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Leonardo Cantone

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Addio a Mark Alessi, fondatore della CrossGen Comics

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Il fondatore della CrossGen Mark Alessi ci ha lasicati lo scorso 30 marzo all'età di 65 anni.

Alessi, imprenditore milionario dei primi anni '90 grazie alla sua startup tecnologica Technical Resource Connection (TRC), è noto agli appassionati dei fumetti come fondatore della CrossGen Comics.

CrossGen venne fondata nel 1998 a Tampa, in Florida, con un approccio non convenzionale: la maggior parte degli scrittori e degli artisti della società (molti assunti poi da DC e Marvel) erano impiegati a tempo pieno, lavoravano in un ufficio, avevano assistenza sanitaria e stipendi costanti, quindi, non erano i liberi professionisti che lavorano da casa. CrossGen ha rapidamente attratto talenti di alto profilo, tra cui Barbara Kesel come direttore dello sviluppo creativo ("head writer"), Ron Marz e Mark Waid come "scrittori senior".

Alessi e CrossGen hanno lanciato grandi talenti, dando ad artisti come Steve McNiven e Joshua Middleton i loro primi incarichi di alto profilo. Il lavoro era CrossGenesis ed uscì nel gennaio 2000.

Con l’obiettivo palese di competere direttamente con DC e Marvel, Alessi lanciò l'iniziativa "Comics on the Web": fu messa online l'intera libreria di CrossGen, accessibile tramite un servizio di abbonamento. Inoltre, il progetto CrossGen Education portò i loro fumetti a scuola per insegnare i più piccoli a comprendere la lettura.

Tuttavia, CrossGen non è stato un progetto molto duraturo. Nel 2003, la compagnia fu in gravi difficoltà finanziarie e presentò istanza di fallimento nel giugno 2004, portando alla brusca cancellazione della loro intera linea. A novembre la Walt Disney Company annunciò di aver acquisito l'azienda per $ 1 milione.

La Marvel Comics provò a rilanciare diversi titoli CrossGens nel 2011, ma il revival è stato di breve durata.

Dopo la bancarotta di CrossGen, Alessi è tornato nel settore tecnologico dove, a quanto si dice, avrebbe lavorato fino alla sua morte.

(Via Newsarama)

Nel mondo di Haxa: intervista a Nicolò Pellizzon

È da poco uscito per Bao Publishing il secondo volume di Haxa, tetralogia fantasy/fantascientifica ideata dal fumettista Nicolò Pellizzon. Abbiamo colto l'occasione per parlare con l'autore della sua opera, che trovate qui recensita. Diamo, quindi, il benvenuto a Nicolò Pellizzon su Comicus.

Partiamo con domanda introduttiva, quali sono le principali fonti di ispirazione per il tuo lavoro E come nasce il mondo di Haxa?

Da quando sono adolescente ho sempre pensato che la magia sia tra noi, ma non possiamo vederla. Questo ha influenzato il mio modo di leggere la realtà, che è sicuramente una realtà che ha aspetti magici. In Haxa la magia ha una radice profondamente scientifica e la scienza un risultato magico. Ho sempre pensato che una saga fantasy dovesse avere un'idea semplice alla base che si complica diventando realistica. Questo processo rappresenta per me lo scontrarsi dell'immaginazione nella realtà.

Haxa si potrebbe considerare un fantasy fantascientifico. Come mai hai voluto unire in un unico universo narrativo magia e tecnologia?

In realtà è solo nel nostro Paese, per una questione storica dei generi letterari, che fantascienza e fantasy hanno significati così opposti. In uno ci sono le frecce e gli elfi, nell'altro le astronavi e i laser. Non è così nella letteratura anglosassone, in cui ci sono molte cose in mezzo che rientrano nella categoria “fantasy”. Le storie non hanno un genere nella mia testa, penso anche che sia una tendenza generale del raccontare storie nella nostra epoca, la compenetrazione di generi.

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Ti occupi sia della sceneggiatura che de disegni. È impegnativo gestire da soli un mondo così vasto come quello di Haxa?

Sicuramente sì. Questo tipo di progetti di solito sono seguiti da un team, mentre ho voluto seguire tutto da solo arrivando al limite di quello che so fare, per dare un impronta personale più profonda di come sarebbe stato se fosse stato un vero lavoro di squadra.
Volevo dimostrare a me stesso di essere in grado di creare un opera come Gli Amari Consigli (BAO, 2014), ma molto più lunga e con un'impronta più vicina al fumetto classico. Vedere se ero abbastanza astuto da usare i canoni per infrangerli e tenere i lettori attenti e coinvolti.
Sono sempre arrivato al limite delle mie capacità per tutte le mie opere precedenti, alla fine del primo volume di Haxa credevo di aver raggiunto la fine di questo sviluppo. Ma sono riuscito ad andare oltre.
Anche se mi occupo praticamente di tutto, mi sono avvalso della collaborazione di Alessio Trabacchini (come secondo editor, oltre Leonardo Favia di Bao), a Marzia Grillo per le prime correzioni sulla coerenza interna del testo, a Vincenzo Filosa per la consulenza sulle influenze giapponesi in alcune parti dei dialoghi. Myriam El Assil, invece mi ha aiutato con il colore del primo volume.

