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The Terrifics 1-2, recensione: ovvero, il simbolo del fallimento della The New Age of Heroes

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Sebbene il concetto di universo parallelo non fosse una vera e propria novità (si parlava già di qualcosa di simile nel numero 59 di Wonder Woman, uscito nel maggio del 1953), è solo nel settembre del 1961 che il Multiverso DC viene reso ufficiale, con la pubblicazione della storica storia “Flash dei due mondi”, opera di due colonne portanti dell’editore americano come Gardner Fox e Carmine Infantino. Quell’espediente narrativo servì per recuperare numerosi personaggi della Golden Age (il periodo che convenzionalmente viene fatto iniziare nel 1938, anno di uscita di Action Comics 1, fino ai primi anni Cinquanta), finiti nel frattempo nel limbo, dopo che nel 1956, con il debutto di Barry Allen come nuovo Flash, era iniziata la Silver Age, il primo “reboot” della storia del fumetto americano.

Presto, però, agli autori dell’epoca, le cose sfuggirono di mano e, con la scusa delle terre parallele, la DC ne approfittò per inserire nel suo universo narrativo, non solo altre versioni dei suoi eroi di punta, ma anche tutti quei personaggi di altri editori, di cui la casa editrice di Superman e Batman aveva acquisito, nel frattempo, i diritti di pubblicazione (di questi, l’esempio più noto è probabilmente Shazam, ovvero l’originale Capitan Marvel). Il continuo ricorrere a universi alternativi o a terre parallele, però, alla lunga generò parecchie incoerenze nei contenuti delle varie serie e un sacco di confusione nei lettori, tanto che, complice anche una forte crisi di vendite che colpì la DC sul finire degli anni Settanta, nel 1985 Marv Wolfman e George Pérez, cercarono di ridare lustro ai personaggi dell’editore newyorkese e, nello stesso tempo, a riportare un po’ di ordine nel suo multiverso con la monumentale maxiserie Crisi sulle Terre Infinite (di fatto un azzeramento della continuity). Ma, visto che, evidentemente, in casa DC non imparano mai dai propri errori, negli ultimi anni dopo l’ennesimo tentativo di reboot (il fallimentare evento conosciuto come The New 52), non solo si è deciso di ritornare alla continuity seguita all’opera di Wolfman e Pérez, ma anche di integrare in essa i personaggi di Watchmen e della linea America’s Best Comics (che, come è noto, sono tutte creazioni di Alan Moore).

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Come se già questo non fosse sufficiente, ecco che, quasi in contemporanea, Scott Snyder, attraverso la miniserie Dark Nights: Metal, si è inventato anche il Multiverso Oscuro, cioè un intero nuovo multiverso, parallelo a quello “classico” della DC, che, oltre a prevedibili complicazioni narrative difficili da gestire, ha portato alla nascita della nuova linea editoriale The New Age of Heroes, la quale, assieme alla presentazione di collane nuove di zecca, avrebbe dovuto rilanciare alcuni eroi secondari dell’editore newyorkese, procedere alla (molto discutibile) integrazione dei protagonisti dell’etichetta America’s Best Comics, di cui abbiamo accennato in precedenza, e consolidare quella di personaggi acquisiti da altre case editrici, non ancora portata a compimento per intero (uno su tutti, Plastic Man).

Tra le serie di questa nuova linea, The Terrifics (di cui la Lion, per il momento, ha pubblicato i primi otto episodi in due agili volumetti brossurati) è subito apparsa come una delle più interessanti, se non altro per il team creativo in gioco, che vede Jeff Lemire ai testi e Ivan Reis ai disegni.
Nel primo episodio, ricollegandosi direttamente alle vicende di Metal, Michael Holt (alias Mr. Terrific) si reca presso l’abitazione del magnate Simon Stagg, per investigare su alcuni esperimenti, che sembrano utilizzare le tecnologie sottratte alla Terrifictech, di proprietà di Holt, mentre quest’ultimo era impegnato a scoprire i misteri del multiverso oscuro. Mr. Terrific si rende subito conto che Stagg, grazie ai poteri elementali di Metamorpho, è riuscito ad aprire un portale proprio verso quel multiverso, senza, però, essere in grado di controllarne l’energia oscura. È solo grazie all’intervento di Holt, e al fondamentale aiuto di Plastic Man, che tutto si risolve senza conseguenze apparenti, anche se, durante il loro breve viaggio interdimensionale, Mr. Terrific, Metamorpho e Plastic Man, prima si imbattono in un’adolescente intangibile, che sostiene di chiamarsi Linnya Wazzo (quindi un’antenata della Phantom Girl della Legione dei Super-Eroi), e successivamente riescono a recuperare il messaggio olografico di un certo Tom Strong, che li avverte di un pericolo incombente, che potrebbe mettere a rischio tutto l’universo.

