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Bedlam 1

Bedlam, fumetto creato da Nick Spencer (testi) e Riley Rossmo (disegni) è un viaggio psichedelico nella mente di un uomo che definire controverso sarebbe riduttivo.

La storia narra le vicende di Fillmore Press, un uomo morigerato e timorato di Dio, il quale ha rinunciato all’uso della violenza in maniera esemplare. Ma Fillmore Press era anche Madder Red, il più folle e spietato criminale della storia moderna, con più di duemila uccisioni all’attivo. Dieci anni fa Madder Red, all’apice della sua “carriera” di assassino psicopatico, decise di appendere coltello, machete, pistola, mitra e altri utensili “di lavoro” al chiodo, farsi catturare e mettere fine alla sua esistenza, senza però prima costringere la società a confrontarsi con i propri controsensi.
Inutile dire che il suo piano fallì, e Fillmore divenne il paziente perfetto per un processo riabilitativo, o meglio di condizionamento mentale capace di far impallidire anche i fan di Arancia Meccanica, atto a rimuovere ogni traccia di violenza dalla sua mente. Dopo un decennio, Fillmore è un uomo nuovo ed è pronto a confrontarsi nuovamente col mondo. L’esperimento sembra essere riuscito così bene che il protagonista non solo si accontenta di rigar dritto, ma dimostra anche un’irresistibile pulsione a fare del bene, mettendo le proprie innate "capacità" al servizio delle forze dell’ordine di Bedlam, disperatamente alla caccia di un nuovo serial killer estremamente abile, che sembra uccidere le sue vittime senza alcuno schema fisso. Nel cammino che porterà alla cattura dell’assassino, Fillmore sarà costretto a confrontarsi con tutta la violenza e la follia del mondo reale, elementi così speculari a quelli del suo passato come Madder Red, del quale potrebbe essere rimasta qualche traccia dentro di lui.

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In fase di sceneggiatura, Spencer si dimostra molto abile nel tessere una trama costruita su due piani temporali diversi, che si intrecciano continuamente fra loro, creando una storia estremamente dicotomica, senza però che questa perda in coerenza e fluidità. Il radicale cambiamento psicologico del protagonista si avverte bruscamente da una pagina all’altra, cosa che risulta assai apprezzabile perché riesce a dare una giusta prospettiva della insondabile complessità e profondità della psiche, specie di una tipologia umana così estrema.
Fillmore Press risulta essere un personaggio a tutto tondo, continuamente in bilico tra la sanità mentale (indotta) e la pazzia (innata). Il lettore, nell’immergersi in questa lettura, avverte un senso di piacevole confusione, che viene progressivamente dipanata nel corso della narrazione.

Inoltre, eliminando per un momento il piano psicologico dall’equazione, Bedlam risulta essere un thriller avvincente, con due villain particolarissimi e credibili nel loro modus operandi.
Allo stesso tempo, lo sceneggiatore sfrutta la sua storia per dar vita a un’attenta analisi della società moderna: l’ingerenza della politica nel lavoro della polizia, la corruzione morale della Chiesa, la criminalità organizzata che si muove silenziosa e indisturbata nei vicoli più bui delle città.
In tutto questo, è la violenza, pura e insensata, a fungere da filo rosso nel corso della narrazione, e che permea ogni poro dell’esistenza umana.

La violenza di Bedlam, va detto, è assolutamente estrema, sotto l’aspetto psicologico, verbale e fisico e ci viene proposta con grande naturalezza. Questa scelta però non è per nulla fine a se stessa, ma, anzi, serve a dipingere una realtà distopica e disincantata, ma non molto lontana da quella che ci circonda.

Nel corso della lettura, fra i vari personaggi, si fa la conoscenza de Il Primo, vigilante della città con tanto di maschera e mantello. Nelle vicissitudini che riguardano questi e il folle Madder Red, è impossibile non cogliere un chiaro quanto ironico riferimento a Batman e Joker della DC Comics, anche se qui il punto di vista narrativo ci appare rovesciato, tanto da far risultare, alla fin fine, il cattivo come la parte migliore del duo.
Madder Red è il Joker privato dei filtri che un fumetto mainstream a volte impone.

I disegni di Riley Rossmo sono perfetti per un fumetto del genere: linee dure e stilizzate, un tratto volutamente sporco, un sapiente gioco di luci e ombre conferiscono grande cupezza e gravità a un fumetto estremamente dark. Questa scelta grafica, pur non conferendo grande plasticità e realismo ai disegni, non sacrifica l’espressività dei personaggi; Rossmo infatti si concentra molto sulle mimiche facciali delle sue creazioni, in particolare su quelle del protagonista: basta aprire una pagina a caso e soffermarsi sugli occhi di Fillmore per trovare in questi dei pozzi neri dentro i quali si sprofonda in un oceano di follia.

