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Aliens: salvezza e sacrificio, recensione: Alieni d'autore

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Nel 1987 la Dark Horse, neonata casa editrice fondata da Mike Richardson e Randy Stradley che in pochi anni avrebbe fatto la storia dell’editoria indipendente, annuncia l’acquisizione dei diritti per la realizzazione di fumetti tratti dalla celeberrima saga cinematografica di Alien. Nasce così un fortunato franchise cartaceo che prosegue tutt’oggi le pubblicazioni e che, nella sua storia trentennale, ha coinvolto scrittori e disegnatori tra i più celebrati del settore, ha dato il via alla moda dei cross-over tra proprietà cinematografiche con Aliens Vs Predator e ha visto anche l’incontro dei letali xenomorfi con alcune tra le icone più importanti del mondo dei comics come Superman, Batman e Lanterna Verde. Saldapress, che da circa un anno propone in esclusiva per il nostro Paese il materiale relativo all’universo di Aliens, ha organizzato le pubblicazioni seguendo un doppio binario: da una parte le miniserie più recenti, dall’altra il recupero delle migliori proposte del passato. A questo secondo gruppo appartiene il pregevole volume dal titolo Aliens: Salvezza e Sacrificio, che propone le omonime miniserie opera di alcuni giganti del settore come Dave Gibbons, Mike Mignola, Peter Milligan e Paul Johnson, datate entrambe 1993.

Il volume si apre con Aliens: Salvation, storia apparsa dapprima in formato one-shot e successivamente serializzata in tre parti. Ai testi troviamo l’inglese Dave Gibbons, proprio il celebre illustratore di Watchmen, che da qualche anno aveva inaugurato una carriera parallela come sceneggiatore di opere non altrettanto indimenticabili, basti pensare al pur fortunato cross-over Batman Vs Predator da lui scritto per i disegni dei fratelli Adam e Andy Kubert. Alle matite un Mike Mignola in splendida forma, reduce dallo strepitoso adattamento del Bram Stoker’s Dracula di Francis Ford Coppola e che si apprestava a lanciare sul mercato la sua creazione più fortunata, Hellboy.

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Protagonista è Selkirk, uomo credente e timorato di Dio, membro dell’equipaggio dell’incrociatore spaziale Nova Maru, che viene costretto con la forza dal suo Capitano ad abbandonare la nave insieme a lui. I due naufragano su un pianeta abitato solo da specie animali, per la disperazione di un sempre più afflitto Selkirk, costretto a fare i conti con la difficoltà di sopravvivere in un ambiente ostile e con la follia crescente del Capitano, Foss. Ma ben presto scoprirà che il delirio dell’uomo è ben motivato, e che il carico mortale della Nova Maru, di cui Foss era a conoscenza, li ha raggiunti sul planetoide.  L’uomo di chiesa vedrà la sua fede e i suoi valori vacillare, quando capirà di essersi trovato al centro di interessi economici più grandi di lui e che l’unica salvezza possibile, forse, è quella dell’anima.

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Il plot di Gibbons ha un ritmo incalzante e si inserisce alla perfezione nella tradizione di Alien, mostrandone alcuni degli elementi più caratteristici: le traversie di un sopravvissuto scampato al massacro della sua comunità, la corporazione cattiva, il robot che finge di essere umano. In questo contesto l’autore inserisce, attraverso il travaglio interiore del protagonista, un interessante discorso sulla religione e su come la fede possa essere messa in dubbio dalle circostanze. In particolare, Selkirk scoprirà il vero volto del male assoluto, incarnato non dal diavolo delle scritture né tanto meno dall’alieno, quanto dai viscidi interessi commerciali della spietata Corporazione. La fama di Salvation, però, si deve soprattutto al comparto visivo, opera del sublime Mike Mignola. Ritroviamo qui tutte le peculiarità del suo tratto, che spinsero Alan Moore a definire il suo stile un “incrocio tra l’espressionismo tedesco e Jack Kirby”: la ricerca del chiaroscuro, il contrasto tra luce e ombra perfetto nei racconti di ambientazione gotica, si sposa alla perfezione anche con l’ambientazione sci-fi di questa storia.