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Per quanto il nome di Jeff Lemire possa risultare una forte attrattiva per il lettore, visto l’altissimo livello di parecchie delle sue opere, esso - purtroppo - non è sempre garanzia di qualità. Troppe volte, infatti, soprattutto nei lavori su commissione, come gran parte di quelli per Marvel e DC, il cartoonist canadese ha deluso fortemente le aspettative. A questa categoria appartiene anche The Terrifics, dove l’autore di Black Hammer e Gideon Falls sembra l’ombra di sé stesso. La trama di fondo di questi primi otto numeri è di una banalità sconcertante: per quanto gli spunti interessanti non siano pochi (tra cui l’evidente similitudine del gruppo con i Fantastici Quattro della Marvel o proprio la scoperta dell’esistenza del mondo di Tom Strong), tutto viene portato avanti con soluzioni narrative troppo scontate (alcuni episodi sono al limite del “fill-in”, e il collegamento alla storia principale avviene con motivazioni alquanto pretestuose) e “trovate” parecchio discutibili (la spiegazione del perché i quattro protagonisti non possono allontanarsi l’uno dall’altro, per esempio, non fa onore alla grande inventiva che Lemire ha mostrato in altre occasioni). Non solo, anche la qualità dei dialoghi lascia molto a desiderare, con il risultato di rendere la lettura poco accattivante, nonostante l’autore canadese non lesini affatto nell’utilizzo di cliffhanger di vario tipo.

A tutto questo, bisogna aggiungere una caratterizzazione dei personaggi ai minimi termini, dove si distinguono in negativo Mr. Terrific, troppo spesso arrogante e poco carismatico (e dire che Michael Holt, con il suo passato segnato da una pesante tragedia familiare, avrebbe, al contrario, delle potenzialità enormi. Un tema che, invece, Lemire affronta di rado e in maniera poco convincente), e, soprattutto, Phantom Girl, tratteggiata, incomprensibilmente, come una teen-ager frivola e svampita, che recupera un po’ di spessore solo nei momenti in cui viene fatta emergere la nostalgia per i suoi genitori. Quello che voleva essere un omaggio a una delle eroine più importanti della Legione dei Super-Eroi, diventa, così, una malriuscita operazione di ret-con, tanto che i fan della Phantom Girl originale faranno fatica ad accostare la trisavola di Tinya Wazzo all’eroina complessa e matura, in cui si è evoluta, negli anni, la sua pronipote.

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Il gruppo, infine, è anche male assortito: capiamo che poter disporre di un personaggio come Plastic Man possa garantire momenti leggeri e divertenti (almeno teoricamente, visto che di frequente le sue battute sono ridicole e i suoi battibecchi con Metamorpho, spesso inseriti con il solo scopo di utilizzare tutti i cliché associabili ai Fab Four appaiono forzati o del tutto insensati, e neanche lontanamente paragonabili agli analoghi intermezzi tra la Torcia Umana e la Cosa), ma se il lettore ogni tanto arriva a sorridere è solo perché il disegnatore di turno riesce a fargli assumere le forme più strane e disparate. I suoi poteri, tuttavia, da un lato mostrano non poche somiglianze con quelli di Metamorpho (che, lo ricordiamo, oltre a far cambiare stato fisico al suo corpo o a trasformarsi in qualsiasi elemento chimico, è in grado di allungarsi a piacimento e di aumentare le sue dimensioni), con la conseguenza di rendere la trama un po’ ripetitiva, dall’altro sono troppo “cartooneschi”. Plastic Man, infatti, fin dal suo esordio, è sempre stato un supereroe sui generis, dove la componente umoristica ha sempre avuto un grosso peso. Ideato dal grande Jack Cole agli inizi degli anni Quaranta per la Quality Comics, l’alter ego di Patrick O’Brian voleva essere più una parodia degli eroi in calzamaglia, che un paladino della giustizia tutto d’un pezzo. Integrarlo nella continuity DC senza grossi stravolgimenti si sta rivelando un’impresa piuttosto ardua, e, a giudicare da questi primi numeri, neanche Lemire sembra esserci riuscito (solo Grant Morrison, durante la sua gestione della Justice League, alla fine degli anni Novanta, sembrò aver trovato un compromesso per far interagire il personaggio con gli altri eroi della DC, senza modificarne eccessivamente le caratteristiche). Quindi, seguendo lo stesso ragionamento, proprio non capiamo, la necessità di voler inserire anche Tom Strong nello stesso universo di Superman e soci. Alan Moore aveva concepito il personaggio come un incrocio tra Tarzan e Doc Savage, in omaggio alla letteratura pulp degli anni Trenta, per cui il rischio di snaturarlo parzialmente, per farlo agire in scenari che non gli appartengono, è molto alto (a volte abbiamo pensato che l’atteggiamento di Moore nei confronti dei colleghi chiamati a dare un seguito alle sue opere, o nei giudizi sui film tratti dalle stesse, fosse un po’ troppo altezzoso. In questo caso, però, le decisioni dei vertici della DC sembrano proprio fatte apposta per indispettire il bardo di Northampton).

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Per quanto riguarda il comparto grafico, è un po’ difficile dare un giudizio univoco. Il bravissimo Ivan Reis, infatti, rimane come disegnatore solo fino al secondo episodio, per poi essere sostituito da Joe Bennett, Doc Shaner e Dale Eaglesham, nessuno dei quali (soprattutto il legnoso Eaglesham), riesce ad avvicinarsi al dinamismo delle tavole iper-dettagliate del cartoonist brasiliano. Inutile dire che una simile mescolanza di stili, estremamente diversi tra loro, non induce il lettore occasionale ad affezionarsi alla serie.

