Menu

Crossed Deluxe 1, recensione: la fine del mondo secondo Garth Ennis

 crossed 0

Tra tutti gli esponenti della British Invasion che travolse il fumetto americano tra gli anni ’80 e ’90, la palma del più irriverente e sovversivo va sicuramente a Garth Ennis. Mentre Alan Moore, Neil Gaiman, Grant Morrison, Jamie Delano, Peter Milligan e gli altri terribili ragazzi inglesi operavano una raffinata decostruzione del media fumetto arricchendolo di qualità letteraria, Ennis lo prendeva letteralmente d’assalto con massicce dosi di humor nero, violenza e satira sociale e religiosa. Opere come Preacher, Hellblazer, Hitman realizzate per la DC Comics e il lungo ciclo di Punisher scritto per la Marvel hanno lasciato il segno, cementando la reputazione di Ennis come autore tra i più iconoclasti del settore. Ma il suo lavoro più scioccante e provocatorio doveva ancora arrivare. Nel 2008 la Avatar Press, casa editrice indipendente nota per aver calcato la moda delle bad girl negli anni ’90 e per essersi specializzata in seguito nell’horror attirando firme prestigiose come Alan Moore, Warren Ellis e lo stesso Garth Ennis, da alle stampe Crossed, una miniserie composta da prologo e da 10 capitoli, con la quale lo scrittore nord-irlandese firma la sua opera più sconvolgente.

crossed 1

Crossed ha una struttura da tipico survival horror, il sottogenere probabilmente più frequentato dalla fiction di questo primo scorcio di millennio. Nel momento in cui l’opera di Ennis raggiunge gli scaffali delle fumetterie americane, The Walking Dead si colloca stabilmente sul podio delle serie più vendute e da lì a breve genererà una serie tv di grandissimo successo. Pur condividendone la struttura di massima, Crossed si discosta però di molto dal classico racconto a tema apocalisse zombie. Il plot e il suo incipit sono quanto di più abusato ci possa essere: un misterioso contagio si è propagato in tutto il globo, causando in breve tempo il collasso del mondo civilizzato e delle sue istituzioni. Ma l’epidemia che sta devastando l’umanità non trasforma le persone in morti viventi, bensì in sadici assassini. È come se il morbo da cui sono infetti li liberasse di qualsiasi freno inibitore, consentendogli così di lasciarsi andare a qualsivoglia sorta di efferatezza: stupri, omicidi, cannibalismo e altre oscenità da cui sembrano trarre un gran godimento. Gli “scrociati” (liberamente tradotto dall’inglese crossed) si muovono in branco e uccidono in modo truculento chiunque gli capiti sotto tiro; quando non ci sono vittime sacrificali nei paraggi, non è escluso che si massacrino tra di loro. La cosa più inquietante è che che gli scrociati, così ribattezzati a causa della piaga a forma di croce che il virus gli fa comparire sul viso, non hanno perso del tutto le loro facoltà intellettive, mentre il gusto per la perversione risulta amplificato fino a sfociare in una diabolica furia omicida che sembra divertirli molto.

crossed 2

La storia segue un gruppo di sopravvissuti, il cui primo nucleo si forma all’esterno di una tavola calda di una cittadina americana di provincia, dentro la quale si è consumato all’improvviso un massacro senza senso. I superstiti ci mettono molto poco a capire che è successo qualcosa di terribile, che non è circoscritto alla macabra circostanza di cui sono testimoni. Organizzatosi intorno alle figure del pacato Stan e delle determinata Cindy, ragazza madre dotata di leadership e carisma, il gruppo decide di dirigersi verso il nord del paese, verso lande disabitate dove sperano di non incontrare gruppi di scrociati. Inutile dire che non sarà così, e capitolo dopo capitolo il numero di componenti della comitiva si assottiglierà sempre di più, in un crescendo di tensione e di scene di violenza estrema, a tratti difficilmente sostenibile.

Servendosi di un genere provocatorio e sovversivo come lo splatterpunk, con Crossed Ennis porta alle estreme conseguenze uno dei temi tipici della sua produzione, ovvero la denuncia dell’ipocrisia di una società governata dalla violenza, nonostante le apparenze. Gli scrociati solo la rappresentazione di un’umanità privata di etica e di qualsiasi compassione, quello che potremmo diventare se rinunciassimo ad aderire a regole e convenzioni sociali, se la nostra moralità e la nostra coscienza venissero inghiottite dalle tenebre. Ma l’autore non è tenero neanche con il gruppo di sopravvissuti, ritratti non certo come eroe ma come individui abbrutiti disposti a tutto pur di sopravvivere, anche ad abbandonare quel che resta della loro umanità. Esemplare in tal senso la sequenza che illustra l’incontro con il gruppo di orfani, il passaggio chiave dell’intero volume che non spoileriamo ma che è lo specchio dell’abisso in cui precipitano i protagonisti. Crossed è quindi un’opera con un messaggio? Forse si o forse no. Quello che è certo è che non deluderà gli estimatori dell’horror tout-court.

