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Tunué: Il gioco dell'oca di Munarini e Ferrero sbarca in America

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Il gioco dell’oca, il graphic novel di Stefano Munarini e Mauro Ferrero, pubblicato per la collana Le Ali nel 2015 per la Tunué verrà pubblicata negli Stati Uniti. La Epicenter Comics di San Diego, infatti, ne ha acquistato i diritti e presto annuncerà la data di pubblicazione. L'opera è un tragicomico viaggio attraverso la menzogna e le sue conseguenze, vede come protagonista Jason, squattrinato e scansafatiche, che decide di raccogliere i frutti del lavoro degli altri spacciandosi per fumettista, e andandosene in giro per comic-shop e fiere, trattato come un re, ad autografare testi che non sono certamente i suoi.

“È per noi un successo frutto del grande lavoro di squadra che c’è dietro – spiega Emanuele Di Giorgi, amministratore delegato Tunué – abbiamo pubblicato Il gioco dell’oca perché colpiti dalla storia e dal tratto, gli stessi elementi che, quasi da subito, hanno attirato anche diversi editori stranieri; tra questi il più veloce è stato proprio Epicenter comics, che ne ha quindi comprato i diritti”.

“Il gioco dell’oca – spiegava solo un anno fa lo stesso sceneggiatore del fumetto, Stefano Munarini - riassume nel titolo l’essenza della storia. Nella vita ci possono capitare caselle che improvvisamente ci fanno balzare in avanti, poi gli stessi dadi ci scaraventano di nuovo al punto di partenza, e magari ci fanno anche saltare un giro. Ma l’unico modo per giungere al traguardo è continuare a giocare. Oppure ritirarsi.”

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La Casa

Esistono luoghi che fanno parte della nostra storia personale, coi quali condividiamo un profondo legame e in cui risiedono mille ricordi, posti che diventano col tempo una parte di nio stessi. La nostra casa d'infanzia, quella dei nostri nonni, magari la nostra città o il nostro luogo di lavoro. Magari una residenza estiva costruita, mattone dopo mattone, da nostro padre per passare lì le vacanze, un’abitazione eretta con amore e con fatica a cui, però, basta un anno di disuso per farla decadere.

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Paco Roca parte da un lutto familiare, la morte di suo padre, per dare vita a La Casa, un lavoro al limite della perfezione per sensibilità e narrazione.
Si inizia dalla prima tavola in cui, in una sequenza da manuale, vediamo gli ultimi istanti di vita di un uomo. Poi, le stagioni che passano e la casa che si “consuma”. Un anno è passato dalla morte del suo proprietario, padre di tre figli, e proprio questi ultimi si ritroveranno lì per cercare di risistemarla e renderla più presentabile per eventuali acquirenti. Nel farlo, però, si rendono conto che quella casa ha un valore ben più alto per loro di quanto credevano.
Singolarmente, i tre figli inizieranno i lavori di ristrutturazione, per poi incontrarsi e confrontarsi, lavorando fianco a fianco. In questo modo, Roca costruisce la sua storia procedendo per confronti e contrasti, mettendo in risalto le caratteristiche differenti dei tre personaggi e il loro rapporto col padre. Emerge, così, una scoperta continua, di un uomo e di una casa, forse entrambi da rivalutare. Ma anche di affetti, di emozioni, sepolti sotto gli strati della memoria, messi da parte dal passare del tempo.

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Nonostante l’argomento delicato, Roca non cade mai in facili sentimentalismi e affronta i ricordi e le emozioni con il piglio di un grande narratore. Di contro, dà sostanza al racconto ed evita di perdersi in giri vuoti e fini a se stessi. Si percepisce che La Casa è un racconto sincero e sentito ed è impossibile non fermarsi di tanto in tanto e perdersi in ricordi personali, che sia per qualcosa fatto insieme ai nostri genitori o ai nostri nonni/zii, poco importa. Quello che Roca narra è un racconto universale, tanto realistico da essere reale.
La casa diventa un luogo di ricongiungimento, una testimonianza della nostra storia, le sue fondamenta si fondono così con le nostre radici.
Roca si sposta avanti e indietro nel tempo, lasciandoci scoprire dettagli sparsi come un puzzle da ricomporre. Semina il tutto con pazienza, senza mai premere sull'acceleratore, raccontando con leggerezza e naturalezza una storia semplice, ma profonda e sincera.

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L’attenzione e la cura non riguardano solo l’aspetto narrativo e il suo intreccio, ma anche il tratto dell’autore, la sua linea chiara che è perfetta per quanto delicata. D’altronde, Roca ha dimostrato tutta la sua abilità in tal senso già ai tempi del pluripremiato Rughe, anche in quel caso un’opera non semplice da realizzare.
Questa volta, però, ad essere insolito è il formato orizzontale, che possiamo definire “widescreen”, eventualmente per cadenzare meglio il ritmo della narrazione con uno scorrere più incalzante. Quantomai importante è non solo l'attenzione rivolta alla rappresentazione degli stati d'animo dei personaggi, ma anche la cura dei dettagli, in particolare per la l'arredamento e per la fisionomia dell'abitazione, che le conferiscono un'identità precisa e la rendono protagonista.

La Tunué prosegue nella proposizione italiana delle opere di Paco Roca, un’artista ormai imprescindibile, con un volume elegante e curato in ogni aspetto che conferisce piena dignità a un lavoro da avere nella propria libreria.

 

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Quattro nuovi Tipitondi Tunué

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Riceviamo e pubblichiamo:

C’è profumo di novità in casa Tunué, con l’arrivo di ben quattro volumi della collana Tipitondi, fra cui spiccano tre novità assolute, Claire e MalùI ricordi di Mamette. La buona stella Corri Tempesta!, più la ristampa di un volume di successo: La principessa che amava i film horror.

Buone nuove quindi per tutti i nostri lettori, che possono godere di opere che mantengono un target molto largo e fanno dell’ironia, la fluidità dei racconti e la trattazione di temi a forte impatto la loro vera forza. Esattamente come Claire e Malù, targato Tauro Karicola, già in preordine sul nostro store e a brevissimo in libreria, che racconta l'amicizia tra una bambina e la sua cagnolina, e lo fa tramite strisce che vanno a mille all’ora, e seguono le due protagoniste nella vita di tutti i giorni, esemplificando bene cosa vuol dire, per una ragazzina di 10 anni, avere un legame così forte con un animale.

Mentre, pur andando indietro di molti anni con i racconti d’infanzia della dolce nonnina Marinette, resta invariata la frenesia e la vivacità delle storie in I ricordi di Mamette. La buona stella, di Nob, che si concentra sul natale della piccola ed esuberante bambina; un natale vissuto però con la paura di non poter passare gli attimi incantati della vigilia con il padre, e intenta nel mentre a giostrarsi tra le dure vicissitudini della quotidianità, con l’inaspettato manifestarsi di due spasimanti. Come se la caverà la piccola Mamette?

Mentre in Corri, Tempesta! di Jérémie Moreau e Chris Donner, si racconta l’incredibile storia del piccolo Jean-Philippe, destinato a diventare un fantino ma costretto su una sedia a rotelle a seguito di un incidente. Servirà una forza di volontà incredibile, e una sfida aperta a tutti gli ostacoli apparentemente insormontabili che la sua condizione sembra riservargli, per riuscire a rimettersi in sella e stupire tutti. Ma riuscirà davvero a farlo?

In ultimo, c'è la ristampa del fortunato La principessa che amava i film horror, di Alessio De SantaDaniele Mocci ed Elena Grigoli; un’opera che viaggia sul filo dell’ironia, giocando su tutti quei cliché che governano l’immaginario favolistico, e in parte smontandoli. Racconta 8 storie di principesse del tutto fuori dal comune: i loro dubbi, i loro vizi e i loro capricci che le rendono sempre più lontane dall’immagine fatata a cui solitamente le si relega.

Quattro volumi che coprono uno spettro larghissimo di sentimenti, in grado di farci sorridere, piangere ed emozionare, e accompagnati da tavole che sono un trionfo di colori.

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Parte il crowdfunding per il film Il brigante Grossi

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Una nuova iniziativa crowdfunding è partita su Kickstarter per sostenere The Grossi Gang, il film tratto dal graphic novel Tunué Il brigante Grossi e la sua miserabile banda di Michele Petrucci e diretto da Claudio Ripalti.
Il film, come riportato "
ricalca e arricchisce la storia a fumetti scritta e disegnata da Michele Petrucci, creatore degli storyboard per la versione cinematografica, pronta a restituire tutte le vicissitudini della banda di briganti che, nelle Marche del 1860, provò a ribellarsi con la forza al clima di ingiustizie e totale mancanza di democrazia, guidato da un bracciante nullatenente di nome Terenzio Grossi".
È possibile sostenere il progetto QUI. Di seguito la sinossi della pellicola:

Una storia vera quasi dimenticata, vicende tramandate oralmente per generazioni sullo sfondo di una terra difficile, le Marche, e che hanno tutti i connotati epici e romantici per poter intrattenere il grande pubblico internazionale. Un’emblematica banda di briganti che nel 1860 mise a ferro e fuoco la provincia di Pesaro e Urbino con omicidi, grassazioni, violenze e furti d’ogni tipo, guidata da un capobanda fiero e irriverente, uno che ha alzato la testa in un momento in cui tutti tacevano. Una storia che parla di uomini destinati a cambiare la storia, poi dimenticati. Che grazie a te potrebbero tornare a parlare.

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