Menu

La Storia dell'Universo Marvel, recensione: raccontare attraversando il tempo

MNOWI117ISBN 0

La continuity, intesa come il flusso ultradecennale di eventi che sono alla base di un universo fumettistico, è delizia dei lettori più fedeli che ne conoscono a memoria gli sviluppi quanto croce degli avventori occasionali che, spaventati da una mole di informazioni che necessiterebbe di anni per essere assorbita, abbandonano sul nascere ogni velleità di accesso agli universi Marvel o DC.

Delle due grandi case editrici, la prima a comprendere la necessità di dover ordinare la propria complessa e convulsa continuity fu la DC che, con Crisi sulle terre infinite del 1985, eliminò i mondi paralleli in cui agivano le versioni golden age, risalenti al tempo della seconda guerra mondiale, dei suoi principali personaggi. La conclusione di questa saga epocale sanciva la nascita del rinnovato cosmo DC che, per quanto attraversato da incongruenze dovute al difficile lavoro di coordinamento tra le tante pubblicazioni dell’editore, poteva finalmente vantare una continuity interna coerente per eventi e storia dei personaggi. Per celebrare degnamente la nascita del nuovo universo, pochi mesi dopo la fine di Crisis la DC pubblicò una sorta di appendice realizzata dai suoi stessi autori, Marv Wolfman e George Pérez, chiamata History of the DC Universe. Si trattava di una “bibbia”, una guida illustrata dal maestro portoricano che prendeva per mano il lettore, portandolo a passeggio nella storia finalmente semplificata dei suoi classici ma rinnovati personaggi.

storia-marvel-1

Mentre in casa DC si compieva questo sforzo colossale, alla Marvel si dormivano sonni più tranquilli. Il suo universo, all’epoca relativamente giovane, era nato all’insegna della modernità, senza una convulsa storia pregressa da giustificare, come aveva dovuto fare l’editore rivale per spiegare il coinvolgimento nella II Guerra Mondiale degli ancora giovani Batman e Superman. L’unico collegamento con quell’epoca ormai lontana era stato risolto con l’ibernazione accidentale a fine conflitto di Capitan America, ritrovato decenni dopo dai Vendicatori. Per il resto, la continuity Marvel si presentava agile e snella, senza alcun bisogno di interventi riparatori. Ciò nonostante, trentacinque anni dopo e in occasione dei festeggiamenti per i suoi ottant’anni di vita, l’editore ha sentito l’esigenza di pubblicare una sua “Storia”, che non ha intenti aggiustatori come quella della Distinta Concorrenza ma celebra e ordina una continuity che, dopo otto decadi di pubblicazioni, si è inevitabilmente appesantita.

La narrazione è stata affidata ad un veterano come Mark Waid che, oltre ad essere l’autore di opere celebrate come Kingdome Come, è un esperto della complessa storiografia delle due principali major del fumetto a stelle a strisce. Ai disegni troviamo invece Javier Rodriguez, uno dei principali esponenti della scuola iberica che ha in Marcos Martin, Javier Pulido e Javi Fernandez gli altri capofila, tutti molto richiesti sul mercato statunitense. A differenza del corrispettivo della DC, Waid non usa lo stratagemma del narratore onnisciente, incarnato in quell’occasione dal personaggio di Harbinger, ma imbastisce un dialogo alla fine dei tempi fra due tra i più potenti personaggi Marvel, Galactus e Franklin Richards. Il distruttore di mondi e il mutante di livello omega, figlio di Reed Richards e Sue Storm, sono interdipendenti come lo yin e lo yang: uno porta morte e l’altro può creare la vita, e l’uno non può esistere senza l’altro. Arrivati alla fine del loro universo, ripercorrono gli eventi che ne hanno caratterizzato la vita. Questo cosmo morente derivava a sua volta da un universo scomparso di cui Galactus, allora non asceso ancora alla sua forma semidivina e conosciuto col nome di Galan, era l’unico superstite. La morte della realtà precedente costituì la scintilla per la creazione della prossima, e subito gli echi di coscienze antiche e primordiali si incarnarono in entità ancestrali come gli Antichi dell’Universo, il Tribunale Vivente, Eon, Eternità, Caos e Ordine, il Pantheon degli Dei, elementi alla base della mitologia della Casa delle Idee, mentre dallo scoppio della creazione venivano generate le potenti Gemme dell’Infinito.