crossed 3

Ennis è un maestro nell’usare la suspense, che esplode puntualmente in scene di violenza brutale sapientemente messa in scena da Jacen Burrows. L’artista, specialista del genere, rappresenta l’orrore senza lasciare nulla all’immaginazione. Un repertorio di nefandezze raccomandato solo agli stomaci forti, ma che centra l’obiettivo di scioccare il lettore. La linea chiara delle matite, abbinata ad una palette di colori luminosa, accentua l’effetto sconvolgente delle immagini.
Panini Comics raccoglie il primo ciclo di Crossed, abbinato allo spin-off Crossed: Badlands sempre firmato dagli stessi autori, in un poderoso volume deluxe che ci sentiamo di sconsigliare alle anime particolarmente sensibili.

Leggi tutto...

Primo sguardo a Punisher: Soviet #1 di Garth Ennis e Jacen Burrows

  • Pubblicato in News

Appena ieri vi abbiamo parlato del ritorno di Garth Ennis sul Punitore con due nuove miniserie: Soviet, disegnata da Jacen Burrows e Get Fury, illustrata da Goran Parlov.

In Punisher: Soviet Frank Castle affronta l'ira della mala russa quando dodici malavitosi finiscono morti ai suoi piedi - ma non è stato lui a premere il grilletto. Castle sembra avere ora un alleato che potrebbe capire le sue motivazioni. Sul suo amore per il personaggio, Ennis afferma: "C'è una brillante semplicità in Frank. Non cambia mai - in un mondo in continua evoluzione e in evoluzione, rimane risolutamente se stesso."

Punisher: Soviet uscirà il prossimo novembre e la Marvel ha diffuso le prime tavole del numero 1. Potete vederle nella gallery in basso.

Leggi tutto...

Garth Ennis è al lavoro su due nuove miniserie di Punisher

  • Pubblicato in News

Garth Ennis ha annunciato che è al lavoro su due nuove serie limitate con protagonista il Punitore per la Marvel, come riportato in un'intervista rilasciata al sito del Lakes International Comic Art Festival.

"Ho due miniserie di Punisher in arrivo: Soviet, disegnata da Jacen Burrows, in uscita a novembre, e Get Fury, con le matite di Goran Parlov, prevista per il prossimo anno."

Questa sarebbe la prima opera di Ennis con Burrows alla Marvel, dopo i lavori con la Avatar su 303, Chronicles of Wormwood e Crossed. Parlov, invecem ha lavorato a lungo con Ennis alla Marvel su Punisher, Punisher MAX: The Platoon e Fury Max.

Leggi tutto...

Moon Knight 2, fasi: recensione: Pazzo e felice di esserlo

MNOWI068ISBN 0

Tra tutti i personaggi “urbani” che affollano il ricco catalogo di Marvel Comics, Moon Knight è certamente quello che ha ispirato nell’ultimo decennio alcuni tra i più talentuosi scrittori del settore. Il motivo è facilmente rintracciabile nelle caratteristiche più peculiari del personaggio, conferitegli fin dal suo debutto dal creatore Doug Moench, prima tra tutte il disturbo dissociativo dell’identità da cui è affetto. La possibilità di entrare nella psiche di un personaggio così affascinante e complesso ha solleticato la creatività di autori come Brian Micheal Bendis, Warren Ellis e Jeff Lemire, che in tempi recenti ne hanno proposto le rispettive e apprezzatissime versioni.

Arrivato il momento di rilanciare il Cavaliere Lunare nell’ambito dell’iniziativa Marvel Legacy, la Casa delle Idee si è rivolta a Max Bemis. Conosciuto finora come autore del cult Foolkiller, in cui ha ripreso il personaggio dell’ Insanicida nato quasi quattro decadi or sono sulle pagine di Amazing Spider-Man, e per serie indipendenti come Evil Empire per BOOM! Studios e Crossed: Badlands per Avatar Press, Bemis conduce anche una carriera parallela come front-man del gruppo rock Say Anithing. Ma il vero motivo per cui lo scrittore sembra essere nato apposta per scrivere le avventure di Marc Spector viene direttamente dalla sua biografia: ironia del caso, Bemis è affetto da disturbo bipolare.