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Da sottolineare anche un’interessante scelta dal punto di vista cromatico: in tutto il fumetto, e in particolare nelle sequenze ambientate nel passato, è il colore rosso, colore del sangue e della violenza, a fare da padrone sugli altri, molto più soffusi.
Un’ottima scelta da parte del colorista Jean-Paul Csuka, che conferisce grande carica visiva ad ogni pagina di Bedlam.

Una riga, ma anche più, va spesa, infine, per le bellissime cover di Frazer Irving, visto recentemente su Uncanny X-Men, raccolte in toto nel volume (assieme a moltissime variant): queste sono la proverbiale ciliegina sulla torta.

Bedlam è dunque un fumetto consigliato a chi ha il pelo sullo stomaco e decide di immergersi in una storia folle, violenta e senza eroi, nella quale non è detto che "i buoni" (ma esistono davvero?) riescano a spuntarla, per capire se, alla fine, “il male è in noi o in quello che facciamo”?

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Devil Dinosaur

Se amate Jack Kirby incondizionatamente potete anche saltare il resto della recensione e leggere esclusivamente quanto segue: Devil Dinosaur è un volume da prendere e mettere nella vostra libreria. Per completismo o per curiosità filologica, ma anche perché di sicuro ne apprezzerete la lettura.
Per tutti gli altri, per chi tentenna o non ha Kirby nella lista degli autori imprescindibili, allora bisogna aggiungere qualche riga in più.
Partiamo subito col dire che Devil Dinosaur è un'opera minore del Re, non solo perché meno nota di altre, ma perché un gradino, se non due, al di sotto. Ma, aggiungiamo, il "Re" è sempre il "re" anche quando è minore e Devil Dinosaur è un'opera comunque divertente e meritevole d'attenzione.

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Inquadrandola dal punto di vista storico, la serie è del 1978, ovvero l'ultimissimo periodo di Kirby alla Marvel. The King all'epoca era già una leggenda dei comics: negli anni '40 aveva co-creato Capitan America, personaggio ripreso dall'autore negli anni '60 e poi a metà '70. E, sopratutto, aveva co-cocreato l'universo Marvel con Stan Lee producendo i maggiori suoi capolavori. Insoddisfatto del riconoscimento e delle condizioni di lavoro alla Marvel, andò alla DC dove lavorò su serie sue come Il quarto mondo e Kamandi. Ma anche alla DC le cose non andarono per il verso giusto e così tornò alla Marvel dove scrisse varie serie fra cui, appunto, Capitan America & The Falcon, Gli Eterni e Devil Dinosaur. Quest'ultima era una testata nata per essere trasportata successivamente in cartone (mai realizzato, per giunta) in risposta alla serie animata di Kamandi che la DC doveva realizzare (e che, indovinate, non vide mai la luce).
Per differenziare le sue due creazioni, Kirby ambientò Devil Dinosaur nel passato (piuttosto che nel futuro). L'idea di base è molto semplice: Moon Boy e Devil Dinosaur sono un ominide e un T-Rex rosso (a causa dell'esposizione al fuoco che lo rafforzò e ne mutò il colore) legati da un forte amicizia. Esiliato dai suoi simili, Moon Boy vive con il dinosauro che difende il suo territorio dagli invasori. Numero dopo numero i due affrontano svariate minacce che vanno da feroci dinosauri e bande di ominidi rivali a pericolosi giganti, invasori alieni e stregoni.

Nonostante trame semplici e un'elevata linearità nell'intreccio narrativo, la serie si dimostra divertente da seguire e, numero dopo numero, in netto crescendo. Se infatti i primi episodi sono quasi basilari nella loro genuina semplicità, nella saga centrale con gli invasori alieni (rimando chiaro a 2001: Odissea nello spazio ed altre opere fantascientifiche del periodo) si notano qua e là le zampate d'autore del Re che riesce a stregare il lettore grazie alla sua enorme fantasia, creando un affresco comunque affascinante.

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Devil Dinosaur chiuderà dopo soli nove numeri portando all'epilogo finale anche la collaborazione fra Kirby e la Marvel. Lo stile del Re è ormai distante dalla sensibilità del periodo e in generale le sue testate non hanno il successo sperato. Un peccato perché a distanza di anni la serie resta godibile e sarebbe stato interessante vederne lo sviluppo contando anche su una continuity che, pian piano, l'autore stava creando grazie a personaggi che, non dubitiamo, sarebbero ritornati presto.

L'omnibus Panini è, come da tradizione, elegante e ben realizzato. Fedele all'edizione americana presenta come ulteriore chicca gli editoriali originali a chiusura di ogni singolo albo, scritti dallo stesso Kirby, con tanto di lettere dei lettori. Di sicuro un motivo in più per valutarne l'acquisto.

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