di Nick Thompson - #3

 

 

TEAM-UP

 

IL LUOGO: una stanza spoglia e anonima da qualche parte negli U.S.A.

IL TEMPO: inizio del ventunesimo secolo

I PERSONAGGI: un uomo ed una ragazza

 

“…E, se me lo puoi ripetere un’altra volta, io- (inquisitorio, scettico, calmo però)

“Farebbero tre, con questa…” (scocciata, nervosa, si strappa le “peline” dal medio)

“Non è che non ti creda! E’…”(coda di paglia? Si preoccupa, il nostro…)

“E’ che PROPRIO non mi crede, uh?”(sarcastica, finge distensione,lo fa male)

“Vorrei, vorrei,…ecco vorrei capire bene! Non è facile accett-(ancora interrotto!)

“Merda, merda! Ancora? Da capo? Uh? OK!”(padronanza della lingua, very Oxford)

“ Grazie, ma è anche nel TUO interesse, vediamo, hai detto che sei una mutante?”(Oppalà!)

“NOOOO, no , NO! Mi prendi per deficiente? Pensi che io prenda lei per deficiente?”(dal lei al tu, spinta dal vento dell’incazzatura)

“Non mi permetterei mai”(c’era, il sarcasmo?)

“Che fai, sfotti? Brutto Stronzo…”(una ragazza alla mano, sta allo scherzo…)

“Ti prego di calmarti! Sono qui più per un favore che per altro”(mette le carte in tavola?)

“Oh, ok, cioè scusa, io, eehm,…”(chissà chi comanda, qui?)

“Non c’è problema, adesso riprendiamo.”(gli passa presto…)

“Non te ne, cioè non se ne va, allora, vero?”(povera piccola, hai paura del buio?)

“No, non me ne vado. Allora, hai detto che sei…”(paziente anche se no)

“Sono una, una…”(scena da alcolisti anonimi)

“Dai, coraggio…una…”(dai, che ce la fai!)

“Una Ammazzavampiri!”(no, non del buio)

Gli occhi del  Dottor Leonard Samson si incupirono di tristezza e disappunto nel notare che la paziente B.S.(nome completo omesso perché minorenne, secondo le norme sulla privacy) non faceva alcun progresso nel superare la sua singolare patologia. Una patologia fatta di impossibili vampiri in assolate cittadine californiane, cadaveri che scompaiono molto comodamente, senza indagini della locale polizia e fidanzati non morti “buoni” che quando diventano ex passano inevitabilmente dalla parte dei “cattivi”.  Guardò con ancora più tristezza, quando gli infermieri la misero sotto sedativi con l’inganno, inganno di cui si sentiva complice.

“Bastardo! bastardi tutti! E’ tutto un complotto di qualche demone!”

E guardando Samson in faccia, poco prima di svenire:

“Perché devono esistere Golia verdi e Mutanti e Psicologi verdi mutanti e non ciò di cui parlo io? Perché? Perché a me non credet-

Inserviente “Che spreco! Così giovane! Beh, noi portiamo la bella addormentata nella sua stanza, lei che fa, va a casa, Dottore?”

Samson non fece più di un cenno di assenso, stava terminando di scrivere il quadro psichiatrico della paziente, e nonostante gli sembrasse di essere un generale che firmasse la condanna alla fucilazione per un disertore diciottenne, la sua mente cercava anche di ricordare cosa ci sarebbe stato, quella sera, in televisione.