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parte due di quattro

 

di

Giuseppe Felici rossointoccabile

 

 

1. Tutto ciò che un paese forte e ricco decide, intraprende e sceglie ogni giorno ha come conseguenza e necessità:

preparare la guerra

coltivare la guerra

prevedere la guerra

accettare la guerra

avere bisogno della guerra

scegliere, ogni tanto, per quale guerra indignarsi e quale guerra dimenticare.

2. Arma e alleva un dittatore se un giorno vuoi avere il merito di combatterlo.

3. Chi è più debole massacra, chi è più forte interviene.

4. Non esiste guerra tanto crudele da non scomparire appena si smette di parlarne.

5. Ogni multinazionale economica ha bisogno di invadere, sfruttare, scacciare e uccidere proprio come un esercito.

pentalogo di Hacarus, il re degli affari

Stefano Benni, spiriti

 

 

Satriani. Capitale dell’Impero skrull. Una delle tante.

Avanzando nella colossale sala del trono con passo sicuro e fare marziale, la testa alta, Kl'rt[i] sa di sfidare la sorte. Arriva sotto il trono e piega un solo ginocchio, poi abbassa la testa.

È deciso a rivendicare il privilegio che è proprio del suo rango. Rango che questo nuovo imperatore non ha ancora riconosciuto.

La sala è vuota, salvo per l'imperatore, leggermente sfocato dietro un colossale schermo di forza e Kalimari[ii], supremo comandante delle forze armate imperiali, in piedi appena dietro il trono.

L'occasione è perfetta per questo sfoggio di sicurezza.

Malgrado ciò, il rischio è grande.

- Alzati. -

A parlare è il generale, segno che per il momento il bisogno che hanno di lui è sufficientemente alto.

- Siamo penetrati fin dentro il sistema solare per liberarti, malgrado un'interdizione esplicita del guardiano dell'universo e il fatto che tu fossi sotto la custodia della Guardia dell'Infinito.

La nostra azione è andata a buon fine ma non ci siamo accollati un così alto rischio solo per vederti libero.

Abbiamo bisogno di un agente potente, in grado di svolgere delle missioni delicate per nostro conto. Missioni che devono, per lo più, restare segrete.

Segrete.

Abbiamo bisogno di un agente fidato e questa è una caratteristica che non si può apprezzare a priori.

L'Impero, che sotto l'illuminata guida del nostro Augusto Sovrano tornerà ai suoi antichi splendori, è al momento turbato dall'attività di molti elementi sovversivi che minano la sua stabilità.

Alcuni mettono addirittura in discussione la legittimità del nostro Signore a sedere sul Trono. Un'arroganza che sarà punita nella più atroce delle maniere.

Altri sono così odiati in tutto l'Impero, comprese le sue province più lontane, che non costituiscono un vero pericolo.

Ma può essere molto utile la loro eliminazione.

Non molto tempo fa una criminale come poche se ne ricordano nella nostra storia pensò che potesse essere una buona idea trasformarci in qualcosa di diverso dagli skrull.

Pensava, nella sua abissale follia, che la nostra società costruita sulla conquista potesse essere cambiata privandoci della capacità di mutare forma.

Una tesi socio-biologica, quasi fossimo trogloditi invece che una cultura che vanta milioni di anni di studi.

Ma non è per parlare di filosofia della scienza che ti abbiamo convocato.

Né del peso che la superstizione ha nella nostra società, anche fra gente di nobili natali.

Quello che ci serve è che tu trovi S’byll[iii], che la uccida e che ci porti il suo cadavere.

Nulla di meno, nulla di più.

- Una sorta di test di fedeltà, tenuto conto che siamo stati marito e moglie. Credevo fosse morta. Avrò bisogno di un po’ di informazioni.-

- Non sopravvalutarti. Non ci interessa la tua fedeltà. Abbiamo altri modi per accertarla, piuttosto che permetterti di contattare una sovversiva pericolosa.

