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Gennaro Costanzo

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Pixar: La Luna di Casarosa agli Oscar

  • Pubblicato in Toon

La Luna, il corto Pixar realizzato dall'italiano Enrico Casarosa, è in corsa agli Oscar nella categoria "Best Animated Short Film".

Facendogli i nostri "in bocca al lupo", vi riproponiamo l'intervista che abbiamo realizzato al regista qualche mese fa.

Questa è l'unica candidatura Pixar. In generale, la Disney ha raccolto le seguenti nomination:

THE HELP (4 nomination)
Best Picture
Leading Actress (Viola Davis)
Supporting Actress (Octavia Spencer)
Supporting Actress (Jessica Chastain)

WAR HORSE (6 nomination)
Best Picture
Cinematography (Janusz Kaminski)
Art Direction (Rick Carter-prod. Design, Lee Sandales-set decoration)
Music-Original Score (John Williams)
Sound Editing-Richard Hymns and Gary Rydstrom
Sound Mixing-Gary Rydstrom, Andy Nelson, Tom Johnson and Stuart Wilson

THE MUPPETS (1 nomination)
Music-Original Song “Man or Muppet” Bret McKenzie

REAL STEEL (1 nomination)
Visual Effects-Erik Nash, John Rosengrant, Dan Taylor and Swen Gilberg

Wonder Woman #5: anteprima

  • Pubblicato in News

ww_5Proseguono le avventure di Wonder Woman post New 52 che, nel numero 5 della sua testata, fa ritorno a Londra.

Al timone, come sempre, Brian Azzarello ai testi mentre alle matite troviamo il disegnatore ospite Tony Akins (Jack of Fables)che avrà il compito di sostituire per l'occasione Cliff Chiang che, in ogni caso, non rinuncia a disegnare la cover del numero.

Di seguito, un'anteprima dell'albo.

Su Il Giornalino Martedì e i Numani

  • Pubblicato in News

Comunicato stampa:

giornalino_5_coverDa questa settimana, su il Giornalino, la seconda serie

"MARTEDÌ E I NUMANI" di Loïc Jouannigot
inedite in Italia le storie di "Petit mardi et les Zumins"

Con il Giornalino in edicola questa settimana, parte la seconda serie del favoloso mondo di "Martedì e i numani", scritta e disegnata dall'illustratore francese Loïc Jouannigot. Le avventure di Martedì, un cane dalle lunghe orecchie e dei cugini Seneca e Sofia, seguono l'uscita delle prime 6 storie, pubblicate da il Giornalino dallo scorso 8 dicembre. Inedita, anche la seconda serie è scandita in 46 tavole per 6 episodi.

Continuano, dunque, le avventure nel mondo segreto e affascinante cui si accede attraverso la cuccia di un cane, apparentemente abbandonata, che porta all'esclusivo mondo dei "nanimali": una comunità di animali parlanti e antropomorfi cui appartengono topolini, ratti detti "Scuri" e il cane Martedì, tutti agguerritissimi contro l'intrusione dei "numani", gli esseri umani. Per proteggersi i "nanimali", per natura diffidenti verso i "numani", riservano inizialmente un'accoglienza tutt'altro che amichevole, catturando i due cugini per tenerli in ostaggio. Ma è la natura curiosa dei bambini che li mette in relazione, creando quella "liaison" presente anche nel titolo originale che gioca sui "legami" tra i suoni e sulle omofonie ("les zumins" come "les humains", "les zanimos" come "les animaux") tanto simili agli errori ortografici degli scolari alle prese con la prima alfabetizzazione.

Jouannigot propone un lavoro raffinato che richiama il tratto d'acquerello, aggraziato e un po' naïf conosciuto con Michel Plessix di cui fu collaboratore, autore de "Il vento tra i salici" apparso sulle pagine de il Giornalino lo scorso anno.

Baby's in black, recensione

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Amburgo, 1960.
Un gruppo inglese, proveniente da Liverpool, si scatena tutte le notti per ore ed ore su un palco dell'Indra, uno scantinato frequentato da gente di basso rango. John Lennon, Paul McCartney, George Harrison, Stuart "Stu" Sutcliffe e Pete Best formano i "The Beatles", band di rock 'n roll ingaggiata per suonare nel locale con un contratto poco vantaggioso.
È proprio in questo locale che il giovane grafico Klaus Voormann capita casualmente una notte di ottobre rimanendo letteralmente folgorato dalla musica suonata da quei cinque ragazzi inglesi.
Ha il bisogno di raccontare questa esperienza alla sua ragazza, la fotografa Astrid Kirchherr, nonostante il loro rapporto traballi. Anche Astrid rimane colpita da quella musica, soprattutto da Stu il bassista del gruppo. Bello più di James Dean, defilato rispetto agli altri, suona sempre con gli occhiali da sole. È un colpo di fulmine quello che colpisce i due. Lui non parla tedesco, lei non parla inglese ma decide di impararlo.

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Astrid e Klaus diventano presto amici del gruppo e ben presto la macchina fotografica della ragazza immortalerà i 5 ragazzi di Liverpool. Intanto l'amore fra lei e Stuart fiorisce presto, superando ogni difficoltà linguistica. Stu riprende a dipingere, la sua vera passione, lasciando il basso a Paul, ed inizia ad ottenere molti consensi. Purtroppo, la loro storia è destinata a concludersi tragicamente, il giovane Stu morirà nell'aprile del 1962 a causa di un aneurisma celebrale.

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Baby's in black di Arne Bellstorf prende il titolo dalla celebre canzone tratta dall'album Beatles for sale, scritta dalla coppia Lennon/McCartney e che (si presume) è dedicata proprio alla figura di Astrid. Una canzone cupa che racconta di un amore che non può più tornare e di una ragazza vestita di nero.
Con le sue matite pastellate impresse sul pulito tratto a china, Bellstorf tratteggia una delicata storia esistenziale e intimista in cui non ci sono conflitti e tensioni ma solo lo scorrere della vita.
Ci ritroviamo, così, dinanzi ad un affresco dell'ambiente culturale di Amburgo di inizio anni '60, in cui Klaus (futuro bassista di John, George e Ringo Starr dopo lo scioglimento dei Beatles) e Astrid trasportano i giovanissimi Beatles. La storia del gruppo rock più famoso al mondo si intreccia con quella della giovane ragazza amburghese che passerà alla storia, oltre che per i suoi scatti, anche per il suo taglio alla francese che caratterizzerà i Beatles nella formazione definitiva ai primi passi della loro ascesa.
Astrid che forma una coppia perfetta con Stu, pittore arruolato a forza da John Lennon come bassista, seppur con risultati non all'altezza delle aspettative. Un talento a cui il destino ha negato di esprimersi appieno.

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Nel tradurre in italiano il libro di Bellstorf, che ha avuto il beneplacito della stessa Astrid, Black Velvet traduce nella nostra lingua sia le parti in tedesco che quelle in inglese presenti nella versione originale per rendere maggiormente realistico il tutto e anche per esprimere bene le difficoltà linguistiche dei protagonisti. Una scelta obbligata e concordata con l'autore, resa graficamente con l'ausilio di parentesi per la parte in inglese. Un volume che colpisce fin dalla copertina e che presenta un'ottima confezione e cura editoriale, che consigliamo sia a chiunque ami la storia dei suoi protagonisti sia a tutti gli altri.

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