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Eternity 1 e 2, recensione: la rivoluzione elegante di Bilotta made in Bonelli

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Quando nel corso del 2018 la Sergio Bonelli Editore inaugurò la linea Audace, la decisione sembrò a molti l’inevitabile punto di arrivo di un percorso che la casa editrice di Tex e Zagor era parsa voler intraprendere più volte in passato. I tempi non erano ancora maturi, ma la monumentale Storia del West, raccontata all’interno della Collana Rodeo a partire dalla fine degli anni Sessanta o la testata dedicata a Ken Parker nella seconda metà dei Settanta già testimoniavano l’intenzione di Via Buonarroti di avventurarsi verso altre direzioni, che non fossero quelle del semplice fumetto popolare. In più, all’incirca nello stesso periodo, venne data alle stampe la prestigiosa collana Un uomo un’avventura e Sergio Bonelli non fece mancare il suo sostegno a riviste d’autore come Orient Express. Senza dimenticare che anche Dylan Dog al suo esordio fu considerato un progetto quasi rivoluzionario, tanto da far storcere il naso ai fan storici dell’editore.
Ora, dopo cinque anni di proposte alquanto variegate e il riassetto dei propri piani editoriali (vedi, tra le altre cose, l’iniziale e comprensibile scelta di non voler rinunciare all’edicola), l’etichetta sembra avere definitivamente intrapreso la strada delle fumetterie e delle librerie generaliste, forte dello spazio sempre maggiore riservato da queste ultime alla letteratura disegnata. E se alcuni titoli come Nero e La Divina Congrega seguitano a guardare a un pubblico più mainstream, una serie come Eternity si propone, invece, di catturare l’interesse di tutti quei lettori che cercano nel fumetto qualcosa che vada oltre la semplice evasione.

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Scritta da Alessandro Bilotta, un autore che, dopo averci regalato personaggi a dir poco insoliti (Mercurio Loi e Gli Uomini della Settimana su tutti), continua a sorprenderci per l’originalità delle sue scelte, Eternity ha per protagonista Alceste Santacroce, un gossipparo di professione, firma di punta della rivista scandalistica L’infinito. Nel suo girovagare per le strade di Roma - o meglio, di quella che dovrebbe essere Roma, dato che la mirabile fusione che compare nel fumetto tra l’ammaliante città ritratta da Paolo Sorrentino ne La grande bellezza e i magici scenari felliniani de La dolce vita, ha poco a che fare con la problematica metropoli di oggi - o nel suo presenziare agli eventi mondani più importanti, Sant’Alceste (lo pseudonimo dietro il quale si nasconde il personaggio nei suoi articoli) osserva con curiosità la realtà che gli sta attorno, affascinato da un’umanità instancabilmente dedita all’inconsistenza e alla superficialità,  ma anche fonte inesauribile di quegli “scoop” necessari a mantenere il suo stile di vita leggero e disimpegnato. Nei due volumi già arrivati in libreria (entrambi caratterizzati da titoli volutamente nonsense) facciamo la conoscenza di figure grottesche, surreali, stereotipate fino alla caricatura, tra cui - prendendo in considerazione quelle che, di fatto, dividono la scena con il protagonista - una influencer riluttante, incapace di dare un senso alla propria esistenza e una vecchia star della televisione, alla incessante ricerca di visibilità mediatica, tutti uniti a popolare un mondo di finzione, nel quale il nostro Alceste si muove con cinismo e disillusione, apparentemente indifferente a ogni avvenimento, per quanto tragico esso possa essere (un’impassibilità che sembra cedere solo nelle ultime pagine del secondo volume). A rafforzare ulteriormente questo perenne andare controcorrente, contribuisce anche l’ostentato dandismo del suo modo di vestire, un’evidente esternazione della sua volontà di tenersi lontano dalle mode vacue e passeggere e dagli insignificanti rituali contemporanei.

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Come è facile intuire dalle prefazioni ai due volumi (scritte pure queste dall’autore romano), Alceste Santacroce non è altri che Bilotta stesso, il quale si “serve” del personaggio per esprimere il suo totale disappunto nei confronti di una società dell’immagine, che pare non avere ancora dato il peggio di sé. Da qui il paradossale ritorno ai televisori in bianco e nero, una chiara iperbole dell’omologazione delle masse, continuamente disposte a farsi dominare dall’oggetto in voga in quel momento. O lo svogliato edonismo del protagonista che, assieme al suo oziare impenitente, affermano con forza il senso di non appartenenza a una collettività sempre afflitta dall’illusione di non potersi mai fermare. In più, il viscerale disinteresse di Alceste verso il pensiero comune lo induce a essere costantemente caustico - a volte persino spietato – anche con chi gli ha manifestato sincera amicizia, se non addirittura amore. Una sgradevolezza d’animo portata all’estremo che, tuttavia – come spesso succede nella fiction – anziché ingenerare l’avversione del pubblico, ne cattura la simpatia.
L’immedesimazione di Bilotta nei confronti del protagonista raggiunge l’apice quando si scopre che Alceste è un appassionato di fumetti. Un atteggiamento di distaccata superiorità o di presunta raffinatezza, che pur apparendo troppo compiacente (quasi al limite dello snobismo), è, nella realtà, un semplice atto di complicità verso il lettore.

