Gli schiavisti

parte due di cinque


di

Giuseppe Felici rossointoccabile


Maturità significa accettare la lotta

Edgar Pangborn, pianeti allo specchio



Si sveglia alla fine del viaggio. Le grosse stive sono piene di bozzoli crionici, perfetti per evitare ribellioni durante la traversata. I coperchi si stanno aprendo, con sbuffi di vapore dovuti alla differenza termica.

Non che fuori sia molto più caldo.

Accanto al bozzolo c'è una tuta spaziale. Usurata, da lavoro. Fuori dalla grande vetrata che attraversa l'intera stiva passeggeri lo spazio.

*Mi sa che non sentiremo più il caldo per molto tempo.*


La flotta d'incursione è cospicua. Quasi 50 navi, ben armate e fortemente equipaggiate. Pensata, costruita ed adattata per incursioni veloci, mordi e fuggi nei centri abitati di media entità per rapire gente. Razziare. Non distruggere, oltre il necessario, per lo meno. La violenza insensata non è mai un obiettivo, se non nella narrativa di propaganda.

Alcuni portano la distruzione perché terribilmente pazzi. Il danno reale è relativamente limitato, ma fa scalpore, ci sconcerta e ci rende insicuri. Non sappiamo come interpretare le sue azioni.

Altri devastano perché così gli è stato ordinato. Ne ricordo uno che uccise oltre centomila persone in un paese che si era già arreso. Un suo compagno fece la stessa cosa appena due giorni dopo.

Era un avvertimento per il nemico della guerra successiva.

Un semplice esecutore. La banalità del male è la assoluta incapacità di pensiero indipendente.

Altri ancora lo fanno perché ne traggono un profitto immediato.

Questo è il caso. Questa è una flotta di incursione di una compagnia di schiavisti.

Il suo obiettivo, già praticato su centinaia di altri mondi, è quello di atterrare, armi alla mano, rapire qualche migliaio di individui e rivenderli nei mercati sparsi per il cosmo.

Come già detto, questo sistema è ben collaudato. Ha già funzionato più e più volte.

Proprio per questo, quando le navi stanno entrando nell'atmosfera, in traiettoria utile per atterrare accanto ad uno dei villaggi più piccoli dell'unica zona abitata del pianeta, i razziatori sono già ragionevolmente sicuri della loro azione.

Un mondo di recente colonizzazione, senza difese satellitari, costituito per lo più di piccoli centri relativamente distanziati e con la carcassa dell'unica nave ormai sostanzialmente smontata.

Questo mondo di chiama Korbini, il secondo del suo nome.

Il suo livello tecnologico è tale che un loro cyborg è riuscito a sconfiggere il dio del tuono di un oscuro e ormai semi abbandonato culto terrestre, noto in gran parte del gruppo locale per la sua intraprendenza. Il suo nome è Thor (il nome dello sconfitto, intendo).

Quando il sistema difensivo della piccola comunità entra in funzione 10 navi svaniscono in una nuvola di fiamme (svaniscono per modo di dire. Quando un velivolo esplode, per quanto violenta sia l'esplosione, resta sempre una carcassa sostanzialmente integra). Le altre, più o meno danneggiate invertono la rotta e fuggono, inseguite da un intenso sbarramento di fuoco.


L'uomoii cammina nel vicolo. Il quartiere è malfamato e lui è elegantemente vestito e molto debole, almeno a giudicare dal fisico esile.iii

Sarebbe un ottimo bersaglio per eventuali borseggiatori.

Ma i piccoli criminali, costretti al furto più dalla fame e dalla disperazione che da qualche fantasiosa specifica tendenza, non sono quasi più presenti in zona. Li ha assunti e destinati ad altre, più redditizie, mansioni.

In ogni caso, difficilmente potrebbero avvicinarglisi oltrepassando i suoi accompagnatori.

Il primo è un colosso dalla pelle scabrosa di color giallo arancioiv. Incute timore, soprattutto in questo completo da gorilla dei film. Timore più che motivato, malgrado il suo animo sostanzialmente gentile.

L'altro è, se possibile, ancora più inquietante.

Esemplari di questa specie sono sparsi qua e la per il multiverso. Essi incutono timore sia a chi li conosce che a chi non li conosce.

Caratteristica principale è quella di attaccare tutto ciò che si muove, ogni organismo, vivente o non vivente.

La lunga testa nerastra e liscia è apparentemente priva di occhi.

Ogni articolazione termina in una lama chitinosa, come chitinoso è l'esoscheletro che ne ricopre il corpo.

Mani e piedi terminano in affilatissimi artigli e la lunga coda sembra ricoperta di lame in grado di affettare un uomo.

Il tutto stride con la divisa da lavorov che copre il suo corpo.

Quando Arton, xartanvi esule e componente l'equipaggio della Yamato ha assunto quella forma i suoi due compagni hanno protestato. Stava effettivamente esagerando.

La creatura, probabilmente un'arma bioingegneristica progettata chissà quanti millenni fa in chissà quale universo. È poco conosciuta in questo, ma coloro che possono dire di esserle sopravvissuti noterebbero immediatamente l'incongruenza.

Come lo xartan ha fatto notare, coloro che possono sopravvivere ad una creatura del genere hanno di meglio da fare che aggirarsi nei bassifondi di un mondo di merda come quello.

I tre vanno ad un appuntamento.

Un grosso commerciante consegnerà loro una partita in territorio neutrale.

Carne. Viva. Intelligente. Schiavi.

L'universo che alcuni si ostinano a definire civile ne è affamato.

Più versatili della quasi totalità degli androidi. Richiedono meno manutenzione. Sono meno avvezzi a ribellarsi e più facile da controllare.

È più facile metterli l'uno contro l'altrovii.

I tre si affrettano, il luogo è neutrale, ma un'occhiatina prima dell'incontro non guasterà.


Vicolo cieco. Di ritorno dall'ennesimo turno di un lavoro apparentemente senza senso, Romogok si perde nella peggior specie di depressione. La precisa, puntuale sensazione di essersi arenato.

Dopo un massacrante turno su un asteroide non molto più grande di 10 campi da calcioviii ma con una gravità di non molto inferiore a quella del suo mondo d'origine. Turno che è consistito, come del resto quelli precedenti, nello spalare terra e rocce da attorno a un colossale cristallo. Rosso, a giudicare dalla poca luce che arriva fin li e dalla ancora meno che emettono le lampade dei caschi.

Fa freddo, nella tuta spaziale, non importa quanto sia potente l'impianto di riscaldamento (che comunque non è potente), il lavoro è apparentemente privo di senso, a meno che non vogliano scavare via l'intero asteroide.

Per ora hanno scavato una specie di pozzo, di forse ottanta metri e largo, sul fondo, al massimo 10.

La sua missione, che poi consiste nel tracciare le rotte del mercato degli schiavi, non ha alcuna possibilità di proseguire, in quanto sembra impossibile che qui qualcuno decida di venderlo.

Semplicemente, li hanno abbandonati sull'asteroide. Ad intervalli regolari piccole navicelle robotizzate lasciano loro cibo e istruzioni.

Fine. Nessuno da corrompere, nessuno a cui ribellarsi. Nessuno.

Si, decisamente un vicolo cieco.


La stella d'oro è il classico posto dove andare se si vuole scoprire cosa succede ai sistemi economici troppo specializzati.

Questo un tempo era il centro galattico del commercio di schiavi.

Astronavi da terre lontane compivano viaggi anche lunghi per partecipare alle aste che qui si sono tenute.

Qui, un tempo, è stata bandita un'asta in cui si vendevano dei. Gli esemplari migliori di un'intera specie di guerrieri.

In conseguenza di ciò il pianeta è stato devastato.

L'alleanza fra Sssthix e Vrelnexianix che dominava questo mondo sgominata e cacciata.

Malgrado ciò, questo mondo, che si sta lentamente riprendendo, resta una piazza del mercato di schiavi. Una piazza di quarta categoria, nessuno si sognerebbe più di piazzare qui della merce di buona qualità, a meno di essere disperato.

Il piccolo drappello di kree senza divisaxi striscia nella notte.

Con loro alcuni centurii e svariati altri appartenenti ad altre specie.

Questi ultimi si fermano all'esterno.

Li hanno condotti li, ora si limiteranno a controllare il perimetro.

Il manipolo kree si dispone a ventaglio.

Due si portano ai lati dell'ingresso, mentre gli altri si appostano nei dintorni, dietro l'angolo, coperti dai bidoni dell'immondizia, appostati sotto i veicoli (sotto, si fa per dire).

Ar-lo cammina verso la porta, le armi nel fodero, il piccolo esoscheletro nascosto dall'ampio mantello (e da opportuni congegni di occultamentoxii).

Bussa. Tre colpi rapidi, due leggeri e uno forte. *Mi sento ridicolo*.

Passano un paio di minuti pressoché infiniti.

- Che vuoi? - La creatura, per lo meno quello che se ne vede, è ributtante. O meglio, lo sarebbe se non fossero tutti, da tutta la loro vita, abituati a vivere tra migliaia di specie, le più disparate.

Comunque la creatura è ripugnantexiii, rossa, butterata di chiazza nere, di una consistenza che sembra quasi spugnosa.

- Mi dicono che qui avete della merce interessante. -

- E chi te lo dice? Io non ti conosco. -

- Il Verde, me lo ha detto. Non dirmi che non conosci neppure il Verde. -

- Possibile. Ma anche se fosse, mancano più di due ore, all'asta. -

- Beh, due ore sono tante, da passare qui fuori. Non è certo un bel quartierino. Sarebbe un peccato se i miei soldi se li beccasse qualche borseggiatore, invece che voi. Puoi farmi entrare, ci sarà pure un posto in cui aspettare, li dentro. -

- Visto che sei da solo posso anche farti entrare. Vedi di non fare il furbo, però. Qui l'attesa è noiosa e ci manca il quinto per fare una partita come si deve, ma ti teniamo d'occhio. -

Se aprendo una porta vi trovaste due pistole spianate in faccia, come reagireste? La creatura, la cui scarsa intelligenza è già ampiamente dimostrata, prova a reagire. Visto che oltre che stupida è anche (si fa per dire) fortunata invece di prendersi un paio di scariche di laser viene spinto dalla piena potenza dell'esoscheletro di Ar-lo contro la parete in fondo, e attraverso di essa.

Prima che i suoi tre compagni possano anche solo alzarsi, i kree si sono già proiettati all'interno. La seconda creatura è meno fortunata, una serie di lacci auto-stringenti la raggiungono attorno al collo, per sua sfortuna è un organo vitale per la sua specie.

Crolla presto a terra. Così come il terzo sgherro, fulminato da un raggio rosso-arancio che squarcia la penombra. Il quarto viene scagliato a terra da una scarica, striscia il volto contro il pavimento per qualche metro, il suo scudo personale resiste quel tanto che basta a mantenerlo in vita. Non cosciente, ovviamente.

Il commando si precipita all'interno, senza abbassare la guardia. La porta del braccio di detenzione è robusta, capace di resistere per ore a qualsiasi tentativo di forzarla. A prova di esplosivo, repellente all'energia, quasi priva di frizione. Un lascito dell'antico splendore della stella d'oro.

La ragazza dai capelli rossi entra, sta bassa, è guardinga. Non rischia inutilmente. Guarda la porta per alcuni istanti, come se la stesse studiando. I componenti metallici iniziano a staccarsi, a volteggiare attorno, come pianeti in orbite eccentriche attorno a un sole umanoide. Della porta, costruita per resistere alla forza di specie in grado di muoversi agevolmente nella gravità di Giove, per resistere al calore del laser più potente, non resta nulla. Con un clangore che dura minuti interi le sue componenti cadono a terra.

- Sembra che qui non resti altro da fare per me. - La donna si gira e se ne va, apparentemente attraverso uno dei muri. Quando arriva dall'altra parte, toglie il travestimento e la parrucca e indossa nuovamente i suoi abiti.

Il commando penetra nel braccio. Nelle celle spoglie, rottami umanixiv si ammassano contro la parete, desiderando l'invisibilità.

I loro liberatori esitano, alla loro vista. Sarà difficile convincerli che l'incubo è finito.


Entrano nel palazzo come se si trattasse dell'antro di una belva.

La tensione è palpabile. L'unica, flebile garanzia quella sorta di correttezza negli affari senza la quale neppure gli scambi più sordidi potrebbero aver luogo.

Tutti i personaggi di questa scena commerciano in creature vive, senzienti.

I tre che stanno entrando in questo momento sono commercianti di schiavi un po' particolari. Non per il loro aspetto, però. Uno di loro è alto e sottile, la pelle giallognola. Esistono forse 500 sopravvissuti della sua specie, che un tempo era potente. Hanno divorato tutte le loro risorse, financo i loro dei.

Il colosso giallo arancio è probabilmente ancora più raro. La sua specie è sopravvissuta sia a Galactus che a Ego. Ma il numero dei sopravvissuti è esiguo. Molto esiguo.

Il terzo, invece, è un esemplare molto comune. Ancora più comune è la forma che ha assunto, interi universi oramai non sono popolati che da loro. Erano un'arma biologica molto raffinata, ora sono un'infezione per il multiverso, al cui confronto la stessa covata è uno scherzo.

Ciò non toglie che in questo universo siano anche essi molto rarixv.

Gli altri, i loro interlocutori, sono ancora più particolari, almeno all'apparenza.

Il grosso ciccione (ce n'è sempre uno e non è mai grasso, sovrappeso, taglia forte. È un ciccione, poiché non merita rispetto), dicevamo, il grosso ciccione gronda sudore in abbondanza. Lombroso, un oscuro e ridicolo studioso di una minuscola frazioncina di un minuscolo pianetino ai margini della galassia, gongolerebbe guardandolo.

L'aspetto della sua pelle ha un che di roccioso.

Sulla destra, il suo compagno è ancora più mostruoso. Verde scuro, gli occhi rossi, sulla testa come delle spine e la bocca, enorme, è come una voragine rossa e sdentata.

Il terzo li supera abbondantemente tutti quanti. Assomiglia, infatti, ad un drago tricefalo, tra il grigio e il marrone.

Lo scambio è veloce. Tutti hanno fretta e preferiscono stare allo scoperto, lontani dai loro covi, il meno possibile.

I primi tre aprono un computer portatile, vi infilano una scheda rettangolare che gli altri gli hanno passato e gliela restituiscono, poco dopo, in cambio di un mazzo di chiavi.

Escono, dirigendosi ai rispettivi veicoli.

La creatura che sembra d'ossidiana scuote impercettibilmente la testa, guardando il pesante e sgraziato furgone di cui hanno appena acquistato le chiavi.

I tre infilano le dita nella cintura e si accingono a salire.

L'esplosione rischiara a giorno il quartiere non molti istanti dopo che sono all'interno.


A questo punto la rappresaglia è giustificata. Negli affari, neppure nei più sporchi, non si danno delle buche del genere.

A meno di non essere sicuri di vincere. La risposta allo scherzo del furgone non si fa attendere. Si sono salvati perché se lo aspettavano, perché avevano i sistemi di rilevamento sufficienti e perché avevano dei campi di forza individuali di gran lunga più raffinati della media.