In effetti neppure di lei ci interessa un gran che. Ma esibire la cattura di qualcuno di così odiato farà sicuramente del bene alla popolarità del nostro Amato Signore. Puoi andare. -

- Obbedire ai vostri ordini è la mia gioia più grande. –

Kl’rt, il super skrull si volta ed esce dalla stanza con fare marziale.

 

Da qualche parte nello spazio-tempo

La nave sfreccia fuori e dentro dalla nostra realtà ad una velocità prossima a quella della luce.

Nello spazio normale questo viaggio avrebbe richiesto qualche centinaio di migliaia di anni in tempo reale. Nettamente di meno in tempo nave. In ogni caso, anche con sistemi di supporto vitale adeguati e un buon sistema di ibernazione, l’equipaggio sarebbe morto ben prima di arrivare.

Invece, partita da poche ore dalla Terra, la nave è già sul punto di arrivare ai confini di quello che fu il glorioso impero dei kree.

Craddock[iv] non guarda fuori dalle grandi vetrate, che pur sono presenti sul ponte di comando.

La sensazione di immobilità generata dalla totale assenza di punti di riferimento l’ha sempre frustrato.

 

Da qualche altra parte nello spazio-tempo

Il teletrasporto gli da sempre una sensazione tremenda.

Essere disintegrati in modo che una copia, in tutto e per tutto identica, per quello che ne può sapere, non avendo mai incontrato l’originale, si possa formare da un’altra parte.

Per lo più riesce a non pensarci, a comportarsi come se fosse il contesto a cambiare, non lei a spostarsi.

La battaglia è finita.

Non si è conclusa a favore dei loro carcerieri.

Fra pochi secondi saprà se questo è un bene o un male.

Se saranno liberi, sottoposti ad un nuovo padrone, usati come cavie oppure uccisi.

Il ponte di teletrasporto è grande, tanto grande da far pensare che è stato riadattato da un hangar.

Grande quanto basta per teletrasporto di massa.

Utile per le evasioni. Per i plotoni d’esecuzione.

Non per il traffico di schiavi. Masse così numerose sono ben difficili da incatenare.

*Bene, escludiamo schiavitù ed esperimenti scientifici. Di certo una buona notizia.*

Nessuna particolare sensazione di pericolo.

Anzi, un che di familiare.

Sulla nave c’è un blando schermo psichico, nulla che non si possa forzare, con un po’ di impegno.

Le pesanti porte si aprono. Entra, alla piccola corsa, un plotone armato. Non sono particolarmente ostili. (Per essere degli skrull)

Si schierano ai lati, le armi pronte.

Poi entrano i nobili.

Il loro incedere è sicuro, di una sicurezza che ben pochi che non siano cresciuti nell’elite militare possono conoscere.

È il passo di qualcuno addestrato ad essere obbedito fin dalla più tenera età.

Una donna, circondata da pochi, scelti collaboratori. Certamente una donna. Fra skrull non c’è bisogno di presentarsi mutati e certamente non c’è bisogno di accumulare uno svantaggio, in un’occasione del genere.

Una grande cappa porpora l’avvolge tutta, procede spedita fino ad un piccolo podio, relativamente distante da tutti. La prudenza non è mai troppa.

Tocca con un unico gesto secco il microfono. Gli altoparlanti nascosti riecheggiano un colpo forte e ben distinguibile.

Lo schermo, colossale, che si trova dietro il podio, cambia immagine.

Prima sembrava una colossale parete metallica.

Si sente un mormorio diffuso. Tutti si scambiano commenti.

De’lila[v] ascolta quelli più vicini. Potrebbe impegnarsi, ma non ne vede il motivo. Il campione è certamente significativo.

- Ma era morta… - - Maledetta… - - Ha cercato solo di aiutarci. Del resto è lei che ci ha liberato. –

- Ci ha quasi distrutti. – - Non può essere. Qualcuno la impersona… -

Il brusio continua per un cinque minuti. La donna attende paziente.

S’byll si schiarisce la voce, una sola volta.

Quando, dopo pochi secondi, inizia a parlare il silenzio è assoluto.

