Pianeta Areta.
Una nuvola di polvere e un rumore intenso preannunciano l’arrivo della veloce Moonstalker al cospetto degli altri Giovani Dei, o perlomeno quel che ne rimane di loro. Ansimante, Kiana si ferma, poggiando le mani sulle gambe, e confessa il suo fallimento:
- Non ho trovato Carter.
- Non preoccuparti, eccomi qui – la rassicura Brightsword, pur acciaccato.
- Tanta fatica per niente… ma dove sono gli altri? E dov’è Galactus?
- Varua, Calculus, Sognatrice e Mindsinger hanno cercato di fermarlo dopo la tua partenza e in un certo senso ci sono riusciti – racconta Juniper.
- Non per immodestia, ma vi ricordo che sono stata io a intimorirlo con il mio Nullificatore Assoluto – sottolinea Splice.
- Galactus ha dato un ultimatum – continua la sua allenatrice - se troveranno entro sei ore un pianeta di cui cibarsi, risparmierà Areta.
- Accidenti, speriamo bene – si siede, distrutta – E dove sono adesso?
- Sono partiti alla ricerca del pianeta.
- Perché non siete tutti partiti? Per colpa mia?
- No, noi ci lecchiamo le ferite. Abbiamo scherzato abbastanza con le entità cosmiche. Loro sono entrati nella mente di Galactus ed evidentemente hanno visto qualcosa che li ha convinti a prendersi questa responsabilità. Noi non ce la siamo sentita – rivela Strega Marina, con una punta di imbarazzo e vergogna.
- Credo abbiate fatto bene. E’ stato un errore essere tanto coinvolti con Galactus – li redarguisce Katos.
- Spero solo che riusciranno nell’intento – si augura Caduceus, mentre usa i suoi poteri taumaturgici per alleviare la spossatezza dei suoi amici.

 

 

#04 – DILEMMA

di Mickey

 

Su una Nave dei Celestiali…
Lo spettacolo è inquietante, tanto da zittire persino l’indisponente Mira. Ed è uno spettacolo concesso solo a pochi eletti: Galactus è alto ormai poco più di tre metri e sta passeggiando nel velivolo stellare con sguardo curioso. In miliardi di anni, non ha mai messo piede su un mezzo di divinità rivali.
- Nave, scandaglia i nostri database e trova un pianeta non abitato commestibile per Galactus – ordina la sacerdotessa polinesiana, giunta alla plancia di comandi, fingendo che l’entità non sia alle sue spalle.
- Vi sto concedendo tutto questo – dice improvvisamente il dio spaziale, facendo sobbalzare tutto - perché, pur essendo mortali, siete riusciti più di chiunque altro a rievocare il mio… retaggio umano. Una sensazione dolce e amara, allo stesso tempo. Dalla mia rinascita, miliardi di anni fa, ho vissuto solo poche migliaia di anni in uno stato di transizione, sospeso tra assurdi sensi di colpa e l’accettazione dei miei ruoli in questo ordine delle cose. La situazione ha subito un repentino cambiamento dal mio incontro con Norrin Radd. E con i Fantastici Quattro.

Tace, e solo dopo qualche secondo Varua ha l’ardire di parlargli ancora. E’ un’occasione troppo ghiotta.
- Quello che è successo cambierà il tuo modus operandi?
- Anche se lo volessi, non posso. Verrei meno ad una delle mie prerogative, per motivi che non capireste. Una vittoria l’avete conseguita: prediligerò pianeti priva di vita, d’ora in poi.
- Perché ti cibi di mondi abitati?
- La risposta più adatta per esseri del vostro rango è: hanno un sapore migliore e una migliore capacità di saziarmi
.
- E la risposta per gli esseri superiori?
- Non vi è dato conoscerla. Se riuscite, provate ad estorcerla ai vostri burattinai – conclude Galactus, con stizza, allontanandosi.
Rimasti di nuovo soli, incredibilmente è Nave la prima a parlare.
- La ricerca è più difficile del previsto. Cosa ci fa Galactus a bordo di me?
- Se gli troviamo un pianeta commestibile, risparmierà Areta. L’abbiamo sfinito abbastanza che ha dovuto mangiarsi la sua nave. E accettare un passaggio – racconta Jahaharel.
- I nostri creatori non saranno affatto deliziati – lamenta
- Tu cerca – lo zittisce Gregor, preoccupato.
- Ragazzi, ho paura. Siamo in viaggio con il Divoratore di Mondi! – sottolinea Catherine, visibilmente atterrita.
- Quante storie. E’ solo un essere con un po’ di potere cosmico, conoscenze nelle alte sfere e un ego grande quanto l’omonimo pianeta – lo liquida Varua.
- Sembra il tuo profilo – la punzecchia Calculus.
- Infatti, stiamo giocando con qualcosa di troppo grande – lo segue a ruota il russo Mindsinger.
- Sono d’accordo – tuona Galactus, alle loro spalle.
Un altro coccolone…

