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X-Men: Legion 1-3, la recensione del fumetto che ha ispirato il telefilm

In occasione dell'uscita per FX della nuova serie televisiva Legion, basata sull'eponimo mutante della Marvel Comics, Panini Comics ha deciso di pubblicare in eleganti volumi cartonati quella che forse rimane la serie più importante riguardante il personaggio, quella che lo ha definito maggiormente e ne ha consacrato le enormi potenzialità narrative. Parliamo della X-Men Legacy di Simon Spurrier che nel 2013 diede una scossa non indifferente alle serie mainstream Marvel, introducendo una autorialità e un approfondimento psicologico, una dedizione alla crescita e allo sviluppo dei personaggi che si vedevano solitamente in run più ridotte e in progetti più marginali più volutamente di nicchia.

Nel corso dei 23 numeri della saga, vengono narrati i fatti relativi alle conseguenze di Scisma e della morte del Professor Xavier sul figlio David Haller, mutante dai poteri sconfinato protagonista di questa storia, che viene etichettato con il nome di Legione, per sottolineare l'esistenza di numerose personalità con poteri inimmaginabili all'interno della sua mente. Il trauma per la perdita del genitore, il rapporto mai felice con lo stesso e tutte queste problematiche di fazione, futili screzi disgreganti all'interno della comunità mutante già fortemente provata da un passato turbolento e intriso di dolore, rappresentano un'ulteriore fonte di logoramento per la psiche già frantumata del giovane, sempre attento ad evitare che i suoi poteri disintegrino la realtà. A questo si aggiunge poi una terribile profezia, un destino infausto già scritto pervade che tutta l'opera: Legione è destinato ad annientare la razza mutante e Blindfold, la giovane mutante senz'occhi innamorata del giovane, è destinata ad ucciderlo per prevenire questa sciagurata conclusione. E la paura del mutante, il suo tentativo di modificare il corso del fato, di imparare ad amare Ruth, alias civile della preveggente cieca, e di essere accettato dal mondo, sebbene la sua potenza sconvolgente, creeranno un circolo vizioso di eventi sciagurati che in un turbinio di dolore e sofferenza porteranno ad una fine agrodolce, di certo lontano dall'happy ending.

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La battaglia si svolge sue due fronti, così come l'esistenza di Heller: c'è la realtà tangibile, quella condivisa con il resto dell'universo quella popolata dai suoi amici, dal suo amore e dai suoi simili, e poi c'è la sua psiche, un fronte caotico, pericoloso oltre ogni immaginazione, labile e precario, multiplo e sfaccettato, sempre pronto a detonare, a sbarellare completamente l'equilibrio instabile in cui si trova il protagonista, scatenando una forza incontrollabile e funesta: un regno concettuale senza eguali popolato da più di duecento ego per lo più violenti e sanguinari racchiusi, si fa per dire, in una prigione fortezza, che a tratti non si capisce se è più utile per tenere a bada ciò che sta dentro nei confronti di ciò che sta fuori o viceversa.

Il bello di questa run è il dare risalto anche in circostanze assurde e titaniche ai problemi comuni e terreni come il rapporto padre figlio, la reclusione forzata, l'incomprensione, la paura e il rigetto del diverso il tutto entro un quadro clinico psicanalitico non confortante. Legione incarna le tematiche classiche che hanno reso gli X-Men una pietra miliare della letteratura a fumetti e della cultura a difesa degli emarginati, delle minoranze e della diversità, portando queste tematiche allo zenit.

Spurrier tesse una trama articolata e fortemente intrecciata, in cui ogni tassello, ogni spiraglio mostrato è di fondamentale importanza per la storia narrata ed è permesso al lettore cercare di comprendere in anticipo quali saranno le mosse dei personaggi, se si sta attenti, se si analizzano i vari passaggi. Citazioni e rimandi si sprecano, così come richiami e improvvise amplificazioni di dettagli che sembravano solo decorativi, ma che si rivelano nuclei fondanti del racconto stesso. Questo vale per le rivelazioni e le profezie che giocano un ruolo molto importante. Splendida la narrazione offerta dall'io drammatico di Heller, che con un linguaggio articolato, pensieri profondi e riflessioni mai banali, mai puramente retoriche o pseudopedagogiche, ma di grande impatto, analizza la situazione in maniera molto umana, molto vicina al lettore.

Molto interessante il fatto che i pensieri di David riecheggino nella sua mente-prigione come messaggi urlati dal gracchiare degli altoparlanti, mettendo alla berlina il suo io interiore nei confronti delle altre duecento personalità che infestano la sua psiche. Il che alimenta la frustrazione e la condizione di solitudine e di astio che viene riversato nei confronti del ragazzo dall'esterno e dall'interno, bersagliato senza sosta e in balia della disperazione, a disagio nella sua stessa mente.

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Anche all'analisi del rapporto con il padre e con la madre viene dedicato diverso spazio nel corso del racconto. Una coesistenza difficile se non totalmente inesistente quella avuta con i genitori. Xavier ha contribuito a fare da mentore a diverse generazioni di mutanti ma non è riuscito a ricoprire il ruolo di padre nei confronti del suo unico vero figlio, abbandonato per paura della sua potenza, per negligenza, sottoposto a inibizioni crudeli e comatose: ragazzini guerrieri, organizzazioni paramilitari sembrano essere la peggiore e unica eredità lasciata dal padre con cui il figliol prodigo dovrà fare i conti, mostrando la voglia di agire e prevenire minacce future, non limitarsi a reagire a danno già avvenuto come insegnato dai precetti paterni. Lo stesso vale per il rapporto con la madre, incapace di accettare il figlio e la sua immensa potenza, incapace di accettare il mondo di supereroi e supercriminali.