- Molti di voi mi conosceranno. Viviamo in una società pervasa dalla comunicazione. In ogni caso, per coloro che non sapessero chi io sia, mi chiamo S’byll. Sono stata imperatrice. Non mi illudo che tutti voi possiate riconoscere senza problemi questo titolo. L’impero che ho cercato di guidare era diviso e molti di voi si saranno sentiti danneggiati da ciò che ho fatto per riunirlo.

Non sono certo qui per chiedere scusa o per giustificarmi, credo ancora che potesse essere una buona idea e anche se non lo pensassi più, gli skrull non vivono in una democrazia, gli errori dei loro capi sono responsabilità esclusiva dei loro capi.

Non ammantiamo di ritualità la scelta di quale membro dell’elite debba guidare il popolo ne dal popolo lo facciamo scegliere.

Gli skrull sono in guerra fra di loro. La guerra non è più violenta come qualche tempo fa, ci sono interi mesi senza battaglie significative, ma siamo in guerra, una sanguinosa guerra civile che durerà fino a quando l’impero sarà riunito.

Molti arrogano a se, senza averne il diritto, il trono.

Io penso che l’impero vada riunito e penso che questo non  può essere fatto sotto un imperatore debole ne per mano di un individuo corrotto.

Vorrei sottoporvi le prove delle azioni tremende che alcuni degli auto-proclamatisi imperatori stanno compiendo. Ma per il momento non posso, quindi non mi resta che sperare che mi consideriate una candidata legittima, che riconosciate che le mie intenzioni erano buone e che vogliate arruolarvi fra le fila del mio esercito.

Vi avverto, ora potete ancora tirarvi indietro, scegliete se arruolarvi oppure essere scaricati da qualche parte, durante uno degli scali.

Una volta arruolati non sarà tollerata insubordinazione alcuna.

Ho finito. Mettetevi in fila ai tavoli di reclutamento. –

La curiosità ha il sopravvento. Mentre tutti si avviano ai tavoli che sono spuntati fuori non si sa bene da dove (prova della presa che il discorso ha avuto sulla folla), De’lila si concentra sulla donna che sta lentamente scendendo dal palco.

Per quello che può capire è chi dice di essere.

Non può averne la certezza, ovviamente, non con quel grado di interferenza.

La donna alza la testa, si guarda intorno.

De’lila si affretta verso il tavolo più lontano. Il suo scopo, in realtà, è semplice. Il tavolo è stato colpevolmente posto in prossimità di una porta. Aperta. Scivolare fuori non è poi così difficile. Il sistema di sorveglianza video non è un problema, non per qualcuno di ben addestrato. Fuori da una nave skrull, senza inibitori perfettamente funzionanti, sarebbe un problema ancora meno pressante.

Ma un buon ladro è in grado di trarre forza anche dagli svantaggi.

Le telecamere sono ben visibili. Sono di gran lunga troppo poche.

Scivola per i corridoi, attraversa i punti critici quando le telecamere non guardano, quando chi sopraggiunge volta la testa da un’altra parte. La pista da seguire è chiara, fin troppo. In ogni caso, ormai è tardi per ripensamenti. Giunge fuori dalla porta.

Sa cosa troverà dall’altra parte anche se non ci sono guardie.

Anzi, in qualche modo l’assenza delle guardie è una conferma.

De’lila entra.

- Benvenuta. Ti stavo aspettando. –

- Forse. Ciò non toglie nulla al fatto che avresti bisogno di guardie del corpo più efficienti. –

- Questo si può fare, ma cosa ti fa pensare che non ve ne siano, acquattate nell’ombra? –

- La tua sicurezza farebbe pensare proprio questo. Ma una sconosciuta è penetrata nei tuoi appartamenti, nonostante telecamere, militari e guardie. Non dovresti dimostrare un po’ di timore? –

- Timore? Non sai di cosa parli. Sono perfettamente in grado di badare alla mia incolumità contro avversari ben più formidabili di te. –

- L’eccessiva sicurezza può portare alla sconfitta guerrieri di incommensurabile potenza. Io, però, non sono qui per farti del male. Sono qui per offrirti i miei servigi. Se mi ascolterai ti convincerò che posso fare ben più che imbracciare un fucile agli ordini dei tuoi sottoposti. -

- Se così fosse, i nostri reclutatori non sono così stupidi da non capirlo. Orami sei qui. Convincimi. –

 

Un quartier generale, perso fra le stelle

Trovare un contatto per avere le orbite dei satelliti di sorveglianza non è stato difficile. La nave occultata per superare le linee senza essere intercettati dagli scanner ha richiesto poco tempo.

Verificare che tutte le informazioni fossero affidabili è costato una cifra rilevante.

Mettere insieme un commando disposto ad intraprendere un’azione che si sarebbe potuta rivelare un’impresa suicida ha richiesto una selezione snervante.

Trovare qualcuno di affidabile per comandarla sembrava un’impresa impossibile. Infine Dezan[vi] e Raksor[vii] si sono decisi ad intervenire in prima persona. La missione lo richiede. Se fallissero non avrebbero un danno molto superiore rispetto al non intervenire. Questa, per lo meno, è la loro opinione.

 

Satriani. Ufficio del Comandante supremo delle forze armate.

- Buon giorno, comandante supremo. –

- Buon giorno, Mercante. A cosa debbo l’onore della vostra chiamata? Siete finalmente deciso a giurare fedeltà al nostro Unico e Grande Signore? –

- In realtà non potrei fare questo durante una comunicazione video. Non sono affidabili, lei non sa che sono veramente io, io non so se è veramente lei. Potrei, con la stessa naturalezza con cui lei ha fatto la sua proposta, invitarla a deporre l’imperatore e prendere il suo posto e assicurarle il nostro appoggio in questa azione. Come reagirebbe? Chi incolperebbe? –

- Le direi che lei è un traditore, chiunque lei sia. E che non basterebbe negare di aver fatto questa proposta. Lei è un traditore perché propone a me una cosa del genere.

È tradimento anche il solo proporla, sollevarla per scherzo o per amor di discussione.

Lei è un traditore perché non ha ancora giurato fedeltà all’Imperatore. Ma è un traditore stupido. Dovrebbe sapere che la mia fedeltà all’Impero è assoluta. –

- Non mi prenda per sciocco, Kalimari. Sappiamo bene entrambi che di questi tempi fedeltà all’impero non vuol dire necessariamente fedeltà a chi siede su uno dei vari troni che l’impero ha. –

- Non mi conosce Donahue[viii], o come diavolo si chiama realmente. Per quel che mi riguarda c’è un solo Imperatore e io giustizierò personalmente quanti più ribelli mi sarà possibile, poiché per me chiunque pretenda di occupare il trono non è altro che un ribelle. –

- Bene. Non mi prenda troppo sul serio, comandante supremo. Ma neppure mi sottovaluti. Pensi a quello che le dico. –

Lo schermo si spegne.

 

Non molto lontano.

Un altro schermo si spegne.

Non appena l’ufficio di Kalimari svanisce, Karza[ix] sorride.

Alcuni Dei particolarmente sensibili impallidirebbero di fronte ad un simile sorriso.

 

Un pianeta di confine.

Un killer di lusso. Quando fai questo lavoro per i potenti, senza intermediazioni gerarchiche, è a questo che ti riduci.

Quando ha chiesto informazioni per rintracciare la sua preda gli hanno fornito una decina di possibili ubicazioni, con il tasso di probabilità che vi si trovasse.

Un dossier colossale. Senza i sistemi di impianto mnemonico una documentazione del genere avrebbe richiesto qualche giorno solo per una sfogliata superficiale. Gli hanno fornito i mezzi per raggiungere la sua destinazione e gli hanno offerto supporto logistico.

Ha rifiutato quest’ultimo. Nella migliore delle ipotesi non crede di averne bisogno. Nella peggiore lo avrebbero fatto scoprire.

Sta appostato fuori dall’edificio da due giorni. Immobile nella sua bolla di forza, con le razioni base. Offre agli scanner il profilo stesso del muro a cui è appoggiato, solo di poco più avanzato.

Infine arriva.

Nascosta sotto un altro aspetto, impossibile da rilevare grazie al dispositivo criptante, ma per lui inconfondibile.

