-lah!
- Gwen... non posso credere che tu abbia fatto questo manicaretto!
- Mi sottovaluti, caro?! E non giudicare prima di aver assaggiato... – lo mette in guardia, sedendosi – se sono freddi dimmelo che te lo riscaldo…
- No, sono perfetti così – la rassicura Peter, dopo il primo boccone.
I due sono uno di fronte all'altro, gustando boccone dopo boccone, guardandosi negli occhi.
- Sono buonissimi, Gwen... devo dare la ricetta a mia zia. Credo che ti chiederò di sposarmi, per questo!
- Come sei materialista, Parker...
- Lo sai che avrei altri mille motivi per desiderare di sposarti.
- Grazie - replica la ragazza, arrossendo.
L'atmosfera è decisamente strana, stasera...  non facciamo altro che stuzzicarci, quando parliamo... se parliamo! Con la scusa che a bocca piena non si mangia… pensa Peter pulendosi con un tovagliolo, mentre intanto, Gwen si è alzata per sparecchiare la tavola.
- Lasciati aiutare…
- Non se ne parla… - continua a sorridergli la ragazza, che si appresta a servire la seconda portata.
Entrambi sono l'uno di spalle all'altro. Peter sorseggia un bicchiere di Coca-Cola (come mai non c'è alcol a tavola?, si chiede inquietantemente), Gwen sta preparando qualcosa. Improvvisamente, fissando il piatto e facendosi forza, la bionda parla.
- Peter... posso essere indiscreta con te?
Il ragazzo, senza ingoiare, mugugna qualcosa, in segno di affermazione.
- E' un po' che stiamo insieme, ma... non abbiamo mai parlato di certi argomenti... non seriamente almeno.
Il senso di ragno comincia quasi a pizzicare. Ma Gwen continua, naturalmente ignara.
- Tu sei vergine?
Peter si porta la mano alla bocca, per il timore di sputare. A fatica, deglutisce e dice balbettando:
- >cough< Io? Be’... sì, sono vergine... cioè... non ho mai fatto nulla di più di quello che abbiamo fatto finora noi... - rivela, avvampando. Come sempre, è più facile affrontare Octopus che parlare di argomenti imbarazzanti…vorrebbe parlarle delle limonate avute con Betty Brant o ricordarle delle pomiciate tra di loro… ma si ferma e scaccia quei pensieri eccitanti.
Come se non avessero detto niente, Gwen serve un piatto di insalata, con mozzarella, pomodori e varie verdure.
- Spero ti piaccia quest'insalata italiana.
- Molto invitante, grazie...
Perché ha cambiato argomento? Lei non è vergine?. Peter è in stato confusionale.
- Comunque vale lo stesso per me - riprende lei, sedendosi, come se gli avesse letto nel pensiero - cioè... concettualmente sono vergine. Tecnicamente... meno.
Peter la guarda perplesso, mentre inforca una fetta di mozzarella.
- In che senso?
- Mi imbarazza dirlo.... vedi, una volta ballavo.
- Davvero? In effetti si vede che, almeno prima del college, facevi qualche attività fisica, ma... che c'entra?
- Sai... dicono che possa succedere... mi stavo allenando a fare la... spaccata quando... mi si è rotto l'imene.
Peter rischia di soffocare, a causa dello stupore e delle risate. E stavolta il senso di ragno lo aveva pur avvertito in maniera più incisiva…
- Sapevo che avresti reagito così – abbassa la testa Gwen, coprendosi la faccia.
- No, scusa - si giustifica il ragazzo, ricomponendosi - è che sinceramente non me lo immaginavo…
- Ti capisco. Comunque rimasi così... scioccata, per così dire, che smisi di ballare. In fondo, poi, non ero tanto brava.
- Mi dispiace... - ma Peter ricomincia a ridere. E’ più forte di lui.
- Si può sapere cos'hai da... – inizia ad indispettirsi la ragazza.
- No, è che... mi sembra incredibile... non avrei mai immaginato di avere questo in comune con te...
- Come in comune?
- Vedi... anch'io ho perso la verginità fisica. Tanto per citarti... dicono che possa succedere.
- Ma come? Non capisco...
- Masturbandomi - le spiega deciso.
Entrambi scoppiano a ridere, sfogando in questo modo tutta la tensione e l'imbarazzo di certi discorsi. Gwen arriva persino alle lacrime.