Una run su di un personaggio titanico, incompreso nella sua eccezionalità: una parabola discendente verso la tragica fine in cui Haller prende coscienza di se. Diversi sono i temi affrontati nel corso dell'opera: si svolge in primis un interessante dibattito sull'azione preventiva, sulla proattività, su cosa sia lecito fare in vista di un fine più grande; sull'azione e sulla rispettiva reazione, sul principio di causalità e sulle conseguenze che ne derivano, spesso impreviste, sull'amore e sui legami intensi tra le persone, che spesso forniscono ragioni per vivere là dove si fatica a trovarne; sulla vita e sulla morte, sulle prospettive da cui si osserva il mondo e sulla molteplicità d'interpretazione, sul sacrificio e sull'integrazione. Sulla psicologia della gestalt.
Una triste e disillusa titanica epopea, un dramma segnato dal fato, destinato a terminare nel peggiore dei modi, un'ode al dolore e alla solitudine e al contempo un urlo adirato contro Dio.

Dal punto di vista artistico, numerosi sono i disegnatori che accompagnano Spurrier nel corso dell'opera, da Tan Eng Huat a Jorge Molina, da Paul Davidson a Khoi Pham. Da evidenziare lo stile marcato, duro e oscuro di Huat che accompagna il lettore fino agli ultimi numeri, dove lascia spazio ad uno stile lisergico che ricorda le produzioni psichedeliche anni '60 di Steve Ditko per colori e forme surreali che si sublimano in un complesso di astrattismo, fiammate di colore, distorsioni spazio temporali, mutazioni di stile e evoluzioni folli di illustrazioni pop con una carica patetica di un'intensità spettacolare. Un epitaffio di colori e dolore incredibilmente intessuti.

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Segnaliamo anche l'ottima la traduzione di Fabio Gamberini soprattutto nel terzo volume: riesce difatti a mantenere la shakesperianità dei discorsi, la malinconica tristezza di fondo dei dialoghi intensi fornendo un ottimo adattamento italiano.

Non possiamo che consigliarvi questo gioiellino della letteratura a fumetti made in Marvel perché tuttora, a distanza di 4 anni, rimane difficile trovare un tale spessore in una produzione così vasta e mainstream del fumetto popolare.

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Con ResurrXion la Marvel riporta sulle cover degli albi una rivisitazione dei corner box

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Per chi ha avuto il piacere di trovarsi tra le mani un vecchio albo degli X-Men della Marvel Comics, o abbia anche solo visto la cover di uno dei classici numeri del franchise, sicuramente sa cosa siano i corner box, ossia quei rettangolini posizionati in alto a sinistra nella cover in cui comparivano le facce dei protagonisti mutanti delle storie narrate, o ancora venivano creati dei siparietti che potevano anche svilupparsi per diversi numeri. Una tradizione che si è persa con il tempo ma che con il nuovo evento ResurrXion, la Marvel è pronta a riportare in auge.

Non sarà esattamente come in passato però, i personaggi faranno capolino da dietro la X del titolo in questa versione riadattata dall'artista Leonard Kirk e dal colorista Michael Garland. Nella gallery in basso potete trovare tutti i corner box delle testate mutanti di aprile che apriranno l'evento della Casa delle Idee, diffusi in rete in esclusiva da CBR.

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Svelato il titolo della serie degli X-men della Fox e una prima foto del cast

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La serie mutante della FOX ha finalmente un titolo. Come rivela il tweet postato dalla produttrice esecutiva Lauren Shuler Donner, il serial si chiamerà Gifted. Oltre al messaggio, è stata diffusa anche una prima foto del cast in cui compare anche l'attore Joseph Morgan (The Originals) finora non segnalato. Potete vedere il tweet qui di seguito.

Ricordiamo che la serie segue le vicende di due genitori che scoprono di avere dei figli mutanti e per sopravvivere ad un governo ostile dovranno fuggire, trovando rifugio presso un movimento clandestino di mutanti.
Matt Nix sarà autore e produttore esecutivo della serie TV, assieme a Bryan Singer, regista del pilot, Lauren Shuler Donner, Simon Kinberg, con Jeph Loeb e Jim Chory per Marvel.
Nel cast troviamo Blair Redford come Sam, Jamie Chung come Blink, Stephen Moyer come Reed, Amy Acker come Kate Stewart, Natalie Alyn Lind come Lauren, Sean Teale come Marcos Diaz/Eclipse, Emma Dumont come Lorna Dane (aka Polaris) e Percy Hynes White come Andy.

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La Marvel svela team e cast della nuova serie mutante: ecco Astonishing X-Men

  • Pubblicato in News

Qualche giorno fa vi avevamo riportato il teaser di una nuova serie mutante Marvel in cui però la maggior parte dei personaggi era oscurata. Svelati a ritmo di due al giorni, giunge finalmente oggi non solo l'intera line-up della testata ma anche il suo titolo e il team creativo.

Charles Soule ai testi e Jim Cheung alle matite sono gli autori che si occuperanno di Astonishing X-Men a partire da giugno. Questo nuovo gruppo di X-Men vedrà al proprio interno Vecchio Logan, Arcangelo, Bishop, Fantomex, Mystique, Psylocke, Gambit e Rogue.

Di seguito, la copertina del primo numero finalmente completa.

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