Kl’rt non ne dubita, non ha né modo né ragione di dubitarne.

La sua preda. La sua ex-moglie di convenienza. La sua amante.

Potrebbe non riconoscerla. Chi lo saprebbe? Il travestimento è perfetto.

Questo, però, è sicuramente un test.

È possibile che sappiano tutto. E lui è uno skrull.

I vecchi legami sono vecchi legami.

Ciò che importa sono le fedeltà attuali. Qualunque ne possa essere il prezzo.

Si muove con prudenza.

I sistemi di occultamento, accompagnati ai suoi poteri di invisibilità, gli permettono di avvicinarsi indisturbato.

Arriva un attimo troppo tardi per colpire, ma riesce ad entrare mentre la porta si sta richiudendo.

Il corridoio è lungo e stretto (succede spesso ai corridoi). Colpire qui vorrebbe dire farsi largo fra i cadaveri. Senza certezza di successo non ne vale la pena.

Avverte i campi di forza a frequenza variabile, difficili da disattivare anche con i suoi poteri.

Non avverte l’urgenza di immolarsi. Per ora i loro sistemi di sicurezza si sono rivelati al di sotto delle sue capacità.

Inizia un noioso, interminabile comizio sulle necessità della patria, sull’unità dell’Impero.

Kl’rt si trova a riflettere sul fatto che, pur essendo in gran parte condivisibili, nessuna di queste ragioni legittima S’byll, piuttosto che qualche altro aspirante al trono, che più o meno portano avanti rivendicazioni dello stesso tipo.

*I mesi passati con la Guardia mi hanno infettato.*

Si sorprende della problematicità che guida le sue azioni, non si era mai posto tanti problemi, ma mai aveva partecipato a così lunghe riunioni per decidere di scelte in qualche modo obbligate.

E Warlock aveva la fama di un capo rigido, che non discuteva le sue azioni con nessuno.

Gli venne da ridere. S’byll, che per essere una skrull era considerata un’illuminata, non avrebbe tollerato un “ma” da un consigliere. Neppure dal più utile.

Torniamo sempre a S’byll. Si trova dietro ad un pesante campo di forza dalle frequenze criptate che cambiano in continuazione, con una velocità impressionante.

Ma si sta tutti fermi. Kl’rt si accoccola nella sua postazione ed espande i suoi sensi.

A volte non ci si rende conto, non fino a quando non se ne fa esperienza diretta, ma la gran parte dei poteri richiede l’acquisizione di nuovi sensi.

La possibilità di proiettare e manipolare i campi di forza, ad esempio, richiede la capacità di percepire qualcosa di incorporeo e spesso invisibile ma che si comporta come un oggetto malleabile. Percepirlo, non solo concepirlo.

Kl’rt, dicevamo, espande i suoi sensi e cerca un punto per estroflettere dal campo una serie di punte e lame.

Uccidere uno skrull con delle armi da taglio è piuttosto difficile. Farlo con qualcuno che viene dall’elite militare, con il suo pesante addestramento, è ancora più difficoltoso.

Kl’rt, quindi, cerca con attenzione, accarezza con delicatezza la superficie, immaginando la forma necessaria.

Il primo colpo dovrà essere definitivo. Non avrà il tempo per un secondo.

Lo schermo è percorso da correnti sotterranee, appena percettibili anche per lui.

Se lo si altera scatta certamente un allarme, forse anche un sistema di rappresaglia.

Oltre tutto un omicidio di fronte a tutta questa gente renderebbe difficile appropriarsi del cadavere.

L’imperatore vuole vederlo. L’imperatore o il suo leccapiedi.

Meglio così, lui preferisce un confronto diretto tra guerrieri, invece che questo aggirarsi attorno da assassini.

Si muove dalla sua comoda postazione per scivolare dietro il palco, alle uscite.

Un tempo, prima della sua ultima cattività, avrebbe forse caricato a testa bassa, fidando solo nelle sue capacità.