storia-marvel-2

Grazie al racconto di Waid e alle spettacolari tavole di Rodriguez, la storia dell’Universo Marvel si dipana davanti ai nostri occhi dispiegando tutta la sua tradizionale geografia cosmica, con i potenti Celestiali, creatori e manipolatori di vita, in prima fila. E poi ancora gli imperi Kree e Skrull, in perenne conflitto tra loro, gli Eterni, gli Inumani e tanti altri classici pilastri del cosmo Marvel che sfilano sotto gli occhi del lettore. Un decennio lascia il passo al successivo, partendo dagli anni del secondo conflitto bellico con la guerra di Capitan America e gli Invasori contro le forze dell’Asse, proseguendo con gli oscuri anni ’50 che videro solo eroi dimenticati come gli Agenti dell’Atlas contrapporsi alle forze del male, in attesa dell’inizio ufficiale dell’Era Marvel nel decennio successivo. Ciascun lettore potrà ritrovare il suo periodo preferito della Casa delle Idee, da quella dei padri fondatori Stan Lee, Jack Kirby e Steve Ditko per arrivare ai giorni nostri.

Il lavoro svolto da Waid è impressionante: lo scrittore è riuscito a condensare nei sei numeri della miniserie una mole immensa di storie a fumetti, riuscendo a garantire comunque una narrazione piacevolissima. Il tutto è stato possibile anche grazie al lavoro di supervisione di Tom Brevoort, garante della continuity Marvel, che ha messo a disposizione degli autori un gruppo di ricerca a cui è spettato il compito di addentrarsi nello sterminato archivio dell’editore. Si sono così potuti integrare elementi narrativi recenti come gli Avengers dell’Era Preistorica, introdotti da Jason Aaron nella sua run di Avengers ancora in corso, ad altri che sembravano dimenticati dalla Marvel moderna come la Lost Generation di John Byrne.

Ma a rubare l’occhio è sicuramente la prova eccellente di Javier Rodriguez alle matite. Lo spagnolo, dotato di un tratto piacevolmente rétro del tutto funzionale alla narrazione, confeziona la prova della vita inanellando una serie di tavole mozzafiato dove, grazie a soluzione grafiche talvolta ardite, riesce a raccontare con poche vignette o splash-page spettacolari le carriere di più personaggi o eventi a fumetti di una certa lunghezza. Guardare, per credere, la tavola straordinaria con cui Rodriguez “risolve” il racconto della controversa Saga del Clone degli anni ’90, con le strade e i grattacieli di New York usate come una scacchiera su cui disporre i protagonisti. E si tratta solo di una tra le decine di invenzioni grafiche geniali concepite dall'artista iberico.

storia-marvel-3

Da segnalare anche l’imponente apparato bibliografico, cento pagine di note esplicative che segnalano al lettore la pubblicazione originale delle storie citate nell’opera, che contribuisce a fare de La Storia dell’Universo Marvel una lettura indispensabile per qualsiasi appassionato dei fumetti prodotti dalla Casa delle Idee.

Leggi tutto...

La Marvel lancia Eternals di Kieron Gillen ed Esad Ribić

  • Pubblicato in News

La Marvel ha annunciato una nuova serie a fumetti dedicata agli Eterni, prevista per novembre, che accompagnerà l'uscita attualmente fissata per febbraio 2021.

Eternals sarà scritta da Kieron Gillen - di ritorno dopo 5 anni sugli eroi Marvel - e disegnata da Esad Ribić e Matthew Wilson.

"Qual è lo scopo di una battaglia eterna?" recita la sinossi diffusa dall'editore. "Per milioni di anni, 100 Eterni hanno vagato per la Terra, protettori segreti dell'umanità. Senza di loro, saremmo macchie tra i denti dei demoniaci Devianti. La loro guerra dura da un'eternità, riecheggiando nei nostri miti e incubi. Ma oggi, gli Eterni affrontano qualcosa di nuovo: il cambiamento. Potranno loro - o chiunque altro sulla Terra - sopravvivere alla loro scoperta?".

Naturalmente, cosa riguarda questa "scoperta" resta, al momento, un mistero.

