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Animation History #9: I Tre Caballeros

La struttura episodica di Saludos Amigos si era rivelata una scelta vincente sia economicamente che per il consenso del pubblico; per questo (ma in parte anche per proseguire la "politica di buon vicinato" tra USA e Sud America utile in tempo di guerra) Walt Disney diede subito il via alla produzione di un ideale seguito, che vide la luce solo un anno e mezzo dopo l'uscita di Saludos Amigos. Gli animatori affidati al progetto partirono per l'America Latina, così da svolgere ricerche sul campo e tornare agli studi con un'ulteriore documentazione che si sarebbe sommata a quella raccolta qualche anno prima.
I Tre Caballeros però non ricalca dal suo predecessore lo stratagemma del diario di viaggio per presentarsi al pubblico, ma sfrutta una ricorrenza che effettivamente aveva un riscontro nel mondo reale: il 1944 era infatti l'anno del decennale della prima apparizione di Paperino e questo film, proiettato per la prima volta nel dicembre dell'anno successivo, vuole in un certo senso celebrare l'anniversario del personaggio, anche se in ritardo. L'antologia animata prende spunto da tre pacchi regalo recapitati a Paperino per il suo compleanno che corrispondono ad altrettanti atti in cui si può suddividere il film, previsto inizialmente appunto col titolo Surprise Package.

Il primo dono è un proiettore che Paperino può usare per vedere il simil-documentario ornitologico "Uccelli Rari", nel quale vengono mostrate alcune razze particolari di volatili nel loro habitat; i segmenti naturalistici sono poco incisivi, ma hanno il merito di presentare Beckett, esagitato esemplare di Aracuan che continuerà a creare scompiglio per tutta la durata del film e sarà ripreso anche in successive opere Disney. Il documentario vorrebbe essere un contenitore che giustifica malamente la proposta di due cortometraggi, il cui stile ricalca Saludos Amigos principalmente per via della voce narrante che accompagna i protagonisti muti sullo schermo. "Il pinguino a sangue freddo" racconta l'odissea di un pinguino che mal sopporta le temperature polari ed è pronto ad abbandonare le lande ghiacciate dove vivono i suoi simili per mettersi in viaggio verso le calde isole Galapagos. "Il Gauchito volante" invece ha per protagonista un giovane gaucho che trova un asinello volante; il ragazzo riesce a catturarlo e fare amicizia con lui, utilizzando poi l'animale e la sua straordinaria abilità per vincere una gara di velocità. Entrambi i corti hanno ottimi personaggi simpatici da subito, buone gag e una piccola trama sviluppata in modo leggero e fluido.

Il secondo pacco contiene un libro pop-up dal quale esce Josè Carioca, personaggio che aveva riscosso un incredibile successo dopo la sua comparsa in Saludos Amigos, specialmente tra il pubblico sudamericano; qui il pappagallo brasiliano appare ancora più eccentrico, con il potere di moltiplicarsi, modificare e scomporre il proprio corpo in modo surreale. Josè Carioca offre una panoramica della città di Bahia, prima mostrando particolari del paesaggio notturno e poi accompagnando Paperino per le strade in festa della città; qui il papero marinaio rimane ammaliato dal fascino della bella Aurora Miranda che canta e balla sulle note della salsa "Os Quindins de Yayá". Questa sequenza, la più memorabile de "I Tre Caballeros", fonde personaggi dei cartoni ad attori reali con una tecnica che aveva ideato lo stesso Disney nelle Alice Comedies degli anni '20 ma da allora più utilizzata, riproposta qui per la prima volta in technicolor e con una qualità nettamente superiore: non esistendo all'epoca il green screen, gli attori recitavano davanti a un megaschermo sul quale erano proiettati i fondali e i personaggi animati girati in precedenza (tecnica divenuta poi celebre nella sequenza della fuga dall'aeroplano in "Intrigo Internzionale"). A questo si aggiungono alcuni particolari che rendono il cross-over più credibile, anche se non ci sono ancora vere e proprie interazioni tra cartoni e umani: ad esempio si può notare il riflesso di una cantante negli occhi sognanti di Paperino, o il rapido movimento di alcuni personaggi che causa uno spostamento d'aria e di oggetti, anche senza un effettivo contatto.

L'ultimo regalo è portato dal terzo caballeros, un nuovo compagno di Paperino e Josè Carioca: Panchito, il cui sombrero e le pistole tradiscono le origini messicane, è un gallo euforico che porta in dono una piñata spiegandone l'utilizzo e l'origine legata alla tradizione natalizia del suo Paese. Da quel momento il terzetto parte a bordo di un tappeto volante per sorvolare alcune zone caratteristiche del Messico, interagendo in particolare con le bellezze del luogo; le avvenenti donne mostrate in costume da bagno sono probabilmente un tentativo di mostrare uno degli aspetti migliori del Messico, ma anche un modo per attirare spettatori con una sensualità che non si era mai vista prima in un film Disney e che all'epoca attirò alcune critiche. Le animazioni durante la parte finale del film si concedono una maggiore libertà, con sperimentazioni visive che ricordano Fantasia o il brano "La parata degli elefanti rosa" in Dumbo: tra visioni oniriche e linee che rappresentano le suggestioni musicali, il film abbandona i vincoli del realismo alternando però i momenti più astratti con gag dei tre caballeros, che culminano in una corrida conclusiva piuttosto insensata a cui spetta il compito di chiudere la pellicola in modo non del tutto esaltante.

I personaggi e i luoghi de I Tre Caballeros hanno una caratterizzazione e una resa accattivanti e non sfigurano affatto il paragone con le precedenti produzioni degli studios Disney; ad intaccare però questa seconda incursione latinoamericana c'è la mancanza di una vera e propria continuità, con frammenti diversi legati tra loro da un filo conduttore troppo sottile per dare l'impressione di stare guardando un lungometraggio omogeneo. È questa frammentarietà il difetto principale che mina la pellicola, un mosaico composto da tasselli troppo diversi tra loro per ambientazione, atmosfera e stile; questo caos contribuisce a trasmettere lo scoppiettante spirito carnevalesco caratteristico delle zone rappresentate, ma penalizza pesantemente la struttura del film disorientando lo spettatore che si trova davanti a un prodotto in cui gli intenti di ricerca ed evoluzione nel campo dell'animazione sono ben più interessanti del risultato finale.
Dal film è stato escluso un cortometraggio, "The Pelican and the Snipe", poi proposto autonomamente nelle sale; durante la lavorazione si cominciò a pensare anche ad una terza compilation sudamericana dal titolo "Cuban Carnival", nella quale sarebbe dovuto comparire il quarto caballero Pancho, un galletto di origini cubane appassionato fumatore di sigari avana. I Tre Caballeros però al botteghino ottenne un incasso nettamente inferiore a quello di Saludos Amigos; la Disney perciò decise di spostare l'attenzione dall'America Latina (anche per via della fine della II Guerra Mondiale), continuando però a realizzare film ad episodi, la cui produzione richiedeva un investimento economico minore.

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