Per il resto, benché lo scrittore di Nomentano giochi ancora a carte parzialmente coperte e nonostante una narrazione perennemente in bilico tra dramma e farsa – aspetto, quest’ultimo, esaltato dalla consueta abitudine di Bilotta a ricorrere a nomi stravaganti e ricercati per i suoi personaggi – Eternity è una serie che mostra già di avere un’identità ben definita. Lo stesso dicasi per la caratterizzazione del protagonista (ma anche di parecchi comprimari), così nitida e precisa da non lasciare spazio a ulteriori approfondimenti. Pertanto, al di là di trame a lungo termine, di cui, per il momento, si intravede poco o nulla – e che, con ogni probabilità, avrebbero solo lo scopo di mantenere l’interesse nei lettori tradizionali della casa editrice – i temi che all’autore romano importa seriamente far emergere, sono presenti fin dalle prime pagine. A sorprendere, piuttosto, è la libertà creativa di cui egli ha goduto, che lo hanno convinto a spingersi verso direzioni impensabili solo pochi anni fa in un albo di Via Buonarroti. Sicuramente tutto ciò ha giovato alla qualità della sua scrittura, mai tanto acuta e sferzante, sebbene il politically incorrect di questi due volumi sia così diffuso, che più di una volta abbiamo avuto la tentazione di controllare nel frontespizio del libro che alla voce editore ci fosse realmente il nome Bonelli.

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Anche sul versante grafico, si percepisce con chiarezza la voglia degli autori di uscire da schemi preconfezionati e di offrire un’esperienza visiva diversa dal solito. Oltretutto - anziché con i disegni, come d’abitudine - per una volta è giusto iniziare dai colori (opera della vincitrice del Premio Coco Adele Matera, con la supervisione di Emiliano Mammucari), i quali si dimostrano subito non solo in grado di valorizzare il tratto dei due artisti che si sono alternati finora (Sergio Gerasi nel primo volume – che è pure il copertinista della serie - e Matteo Mosca nel secondo, entrambi già complici dello sceneggiatore capitolino in passato), ma di costituire una parte essenziale del racconto. In effetti, Bilotta ha confermato in varie interviste che l’idea avuta durante la gestazione di Eternity è stata proprio quella di creare attraverso i colori un amalgama in perfetto equilibrio tra modernità e vintage, facendo convivere nelle tavole le tecniche di colorazione contemporanee con dettagli tipici del passato (frequenti fuori registro, effetti geometrici). In più, anche la luminosità differente e il prevalere di determinate tonalità, sono tutti espedienti studiati per entrare in sintonia con un particolare momento della vicenda o con lo stato d’animo dei protagonisti, che trovano il loro massimo compimento nel glamour dei party e nel bagliore psichedelico delle discoteche oppure, per quanto possa risultare strano, nelle non così rare divagazioni sentimentali.

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Riguardo i due disegnatori, invece, chi per adesso ci ha convinto di più è Gerasi, il quale con un tratto che indugia su inquadrature e prospettive poco convenzionali, su figure anatomiche dinoccolate (che a volte si distorcono in maniera innaturale e paiono attestare una leggera influenza crepaxiana, riscontrabile anche in altre opere recenti dell’artista milanese) e - nei passaggi dove lo spirito satirico di Bilotta cresce d’intensità - su espressioni facciali tendenti al cartoonesco (in cui il suo stile sembra, all’opposto, una versione scorretta di quello di Grazia Nidasio), riesce concretamente a trasferire nei personaggi la creatività destabilizzante dello scrittore romano. Mosca, al contrario, appare spesso un po’ ingessato e attento a non increspare le sue linee uniformi e pulite, offrendo un lavoro che, pur non mancando di eleganza, lascia la sceneggiatura parzialmente priva di energia.
 
Con il terzo capitolo in dirittura d’arrivo, resta ora da capire se Eternity sarà in grado di mantenersi a questi livelli pure in futuro, benché Bilotta e soci un obiettivo lo abbiano comunque raggiunto. Era da tempo, infatti, che un fumetto italiano non suscitava un’attesa così spasmodica per l’uscita dei nuovi episodi. In realtà, l’ultima affermazione non è del tutto vera dato che, a ben pensarci, qualcosa del genere ci era già capitata pochi anni fa con una serie quasi altrettanto ardita ed eccentrica. Il titolo? Mercurio Loi.

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Eternity, la nuova serie di Alessandro Bilotta in anteprima a Lucca Comics & Games

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Il primo numero di Eternity, la nuova serie di Alessandro Bilotta targata Sergio Bonelli Editore - per i disegni di Sergio Gerasi - sarà in anteprima a Lucca Comics & Games. Di seguito tutte le info e alcune tavole d'anteprima.