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Di qualità ancora superiore è la storia successiva, Sacrifice, ad opera di Peter Milligan e Paul Johnson. Una vera chicca, dove la tematiche religiose accennate in Salvation vengono ulteriormente approfondite. La protagonista è Ann Mckay, naufraga su un pianeta sconosciuto del tutto simile alla Terra, che trova rifugio presso una comunità di uomini che vivono ai margini di un bosco. Ideale per l’ambientazione di una fiaba gotica nello stile dei Fratelli Grimm, il villaggio nasconde un oscuro segreto: gli abitanti, tramite un orrendo sacrificio che sconvolgerà Ann, tiene a freno la furia di un mostro assetato di sangue, temuto come una divinità malevola, che si nasconde nel bosco (all’arguzia del lettore il compito di scoprire di chi stiamo parlando). Novella Giovanna d’Arco, Ann si ribella ai disgustosi costumi della comunità e decide che un dio tiranno è un dio che deve essere ucciso: si addentrerà così nel bosco per sopprimere la feroce bestia, non prima di aver affrontato i suoi demoni interiori e un trauma del passato, a lungo dimenticato dalla donna ma riaffiorato nella sua mente dopo il suo arrivo nel villaggio.

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Piccolo pamphlet sulla natura del male, Sacrificio è uno dei prodotti migliori usciti dall’Aliens Universe a fumetti, attraversato da suggestioni letterarie colte e dalla raffinata prosa di Peter Milligan, esponente storico della british invasion. Come nella tradizione dei romanzi gotici il mostro (qui lo xenomorfo) è l’incarnazione della malvagità e dell’orrore che si annidano nell’animo umano, mentre il bosco, come simbolo onirico, è l’archetipo dantesco dell’ombra e dello smarrimento. È un ventre oscuro che inghiotte chi non riesce a sopravvivere a un percorso iniziatico e che può restituire, cambiato per sempre, chi ne è degno: Ann lo scoprirà a sue spese. A dare forma alla sceneggiatura ispirata di Milligan sono i pennelli di Paul Johnson, esponente di uno stile pittorico che era diventato piuttosto in voga in quegli anni, a seguito della forte influenza esercitata da opere come Arkham Asylum dipinta da Dave McKean. Le tavole di Johnson donano un’atmosfera da fiaba gotica e una forte suggestione evocativa allo script di Milligan, e ne costituiscono l’ideale suggello.

Saldapress porta per le prime volte sugli scaffali delle librerie Aliens: Salvezza e Sacrificio in un’edizione cartonata di pregio degna del valore di queste due opere, consegnando una double – feature imperdibile per tutti gli appassionati della saga degli xenomorfi e del buon fumetto in generale.

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Lake of Fire, recensione: Crociati contro demoni che escono dalle fottute pareti!

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Lake of Fire è una di quelle avventure che non ti aspetti. Non per chissà quale incredibile concept o sperimentazione grafica, ma per la solida, lucida ed ispirata realizzazione.
Un grande “What if?” di marvelliana memoria ma dove al posto dei supereroi abbiamo un manipolo di crociati, in piena crisi catara, che si ritrova ad affrontare la più incomprensibile delle situazioni, per quanto riguarda gli uomini del medioevo.

Nathan Fairbairn ai testi e Matt Smith alle matite ci conducono in un’ambientazione che si è vista poco o nulla sia al cinema che nei fumetti, durante le crociate europee che la chiesa mosse contro l’eresia catara. La sensazione di scansonata avventura che apre l’opera rimanda ad alcune suggestioni del fumetto franco-belga e ci riempie di una sottile ma persistente curiosità su come i nostri eroi, manipolo di coraggiosi “guerrieri di Cristo” affronteranno l’incredibile situazione.