 

Pianeta Areta.
Il Triumvirato che governa il pianeta si avvicina ai restanti Giovani Dei. E’ ancora Seera a parlare a nome di tutti e tre.
- Anche se la salvezza del nostro pianeta non è garantita, vi siamo assolutamente riconoscenti per quello che avete fatto. Come minimo, possiamo offrirvi un pranzo degno dei re.
- Grazie, avremmo proprio bisogno di rifocillarci – ringrazia Jason, debole dopo aver usato i suoi poteri.
- Ma non dovete esserci grati, abbiamo fatto ciò che ritenevamo giusto. Molti Aretiani sono morti nel tentativo di distruggere le macchine di Galactus o di fermare il suo araldo. Credo sia meglio onorare loro – consiglia Splice, con saggezza Zulu.
- Giusto. Ma seguiteci – dice l’ex principessa dei Prescelti, portandoli in un lussuosa sala da pranzo, con una tavola riccamente imbandita.
Per cortesia i terrestri si siedono, ma non mangiano per ottimi motivi: non sanno cosa contengano i piatti sotto i loro occhi, non saprebbero come mangiarli, viste le inusitate posate, e non hanno appetito perché sono preoccupati per i loro compagni. I loro maestri Eterni, sicuri della loro fisiologia superiore, si avventurano nella xeno-gastronomia e fanno i perfetti ospiti.
- Da quello che abbiamo capito, alcuni mutanti terrestri vi hanno aiutato a ottenere un giudizio positivo dal sommo Arishem – ricapitola Katos.
- Esatto – conferma Zalph, capo dei Ricominciati– Areta era tormentata da una guerra intestina tra le nostre razze, ma ci hanno fatto capire che se volevamo sopravvivere dovevamo superare le nostre rivalità.
- Da quando è nata la pace tra le razze grazie ai vostri… complanetari[1], la situazione è migliorata di molto, ma non è ovviamente perfetta: c’è una minoranza che non tollera questa promiscuità, ancorata alle vecchie tradizioni – continua Zharkah.
- Ogni mondo è paese – scuote la testa l’irlandese Strega Marina, abituata a secoli di lotte tra i popoli britannici. 
- Se dovessimo sopravvivere alla fame di Galactus… penso avremo compiuto il passo definitivo verso la stabilità. Niente come una minaccia globale riesce a cementare la pace tra i popoli[2] - aggiunge il leader dei Reietti.
- Un brindisi alla pace, allora! – alza un calice Carter Dyam, e tutti sono costretti a seguirlo e ingurgitarne il contenuto per augurio. Male che vada, i poteri taumaturgici di Caduceus li salveranno.
- Qui ci vuole un po’ di musica! – grida Highnote, forse rinvigorito dalla misteriosa bevanda – Kiana, potresti andare a prendermi la chitarra dalla nave?
- Volentieri, se gli altri sono partiti con la nave giusta – dice Moonstalker, correndo via a super-velocità.
Torna dopo dieci secondi, con lo strumento e un foglio tra le mani.
- Eccoti – dice a Raoul Hernandez, porgendogli la chitarra.
- Gliel’ho costruita io – dice Chandra Ku, orgogliosi di aver creato dal nulla uno strumento di cui non conosceva l’esistenza prima di entrare nei Giovani Dei.
- Cos’hai in mano? – chiede Harvest alla velocista, che sta dando il foglio a Juniper.
- Un messaggio dell’illustrissimo Ashema, Colui che Ascolta – li illumina Juniper.
- Oh – si meraviglia Katos – Che cosa strana. Non era stato interdetto da qualsiasi contatto con i Terrestri?
- E non era una donna?
- I Celestiali non hanno un sesso, Jason - lo rimprovera Katos – L’incarnazione femminile di cui vi ho accennato era solo, appunto, un’incarnazione per accattivarsi il piccolo Franklin Richards.
- Giusto. Ma ora fatemi leggere – dice la sua collega, iniziando a declamare:

Complimenti ai Giovani Dei, hanno dimostrato di aver sviluppato tutto il potenziale del genere umano, tanto prezioso nei miei studi, nonostante i miei simili mi abbiano giustamente costretto ad interromperli. Ciò non significa che non sia a conoscenza di ciò che succede su Sol 3. Ritengo opportuno che veniate messi al corrente dei più recenti accadimenti del vostro pianeta natio:

ü       Il dio egizio Seth ha sterminato tutti i pantheon terrestri; grazie al norreno Thor tutti gli dei sono tornati a nuova vita.