- E io... che pensavo di dovermi vergognare! - riesce a dire, tra una risata e l'altra, asciugandosi gli occhi.
Certo non posso ancora dirle che successe qualche giorno dopo che divenni l'Uomo Ragno, quando non riuscivo ancora a calibrare la mia forza sovraumana, pensa Peter con rammarico, ma adesso... tutti questi discorsi mi danno la conferma di ciò che pensavo. Devo premunirmi.
- Non ce la faccio più - confessa Peter - e comunque... anche l'insalata è stata squisita.
- Grazie!
- Ti dispiace se vado un attimo in bagno?

Se vuole fare ciò che penso, rimarrebbe un po' interdetta da questo.
E' davanti allo specchio del bagno, la porta chiusa a chiave, e si sbottona la camicia, portando alla luce il suo costume da Uomo Ragno. Pochi secondi e rimane in mutande.
Avvolge la calzamaglia in un sacco di tela, si affaccia guardingo alla finestra - sicuro che il senso di ragno lo avviserà di sguardi indiscreti - e con tutta la forza delle sue braccia scaglia il fagotto sul tetto del palazzo di fronte. Lo andrà a recuperare più tardi.
Scusami se uso i tuoi asciugamani, si scusa ufficiosamente Peter, dopo essersi sciacquato dal sudore della lotta in carcere.
- Peter, tutto bene? - chiede Gwen fuori dalla porta. Il ragazzo risponde aprendola. Apparentemente nulla è cambiato, ma Spidey si sente decisamente più a suo agio.
- Non preoccuparti, non c'era niente di lassativo nei tuoi manicaretti.
- Meno male... dai, che siamo arrivati alla frutta.
Quindi se la cena è finita... cavolo, non ho mai visto Gwen così disinibita… che le starà passando per la testa? Anche un angelo come lei ha certi pensieri, devo dedurre… rimugina Peter.
La consumazione della frutta passa tranquilla, i due piccioncini chiacchierano del più e del meno, evitando accuratamente argomenti scabrosi.
Poco dopo, la coppia è al lavello, intenta a pulire le stoviglie (nonostante la riottosità di Gwen ad accettare un aiuto dal suo ospite). Quando l'ultimo piatto viene riposto nel suo armadietto, Peter decide di tastare il terreno, per confermare le sue ipotesi.
E' dietro la bionda e le cinge la vita con le mani. Le bacia il collo, sussurrando:
- Ti amo, Gwen.
- Anch'io ti amo, Peter - risponde, voltando il capo per baciarlo.
Per rendere l'idillio meno scomodo, Gwen si gira completamente, appoggiandosi al lavello e abbraccia Peter, che, nel frattempo, ha fatto scendere le sue mani fino ai fianchi. Continuano a baciarsi con molta passione, senza pensare a nulla, lasciandosi trasportare solo dalla fisicità. Dicono che cenare con una donna sia afrodisiaco, mangiare è un atto sensuale, è uno dei pensieri che vaga nel subconscio del Ragno.
Dopo un minuto, Peter stacca le sue labbra e, persa ogni inibizione, parla.
- Gwen... cos'hai intenzione di fare stasera?
- Quello che va di fare a te… sei mio ospite, no? – rimane molto sul vago la bionda.
- Non mi dai altra scelta, lo sai?
Come sono cambiato da qualche anno fa…
Il respiro dei due è già affannato. Peter la afferra per le cosce e la solleva, trasportandola fino alla camera da letto, non preoccupandosi che lei possa avere sospetti sulla sua inaspettata forza. Non lo ferma neanche la sua espressione stupita. Non mi sarei mai aspettato da lui tanta iniziativa, si stupisce Gwen, già in stato confusionale. Non è abituata a situazioni del genere.
Con la delicatezza di un cavaliere d'altri tempi, l’Uomo Ragno la distende sul suo letto ad una piazza e mezzo, per poi ricoprirla con il suo stesso corpo. I loro sguardi persi si incrociano per qualche secondo, prima che ricomincino a baciarsi.
Pur attraverso i vestiti, il nostro eroe fa scivolare la propria mano sui seni della sua fidanzata, mentre lei gli accarezza con decisione la schiena. Le mani di lei si spostano sul petto di lui, iniziando a sbottonargli la camicia, senza staccare le labbra. Sciolti i primi bottoni, Peter è costretto ad alzarsi, rimanendo in ginocchio, e a finire il lavoro, sfilandosi poi la camicia.