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Si, perché quale sia la minaccia è ben chiaro dalle primissime tavole, che mette subito sulla scacchiera della vicenda una situazione da paleocontatto, dove però non sono Dei scesi sulla terra ad insegnare ai primitivi umani tecniche e virtù, quanto la mostruosità tipica della serie Alien, fuori scala, fuori dalla comprensione e che getterà nel panico e nel caos i protagonisti.
Ed è qui che Fairbairn e Smith sorprendono e mostrano di avere le idee ben chiare ed ispirate su questa storia, mostrandoci come i coraggiosi soldati visti dagli occhi del giovane cavaliere, siano più mercenari che eroi. Senza fede, senza onore e solo con una gran rabbia dentro per aver scoperto che la nobile causa altro non è che la solita causa, il potere.
Bellissima, per quanto classica, la figura di Sir Raymond, disilluso cavaliere che guiderà la compagnia verso un destino inaspettato e terribile.
Anche il tono della storia cambia e si trasforma, precipitandoci in un assedio da incubo dove il terrore regnerà sovrano, la gente morirà e morirà molto male e il coraggio sarà l’unica speranza rimasta.
A complicare ulteriormente la situazione il fanatismo dell’inquisitore mandato con la compagnia a stanare eretici e traditori della chiesa di Roma, che sfogherà su di una giovane ragazza catara le sue frustrazioni ed i suoi deliri di purificazione spirituale.

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I rimandi all’Aliens di James Cameron sono evidenti e palesi, una gradevole citazione voluta dagli autori che, soprattutto nella parte centrale, omaggia i momenti più concitati della lotta degli Space Marines contro gli xenomorfi. E proprio come loro anche i nostri cavalieri si troveranno costretti a partire verso la tana di quelle demoniache creature, verso quel biblico lago di fuoco dove dimorano i demoni e dove scopriranno una realtà molto più vasta e complessa, oltre che a ritrovare onore e coraggio.

Dal punto di vista tecnico è squisito e studiatissimo il montaggio della tavola, che rimane ben chiuso nella sua gabbia europea per esplodere sempre nel momento giusto, con ritmo e cognizione di causa. Lo stile di Smith, così ricercato nella sua classicità, risulta esaltato in questo modo potendo, nelle fasi più ricche d’azione della storia, mostrarci tutta la spettacolarità e la potenza assolutamente moderna ed efficace di cui è capace.

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Potrebbe però non piacere a tutti, abituati ormai agli ipertrofismi grafici e alle esasperazioni anche narrative che il fumetto moderno, a volte, tende a ritenere necessari per attirare pubblico e critica.
La sensazione invece è quella di un’opera amata e realizzata secondo una precisa scelta stilistica, che strizza l’occhio alle avventure di cappa e spada ma in salsa SF.
Originalissima ed inaspettata nella sua messa in scena, Lake of Fire è in realtà la prova di come si possa scrivere una storia classica e tradizionale nei suoi elementi e renderla assolutamente irresistibile e accattivante.

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Saldapress: tutto il catalogo scontato del 25%

  • Pubblicato in News

Da oggi fino al 31 luglio, i volumi Saldapress sono scontati del 25%. Li potete acquistare su Amazon o in qualsiasi libreria. Di seguito tutti i dettagli.

"FAME DI FUMETTO?
Dal 2 al 31 luglio
TUTTO IL CATALOGO SALDAPRESS con il 25% di sconto

L’estate è iniziata e, per molti, sono arrivare lunghe giornate in cui saziare la propria fame di fumetti. E, con l’estate, una grande notizia attende i lettori: dal 2 al 31 luglio sarà attiva la promo SaldaPress che permetterà di acquistare l’intero catalogo della casa editrice con il 25% di sconto.

Nella promo sono inclusi tutti gli albi e i volumi in edizione regular, comprese le novità che usciranno nel periodo promozionale.

The Walking Dead, Outcast, l’Aliens e l’Invincible Universe, i titoli targati Skybound, Aftershock e Image Comics: l’occasione è imperdibile per tutti gli amanti del fumetto di qualità.

Sono escluse dalla promo – valida su tutta la rete di vendita: fumetterie, librerie, librerie online e anche nello shop online del sito saldapress.com – le edizioni speciali e quelle limitate (ad esempio, gli albi e i volumi con variant cover).

Bisogna solo lasciarsi guidare dall’appetito e dal desiderio di ottime letture, dunque. E approfittare della promo saldaPress valida dal 2 al 31 luglio. Per entrare nel cuore dell’estate con tanti ottimi fumetti, acquistati col 25% di sconto."