A poco più di un anno dal suo esordio, la linea The New Age of Heroes si è rivelata un clamoroso insuccesso commerciale e delle otto collane che ne facevano parte, The Terrifics è, al momento, l’unica sopravvissuta. Ma l’abbandono di Lemire con il numero 14 (ulteriore segnale dello scarso interesse dell’autore canadese verso la serie), ne ha - probabilmente - segnato il destino.

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Immortal Men di James Tynion IV & Jim Lee arriverà ad aprile

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Uscirà finalmente l'11 aprile Immortal Men #1, della linea New Age of DC Heroes, realizzato da James Tynion IV e Jim Lee. L'albo, era stato inizialmente annunciato per aprile 2017, in seguito posticipato al 6 dicembre dello stesso anno, per poi essere destinato, insieme all'intera linea editoriale, al 2018, per un uscita prevista il 14 marzo.

Non è stata fornita alcuna spiegazione per questo ulteriore slittamento, il sospetto cade sulla ragione per cui Jim Lee è stato incaricato di disegnare la storia di Brian Michael Bendis per Action Comics #1000 in uscita proprio nel mese di aprile.

Di seguito, la sinossi ufficiale:
Immortal Men #1
Testi di da James Tynion IV, disegni e cover di Jim Lee e Scott Williams
“The end of forever" part one
“C'è una storia segreta dell'Universo DC, riguarda eroi che hanno protetto l'umanità dall'ombra sin dall'alba dei tempi... e che possono vivere per sempre. Gli Immortal Men! La squadra, guidata dall'Uomo Immortale, ha intrapreso una guerra segreta contro la House of Conquest per innumerevoli anni, ma Conquest ha inferto un colpo devastante. Quando la loro base operativa, nota come Campus, viene selvaggiamente attaccata, gli Immortal Men devono cercare la loro ultima speranza, un metaumano noto come Caden Park! I poteri ancora acerbi di Caden potrebbero essere in grado di assicurare la sopravvivenza degli Immortal Men - ma Conquest arriverà per prima da lui?".

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(Via Newsarama)

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NYCC17: le news DC Comics

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Dal New York Comic Con arrivano interessanti news relative alla DC Comics. Già in mattinata vi avevamo informati del rilancio della Vertigo previsto per agosto 2018, del rilancio dei personaggi Milestone e di Grant Morrison che affiancherà Dan DiDio nella scrittura di Sideways.
Andiamo, ora, a vedere quali sono state le altre novità annunciate.

- Jim Lee e Dan Didio hanno in pratica annunciato la fine dell'era Rebirth e l'avvento della New Age of DC Heroes, denominata in precedenza Dark Matter, e che seguirà l'evento Dark Nights: Metal.
The New Age of DC Heroes è “tutto quello che rende grandi i fumetti, non solo i nostri ma tutti i fumetti” ha dichiarato DiDio. “Questo è il modo migliore per costruire e sviluppare la diversità nell'universo DC Comics, tutti questi albi saranno un ottimo modo per i lettori che vorranno riprendere i fumetti senza rimanere isolati dalla continuity principale".

- Nella gallery in basso potete vedere un po' di immagini diffuse relative a Batman Lost, Batman The Devastator, Batman the Drowned, Batman Who Laughs, The Flash #33 (prima parte del crossover Bats Out of Hell), Hawkman Found #1 e le cover dei #1 di The Immortals, The Silencer, The Terrifics e Sideways #1.

- Geoff Johns ha dichiarato che Doomsday Clock, crossover tra Watchmen e il DC Universe disegnato da Gary Frank, è da considerarsi il sequel di Watchmen.

- Nella serie The Terrifics di Jeff Lemire, Ivan Reis ed Evan Shaner, di cui vi avevamo parlato già qui, oltre ai già annunciati Mister Terrific, Plastic Man, Phantom Girl e Metamorpho, si uniranno Tom Strong e la sua famiglia, la moglie Dhalua, la figlia Tesla e i loro alleati, il robot Pneuman e il gorilla King Solomon. I personaggi di Alan Moore e Chris Sprouse, nati per l'etichetta Wildstorm America’s Best Comics nel 1999 entreranno, dunque, a far parte dell'universo DC Comics.

- La DC Comics ha intenzione di celebrare degnamente il numero 1000 di Action Comics, che coinciderà con gli 80 anni di Superman. L'albo uscirà il prossimo aprile e verrà anticipato da un volume celebrativo che rivisiterà i momenti più importanti della testata con storie classiche e articoli critici oltre che a una storia inedita degli anni '40 di Jerry Siegel e Joe Shuster e un poster che comprende tutte le 1000 copertine della testata.
L'albo #1000, invece, avrà un numero maggiore di pagine rispetto al solito e sarà scritto da Pete Tomasi e Dan Jurgens e disegnato da diversi artisti, Ci sarà anche una storia di Superman ad opera di Geoff Johns e Richard Donner.

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