Come fa ad avere questo corpo? riesce ancora a pensare Gwen, nonostante l'eccitazione e nonostante l’abbia già visto seminudo… poi solleva il busto e anche lei si disfa del suo pullover verde, mostrando a Peter le sue grazie, delicatamente raccolte in un reggiseno nero. Dopodiché si stende nuovamente e si inarca, per invitare il Ragno a sfilarle la gonna, consiglio che Peter prontamente segue, prima di rituffarsi su di lei e mangiarla di baci, partendo dal collo per poi scendere...
Con suo grande piacere, Peter scopre che il reggiseno ha l'apertura sul davanti e non perde tempo. I prosperi seni vibrano, finalmente liberi di respirare. I capezzoli, già rigidi, di Gwen vengono immediatamente assaggiati dalla bocca vorace di Peter, i cui capelli vengono accarezzati dalla bionda.
Prima che il ragazzo possa scendere ulteriormente nella sua esplorazione, Gwen gli solleva la testa.
- Che fai? – le chiede il ragazzo, guardandola negli occhi ardente di desiderio. Per tutta risposta, Gwen si alza e si inginocchia, afferra Peter per un braccio e lo incita a fare lo stesso.
Ormai sono entrambi inginocchiati, l’uno di fronte all’altra. Lo abbraccia, prende a baciarlo dolcemente sul collo, per poi abbassarsi sempre più, disegnando i suoi pettorali e i suoi addominali con la lingua… non è più in sé, pensa Peter in visibilio… finché Gwen non si piega completamente in avanti, portando le mani al cavallo dei pantaloni del suo ragazzo, sbottonandoglieli in maniera indecisa.
Dimmi che vuole farmi quel che penso, si augura Peter. Nel corso dei mesi si sono scambiati molte effusioni… ma la ragazza non aveva mai espresso l’intenzione di fare una fellatio. Ma non devo illudermi…si convince, nonostante la ragazza abbia ben stretto in pugno il suo pene.
La conferma arriva quando le labbra di lei si staccano pericolosamente vicino al suo glande.
- Aspetta! – quasi urla Peter, esagitato - Sei sicura di volerlo fare? Non devi se non vuoi…
- Ti amo, Peter... e voglio dimostrartelo… non mi spaventa niente… e così mi tolgo il pensiero.
E le labbra di Gwen si chiudono dolcemente sul fallo eretto di Peter.
- Oh… ah… - sono alcuni dei versi che emette il ragazzo nei successivi minuti. Aiuto, pensa finanche. E’ una sensazione inedita per lui… e inaspettatamente travolgente, anche se poteva aspettarsi vagamente qualcosa del genere dai resoconti degli altri. Quel tepore e quella morbida, umida carne che lo avvolgono, l’idea dei suoi liquidi precopulativi mischiati alla di lei saliva… sta per venire, lo sente. Non sa neanche quanto tempo sia passato dall’inizio.
- Fermati – bisbiglia – sto per…
- Mm – mugugna lei, in segno di negazione. Peter capisce e spalanca gli occhi, sconvolto, per poi guardare dall’alto la sua ragazza che inghiotte il suo liquido seminale. Gli sembra di essere sospeso nel tempo.
Con i battiti a mille, qualche secondo dopo…
- Perché… l’hai fatto…
- E’ solo l’inizio, Peter – lo stuzzica la ragazza, passandosi una mano sulla bocca – sempre se non ti fa schifo baciarmi adesso…
Giusto, pensa inorridito il ragazzo, ma non vuole deludere la sua ragazza… e comunque è sempre lei, dannazione. E si scambiano l’ennesimo bacio infuocato.

Venti secondi dopo, Gwen si distende sul letto, con le gambe semi aperte. Allora non è davvero finita…
Il ragazzo capisce l’antifona e sfila gli slip della sua ragazza e ne contempla il pube, come colto da un'apparizione mistica. Un infantile bacio affonda nel cuore della tenebra. E la ragazza sembra goderne parecchio, soprattutto quando l'infantile bacio si evolve in un articolato e tutt'altro che casto vorticare della lingua di Peter.
Gwen non ha atteggiamenti da film porno. Non grida, non urla e cerca di non invocare Dio. Ma la si sente sospirare affannosamente, farfugliando qualcosa di poco comprensibile. In quei momenti tutto ciò che vorrebbe è arrivare al culmine del piacere… ma un barlume di lucidità le suggerisce che sarebbe controproducente per l’intero rapporto, così si stacca violentemente dalle labbra di Peter, deludendolo in parte.