La Marvel ha per l'occasione diffuso un trailer e due cover del primo numero della serie ad opera di Ribić e Alex Ross. Potete vedere il tutto qui di seguito.

jQxmXTyDHSamB43Nz6mdQ9

ZDToNJLzdQRmEbSMMdSjQE

Leggi tutto...

La mostra sugli 80 anni della Marvel a Milano

  • Pubblicato in News

Riceviamo e pubblichiamo:

"AMAZING!

80 anni (e più) di supereroi Marvel

12 settembre 2020 – 6 gennaio 2021

WOW SPAZIO FUMETTO
Museo del Fumetto, dell’Illustrazione e dell’Immagine animata di Milano
Viale Campania, 12 – Milano

Info: 02 49524744/45 - www.museowow.it


Ingresso: 5 euro intero, 3 euro ridotto (fino a 10 anni e oltre 65)
Convenzioni e gruppi: 4 euro. Tessera WOW-card e Musei Lombardia: gratuito.
Orari: da martedì a venerdì, ore 15:00-19:00; sabato e domenica, ore 15:00-20:00; lunedì chiuso

WOW Spazio Fumetto – Museo del Fumetto di Milano (Viale Campania 12) dedica una mostra unica agli ottanta (e più) anni della Marvel, la casa editrice fondata nel 1939 e destinata a cambiare la storia del fumetto mondiale dando vita a personaggi indimenticati quali Spider-Man, Hulk, Thor, Capitan America, i Fantastici Quattro e tantissimi altri sotto la guida di grandi sceneggiatori e la punta della matita di grandi maestri. A questo straordinario percorso editoriale, che oggi ha dato vita a un filone cinematografico di enorme successo, è dedicata la mostra “AMAZING! – 80 anni di supereroi Marvel”, una carrellata di oltre ottanta tavole originali di maestri come Jack Kirby, Steve Ditko, Olivier Coipel, Steve McNiven, John Buscema, Jim Steranko, Neal Adams, John Romita Sr., John Romita Jr., Bill Sienkiewicz, John Byrne, Rob Liefeld, Jim Lee fino ai grandi italiani che ultimamente si sono distinti in tutto il mondo per la loro arte come Simone Bianchi, Claudio Castellini e Gabriele Dell’Otto. In mostra anche albi originali, manifesti, memorabilia, pannelli esplicativi, gadget e tutto quello che può aiutare il visitatore a comprendere appieno un viaggio tanto lungo e affascinante e al tempo stesso scoprire il complesso iter creativo che si nasconde dietro alla nascita e alla fortuna di un supereroe. La mostra sarà visitabile dal 12 settembre 2020 al 6 gennaio 2021 presso WOW Spazio Fumetto in Viale Campania 12 a Milano.

UN PO’ DI STORIA…

La storia della casa editrice Marvel inizia nel 1939, grazie a un uomo di nome Martin Goodman. L’editoria era in espansione, e Goodman si era specializzato nella produzione di pulp, pubblicazioni a basso costo contenenti romanzi e racconti di genere (per lo più rosa, western e poliziesco), dove sono nati personaggi destinati a una popolarità lunga nel tempo, come The Shadow e Doc Savage.

Con il successo eccezionale riscosso da Superman (1938) si sta affermando un prodotto editoriale nuovo, il comic book, l’albo a fumetti, e tanti editori vi si stanno cimentando. Spesso non producono direttamente le storie, ma si avvalgono di agenzie specializzate che forniscono interamente i contenuti. Una di esse si chiama Funnies Inc. e il responsabile delle vendite, Frank Torpey, suggerisce a Goodman di iniziare a pubblicare fumetti.

Goodman accetta, e nell’agosto 1939 esce così il primo numero di Marvel Comics, albo che contiene le prime apparizioni di due nuovi personaggi, la Torcia Umana e Namor, il Sub-Mariner, destinati a una lunga e proficua carriera. È il primo albo a fumetti con la parola Marvel nella testata, ma è curioso ricordare che Goodman pubblicava già dal 1938 un pulp di fantascienza chiamato Marvel Science Stories. Tuttavia la casa editrice non si chiama ancora Marvel: Goodman non è interessato a impiegare un unico nome per tutte le sue produzioni e usa per le pubblicazioni denominazioni diverse, che fanno tutte capo a lui; quella che più spesso è associata ai fumetti prende il nome di Timely.