ü       La Terra è stata vittima di un’invasione di Marziani, sventata solo con il genocidio della specie invasore.

ü       La maga Topaz ha aperto i cancelli dell’Inferno per tre giorni, provocando un’invasione planetaria di demoni e follia collettiva.

ü       L’eroina Sabra è apparentemente morta per fermare un attentato palestinese.

ü       L’ibrido inumano-deviante Maelstrom ha preso possesso di uno pseudo-Celestiale e portato distruzione in Arizona, USA.

ü       La dea Gaea ha corrotto la propria essenza per fermare l’avvento del pantheon cosmico I Tre Che Erano Tutto.

Continuate il vostro lavoro come fatto finora. Evitate di coinvolgere Galactus. Che Colui che è Sopra Tutti sia con voi.

Ashema l’Ascoltatore

 

- Per la miseria, è successo tutto questo?! – trasecola Kiana, ancora legata alla “tranquilla” vita dell’undicesimo secolo.
- A me stupisce più il fatto che ci abbia scritto un messaggio del genere! – ribatte a tono Mark Cadmon.
- Ashema è unico nel suo genere: il suo dono è poter comunicare liberamente con gli esseri inferiori come noi e questo ha condizionato molto la sua natura, più di quanto la sua venerabile genia avrebbe voluto – spiega Juniper.

- Ma perché segnalarci la morte di questa… Sabra? – si chiede Strega Marina  -Mi sembra di ben poco conto rispetto al resto…
- L’ha fatto per me, e lo apprezzo molto – dice l’ebreo Carter Dyam – anche se è una bruttissima notizia. Era l’unica vera paladina di Israele e la sua perdita è grave. Forse dovrei tornare sulla Terra.
- Lo sai che non possiamo, quindi togliti certi pensieri dalla testa – lo “spegne” Acuto – Svaghiamoci un po’!
E così, inizia a strimpellare la sua chitarra e a smorzare i toni.


Nello spazio….
- Ho trovato un corpo celeste che soddisfi le vostre richieste – annuncia Nave, con grande sollievo di tutti; soprattutto Galactus, che da tempo è ormai fermo e muto per non consumare altre energie.
- Portaci subito lì – sentenzia Varua, e dopo un breve viaggio nell’interspazio l’astronave si ritrova nell’orbita di un immenso quanto arido pianeta innominato.
- Non sembra avere un buon sapore – mormora Calculus, fra sé.
- Infatti, sarà un amaro palliativo – conferma Galactus, alle cui orecchie ovviamente non sfugge niente – Non vi ringrazio: voi stessi vi siete cacciati in questa situazione poco gradevole. Inutile ribadire che spero di non incrociarvi nuovamente sulla mia strada e che, se dovesse succedere, vi spazzerò via senza pietà.
Stavolta neanche Mira ha il coraggio di dire niente.
- Sento cosa state pensando, le domande che vi state ponendo, al di là della vostra stessa coscienza. E’ passato così tanto tempo che ho dimenticato la ristrettezza di vedute degli esseri finiti. Come potete pensare che un’entità cosmica abbia una sola origine, un solo mezzo e un solo fine? Pensate forse che il mio compito sia solo cibarmi di pianeti, come una semplice maledizione? Ci sono ottimi motivi perché l’universo vada così, anche se non lo accettate. Ed uno di questi è che l’universo da cui provengo è finito perché mancava un “Galactus”. Cosa vi dice che siate nel giusto? Condannando il popolo di un pianeta, potrei salvare l’universo. Cibandomi di un pianeta non abitato, potrei togliere il terreno di coltura ad una futura civiltà importante. Qualsiasi scelta operiate ha delle conseguenze positive e negative. Quindi, non ribellatevi allo status quo – conclude il Divoratore di Mondi, scomparendo alla loro vista e riapparendo sulla superficie del pianeta.
Pensosi più che mai, i quattro Giovani Dei rimangono per dieci minuti in orbita, ad osservare dagli oblò il pianeta che va in frantumi. Da lontano, i ragazzi sentono su di sé lo sguardo pesante di Galactus, nuovamente scevro da ogni sentimento. Dopodiché, Varua chiede alla Nave di tornare sul…

Pianeta Areta.

