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Fabio Cassella

Fabio Cassella

Anime Vintage: Mila e Shiro

  • Pubblicato in Focus

Mila e Shiro, due cuori nella pallavolo
– anime e manga
…Amore a prima vista è!

Chi non ha seguito almeno una volta in TV un appassionante episodio di “Mila e Shiro, due cuori nella pallavolo”? Tantissime bambine negli anni ’80, grazie a Mila, si sono avvicinate a questo sport: le nostre stesse compagne di classe improvvisavano veri e propri tornei nel cortile o nei corridoi della scuola simulando le partite dell’anime e ricoprendo ciascuna un ruolo ben stabilito (“io faccio Nami, io Kaori Takigawa, io Mila Hazuki….” ) con tanto di “colpo speciale”!

Il popolare anime del 1984/85 prodotto dallo Studio Knack, trae spunto da uno shoujo manga dal nome “Attacker You!”, di Jun Makimura (disegno) e Shizuo Koizumi (testi), edito da Kodansha.

Reduci dal clima serioso e greve, tipico di quasi tutti gli anime a sfondo sportivo degli anni ‘60 e ‘70, in primis Mimì, con gli anni ‘80 era indispensabile dare una svolta a questo genere, attraverso registri più “leggeri” e da commedia, incentrati inoltre, su una nuova tipologia di protagonista, lontano dalla cupa spiritualità di una Mimì Ayuhara, o di un Tommy Young. La giovane promettente pallavolista Mila Hazuki (You Hazuki) è fra le promotrici di questo cambiamento: sempre vivace, iperattiva, istintiva, un po’ scapestrata. Contrariamente alla sua collega Mimì, non si prende mai troppo sul serio e non si tormenta più del necessario, dedicandosi, assieme allo sport, quando le è possibile, ad una “sana” vita sociale. Altra novità riguarda i duri allenamenti e i sacrifici che comportano la pallavolo, affrontati e mostrati in “Mila & Shiro” senza mai giungere ai livelli inumani e sfibranti di Mimì. Non ultima, una nuova visione di “amicizia sportiva”. La protagonista, oltre che con le compagne di squadra, instaura un singolare rapporto di stima e affetto, contraccambiato, anche con le sue antagoniste in campo (come accade con il personaggio di Kaori). Legami profondi che si consolideranno nel tempo, contribuendo allo sviluppo interiore della protagonista.

Sulla scia del trionfo televisivo di Mila all’interno di Bim Bum Bam (1986), in Italia arriva anche il fumetto. È il “Corriere dei piccoli” a portarlo da noi, insieme ai manga originali di Creamy e Spank.
Il giornalino provvederà a pitturare il fumetto, ma non presenterà che le prime centonovanta pagine dell’originale, lasciando la storia incompleta.
Le traduzioni, pur non brillando per precisione, erano accettabili, considerando il periodo in cui furono effettuate.
Nel 2003 la Star Comics ripristinando il bianco e nero originario, stamperà il manga integralmente, in tre volumetti.
La vicenda nella versione cartacea è estremamente compatta, concisa, immediata. Pur non essendo particolarmente ricco di avvenimenti, il fumetto risulta tuttavia godibile, grazie anche al tipo di disegno impiegato.
Il manga punta essenzialmente sugli allenamenti e le partite e potrebbe apparire addirittura poco “shoujo” , paragonato all’anime, se non fosse per il tratto tipico delle produzioni “al femminile” su carta.
I 58 episodi televisivi, consentono di spaziare maggiormente con l’ingrediente sentimentale (e quindi “shoujo”), di approfondire la trama di base e fornire ulteriori dettagli per mezzo di nuove situazioni, nuovi personaggi e modificarne altri già creati nel manga. Vedi la figura di Shiro (So) e quella del severo e violento allenatore Daimon. Il primo è poco presente sia nell’anime, che nel manga, ma in TV acquista maggiore spessore e simpatia.
Il secondo, che nell’anime ha un ruolo preponderante, compare nel fumetto per poche pagine e provvisto di una caratterizzazione quasi opposta a quella vista in TV.
Elementi aggiuntivi della serie televisiva, esaminano, ad esempio il “regolare” contesto familiare di Mila, costituito da madre, padre e fratellino minore.
Nel manga, probabilmente a causa della brevità dello stesso, se si escludono le sporadiche apparizioni del padre, non è dato sapere altro sugli altri eventuali componenti della famiglia di Mila. Oltre all’ampio respiro narrativo, unito ad un maggiore approfondimento psicologico, comunque appena sufficiente, altra nota positiva dell’anime è da ricercarsi nella regia. Il taglio di Kazuyuki Okaseko è elementare, ciononostante capace di incollare allo schermo e non stancare, poiché coadiuvato da una colonna sonora di stampo anni ‘80, frizzante e ritmata, a cura di Shiro Sagisu (Orange Road).
Tecnicamente le animazioni manifestano una certa sommarietà e trascuratezza, così come il character designer, di Kyomu Fukuda, alquanto rozzo e poco personale, il quale si distacca non poco dalla linea gentile e accurata del manga. Fattori che, sul fronte grafico, non mettono in condizione di valutare positivamente i fondali televisivi. Per i giochi olimpici del 2008, Giappone e Cina hanno prodotto una nuova serie televisiva di “Attacker You!” in 52 episodi da poco trasmessa anche da noi col titolo: “Mila e Shiro, il sogno continua”. Prodotto mediocre su vari fronti che ha incontrato pareri poco favorevoli dal pubblico e una risposta tiepida.
La serie storica del 1984 è da un paio di anni disponibile in DVD.

Il fumetto e il cartone animato “Mila & Shiro” si mostrano entrambi come prodotti dalle pretese tecniche e di contenuto poco elevate, che semplicemente invitano il pubblico ad avvicinarsi alla pallavolo e a vivere questo sport, sì con determinazione e passione, ma soprattutto con tanta gioia e divertimento. L’orecchiabile sigla di Cristina D’Avena e un doppiaggio italiano davvero riuscito, contribuirono a lanciare questo anime, che, a dispetto delle carenze di cui sopra, riscosse da noi e in tutta Europa, un successo superiore a quello ricevuto in Giappone.

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