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Gasolina 1: recensione: Ancora a caccia di mostri, abomini e narcotrafficanti

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Sean Mackiewicz e Niko Walter aprono le danze di questa nuova, anomala avventura di una altrettanto anomala coppia di eroi, “El Doctor y La Asasina” (il Dottore e l’Assassina), impegnati in una inquietante serie di eventi dove la criminalità si mescola a strani eventi soprannaturali e a suggestioni da complotto internazionale, per quanto ancora vaghe.
Una vicenda che parte dai campi coltivati del Sud, quella realtà quasi fuori dal tempo di un certo mondo agreste tipicamente americano ma nel contempo povero, segnato da immigrati messicani, cartelli e narcotrafficanti. Un’atmosfera che inizialmente strizza l’occhio ai tanti survival moderni, quasi a confondere e farti credere di trovarti di fronte ad un mondo di sopravvissuti dopo chissà quale catastrofe, dove non mancano una strana setta di fanatici e un eco a Stephen King ed al suo I figli del grano.

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Il pretesto di un rapimento aprirà la strada a strani ed oscuri avvenimenti, dove l’elemento soprannaturale si mischia ad una avventura nel profondo sud e al poliziesco più classico e manierista, fatto di sbirri duri e disillusi ma ancora pieni di coraggio e pericolosi boss del cartello dei narcotrafficanti.
Molta, forse troppa la carne al fuoco messa in scena dagli autori nel tentativo di disegnare un mondo oscuro e doppiamente pericoloso, fatto di malavita e orrori Lovecraftiani, situazioni da poliziesco e su tutte il percorso dei nostri eroi.

Ora, siamo consapevoli che si tratta della prima parte di una serie di avventure che sembrano trattare tematiche legate ai classici stilemi dell’horror e che ci sarà tempo per eventuali approfondimenti, ma la sensazione generale è quella che si sia voluto essere originali ad ogni costo, cercando una commistione di troppi generi e situazioni senza un vero criterio narrativo globale.
Il tutto a pesantissimo discapito, appunto, dei protagonisti. Non sappiamo chi sono, ci viene fatto intuire che sono in fuga e con un passato turbolento e violento, eppure le loro motivazioni risultano poco chiare, il loro agire sempre sicuro se non strano delle volte, come per quanto riguarda El Doctor.
La questione della setta che fa da apripista alle vicende legate alle strane creature, dovrebbe essere legata al grande villain della storia, ma rimane quasi una vicenda isolata.
Di colpo la storia vira verso un poliziesco classico, granitico e che solo verso la fine dovrebbe in qualche modo legarsi alla vicenda principale.
L’impressione generale che se ne trae è quella di storie sconnesse, slegate tra loro. Un missaggio poco riuscito perché non attento a trovare quegli elementi dei singoli generi che possano fondersi con quelli dell’altro. Una situazione tipica di tutte quelle storie che mischiano generi diversi nel tentativo di creare una situazione o un ambiente originale, ma che naufraga spesso proprio a causa di questa difficoltà. Non basta mettere uno di fianco all’altro generi e tematiche diverse, si rischia solo una pesantezza dovuta all’incedere incerto e macchinoso della vicenda.
Forse proprio perché non si è tentato una interpretazioni di questi generi, che vengono invece sbattuti in faccia al lettore al lordo dei loro stilemi più classici.

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Inevitabile il paragone di tutto questo genere di opere col paradigma dell’opera contaminata per eccellenza, quell’Alien di Ridley Scott che di fatto resuscitò il genere fanta-horror, sempre esistito, ma plasmato con la maestria del grande chef, generando quel colosso della storia del cinema che andrebbe sempre preso in considerazione quando si gioca con più generi. Alien funziona non perché mescola horror e fantascienza ma perché trova i punti di contatto tra i due reinterpretandoli e non gettandoli nel calderone senza criterio.

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Dunque un fiasco su tutta la linea? Assolutamente no, il concept è onestamente interessante, le situazioni ed i personaggi, se virati nei prossimi numeri verso la giusta direzione, potrebbero regalarci qualcosa di fresco e non nego che già così Gasolina potrebbe trovare l’apprezzamento di molti lettori.
Mackiewicz è uno sceneggiatore solido, Walter una mano veramente felice. Non possiamo che augurarci una più armoniosa gestione di questo mondo e di questi personaggi perché il potenziale per emergere c’è ed è molto interessante.
Sicuramente va data all’opera il beneficio del dubbio e della sua stessa apertura, ma se certe macchinosità, certe disarmoniche situazioni non verranno risolte sarà una grande occasione sprecata.

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