Forse sarebbe anche riuscito ad eliminare la sua preda. Magari avrebbe anche guadagnato un’uscita senza farsi catturare o uccidere. Ma la sua percentuale di successi era bassa. Troppo bassa per qualcuno con suoi poteri.

Dopo le prime volte ha confidato troppo sulla semplice forza bruta.

Gli skrull sono, prima di ogni altra cosa, dei mutaforma, agiscono nell’ombra.

Trova un’entrata secondaria, alla quale si accede direttamente dal palco. Da li si arriva agli spogliatoi.

Muta forma, aumenta di poco lo spessore degli armadietti e si protegge dall’eventuale uso degli scanner con lo schermo di forza.

Non è facile adeguare la consistenza al metallo.

Ma è uno skrull, un mutaforma, confondersi con l’ambiente è un istinto, per lui.

L’attesa è lunga e snervante.

S’byll è sempre stata eccessivamente verbosa, soprattutto per una del suo ceto.

Finalmente avverte un’apertura nello schermo di forza, proprio in corrispondenza della porta.

La sua attesa sta dando dei frutti. Ora, in ogni caso, è il momento di colpire.

Le guardie del corpo entrano e scandagliano la stanza.

Kl’rt mantiene stabile al frequenza del campo, ogni oscillazione, in questo momento, verrebbe rilevata.

Girano, perquisiscono, il tutto in maniera rapida ma competente.

La sua bravura è superiore. Si accorge di un suono, quando battono sul suo schermo, non proprio corretto.

Trattiene il fiato (si fa per dire, gli armadietti non respirano) ma nessuno si accorge della microscopica incongruenza.

Escono.

S’byll entra nella stanza, sola. Malgrado tutto Kl’rt non può non apprezzare il suo sangue freddo e la sua determinazione.

Ma fermarsi in un posto così, seppure in un’area relativamente sicura è un atto sciocco.

Per qualche motivo Kl’rt avverte qualcosa di sbagliato in questa considerazione.

Ma basta pensare, è il momento di agire.

Il super-skrull fa cadere lo schermo difensivo della sua vittima mentre un colossale pugno roccioso in cima ad un serpentone elastico si abbatte sulla donna.

La parete viene crolla ma S’byll si è già portata fuori tiro. Mentre Kl’rt le spara contro una serie di colpi infuocati, la skrull vola fuori dallo squarcio nel muro.

Il super-skrull fa avvampare il pesante mantello che copriva la sua preda, ma non vi è più nessuno all’interno.

L’atletica figura di S’byll, fasciata da una filigrana argentea, vola fuori portata.

Intanto un lieve sfarfallio nell’aria dimostra che, auto-riparatosi, il generatore di campo di forza si è rimesso in funzione.

Kl’rt fa si e no in tempo ad intravedere tutto ciò prima che un possente colpo energetico tolga, per un istante, l’invisibilità al suo schermo. Quando riacquista la visuale la sua avversaria non è più in vista.

*La velocità è certamente dalla sua parte, ma non fino a questo punto.*

Vedere gli oggetti invisibili è un potere piuttosto utile.

Una specie di ombra umanoide si allontana in volo.

Kl’rt si infiamma e l’insegue, facendosi precedere da fiammate incandescenti.

L’aria stessa genera correnti potentissime, riscaldata in questo modo violento.

Ciò malgrado la sua avversaria guadagna, lentamente, terreno.

Cerca di raggiungere lo spazio, dove i suoi poteri possono rivaleggiare e forse superare quelli del super-skrull

S’byll, infatti, può volare nello spazio per un tempo virtualmente illimitato, mentre Kl’rt, soprattutto col supporto tecnologico minimo di cui è dotato per quella missione, soltanto per una manciata di minuti.

Ma lo spazio è lontano. Lo schermo di forza di S’byll prende vita e la trafigge numerose volte.

La donna reagisce con prontezza e i danni che riceve sono trascurabili.

Ma la sua armatura accusa il colpo. La capacità propulsiva viene sensibilmente ridotta e Kl’rt inizia a guadagnare terreno in maniera lenta ma costante.

Troppo in fretta, è evidente, perché lei speri ancora nella fuga.

