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L'Uomo Ragno 485

L'Uomo Ragno 485Nelle mani di J.M. Straczynski, il Ragno diventa finalmente nero.

Nel suo momento più buio, devastato da una saga inutile e insipida come "Back in Black" e appesantito da una quindicinalità che lo riempie necessariamente di scarti, L'Uomo Ragno risorge grazie al mestiere di un autore vero, che rende Peter Parker vivo anche nel suo momento più innaturale, vale a dire dark.
Straczynski è stato, a tutti gli effetti, un salvatore.
Il salvatore di un personaggio ormai logoro, che negli ultimi anni aveva poco da dire e che solo ora, con l'uscita italiana di One More Day, verrà – si spera – rivitalizzato.
E poco importa se il finale è un po' forzato o eccessivamente buonista, o se Ron Garney – che pure è ispirato, espressivo e leggibile come poche altre volte – adotta in certi casi delle soluzioni grafiche un po' azzardate.

Questo numero del Ragno spicca sopra le recenti e impalpabili uscite come un diamante in mezzo alla polvere: è semplicemente un numero curato, riuscito, prezioso.

Ora incrociamo le dita.


Luca Baboni
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