moon-kinght-2-1

Il primo volume della sua gestione di Moon Knight, La follia è di famiglia, è uscito per Panini Comics lo scorso inverno lasciando un’ottima impressione. Avevamo trovato uno Marc Spector finalmente pacificato dopo i travagli visti nella precedente run di Lemire, conscio di soffrire di disturbo della personalità multipla ma ormai a suo agio nella sua condizione. Bemis aveva introdotto novità importanti nella mitologia del Cavaliere Lunare, come il debutto di due riuscite nemesi: il telepate Verità e soprattutto Sun King, l’avatar in terra del dio del sole egizio Ra, destinato a scontrarsi con Moon Knight, campione del dio della luna, Khonshu. Sun King è il riflesso oscuro del Cavaliere Lunare, l’avversario definitivo, quello che Venom rappresenta per Spider-Man o Sabretooth per Wolverine. Come se non bastasse, lo scrittore sgancia una bomba atomica che cambia per sempre lo status quo di Marc Spector: veniamo infatti a sapere che ha concepito una figlia col suo grande amore Marlene Arlaune… a sua insaputa! Pur non avendo sue notizie da anni, Marc aveva continuato a frequentare Marlene nei panni della sua personalità più spregiudicata, il tassista Jake Lockley, e i due avevano avuto una bambina, della cui esistenza Marc era rimasto all’oscuro. Il tutto condito dal ritorno del mercenario Bushman, primo avversario di Moon Knight e responsabile della sua nascita. Così si chiudeva la prima sequenza di storie ideata da un Bemis in grandissima forma, animato da una verve irriverente tradotta graficamente dal suo ottimo partner alle matite, il Jacen Burrows di Providence, qui al suo debutto in Marvel. Dotato di un tratto muscolare ma venato d’ironia, soprattutto nell’espressività conferita ai volti, Burrows eccelle nel mettere in scena situazioni grottesche e si propone come erede del grande e compianto Steve Dillon.

Con questi presupposti, c’era grande curiosità per l’uscita del secondo volume del Moon Knight di Max Bemis, intitolato Fasi, che conclude il ciclo dello scrittore. Purtroppo, le attese non sono state completamente soddisfatte.

moon-kinght-2-2

Nella prima storia, disegnata dall’ospite speciale Ty Templeton, Bemis realizza un’importante operazione di retcon, raccontando il trauma alla base del disturbo di Marc. Non sveleremo qui di cosa si tratta, per non rovinare il gusto di un’eventuale lettura, ma diremo solamente che il ritorno di una minaccia del passato di Spector è l’architrave su cui poggia tutto questo secondo ciclo di storie e che serve soprattutto ad introdurre la Societé Des Sadiques, associazione segreta di criminali spietati ma dalle motivazioni alquanto evanescenti. Altra minaccia che il Cavaliere Lunare si troverà ad affrontare sarà quella del Collettivo, esperimento scientifico finito male, volto a fondere in un unico organismo le menti di molteplici individui. Si tratta di un escamotage
narrativo funzionale ad una svolta della serie verso un registro surrealista, che però non viene adeguatamente supportato dalla sceneggiatura di Bemis. Il punto di riferimento dello sceneggiatore sembra essere l’opera di Grant Morrison, soprattutto gli excursus più sperimentali come Doom Patrol, ma il confronto con il capolavoro dello sceneggiatore scozzese è tutto a svantaggio di Bemis.

Sul piano grafico, il secondo volume mantiene comunque gli ottimi standard del precedente. A Burrows, che rimane l’artista più rappresentativo dell’intero ciclo, si unisce il britannico Paul Davidson, noto soprattutto per aver illustrato le storie di un altro personaggio Marvel alle prese con disturbi mentali, il mutante Legione, figlio del Professor Xavier. Già in quell’occasione l’artista inglese aveva rivelato tutto il suo talento per l’ideazione di tavole dalle atmosfere psichedeliche e lisergiche, situazioni predilette che vengono proposte anche in questo volume di Moon Knight. Soprattutto nella storyline dedicata al Collettivo, Davidson si sbizzarrisce realizzando splash-pages cariche di momenti onirici e gusto per l’assurdo.

moon-kinght-2-3

Nonostante l’ottima prova di Davidson, Templeton e del rientrante (anche se per poche pagine) Burrows, il secondo volume del Moon Knight di Bemis è nettamente inferiore al precedente, pieno invece di trovate ed intuizione felici. Al contrario, in questa seconda uscita ci sono molte cose che non convincono fino in fondo, prime tra tutte le motivazioni del villain principale, che si risolvono in un piano fumoso ed arzigogolato dai risvolti narrativamente deludenti. Inoltre, non viene adeguatamente ripresa la trama inerente Diatrice, la figlia di Marc la cui presenza rimane marginale per tutta la durata del volume. Un vero peccato, considerato l’inizio al fulmicotone che Bemis aveva saputo imprimere alla sua run. Un ciclo di storie che ha fornito comunque contributi importanti alla mitologia del personaggio, e che non mancheranno di essere ripresi dai futuri narratori delle vicende di Marc Spector.

Panini Comics raccoglie il secondo e conclusivo ciclo del Moon Knight di Max Bemis in un corposo tomo cartonato, arricchito dalle belle copertine di Becky Cloonan realizzate per la serie originale. Da segnalare anche la presenza di una celebre guest-star al tavolo da disegno: il grande Bill Sienkiewicz, seppure con un’unica tavola, torna a disegnare il personaggio che lanciò la sua carriera nel lontano 1980, realizzando la pagina conclusiva del numero 200 che chiude il volume.

 

Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS