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Venom Collection: Maximum Carnage 1 e 2, recensione: simbionti e botte dagli anni '90

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Se ogni eroe, o antieroe, ha un arcinemico, quello di Venom non è Spider-Man, come si sarebbe portati a pensare vista l'origine del personaggio, ma sicuramente Carnage, personaggio presentato al grande pubblico nella scena post titoli di coda del film con Tom Hardy, e nato, nel fumetto, dalla fusione tra il serial killer Cletus Kasady e un simbionte discendente dell'alter ego di Eddie Brock, avvenuta per caso durante un’evasione di prigione.
È proprio la sfida definitiva tra Venom e il suo arcinemico il tema centrale di Maximum Carnage, crossover di 14 episodi tra le 4 testate di Spider-Man, (The Amazing Spider-Man, Spider-Man, The Spectacular Spider-Man e Web of Spider-Man, ed una, Spider-Man Unlimited, creata addirittura per celebrare il lancio della saga), proposto nei volumi 3 e 4 della Venom Collection, edita da Panini Comics per presentare le storie del V-Man che hanno ispirato il primo film e forse faranno lo stesso col sequel, la cui lavorazione è già stata confermata dalla Sony. 

Concepito nel 1993 per sfruttare, in termini di vendite, il momento di grande popolarità che i due villain stavano vivendo (Venom, in particolare, era già protagonista di una collana di miniserie tutta sua), l'evento fu anche un primo - a dire il vero non riuscitissimo - tentativo di inserire nelle storie di Spider-Man, una generale atmosfera di negatività in linea con la moda dei primi anni '90, che aveva portato in auge eroi oscuri e tormentati.
Maximum Carnage inizia con i suoi tre protagonisti divisi dopo il loro ultimo scontro: Spider-Man sta affrontando la morte di Harry Osborn, suo migliore amico, alcune incomprensioni coniugali e il difficile rapporto con i suoi ritrovati genitori; Venom è alle prese con la sua nuova vita come protettore letale di San Francisco; Carnage è rinchiuso nell'istituto psichiatrico del Ravencroft, dopo essere stato sconfitto proprio grazie ad un'insolita alleanza tra il V-Man e l’Arrampicamuri, nata dopo che i due avevano stabilito una tregua proprio per fermare il loro psicopatico nemico comune, per la nascita del quale si sentivano entrambi responsabili.

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All’inizio della maxi saga, Carnage fugge senza grossa fatica dal Ravencroft e, nel farlo, incontra Shriek, una criminale - qui alla sua prima apparizione - dotata di poteri sonici e della capacità di far affiorare i peggiori istinti delle persone: con lei nasce un rapporto malato, una follia di coppia che ha l'unico scopo di portare il caos in città attraverso l'omicidio di massa. Nel corso delle loro scorribande riescono ad affascinare altri criminali psicopatici: Doppelganger (un doppio mostruoso di Spider-Man con sei braccia), Demogoblin (una creatura infernale con le fattezze del cattivo Hobgoblin) e Carrion (uno studente universitario trasformato da un virus in uno zombie capace di uccidere con un solo tocco). Carnage e Shriek, nel loro delirio, credono di aver formato una famiglia, e New York si ritrova ad affrontare uno dei gruppi criminali più sanguinari della sua storia, che scatena, tra l’altro, un’ondata di tumulti e di isteria tra la gente comune.
L’uomo Ragno, non tenendo fede alla promessa fatta alla moglie di prendersi una vacanza dalla vita da supereroe, decide di fermare questa minaccia ma, non potendo riuscirci da solo, è costretto ad allearsi con vigilantes di strada, come Venom (coprotagonista della vicenda, tornato a New York solo per chiudere i conti con il suo discendente), la Gatta nera, Cloak, Dagger, Morbius, Nightwatch e Deathlock. Solo nella fase finale, quando tutto sembra perduto, ad aiutare il gruppo giungono "veri eroi", come Capitan America, Iron Fist e Firestar.

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La battaglia tra i due super-gruppi si sviluppa in tutte le 14 storie fino alla resa dei conti finale tra i tre personaggi principali e consente di mettere a confronto le idee opposte di eroismo di Venom e Spider-Man, costringendo quest'ultimo a dubitare dell'efficacia dei suoi metodi e ad attraversare una forte crisi di coscienza, prima di venire a capo della grave vicenda.
L'obiettivo che gli autori si erano prefissati concependo la saga (come viene mostrato in una intervista al più importante scrittore dell'Uomo Ragno degli anni '90, J.M. DeMatteis, proposta nel primo dei due volumi di Panini Comics) cioè di raccontare le avversità che il bene deve superare per sconfiggere definitivamente il male (simboleggiati in questo caso da due gruppi di superumani, uno di eroi ed uno di criminali), analizzando i tormenti, le motivazioni profonde e i metodi delle due fazioni, viene centrato solo in parte.

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Per riuscire a coprire i 14 capitoli della storia, infatti, gli sceneggiatori (J.M. Dematteis, David Micheline, Terry Kavanagh, Tom De Falco e il supervisore Danny Fingeroth) si concentrano più sull'azione che sull'approfondimento psicologico dei personaggi, lo spazio prevalente è riservato ai combattimenti e alla violenza e il risultato assomiglia più ad un videogioco (un anno dopo l'uscita della serie, non a caso, verrà prodotto proprio un omonimo picchiaduro a scorrimento per Nintendo e Mega Drive) che ad un'opera drammatica. La lunghezza della storia costringe inoltre a trovare espedienti forse un po’ grossolani per tenere alta la tensione: vengono presentati personaggi (Nightwatch e Morbius ad esempio) in maniera estemporanea solo per rimpolpare le scene di azione, Venom, il coprotagonista, quasi verso la fine sparisce in modo rocambolesco, solo per tornare negli ultimi due episodi per la resa dei conti finale col suo arcinemico, mentre il dilemma morale dell'Uomo Ragno (quale limite è disposto a varcare un eroe per fermare un criminale?), vero collante dell'intera saga, viene risolto in maniera troppo semplicistica, senza creare quel pathos che la tematica meriterebbe.

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La parte visiva è curata dal team titolare di disegnatori delle testate ragnesche dell'epoca: Alex Saviuk, Ron Lim, Tom Lyle, Sal Buscema e Mark Bagley. Valutando l'opera nel suo complesso, appare evidente il tentativo degli artisti di mantenere una certa omogeneità per non disorientare troppo il lettore nel passaggio da una testata all'altra. Il risultato è che l'intera storia si può leggere tutta d'un fiato senza notare particolari cadute di stile, ma neanche particolari picchi espressivi degni di menzione. Solo Sal Buscema, negli ultimi racconti, giocandosi particolarmente bene la scansione delle vignette e l'utilizzo delle splash-page, si distingue, riuscendo a rendere al meglio i momenti più emozionanti della storia (la disperazione dell'Uomo Ragno, l'arrivo salvifico di Capitan America, la lotta all'ultimo sangue tra Shriek e Dagger), mentre si avverte la maturazione del tratto di Mark Bagley rispetto alle sue prime prove su The Amazing Spider-Man, serie nella quale, tra l'altro, fu proprio lui a creare il design di Carnage.

Maximum Carnage, con tutto il suo carico di eccessività, di lunghezza e violenza, rimane quindi un prodotto di puro intrattenimento, non adatto a chi ama l'introspezione. Forse proprio per questa sua caratteristica è riuscito, ad ogni modo, ad imprimersi nei ricordi dei fan come uno dei più riusciti esempi di sfida all'ultimo sangue tra l'eroe e il suo arcinemico. C'è da giurare che sia proprio questa la saga che tutti vorranno vedere, adattata per il grande schermo, nel sequel del primo film con Tom Hardy e che, se la Sony deciderà di ispirarsi al fumetto, il successo di pubblico sarà assicurato.

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Panini e Mondadori: 70 anni di Topolino Pocket, le copertine metalliche in edicola

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In occasione delle celebrazioni per i 70 anni della rivista Topolino, di cui vi abbiamo parlato qui, Panini Comics e Mondadori annunciano una collana da edicola dal titolo 70 anni di Topolino Pocket.
La collezione settimanale proporrà le targhette metalliche delle più famose copertine di Topolino, più un fascicolo illustrato.

La prima uscita sarà disponibile dal 10 aprile al prezzo di 1,90€, le successive saranno costeranno, invece, 4,99€. La collana sarà abbinata a Topolino, TV Sorrisi & Canzoni, Focus Junior e Donna Moderna.

Di seguito la prima immagine diffusa dell'iniziativa.

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(Via Papersera)

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Daredevil Collection: Il bacio della Vedova, recensione: l'addio di Gene Colan all'Uomo senza Paura

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Il nome di Gene Colan non può che far scorrere un brivido lungo la schiena dei fan di Daredevil: il disegnatore classe 1926, scomparso nel 2011, infatti, è stato protagonista di un ciclo storico del personaggio, durato dal 1966 al 1973, che ne ha definitivamente fissato i canoni estetici, dopo l'iniziale difficoltà della Marvel di trovare un disegnatore stabile per il supereroe cieco.
Subentrato a John Romita Sr., l’autore nato nel Bronx impiegò solo pochi numeri per imprimere il suo stile alla serie: mentre i suoi predecessori utilizzavano un tratto tradizionale, rassicurante e solare, Colan decise di cambiare registro, puntando su inquadrature d'impatto, su figure dinamiche e voluminose, disegnate in dissolvenza per meglio rendere le pose plastiche, che esaltavano le incredibili acrobazie del diavolo rosso.
Anche i volti di Colan erano lontani dalla rappresentazione tradizionale: l'autore, con i suoi lineamenti marcati, le mascelle squadrate, voleva rendere al meglio l’espressività dei personaggi, alternando sulla serie sia il registro della malinconia sia quello della comicità e, soprattutto, giocando con l'utilizzo delle ombreggiatura per sottolineare le variazioni degli stati d'animo dei protagonisti, dando vita a un chiaroscuro unico tra i disegnatori suoi contemporanei, che si personalizzò sempre più col passare degli anni andandosi a collocare - secondo il giudizio di Roy Thomas, successore di Stan Lee come editor in chief della Marvel - tra l'espressionismo di Jack Kirby e il realismo di Neal Adams.

L'autore, dopo il primo ciclo di più di 80 numeri quasi consecutivi, che gli valse il soprannome di “Decano" e gli consenti di consegnare alla storia episodi memorabili, nonché di disegnare il primo annual della testata, tornò a ritrarre Daredevil due volte: la prima, tra il 1974 e il 1979; la seconda nel 1997.

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È proprio l’ultima fatica di Gene Colan sul diavolo di Hell’s Kitchen il piatto forte del numero 21 della collana antologica Daredevil Collection, pubblicata da Panini Comics per ripresentare al pubblico le storie più belle del supereroe cieco: il volume, infatti, raccoglie il ciclo dello scrittore Joe Kelly (pubblicato poco prima del grande rilancio della serie dovuto al suo spostamento nella linea Marvel Knights della Marvel e all'arrivo di Kevin Smith e Joe Quesada), nel quale, oltre a Colan, sono presenti anche altri disegnatori ospiti, come Cary Nord, autore del primo racconto dell’albo e Ariel Olivetti, autore invece del terzultimo episodio.

Discostandosi sia dalle atmosfere hard boiled di Frank Miller, sia da quelle di denuncia sociale di Ann Nocenti, sia, da ultimo, da quelle più teatrali di Dan Chichester, suoi predecessori illustri alla guida della serie, Kelly decide di dare un’impronta tradizionale alla sua gestione di Daredevil, riportando nel fumetto l'atmosfera presente agli esordi, nella gestione di Stan Lee.
L’attenzione si sposta sul lato eroico del personaggio, il tono generale è quello del fumetto di avventura e il fulcro della narrazione sono le sfide che il protagonista deve affrontare quotidianamente per proteggere la città da alcuni nemici storici, cercando di non trascurare troppo la sua vita privata che, tra la momentanea sconfitta di Kingpin, il ritorno di fiamma con la fidanzata storica Karen Page e l'entrata del tradizionale Nelson & Murdock, nell'orbita del ben più grande e famoso Studio Legale Sharp (guidato dalla spietata Rosalind, madre di Foggy), sembra godere di un periodo di serenità insolito per un personaggio come Matt Murdock, certamente non tra i più fortunati della storia dei comics.

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I personaggi di supporto sono usati per portare un tocco d comicità e per creare delle pause dalla narrazione delle avventure del protagonista: oltre agli insoliti problemi domestici di Foggy Nelson (che non riesce a convincere la sua compagna dell’epoca, Liz Osborn, di non essere un donnaiolo e si trova a dover fronteggiare la scomparsa del suo cane), possiamo goderci, mentre Daredevil affronta nemici classici come Mr. Fear e il Gladiatore, i tentativi di sue due dei suoi grandi amori, Karen Page e la Vedova Nera, di riprendere il controllo della la propria vita, la prima consolidando la sua nuova carriera come speaker radiofonica, la seconda ritornando alla sua vecchia attività di spia dello Shield, dopo la momentanea scomparsa dei Vendicatori a causa dell’evento Oslaught. Daredevil si trova quindi coinvolto nel tentativo della Vedova di consegnare alla giustizia ex alti gerarchi del Kgb intenzionati a darsi al crimine organizzato, in un’avventura divertente che assume i contorni della spy story e finisce con un lieto fine per i due supereroi ex amanti.

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Ma la Vedova non è la sola ex amante di Matt Murdock a creargli problemi: il volume presenta infatti una storia tratta dal Daredevil/Deadpool Annual del 1997, in cui la protagonista assoluta è Typhoid Mary, la killer dalle personalità multiple che poco tempo prima, su incarico di Kingpin, era riuscita a distruggere la vita del Diavolo Rosso, facendolo addirittura allontanare da New York; al suo ritorno in città, Matt era però riuscito ad raggirarla e farla internare. L’annual, disegnato da Bernard Chang, narra quindi il ritorno della femme fatale a New York in cerca di vendetta sul nostro protagonista e ha come ospite d’eccezione il mercenario chiacchierone, personaggio particolarmente caro a Joe Kelly (che proprio negli anni '90 lo aveva trasformato, con la sua gestione, dall’assassino senza cuore della sua prima apparizione al personaggio comico e surreale attuale) e si inserisce perfettamente nel tono generale della raccolta, permettendo inoltre allo scrittore di introdurre, con un’operazione di ret-con sulle origini di Daredevil, un dettaglio nuovo sul passato del nostro eroe.

La mano di Gene Colan, nel suo ultimo lavoro sul personaggio a lui più caro, è più incerta di quella delle sue prime opere, anche a causa di problemi di salute abbastanza seri che lo colpirono alla fine della sua carriera. Le caratteristiche del suo stile sono qui portate agli estremi, facendo avanzare qualche riserva sulla resa finale: l’uso forse eccessivo delle ombreggiature, per esempio, influisce negativamente sulla caratterizzazione dei volti dei personaggi e l’utilizzo di una colorazione sfumata finisce col rendere un po’ troppo confuse le scene di azione, in cui le pose plastiche dell’eroe, marchio di fabbrica del disegnatore, sebbene meno numerose, sono comunque presenti.
Nonostante questi piccoli difetti, l’operazione amarcord messa in atto dalla Marvel nel 1997, ingaggiando l’autore simbolo di Daredevil per dare vita ad un ciclo dal sapore fortemente tradizionale, si può dire sicuramente riuscita. In questo senso, l’ultima storia dell’albo, realizzata nell’ambito dell’iniziativa Flashback, volta a mostrare momenti inediti del passato degli eroi Marvel ed incentrata sul racconto del primo giorno all’università di un giovane Matt Murdock, accompagnato da suo padre (e da uno Stan Lee in formato autista di autobus), appare essere la vera chicca del volume. Per la realizzazione di questa storia, non poteva essere scelto artista migliore di Colan, e l’autore ripaga l’affetto e la fiducia riposte in lui con una prova superlativa, malinconica e divertente allo sesso tempo, che è il miglior commiato possibile dal personaggio al quale ha più legato la propria carriera e riesce sicuramente a far scorrere quel brivido nella schiena dei fan del Diavolo Rosso di cui parlavamo all’inizio e che solo vere leggende dei comics come Gene Colan possono regalare.

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La novità Disney/Panini Comics in arrivo a maggio 2019

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Sul nuovo Anteprima, Panini Comics ha annunciato le novità Disney per il mese di maggio.

Per celebrare il compleanno di Paperino, nei numeri di Topolino 3312, 3313, 3314 e 331 ci sarà un'avventura in 4 parti con Donald e Qui, Quo e Qua che attraverseranno l'Italia. Per l'occasione, gli albi saranno disponibili in 4 variant cover componibili.

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Il numero Topolino 3311 sarà abbinato anche all'annuale Topolibro distribuito in occasione del Salone del Libro di Torino.

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Volume cartonato sarà anche Toposcienza, che conterrà le storie del ciclo Comic&Science:
“Topolino e l’esperimento del dottor Pi” di Francesco Artibani e Alessandro Perina.
“Zio Paperone e le molecole in affitto” di Francesco Artibani e Paolo Mottura.
“Paperino e i ponti di Quackenberg” di Francesco Artibani e Marco Mazzarello.
“Topolino in: che fine ha fatto Peter Quarky?” di Fausto Vitaliano e Alessandro Perina.

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Nuova miniserie dedicata a Topomistery, rivista dedicata alle storie gialle con Topolino.

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Annunciato, infine, un nuovo Portofolio - disponibile in due versioni - dedicato ad Andrea Freccero.

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