"Sarà presentato in anteprima a Lucca Comics&Games 2022 per approdare poi in libreria e fumetteria il prossimo 4 novembre il primo volume di ETERNITY, la nuova serie scritta da Alessandro Bilotta che, in una Roma immersa nella nostalgia in cui sono tornati di moda gli anni Sessanta, ambienta le vicende di Alceste Santacroce, magistralmente disegnate, per questo primo capitolO, da Sergio Gerasi.

Giornalista elegante e un po’ snob di un settimanale di gossip, Alceste ama affondare nel marcio di quegli ambienti che vanno dal cinema, alla moda, alla tv, alla politica. Con la scusa di uno scoop all’apparenza ridicolo, Alceste farà luce sui personaggi umani dietro le quinte di un universo di plastica, finiti in quella rete dopo aver coltivato sogni e delusioni.

In questo primo volume, LA MORTE È UN DANDY, Alceste conosce Lucrezia, una delle tante anime in pena di un Paradiso di plastica che deve dividersi fra la tentazione di fare il proprio mestiere e quella di amare. Caleidoscopico, seducente e inquietante, sin da questo primo episodio ETERNITY è l’affresco di un caotico “Inferno contemporaneo”, popolato da personaggi accecati dalle illusioni, a cominciare dal decadente protagonista. Un mondo fatto di studi televisivi, palazzi del potere, appartamenti della Roma che conta, luoghi miseri delle periferie che guardano con incanto alle luci illusorie della città. Il cinema, l’arte, la televisione, la politica sono mondi che compongono una Babele all’interno della Città che, un tempo, prometteva di essere Eterna.

ALESSANDRO BILOTTA

A partire dagli anni Novanta, ha dato vita a numerose serie a fumetti, in Italia e in Francia. Dal lungo sodalizio con Carmine Di Giandomenico sono nate Le strabilianti vicende di Giulio Maraviglia e Romano per Vents d’Ouest e La Dottrina, ambizioso fumetto futurista ripubblicato da Feltrinelli. È uno degli autori di Dylan Dog, per il quale scrive, fra l’altro, la saga Il Pianeta dei Morti. Tra le sue opere, Valter Buio, lo psicanalista di fantasmi pubblicato da Star Comics, Mercurio Loi, il genio perdigiorno della Roma papalina, pluripremiato personaggio di Sergio Bonelli Editore e Gli Uomini della Settimana, la serie di supereroi italiani sviluppata per Panini Comics.  Per DC Comics ha scritto una storia di Batman pubblicata nel volume celebrativo The World. Ha vinto il Gran Guinigi, il Micheluzzi, il Premio Repubblica XL e il Romics d’Oro.

SERGIO GERASI

Ha esordito nel 2000 come disegnatore sulle pagine di Lazarus Ledd della Star Comics per poi collaborare a molte altre serie tra cui Jonathan Steele, Nemrod e Valter Buio. Dal 2010 lavora per Sergio Bonelli Editore su Dylan Dog. Sempre per Bonelli ha disegnato anche un albo della collana Le Storie, “L’ultima Trincea”, Mercurio Loi e Cani Sciolti. Per ReNoir Comics insieme a Davide Barzi ha realizzato G&G, un graphic novel omaggio a Giorgio Gaber e da autore unico Le Tragifavole. I suoi ultimi libri, tutti pubblicati da BAO Publishing, sono In inverno le mie mani sapevano di mandarino, ripubblicato da Corriere/Gazzetta nella collana Visioni, Un romantico a Milano, vincitore del Premio Andrea Pazienza 2018, e L’Aida, pubblicato anche in Francia da Ankama Editions. Ha sviluppato le inchieste a fumetti delle trasmissioni televisive di Michele Santoro, da Servizio Pubblico a M, per La7 e Rai3."

ETERNITY 01
LA MORTE È UN DANDY
Soggetto e sceneggiatura: Alessandro Bilotta
Disegni: Sergio Gerasi
Copertina: Sergio Gerasi
Colori: Adele Matera
Formato: 22 x 30 cm, colore
Tipologia: Cartonato
Pagine: 72
ISBN code: 978-88-6961-730-0
Prezzo: 17 euro

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La Bonelli annuncia 3 nuovi progetti Audace a Lucca Comics 2018

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A Lucca Comics & Games 2018, la Sergio Bonelli Editore ha annunciato 3 novità relativa alla propria linea editoriale Audace.

Partiamo dal nuovo fumetto di Alessandro Bilotta dal titolo Eternity che affronterà il tema della vita eterna. L'illustrazione qui di seguito è ad opera di Sergio Gerasi per i colori di Nicola Righi. Per il momento non ci sono nuove informazioni a riguardo.

Altro progetto annunciato è Nero di Emiliano e Matteo Mammucari, una storia ambientata al tempo delle crociate che vede contrapporsi un soldato arabo e uno cristiano. Nel progetto ci saranno anche Alessio Avallone, Matteo Cremona e Pietrantonio Bruno.

Infine, sono stati rivelati nuovi dettagli su K-11, già annunciata lo scorso anno. La serie è scritta da Matteo Casali, sarà ambientata in varie epoche ma avrà sempre lo stesso protagonista. Coinvolti nel progetto Michele Benevento e Davide Gianfelice.

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