Mentre Highnote delizia la corte con la sua musica, Brightsword si confida con Harvest.
- Rimpiangerò sempre di non aver partecipato ad una battaglia tanto epica. A sentire voialtri, non avevamo mai raggiunto uno stato di comunione così profonda e intima.
- Forse, ma vedrai che ci saranno altre occasioni – lo consola; in realtà, è contenta che Carter non fosse presente, altrimenti la condivisione delle loro menti gli avrebbe fatto scoprire l’amore che prova per lui. Anche se le sarebbe piaciuto sapere cosa ne pensa il guerriero di lei
- Da un lato, lo spero. Dall’altro, il comunicato di Ashema mi ha messo in crisi.
Prima che possa continuare, i due piccioncini vengono distratti da un improvviso caos. Presto capiscono: la seconda Nave sta atterrando!
Tutti accorrono, speranzosi di avere buone notizie. Ovviamente la prima ad arrivare è Moonstalker, che non saluta nemmeno i compagni e urla direttamente:

- Siete ancora vivi! Com’è andata?!
- Dovete
ringraziare Nave, abbiamo trovato un pianeta abbastanza presto! – annuncia Varua, soddisfatta.
- E’
fantastico! Dobbiamo festeggiare ancora!!! – batte le mani Raoul.

- Credo che Galactus fosse seriamente ottenebrato dalla sua fame. Ci ha parlato in una maniera che non ci saremmo mai aspettati – racconta Mindsinger.

- Vero. E ci ha fatto riflettere… indovinate su cosa? – ironizza Calculus.

- Sul tema portante di questi giorni? – deduce la perspicace Splice..

- Infatti. Secondo lui non dobbiamo interferire nel corso delle cose. Ma da che pulpito viene la predica?!

- Giusto, Jahaharel! Se abbiamo i nostri poteri, qualcosa dovremo pur farne! – concorda Chi Lo.

- Infatti. E io penso che dovremmo aiutare il nostro pianeta – interviene Carter, risoluto.

- Come, scusa? – chiede Katos, retoricamente.

- La Terra è normalmente infestata da guerra, fame, violenza… in più, esseri cosmici e magici peggiorano la situazione, come abbiamo potuto sentire. Perché dedicarci al resto dell’universo, quando la nostra casa richiede il nostro aiuto?

- Perché questa è la volontà dei supremi Celestiali, Brightsword – sentenzia il suo maestro.

- Non mi importa. Sono estranei ai meccanismi delle nostre… civiltà inferiori – dice con stizza, mimando le virgolette con le dita.

- Non essere blasfemo!

- Fermi tutti, prima che la discussione degeneri! – si intromette Juniper-  Riflettete su un aspetto: da milioni di anni Celestiali ed Osservatori dibattono proprio su questo: interferire o meno? Se entità del loro rango non hanno raggiunto un compromesso soddisfacente, un motivo ci sarà.

- Vuoi dire che non c’è una posizione giusta e sbagliata? – domanda la Sognatrice.

- Esatto! Inutile fare discorsi astratti, ragionate da zero ogni volta che si presenta una situazione e valutate tutte le variabili.

- Sottoscrivo. L’ho fatto, e per questo credo che dovremmo tornare sulla Terra – ripete il guerriero israeliano.

- Non insistere, Carter. L’umanità ha sconfitto numero minacce globali, forse più di qualunque altra civiltà universale. E nonostante qualunque altro popolo nutra antipatia verso i Terrestri, voi avete un ruolo importante nell’economia delle cose, che non capisco. Quindi state pur certi che non vi lasceranno a morire. Se la caveranno anche senza di voi – assicura Katos.

- Ne riparleremo – minaccia Brightsword, allontanandosi alterato.
- Che ne dite se ora ricevessimo tutti gli onori del caso? – suggerisce Genii - Seera non vede l’ora di sapere come avete salvato la sua gente!

I suoi compagni gli sorridono: hanno imparato un’importante lezione, in questa lunga giornata. E’ giusto che si rilassino un po’… prima di ripartire per le stelle!


Note

Si conclude (prematuramente, confesso) questa (mini)serie sugli Giovani Dei, incentrata sull’annosa questione con cui vi ho tanto annoiato, senza neanche trovare una risposta! Chissà che prima o poi non sentirete ancora parlare dei nostri dodici eroi. Molto più probabile è che risentiate Galactus, sia perché sta partendo la serie di “Silver Surfer”, sia perché… è una figura importante, no? Mi ha divertito spogliarlo per un po’ della sua aura di invincibilità, riscoprendo il suo nocciolo umano. Si è subito ripreso dalla sbandata, però…



[1] Ancora i mutanti di X-factor (vale a dire, i cinque X-men originali!).

[2] Come ci ha insegnato (o ricordato) il sommo Alan Moore in “Watchmen”!