Quella era stata la parte più difficile. Campo di forza o non campo di forza, quando ti esplode attorno il mondo è un'esperienza tremenda.

E se gli schermi non avessero tenuto forse neppure Pargo sarebbe sopravvissuto.

Ma la scheda di credito, una volta riversata nei conti della banda aveva diffuso, sapientemente mascherato, un virus. Ogni trasferimento finanziario sposterà ingenti cifre su altri conti, segreti e cifrati. Entro il mese una parte ingente del capitale avrà cambiato di mano.

Un certo numero di appartenenti alla banda sono stati rapiti e consegnati alle autorità

Prima della consegna, due delle più potenti telepati del cosmo hanno estratto dalle loro menti ogni dato utile. Fatti i dovuti raffronti giunge su molti tavoli un dossier completo, nomi, nascondigli, clientele, corruzioni.

Su alcuni tavoli, i più importanti arrivano invece, le parti del dossier non ancora rese pubbliche.

La retata è colossale, l'organizzazione colpita nel profondo.

Il capo, rovinosamente sfuggito nella notte, viene trovato alcuni giorni dopo, in un vicolo, freddato.


Il lavoro è lungo e faticoso. Un ampio spiazzo è ormai stato liberato, il cristallo rosso è visibile, per una parte sempre più grande.

Ma sono appena all'inizio. Ci vorranno anni e anni di lavoro. Romogok spera che il suo segnale di soccorso sia percepibile. Infatti ci sono molte irregolarità nella struttura stessa della realtà, tanto da presumere che non si trovino completamente nell'universo usuale.

Mentre si incammina, con fare sempre più stanco, nella profonda galleria in cui deve svolgere, per quel giorno e per i giorni a venire, il suo compito, avverte un tremore, un rumore sordo e all'inizio, quasi inaudibile.

La luce distante del sole semi-spento ha colpito il cristallo e disturbato, in qualche modo, il sonno di qualcosa nelle viscere dell'asteroide.

La galleria, come le altre aperte lungo le pareti del pozzo, inizia a crollare.


continua?


iIl primo Korbin si trovava in quella che viene comunemente chiamata “La galassia bruciante”. I korbiniti erano gli abitanti di un “pacifico” impero planetario. Molti dei pianeti che dominavano sono stati distrutti in un cataclisma galattico causato da Surtur. I sopravvissuti hanno lasciato ciò che restava delle loro case a bordo di una flotta di astronavi e nella loro ricerca di una nuova casa sono passati anche dalla Terra. Qui il loro “protettore”, Beta Ray Bill, un cyborg bio-ingegneristico alterato magicamente, ha sconfitto Thor in un'epica battaglia. I korbiniti vivono ora in un nuovo mondo, da qualche parte nella nostra galassia. Sono pochi milioni. Il tipo fisico è semi-umanoide, due occhi, quattro dita per mano, con il pollice opponibile. Il colore della pelle è arancio chiaro. Non si sa se ci sono, al loro interno, differenze di pigmentazione. La tecnologia è sensibilmente più avanzata di quella terreste. Posseggono astronavi capaci di volo interstellare, avanzata ingegneria genetica e computer senzienti.

iiMaledetto etnocentrismo. Tanto per capirci l'individuo di questa specie coinvolto solo indirettamente nel processo riproduttivo.

iiiK'till è un deonista, anche se questo termine ha ormai assunto un significato più ristretto, designando la élite tecnocratica che domina il pianeta. I pochi oppositori preferiscono farsi chiamare debeboliani, dal nome della loro stella. Deo, il loro pianeta d'origine, era un tempo il centro religioso di una confederazione di pianeti, sostanzialmente distrutta da un'armata di astronavi aliene. L'”uno sopra tutti” che provvedeva al rifornimento energetico del pianeta costruì un sistema difensivo colossale, denominato “muro tra i mondi” ma un'impresa di tale portata gli fu fatale. Da allora i deonisti catturarono altri dei per soddisfare il colossale fabbisogno energetico delle loro macchine. Questo isolamento, però, ha causato la diminuzione sistematica della popolazione, che dovrebbe aggirarsi, al giorno d'oggi, sui duecento individui. La popolazione è di tipo umanoide, la colorazione dell'epidermide è più chiara di quella degli umani. Il loro governo è di tipo teocratico, anche se ormai potremmo definirlo, più propriamente una tecnocrazia, poiché è in funzione delle loro macchine che vivono. La loro tecnologia è sostanzialmente più avanzata di quella terrestre, e di gran parte delle specie conosciute, ma è ferma e stagnante da secoli.