Il successo dell’albo è notevole, anche se dal numero 2 la testata cambia nome in Marvel Mystery Comics, e Goodman è convinto a intensificare la produzione di albi a fumetti. Ben presto si rende conto che pagando direttamente gli artisti può risparmiare, quindi decide di assumerne tra quelli in forza alla Funnies Inc. Ci sono però anche diversi esordienti: nel 1939 arriva in redazione un diciottenne, cugino della moglie di Goodman, di nome Stanley Lieber, mentre nel 1940 arrivano due autori di nome Joe Simon e Jack Kirby, che creano il primo, vero best-seller della Timely, Captain America. Il nuovo giovane apprendista Stanley è entusiasta e si dà molto da fare, tanto che un giorno gli viene chiesto di scrivere il testo di un breve racconto di Capitan America per il terzo numero della serie. Lui è felice di accettare e firma con uno pseudonimo che gli porterà fortuna: Stan Lee.

Pochi mesi dopo Simon & Kirby lasciano la casa editrice per una disputa contrattuale, mentre il giovanissimo Stan viene promosso caporedattore, un ruolo che manterrà per decenni.

Capitan America e gli altri personaggi Timely proseguono con successo fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale, poi il fumetto con supereroi entra in crisi. In pochi anni scompaiono quasi tutti; la casa editrice di Martin Goodman si dedica ad altri generi, dai fumetti con gli animali antropomorfi al western, dal poliziesco alla fantascienza, con un fugace ritorno ai supereroi a metà anni Cinquanta.

La casa editrice sopravvive, cambiando il nome in Atlas, ma non è in un momento particolarmente florido: accordi di distribuzione limitano la produzione a soli 8 albi al mese.

Alla fine degli anni Cinquanta ritorna Jack Kirby, e arriva anche un disegnatore di nome Steve Ditko: saranno loro, insieme a Stan Lee, gli artefici della rivoluzione Marvel.

Secondo la leggenda, tutto nasce per via del successo della serie Justice League della concorrente DC Comics, che mette nella stessa squadra personaggi come Superman e Batman. Goodman chiede quindi a Stan Lee di inventare un gruppo di supereroi. Lee e Kirby inventano i Fantastici Quattro, un supergruppo diversissimo da quelli concorrenti: non hanno maschere, non hanno costumi, litigano e discutono spesso tra loro… Con il successo di Fantastic Four (novembre 1961) si decide di puntare di nuovo sui supereroi, lanciando nel giro di alcuni mesi anche Hulk, Spider-Man, Thor, Daredevil, Iron Man e tanti altri… Poco alla volta si costruisce un grande affresco narrativo, in cui i personaggi, per la prima volta, coesistono e possono incontrarsi o scontrarsi, sullo sfondo di una città reale come New York.

Anche il tono degli editoriali e della posta è diverso: Stan Lee costruisce un rapporto di complicità con i lettori, che rispondono entusiasticamente e contribuiscono all’invenzione di nuovi eroi e nuovi cattivi. È la nascita della Marvel Comics.

Negli anni successivi cambiano tante cose: Ditko e Kirby se ne vanno e alla fine degli anni Sessanta Martin Goodman vende la casa editrice. Negli anni Settanta Stan Lee abbandona la scrittura delle storie, arrivano nuovi autori e si esplorano generi diversi, come l’horror e come il fantasy di Conan il barbaro. Il fumetto di supereroi è in un nuovo momento di crisi, ma la Marvel fa un colpaccio pubblicando i fumetti ispirati al più grande successo cinematografico di sempre: “Star Wars”. Gli anni Ottanta e Novanta sono fatti di vendite sempre crescenti, fino a una nuova crisi nel 1996, quando la casa editrice finisce sull’orlo della bancarotta.

Negli anni Duemila si ripone sempre maggiore attenzione agli autori, e viene lanciato un nuovo universo narrativo, Ultimate, che consente a tanti nuovi lettori di conoscere i supereroi senza aver dovuto leggere decenni di storie passate.

Negli ultimi anni, invece, i supereroi sono sempre più conosciuti, grazie ai tanti film e alle serie animate e televisive che diventano sempre più numerose. Nei fumetti c’è una sempre maggiore attenzione alla inclusione, con la creazione di nuove supereroine, come Ms. Marvel e Ghost Spider.

