Alan Moore critica i supereroi e i cinecomic
- Scritto da Raffaele Caporaso
- Pubblicato in Screen
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Alan Moore, in una recente intervista rilasciata al The Guardian, ha parlato di ciò che pensa dei supereroi, sia in ambito fumettistico che cinematografico:
“Non leggo fumetti di supereroi da quando ho finito di scrivere Watchmen. Odio i supereroi, penso siano abominevoli. Non significano più ciò che significavano prima. In origine, erano nelle mani di scrittori che avevano il compito di espandere l’immaginazione di un'audience che andava dai 9 ai 13 anni, cosa che facevano in maniera eccellente. Al giorno d’oggi, questi fumetti sono indirizzati a uomini di 30, 40, 50 o 60 anni. Qualcuno poi se n’è uscito con il termine ‘graphic novel’. Questi lettori sono legati a quel tipo di fumetto: sono semplicemente interessati a trovare un modo che continui a giustificare il loro amore continuo per Lanterna Verde o Spider-Man, senza che ciò li possa far apparire emozionalmente anormali”.
Riguardo al crescente successo dei film cosiddetti “cinecomic”, lo scrittore inglese ha aggiunto:
“C’è stato questo significativo aumento di persone dipendenti dai supereroi [fra] l’audience di dipendenti da prodotti ‘mainstream’. Non credo che i supereroi rappresentino qualcosa di buono. Penso che il fatto che oggi abbiamo adulti che vanno a vedere film come The Avengers e che apprezzino personaggi per dodicenni creati negli anni ’50 sia un segnale abbastanza allarmante”.