- Hai lo strano vizio di interrompermi – sorride maliziosamente il ragazzo.
- E’ per avere un piacere maggiore – gli spiega, mentre allunga il braccio verso il comodino accanto al letto. Lì, apre un cassetto e ne tira fuori un preservativo ancora incartato.
- Dimmi se te la senti, dopo quello che ho fatto – gli chiede, seria.
- Io… sì, sono pronto – le risponde baciandola.
Gwen scarta il profilattico e si prende la briga di farlo indossare a Peter, preparandolo maggiormente a quello che lo attende.
Concluso il rituale, i due si guardano negli occhi. Peter prende l’iniziativa, avanzando sulle proprie ginocchia e afferrando Gwen dalle cosce, sollevandola e spingendola contro lo schienale del letto. Gwen si avvinghia a lui, baciandolo sulla guancia.
E poi, la penetrazione.


Sono stati entrambi fortunati… pur essendo la loro prima volta, non sono ostacolati da alcun dolore, ogni sensazione è di puro piacere… tant’è che il Ragno deve trattenersi. Se lasciasse libero sfogo alle sue emozioni, rischierebbe di rompere qualche osso della sua ragazza, a causa della sua forza spropositata. Per questo si appoggia al muro e cerca di scaricare tutto lì, aderendovi con violenza mentre bacia Gwen. Sente le mani di lei percorrere la sua schiena, facendogli venire i brividi.
Se fosse un amante esperto, avvertirebbe le prime contrazioni intime della sua partner e si regolerebbe di conseguenza. Ma Gwen riesce a prevedere quando verrà… e grazie al cunnilinguo di qualche minuto prima, è pronta ad avere l’orgasmo… tanto quanto Peter.
- Sto venendo – lo informa, all’orecchio.
- Anch’io – gli fa eco lui.
In questo modo, entrambi modulano i movimenti dei propri bacini per adattarsi alle esigenze dell’altro… in una sintonia perfetta, armonica, Peter Parker e Gwen Stacy raggiungono un orgasmo simultaneo.
A questo punto, il Ragno non è più pienamente conscio di se stesso e cede alla tentazione di abbracciare la sua ragazza, che contraccambia più calorosamente che può. Ognuno reclina la testa in avanti, premendola contro la spalla dell’altro.

Passano quasi un minuto, così avvinghiati e compenetrati. Solo quando il sesso di Peter inizia a sgonfiarsi in maniera pericolosa – il profilattico rischia di rimanere nella vagina di Gwen – la coppia ha il coraggio di staccarsi e di adagiarsi sul letto.
Distesi l'uno accanto all'altro, stanchi, rinnovati nello spirito.
- Io… - rompe il ghiaccio Spidey – non avrei mai creduto possibile una cosa del genere…
- Pensavo succedesse solo nei film.
- Gwen, sii sincera... te ne sei pentita? Non mi sei mai sembrato il tipo da…
- Non sono mai stata frigida come gli altri potrebbero pensare, Peter… ho anch’io i miei istinti, anche se sono abbastanza educata da saperli contenere e sfogare al momento giusto. Penso solo che, forse, avremmo dovuto farlo prima - confessa Gwen, dandogli un bacio - perché mi sono sempre... preservata per l'uomo della mia vita. Ci ho riflettuto, mentre ero dai miei zii. E avrei dovuto capire prima che sei tu, quell'uomo.
Peter la fissa, emozionato per quelle parole.
- Sai, nessuno credeva che una ragazza corteggiata come me fosse ancora vergine, eppure...
- Di me non se n'è mai stupito nessuno.
- Scemo! - lo canzona, colpendolo con un cuscino.
- Hai voglia di rifarlo? – le suggerisce il Ragno.
Gwen Stacy apre il cassetto del suo comodino.
E’ bello essere Peter Parker.

Note
Questa storia è in continuity (finché non entra in conflitto con storie non ancora scritte, ovviamente). La prima scena si ricalca sull'ultima tavola di Amazing Spider-man(vol.I)#99, (pubblicato in Italia su "L'Uomo Ragno!#100 della Corno e su "L'Uomo Ragno Classic"#29), quindi si svolge tra quell'episodio e i successivi.