LA MOSTRA

La mostra “AMAZING!” racconta la straordinaria storia della Marvel, dal 1939 ai giorni nostri, attraverso un percorso inedito, aiutati da ingrandimenti scenografici, tavole originali, gadget, albi d’epoca, memorabilia e tante sorprese. Il percorso si suddivide in sezioni, che corrispondono agli otto decenni di storia della casa editrice. Ogni sezione è aperta da un pannello che racconta, con un ricco apparato di immagini, gli avvenimenti cardine di quel decennio. Due speciali approfondimenti sono poi dedicati alla collaborazione tra Stan Lee e Jack Kirby, origine del successo della Marvel, e alla nascita dell’Universo Marvel, per comprendere le differenze dagli altri fumetti prodotti negli stessi anni. Una gigantesca timeline mette in ordine cronologico gli avvenimenti fondamentali della casa editrice, correlandoli con la creazione di tutti i maggiori eroi.

Grazie all’archivio della Fondazione Franco Fossati e a importanti collezionisti, saranno esposti tanti albi fondamentali della storia Marvel nell’edizione originale statunitense, tra cui la prima apparizione di Spider-Man (in Amazing Fantasy n. 15, del 1962) autografata dal mitico Stan Lee! A celebrare l’opera degli straordinari artisti Marvel, una galleria di oltre ottanta preziose tavole (tante quante gli anni della casa editrice) racconta l’evoluzione della grafica e del segno dei disegnatori: dai primi autori Marvel Jack Kirby e Steve Ditko fino alle recenti opere di Olivier Coipel e Steve McNiven, passando per maestri come John Buscema, Jim Steranko, Neal Adams, John Romita Sr., John Romita Jr., Bill Sienkiewicz, John Byrne, Rob Liefeld, Jim Lee e tanti altri. Non mancano poi gli autori italiani, come Simone Bianchi, Claudio Castellini e Gabriele Dell’Otto.

Tra le tante meravigliose tavole: un’imponente splash page di Jack Kirby con protagonista Thor, una doppia tavola di John Buscema che raffigura Conan il barbaro, una tavola di Spider-Man disegnata da John Romita Sr., l’autore che ha imposto un nuovo stile grafico del personaggio negli anni Sessanta, la tavola di apertura di una storia degli X-Men disegnata da Jim Steranko, autore che ha rivoluzionato i comics grazie all’influenza dell’arte contemporanea.

Inoltre una tavola dipinta di Marvels disegnata da Alex Ross, una rara tavola di Steve Ditko, inventore di Spider-Man, con il suo ultimo personaggio Marvel Speedball, il mutante Cable visto da Rob Liefeld, uno degli autori superstar degli anni Novanta, Daredevil visto dal grande Gene Colan, una potente copertina dei Fantastici Quattro di John Byrne, una tavola a matita di Mark Bagley, in cui è possibile vedere il lavoro dell’autore prima dell’inchiostrazione, una tavola degli X-Men di John Byrne tratta dalla saga di Fenice Nera, una delle storie più amate e conosciute del fumetto americano, una pagina dello scontro tra Punisher e l’eroe DC Comics Batman, disegnata da John Romita Jr., una pagina degli Ultimates di Bryan Hitch, la serie in cui è nata l’idea di dare a Nick Fury il volto di Samuel L. Jackson e una recente tavola dalla miniserie Vision, uno dei fumetti più premiati e apprezzati degli ultimi anni.

Un altro aspetto fondamentale del mito Marvel è stata la sua capacità di penetrare nell’immaginario non solo con le pagine dei fumetti, ma anche attraverso i giocattoli, i poster, i gadget, serie tv, film e cartoon. Grazie ai collezionisti è possibile vedere ogni genere di gadget dagli anni Sessanta in poi.

Tra le chicche esposte, i rari oggetti che venivano spediti agli iscritti al fan club ufficiale americano Marvel, i pupazzi prodotti dall’azienda Mego e arrivati anche in Italia alla fine degli anni Settanta, giochi in scatola, puzzle, album di figurine e tanto altro. Sono inoltre in esposizione poster originali USA e non solo, compreso il primissimo poster mai dedicato a Spider-Man, quello della prima convention ufficiale Marvel nel 1975, il manifesto del film dell’Uomo Ragno di fine anni Settanta e tanti altri. Grazie alla collaborazione con Hasbro, i visitatori potranno vedere le più recenti action figure dedicate a un pubblico di collezionisti, perfette in ogni dettaglio.