S’byll se ne rende conto, quindi scarica contro il super-skrull il suo colpo più potente.

Lo schermo di forza regge a malapena, Kl’rt accusa il colpo, le sue fiamme si affievoliscono, il volo diviene incerto. Ma si riprende in fretta, troppo velocemente rispetto alle esigenze di S’byll che riesce, fortunatamente, ad evitare una scarica di lame invisibili che vengono, in qualche modo deviate dai suoi deflettori cinetici.

La sua seconda scarica, oltretutto meno potente, manca il super-skrull quasi completamente. Kl’rt scarta all’ultimo momento e reagisce, quasi in contemporanea, con una scarica fiammeggiante che prende in pieno l’ex imperatrice.

S’byll corre il rischio di rialzare lo schermo di forza, per proteggersi da questo attacco e, ancora fiammeggiante, si scaglia contro il super-skrull in un ultimo, disperato, tentativo di contrapporre i servo motori della sua armatura alla brutale forza della Cosa.

Tentativo, appunto, disperato.

Colpita in pieno dal violento pugno del super-skrull non può far altro che cadere verso il suolo.

Kl’rt osserva per un attimo la scia fiammeggiante del corpo che attraversa l’atmosfera, reso quasi immobile dalla prospettiva.

Poi parte all’inseguimento, in fondo ha bisogno del cadavere.

Mentre raggiunge l’oggetto sfavillante e lo recupera con i suoi campi di forza un altro dei suoi numerosi blocchi mentali cade.

 

 



[i] Kl’rt, il super-skrull è il protagonista della nostra storia. La sua carriera è troppo lunga per farne qui un riassunto completo. Ci basti sapere che è stato il primo skrull ad essere potenziato geneticamente (FF18). Gli furono dati i poteri dei Fantastici 4, che erano i nemici contro il quale sarebbe stato inviato. Dopo essere caduto in disgrazia per i suoi numerosi fallimenti ha riassunto un ruolo importante nella guerra civile che divide l’impero. Catturato dalla Guardia dell’Infinito è recentemente riuscito a fuggire.

[ii] Comandante supremo delle forze armate della fazione del pianeta Satriani.

[iii] Sarebbe l’Imperatrice in carica, ma durante una guerra civile questo può essere un diritto poco significativo.

Possiede il potere di “respirare” nello spazio e la capacità di restituire agli skrull il potere di mutare forma. È ritenuta responsabile della perdita di questo potere. È stata per un breve periodo moglie di Kl’rt, non sappiamo, in effetti, quale sia il loro attuale rapporto, secondo le leggi skrull.

[iv] Warren H. Craddock (qualunque sia il suo nome skrull) era una spia che fu nominata alla guida della commissione per le attività aliene degli Stati Uniti. Tentò di abbattere i Vendicatori affermando che cercavano di stabilire una base kree sulla Terra approfittando della loro alleanza con Capitan Mar-Vell (Avengers 97). Linciato dalla folla, venne catturato. È stato liberato nel numero scorso.

[v] telepate di bassa potenza che guidò un tentativo di assassinare S’byll. In seguito fu catturata sulla Terra.

[vi] Fratello più giovane di Dorrek VIII. Imprigionato come traditore per aver tentato di stabilire la pace fu il solo prigioniero a sfuggire da Klarr (Avengers annual 14). Malgrado le sue posizioni politiche siano poco apprezzate nella società skrull, sarebbe un candidato legittimo a sedere sul trono.

[vii] Guerriero scelto per rappresentare la sua specie in uno scontro uno contro l’altro contro un kree, in conseguenza del quale, per il giudizio di Uatu, sarebbe stata determinata la vittoria finale nella guerra kree skrull. (FFA18). In seguito aiutò Dezan a fuggire da Klarr.

[viii] Sotto il nome di Floyd Donahue e l’aspetto di Humphrey Bogart si cela il proprietario del Big Casinò, un casinò interstellare a forma di Zeppelin, in stile Stati Uniti anni 30.

[ix] Uno degli aspiranti al trono imperiale. Al momento ha stabilito la sua capitale su Satriani.