ivPargo è un tauriano. Il pianeta Taur, nel sistema stellare Jensen, è stato divorato da Galactus. I pochi che sono riusciti a scappare hanno, in seguito, avuto una spiacevole avventura con Ego. I pochi individui che sono ancora in giro per il cosmo, l'uno all'insaputa dell'altro, si limitano a vivacchiare. Essendosi evoluti per adattarsi all'alta gravità di Taur, il loro corpo è enormemente forte e resistente (si ipotizza che la loro forza sia di livello “Thor”). Semi-invulnerabili, sono in grado di sopravvivere per brevi periodi nel vuoto dello spazio. Alti e massicci, con la spessa pelle di colore arancio, sono semi-umanoidi, con due occhi, cinque dita per mano (ma i piedi, più massicci per via della gravità, ne hanno tre). Il loro tecnologico era di poco superiore a quello terreste, con astronavi relativamente primitive. Lo sviluppo sociale, invece, era abbastanza evoluito, al livello di una democrazia planetaria.

vVolgarmente detta “mimetica”

viIn realtà questo tizio è uno xartan. Gli Xartan vivono sul pianeta Xarta, sistema solare di Zugano, nella galassia Fornace. Gli xartan, che nella loro forma “neutra” sono sostanzialmente umanoidi, con la pelle arancio e le orecchie a punta, sono dei mutaforma, in grado di assumere, con l'aspetto, anche le caratteristiche della creatura che imitano, superpoteri compresi. La loro tecnologia è piuttosto avanzata e hanno creato una dittatura militare estesa a numerosi pianeti della loro galassia, più qualche avamposto al di fuori. Sulla Terra, i pochi statunitensi che li conoscono li hanno chiamati “Uomini Carta Carbone”. Siate tolleranti, non si può pretendere più di tanto.

viiRicordate? “Divide et impera”

viiiAvete presente? Uno sport terrestre, particolarmente apprezzato nei due continenti denominati, dai terrestri, Europa e Sud-America. Apprezzato malgrado il fatto che sia pacchianamente evidente che è una colossale montatura.

ixGli Sssth sono una specie rettiloide. Sono originari di Sszardil, che gira attorno a Sslirteep. Il loro sistema di governo è una dittatura, ma operano, a livello interstellare, assieme ai Vrellnexiani, in una sorta di alleanza militar-commerciale specializzata nella razzia e vendita di schiavi. Questa alleanza è piuttosto indebolita da quando il controllo della “Stella d'oro” gli è stato sottratto dagli dei asgardiani.

xVedi la nota precedente. I vrellnexiani sono una specie insettoide. Vengono da Vrelnex, che orbita attorno a Cetsin. Sono una specie bipede, con due paia di braccia. Notevolmente diversificati a seconda del ruolo “sociale” hanno una pigmentazione sostanzialmente rossa. La loro organizzazione sociale è del tipo alveare. Posseggono navi spaziali notevolmente evolute, capaci di salto interdimenzionale.

xi sono sempre doppiamente pericolosi i kree senza divisa

xiiNelle società tecnologiche è sempre più difficile sfuggire alla sorveglianza.

xiiiNon dimentichamoci che i kree vengono addestrati allo sciovinismo.

xivInsomma, ci capiamo, vero?

xvE del resto questo è un universo che richiede standard vitali molto alti