Non manca naturalmente l’attenzione anche al nostro Paese: già negli anni Cinquanta arrivano in Italia diversi personaggi nati nella casa editrice Atlas, come il western Kid Due Pistole e Omero il fantasma felice. Nel 1966 la rivista Linuspubblica sul suo supplemento il primo episodio dei Fantastici Quattro, che passa però un po’ inosservato. È solo con l’arrivo della milanese Editoriale Corno, nel 1970, che gli eroi Marvel diventano famosissimi anche nel nostro Paese.

In mostra tanti albi dell’Editoriale Corno, e tanti gadget prodotti in quegli anni. Non tutti sanno poi che nel 1978, con il successo della trasmissione televisiva SuperGulp! venne varata un’omonima rivista di fumetti, con un giovane Franco Fossati come caposervizio, che pubblicava anche storie di Spider-Man e dei Fantastici Quattro realizzate appositamente, e in mostra sono esposte alcune interessantissime tavole originali di questa produzione, provenienti dagli archivi della Fondazione Franco Fossati. Alcuni monitor permettono di ripercorrere la storia della Marvel al di fuori delle pagine a fumetti, tra disegni animati, televisione, videogiochi e soprattutto cinema, con il trionfale successo del Marvel Cinematic Universe."

Leggi tutto...

Fondazione Futuro, recensione: l'entertainment "minore" della Marvel

MWEAX009ISBN 0

Se siete dei veri Marvel fan, ecco una piccola chicca che non dovreste assolutamente lasciarvi sfuggire. Stiamo parlando di Fondazione Futuro, recente miniserie dedicata al gruppo di giovani eroi assemblato da Reed Richards diversi anni fa, rimasto per qualche tempo in una sorta di limbo editoriale, dopo il ritorno dei Fantastici Quattro sulla Terra, visto nei primi numeri della nuova collana dedicata a Mr. Fantastic e soci scritta da Dan Slott. Il team è una delle tante novità che Jonathan Hickman introdusse durante la sua lunga gestione del Quartetto e che, per breve tempo, prese addirittura il posto dei Fab Four, dopo l’apparente morte della Torcia Umana.

Simbolo di speranza per le nuove generazioni, il gruppo ha raccolto, fin dall’inizio, alcune delle giovani menti più brillanti del pianeta, pronti a unirsi senza esitazione al loro mentore anche nella ricostruzione del multiverso, seguita agli eventi raccontati - sempre a opera di Hickman - in Secret Wars. È lì che li ritroviamo all’inizio di questa nuova avventura, impegnati a recuperare i frammenti di Molecola sparsi nelle varie dimensioni, dopo la sua distruzione a opera dell’entità cosmica Funerea, avvenuta sempre nei primi numeri dei Fantastici Quattro di Slott. L’impresa, però, si rivela tutt’altro che facile, soprattutto quando a mettere i bastoni tra le ruote alla Fondazione arriva un nemico temibile come il Creatore, il Reed Richards malvagio proveniente dall’universo Ultimate.

fondazione-futuro-1

Fondazione Futuro è una miniserie di puro entertainment, senza nessuna ambizione autoriale, ma in essa si respira un po’ la stessa freschezza narrativa che sta caratterizzando un'altra collana dedicata a un team di giovani eroi, quella dei Runaways, di cui lo sceneggiatore Jeremy Whitley (fin qui noto solo per la miniserie Marvel The Unstoppable Wasp e per qualche titolo della IDW destinato a bambini e teenager) riprende i testi frizzanti e leggeri, aggiungendo anche una buona dose di umorismo. Direttamente dalle pagine dei Runaways, poi, arriva uno dei nuovi protagonisti, la scoppiettante Julie Power, che depressa per aver interrotto la sua relazione amorosa con l’aliena Karolina Dean (membro del suddetto gruppo), riesce a trovare di nuovo la serenità quando viene improvvisamente trasportata nello spazio da suo fratello Alex, attuale leader della Fondazione.