In tutto la serie si comporrà di quattro volumi. In che maniera hai deciso di suddividere la materia narrativa?

Haxa è basato sui personaggi, quindi i capitoli si basano principalmente sui punti di svolta nella vita personale e interiore di Sophia, che anche se nel secondo volume non è il personaggio centrale, tiene il piede sull'acceleratore. Nel prossimo capitolo sarà la protagonista indiscussa.

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I tuoi lavori sono sempre pervasi (a volte in maniera più marcata, a volte più in sottofondo) da suggestioni magico-oniriche. Da dove nasce questa tensione narrativa?

Probabilmente dal modo stratificato che ho di leggere le cose che succedono nella mia vita. Non mi sento solo, avverto sempre indizi su come uscire dai momenti critici. Credo che ci siano forze sotto e sopra gli eventi del mondo che aspettano solo essere lette. Se penso ai sogni penso a un linguaggio per risolvere i nodi della nostra vita.

C’è un fil-rouge che collega tutti i tuoi lavori?

L'universo di Haxa è lo stesso degli Amari Consigli, di Abraxas e Lezioni di Anatomia (Grrrz, 2012 e 2018). Negli ultimi due volumi della saga si capirà meglio in quali punti tutte le mie storie si connettono. Abraxas (che è la raccolta di storie brevi che si trova solo nel mio shop online https://fauces.bigcartel.com/) è la base di tutto quello che scrivo, mentre Gli Amari consigli ha una connessione più diretta di quello che sembra, con Haxa.

Attualmente su cosa stai lavorando?

Sto lavorando ad alcuni progetti abbastanza distanti dal fumetto, tra cui un libro pensato insieme alla scrittrice Giulia Caminito, e poi sono già al lavoro sul terzo volume di Haxa.

Haxa 2 - Ombre D’Acqua, recensione: il magico ritorno al futuro di Nicolò Pellizzon

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Clicca qui per leggere l'intervista a Nicolò Pellizzon.

Nell’immaginario popolare pensare al fantasy, alla magia, porta subito alla mente affreschi medievaleggianti, infinite epopee ed intrighi di sovrani e stregoni.
Non si immagina, invece, un futuro tecnologico lontano come quello immaginato da Nicolò Pellizzon per la sua densa tetralogia Haxa.
Edita dalla Bao Publishing, in corposi volumi cartonati, l’opera dell’artista italiano si pone il difficile obiettivo di fondere due generi diversi eppure molto simili: il fantasy e la fantascienza.

La storia, che si lega necessariamente alla trama di Haxa – Volume 1, proietta la Terra nel futuro 2110, quando – già da quasi due secoli – a causa del crollo della torre Al-Hillah, è stata rivelata al mondo la Magia.
La vicenda dell’assida (persona dotata di poteri magici) Sophia riprende ben due anni dopo gli eventi del disastro di Jelgava. Ormai la maga protagonista è una fuorilegge e insieme alle compagne Aiko e Claire, è impegnata nel sopravvivere.

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Pellizzon è assolutamente coerente con il precedente volume, a dimostrazione del grande controllo nei confronti di una materia narrativa vasta e dalle molteplici diramazioni. Coerente con il target young-adult della sua opera, l’autore lascia che l’emotività dei protagonisti faccia da filo conduttore agli eventi. I personaggi, sono cresciuti, costretti ad un salto di maturazione. Il costante volersi e doversi mettere alla prova e lo scontro identitario con se stessi e con gli altri trovano espressione anche nei conflitti fisici. Rispetto al primo volume, Pellizzon regala, infatti, maggiori intromissioni action: dopo aver appreso come controllare il loro poteri, le protagoniste vogliono e devono usarli.

L’affresco fantasy con, in primis, le due scuole di magia – Elementalisti e Goetiani – ricorda al lettore che i micro-drammi personali sono sempre inscritti in scenari molto più ampi e che, inevitabilmente, le scelte di un singolo ricadono su tutti. Artefici o vittime degli eventi? La risposta va trovata nelle pieghe dell’emotività tracimante di giovani ragazze che si scoprono individui sempre più complessi e, gettati nella vita “adulta”, devono dover gestire rabbie, frustrazioni e perdite.

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È indubbio che Pellizzon attinga al vasto bagaglio fantastico romanzesco, fumettistico e cinematografico che lo precede, senza però ricalcarne o citandone gli elementi. Da questi mutua, indubbiamente, l’epica, la sensazione di essere solo un tassello di un universo vasto, multietnico e multiculturale.
L’introduzione della dimensione fantascientifica, con una tecnologia avanzata ben ravvisabile nella storia, aiuta l’autore a riscrivere l’immaginario fantasy, quasi attestando una plausibilità realistico-scientifica alla presenza della magia. Il futuro del mondo di Haxa è lontano, certo, ma non lontanissimo. Non è un passato medievaleggiante distante nel tempo e nello spazio.

Tale fusione di generi lo si ritrova anche nelle tavole. Pellizzon, con il tipico tratto marcato, non indugia su particolari anatomici o scenografici, ma sintetizza tanto gli spazi geometrici dalle suggestioni fantascientifico-tecnologiche, quanto gli ambienti naturalistici d’impronta fantastica, fino alle figure, sempre chiare nei loro elementi riconoscibili. L’obiettivo del disegno sembra quasi voler suggerire simbolicamente più descrivere realisticamente gli eventi raccontati e i personaggi che li determinano.

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Sempre di grande interesse, inoltre, i “file” che separano i vari capitoli del volume, posti a compendio del racconto, ma utilizzati dall’autore anche per permettere al lettore di esplorare il mondo di Haxa, i suoi protagonisti o le leggi che lo governano, senza così, appesantire il racconto con lunghe spiegazioni che sarebbe dovute, eventualmente, essere destinate alle parole dei personaggi.
Il racconto, dunque, scorre fluido ma ricco di avvenimenti. Senza le fondamentali coordinate del primo volume, questo rischierebbe di essere di difficile comprensione. Ma, giustamente, non si può esplorare una terra senza averne una mappa.
Quella che Pellizzon offre al lettore è un mondo vasto e ricco, in attesa di essere esplorato in tutta la sua complessità. Forse i prossimi volumi ricostruiranno definitivamente l’intero affresco techno-fantasy creato da Pellizzon, o forse no. Dopotutto, più la terra è vasta, più sono i racconti che ne possono nascere.

Yenzeim: al via il crowdfunding dai creatori Ernest Egg

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Giovedì 21 Marzo 2019, su Eppela prenderà il via il crowdfunding per YENZEIM, il nuovo libro illustrato ad opera di Francesco Polizzo e Stefano Bosi Fioravanti, autori del Diario di viaggio di Ernest Egg e di In Scena.
Letteralmente Yenzeim significa “In Scena” in Yulan, una lingua che i due autori hanno creato appositamente per il nuovo racconto.

Ma non è solo una parola: Polizzo e Fioravanti si sono affiancati ad un linguista per progettare un sistema completo di regole grammaticali, declinazioni e sfumature lessicali. YENZEIM, dunque, sarà il frutto della traduzione in Yulan di quanto già raccontato nel volume In Scena.
Il volume giocherà su una forte impronta metanarrativa: il finto traduttore del volume sarà il personaggio di Ernest Egg che, coerente con la sua figura, traviserà il contenuto, creando ex novo un testo che inneggia alla reciprocità tra due popoli dalla cultura, storia e tradizione differenti.
Il plot di In Scena cambia: non è più un amore impossibile tra un Gigante circense e una Principessa del piccolo popolo, ma un racconto basato su valori universali quali amicizia e fratellanza che abbattono ogni barriera.
Sul piano dell’immagine, l’intera parte visuale è stata realizzata partendo da fotoillustrazioni manipolate digitalmente che si palesa in un interessante ibrido analogico-digitale.

Fin dall’inizio i due autori hanno immaginato In Scena come un tassello del mondo di Ernest Egg, realizzando così un terzo libro svincolato narrativamente ma strettamente collegato alle precedenti pubblicazioni.

L’edizione proposta è di grande prego: il libro è incorniciato in una copertina in legno di bambù incisa al laser, con una speciale apertura “a fisarmonica” che gli permette di mostrare due narrazioni: le originali iscrizioni in Yulan, da un lato, e le note scritte a mano dall’avventuriero traduttore, dall’altro. Sul retro l’intera sua opera di traduzione.
Ogni volume sarà numerato singolarmente e stampato in edizione ultra-limitata, in un formato di 24x19 cm, composto da 24 ante per 48 pagine.
Il volume sarà confezionato da Fontegrafica, azienda tipografica leader nella stampa di libri di qualità.

Il crowdfunding terminerà il 30 aprile. Solo 40 giorni per non perderlo.

Info alle email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure alle pagine Facebook https://www.facebook.com/ErnestEgg e https://www.facebook.com/BosiVSIzzo.

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