Il trentaseienne scrittore californiano, oltre ai testi pieni di brio a cui abbiamo appena accennato (che perdono smalto solo nella parte centrale della miniserie, quando la vicenda si appiattisce sull’inevitabile scontro tra i giovani eroi e il Creatore), mostra di saper utilizzare con assoluta naturalezza molti trucchi narrativi, grazie ai quali riesce a mantenere sempre viva l’attenzione del lettore. Pertanto, aldilà dell’avventura fantascientifica vera e propria, ecco anche divertenti battibecchi tra i protagonisti, flirt di vario tipo e maldestri approcci romantici, che vedono quasi sempre coinvolto il povero Bentley-23 (il clone adolescente del villain Wizard). Insomma, un po’ tutto l’armamentario tipico del fumetto per adolescenti (evidente target della serie).

fondazione-futuro-2

Whitley, inoltre, non nasconde di essere lui stesso un Marvel fan all’ultimo stadio, non solo valorizzando un cast di personaggi in gran parte ripescati dall’affollato sottobosco della Casa delle Idee, ma riuscendo anche a ridare lustro a due eroine affascinanti, che, dopo un breve periodo di gloria vissuto più di vent’anni fa, non hanno mai più svolto un ruolo importante all’interno dell’Universo Marvel: ci riferiamo a Rikki Barnes, la versione femminile di Bucky Barnes, creata da Jeph Loeb e Rob Liefeld durante l’evento Heroes Reborn e poi sporadicamente ripresa in saghe di poco conto, e a Lyja, l’ex moglie skrull di Johnny Storm, praticamente - e inspiegabilmente – ignorata (se si escludono una fugace apparizione durante il crossover Secret Invasion e la sua versione alternativa nell’universo MC2) da tutti gli autori che hanno seguito Tom De Falco nella gestione dei Fantastici Quattro. Assieme a Julie Power, i due personaggi sono serviti al cartoonist americano per dare un po’ più di spessore al corpo principale della Fondazione, che altrimenti, persi Franklin e Valeria Richards (tornati sulla Terra assieme al resto della famiglia), avrebbe potuto contare solo sulla wakandiana Onome e sui già citati Alex Power e Bentley-23. Nonostante la sua abilità, infatti, sarebbe stato difficile anche per Whitley riuscire a mantenere l’interesse dei lettori con quattro talpoidi evoluti, due discendenti di un’antica razza atlantidea, l’androide Dragon Man e i due bambini mutanti Artie e Pulce (che sono tutto tranne che due campioni di loquacità ed espressività).

fondazione-futuro-3

Per quanto riguarda i disegni, sui cinque numeri della miniserie si alternano ben tre autori: Will Robson, che, a dispetto degli annunci che lo indicavano come l’artista titolare della collana, firma solo il primo episodio (più il breve prologo all’inizio del volume, apparso in appendice a Fantastic Four 12), per poi essere affiancato da Paco Diaz nei due successivi, entrambi infine sostituiti da Alti Firmansyah negli ultimi due. Lo stile di tutti e tre richiama apertamente quello dei manga che, se da un lato rappresenta un modo ulteriore per attrarre i giovani lettori (un trend che, ormai, riguarda un po’ tutte le testate per teenager di Marvel e DC e da cui non è del tutto esente neppure la serie dei Runaways), dall’altro aiuta ad accrescere l’umorismo dei testi di Whitley. Dei tre disegnatori, tuttavia, noi abbiamo preferito l’indonesiana Firmansiah, che nonostante l’estetica “filo-nipponica” del suo tratto, non eccede con strampalati omaggi ai fumetti giapponesi. Cosa che, invece, capita più spesso a Robson (il quale, non a caso, in alcune interviste ha ammesso di essersi ispirato per questo lavoro ad Akira Toriyama, il papà di Dragon Ball e Arale), con il risultato di rendere troppo cartooneschi, e praticamente irriconoscibili, personaggi di ben altre caratteristiche come il Creatore. Diaz, al contrario, ci è sembrato quello meno in sintonia con il clima generale della serie: le sue tavole poco dinamiche, infatti, tradiscono l’evidente difficoltà ad adattare il suo stile più realistico a quello dei suoi due colleghi.

Fondazione Futuro non è sicuramente un volume da tramandare ai posteri, né un tassello imprescindibile della pluridecennale storia della Marvel, ma rappresenta l’ennesima dimostrazione che, quando le idee sono valide, è possibile realizzare una buona storia anche senza ricorrere ai big della casa editrice.

Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS