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Giugno 2012 - Comicus

Shang-Chi, Maestro del Kung Fu: Chronocomix

  • Pubblicato in Focus

Kung-Fu fighting

shangchi1Uno dei fenomeni più interessanti nel panorama internazionale di cinema & costume dei primissimi anni ’70 fu l’esportazione della cinematografia asiatica in Occidente: il cosiddetto Wuxiapian (letteralmente: Storie di Guerrieri Erranti), in parte paragonabile ai film di "cappa e spada", era un genere prettamente asiatico che aveva come protagonisti eroi epici della tradizione cinese, come spadaccini volanti, guerrieri o maestri di arti marziali. La distribuzione all'estero di questo genere cinematografico, inedito in Occidente, ebbe un enorme successo, avendo come punta di diamante l’attore/personaggio di culto Bruce Lee, con una crescente richiesta di film a base di Kung Fu e combattimenti a mani nude che impose, tanto in America quanto in Europa, soprattutto nelle generazioni più giovani, un febbrile interesse per le discipline di combattimento orientali: il Judo, il Karate, il Kung Fu, il Ju-Jitsu, il Wushu.
Negli USA, una casa editrice all’avanguardia come la Marvel Comics (responsabile, tra l’altro, della creazione dei primi supereroi di colore come Pantera Nera, Blade e Luke Cage), particolarmente attenta alle mode ed ai generi di maggior interesse, non si fece scappare l’occasione di esplorare un nuovo genere narrativo di così grande successo, proponendo il suo primo personaggio di origine e connotazione asiatica: Shang-Chi, Maestro del Kung Fu.

Ispirato alla figura di Bruce Lee e creato da Steve Englehart (testi) e da Jim Starlin (disegni), il personaggio esordì nel dicembre del 1973 sulla rivista antologica Special Marvel Edition n.15 e, dopo un periodo di rodaggio sulla testata corale Deadly Hands of Kung-Fu, conquistò nel settembre del 1974 una propria serie regolare intitolata Master of Kung Fu.
Shang-Chi è un guerriero esperto in Kung Fu e nel Wushu che, attraverso le arti marziali e i duri allenamenti al quale fu sottoposto fin dalla più tenera età, ha raggiunto la perfezione fisica e mentale, con piena padronanza delle sue letali abilità di combattimento. Non ha superpoteri, ma le sue capacità sono superiori ai normali parametri fisici umani, ampliate anche dall’uso di molte armi tipiche dei ninja come la spada, i bastoni kali e nunchaku, oltre ai dardi da lancio shuriken.
Cresciuto ed addestrato nella fortezza di Hunan, in Cina, Shang-Chi viene drammaticamente a conoscenza che il padre Fu Manchu (famoso personaggio dei romanzi Pulp degli anni ’30 e ’40) è a capo di un impero del crimine e che lo ha allevato con l’unico obiettivo di farlo divenire l’assassino perfetto. Con la scoperta della vera identità del padre, Shang-Chi fugge dalla Cina e, con l’obiettivo di fermarlo, entra a far parte dei servizi segreti britannici.
Fin dal suo primo episodio, la serie propose ai lettori un mix narrativo di più generi: dagli esotici action di arti marziali alla spy-story inglese, dall’hard boiled alle atmosfere criminal-urbane della black-exposition cinematografica degli anni ’70 (storie del sottobosco criminale afroamericano, con duri e donne discinte), condite in salsa orientale. I primi episodi furono scritti da Steve Englehart, al quale subentrò il poliedrico, quanto ingiustamente sottovalutato, Doug Moench, mentre vari artisti si alternarono ai disegni: da un Keith Pollard acerbo e scolastico ad un evocativo Rudy Nebres, fino a Paul Gulacy, l’artista che caratterizzò più di tutti il personaggio riuscendone a cogliere in misura maggiore rispetto ad altri l’essenza e le atmosfere esotico-avventurose attraverso progressivi esperimenti di costruzione di tavole psichedeliche e pop di grande originalità e potenza narrativa.

In Italia la febbre dei film e delle discipline di combattimento orientali arrivò con qualche anno di ritardo rispetto agli USA, ovvero nella metà degli anni '70, ma l’interesse fu tale che anche Luciano Secchi con la sua Edizioni Corno – all’epoca unico licenziatario del materiale Marvel nel nostro Paese – si convinse a pubblicare una testata interamente dedicata a Shang-Chi, la quale esordì nel maggio del 1975 in un formato inusuale: molto più grande dei normali giornalini di supereroi (21x27 cm.) e con stampa in bianco e nero.
Secondo la moda editoriale dell’epoca, l’albo Shang-Chi, Maestro del Kung Fu aveva foliazione di 48 pagine e cadenza quindicinale al prezzo di 300 lire; nel corso dei suoi 54 numeri (chiuse i battenti nel novembre del 1979), propose una scaletta quasi totalmente omogenea per tematiche e genere, composta dalle serie Master of Kung-Fu, Deadly Hands of Kung-Fu, Iron Fist e gli episodi delle antologiche Special Marvel Edition e Marvel Premiere aventi per protagonisti guerrieri di arti marziali. Nei suoi ultimi numeri, la testata ospitò anche serie sui generis che avevano poco a che fare con le tematiche portanti di Shang-Chi, inserite molto probabilmente per penuria di materiale, quali Doctor Strange, Powerman e Dracula, quest’ultima rimasta orfana della sua testata sospesa qualche anno prima.

A riguardo dei personaggi comprimari di Shang-Chi, citiamo I Figli della Tigre: un gruppo di 4 giovani combattenti le cui abilità marziali erano amplificate da alcuni amuleti magici, le cui vicende si svolsero nell’omonima serie Sons of Tiger, apparsa all’interno dell’antologica Deadly Hands of Kung-Fu; i singoli episodi furono scritti da Gerry Conway, Denny O’Neil e Bill Mantlo, mentre ai disegni si alternarono Dick Giordano, Don Perlin e George Perez. La serie aveva toni marcatamente più supereroistici rispetto a quelli di Shang-Chi ed in essa fecero la loro prima apparizione personaggi come Iron Fist e La Tigre Bianca. Nel corso dei numeri, fu proprio Iron Fist a diventare comprimario fisso nella testata, esordendo con gli episodi apparsi su Marvel Premiere, firmati da vari Roy Thomas, Lein Wein, Tony Isabella e Doug Moench ai testi, con disegni di Gil Kane, Larry Hama e Arvell Jones. Fu poi pubblicata la serie regolare Iron Fist, importante sia perché fu uno dei migliori esempi di commistione supereroi/arti marziali, sia anche perché su di essa debuttò una delle coppie d’oro dei comics: Chris Claremont e John Byrne che, qualche anno dopo, furono titolari di una riuscitissima run di The Avengers e, soprattutto, del rilancio di Uncanny X-Men.

Shang-Chi, Maestro del Kung Fu rappresenta un manifesto a memoria di una certa era in Italia, segnata da un interesse per alcuni aspetti della Cina che, al di là dei fumetti in scaletta, veniva esplicata anche da un certo apporto redazionale, assente nella maggior parte delle pubblicazioni della Corno, con ad esempio articoli su gare e campioni italiani di Judo, sulla boxe thailandese e sui guerrieri malesi, con pubblicità di corsi e di libri sul Kung Fu, oltre a domande ed interventi in materia da parte dei lettori nell’angolo della posta, intitolata Kappa Effe.

Paolo Pugliese



scheda #23
SHANG-CHI, MAESTRO DEL KUNG-FU
Editoriale Corno
albi spillati in bianco e nero, formato giant size - pubblicati: 54 numeri

A cura di Giovanni La Mantia

N° 1 (5/1975)
• SHANG-CHI: Fu-Manchu & Shang-Chi
Steve Englehart, Jim Starlin - Jim Starlin - Al Milgrom
(Deadly Hands of Kung-Fu #1)
• SHANG-CHI: Shang-Chi, maestro del Kung-Fu
Steve Englehart, Jim Starlin - Jim Starlin - Al Milgrom
(Special Marvel Edition #15)
• LO SCRIGNO DI HSIEN HANFG
Mary Skrenes - Paul Gulacy - Duffy Vohland
(Deadly Hands of Kung-Fu #5)

N° 2 (6/1975)
• SHANG-CHI: L’angoscia di mezzanotte
Steve Englehart, Jim Starlin - Jim Starlin - Al Milgrom
(Special Marvel Edition #16)
• SHANG-CHI: Shang-Chi, maestro del Kung-Fu
Steve Englehart, Alan Weiss - Alan Weiss - Al Milgrom
(Deadly Hands of Kung-Fu #2)
• SHANG-CHI: Frammenti di memorie del passato
Doug Moench - Craig Russell
(Giant Size Master of Kung-Fu #1)

N° 3 (7/1975)
• SHANG-CHI: Il covo dei dannati
Steve Englehart, Jim Starlin - Jim Starlin - Al Milgrom
(Master of Kung-Fu #17)
• SHANG-CHI: La trappola mortale della vipera
Doug Moench - Paul Gulacy - Al Milgrom
(Deadly Hands of Kung-Fu #3)
• I FIGLI DELLA TIGRE: I figli della tigre
Gerry Conway - Dick Giordano
(Deadly Hands of Kung-Fu #1)

N° 4 (8/1975)
• SHANG-CHI: Scontro frontale
Steve Englehart - Paul Gulacy - Al Milgrom
(Master of Kung-Fu #18)
• SHANG-CHI: Il cerchio di sangue del serpente
Doug Moench - Mike Vosburg - Al Milgrom
(Deadly Hands of Kung-Fu #4)
• I FIGLI DELLA TIGRE: Sulle tracce dei ninja
Gerry Conway - Dick Giordano - Frank McLaughlin
(Deadly Hands of Kung-Fu #3)

N° 5 (9/1975)
• SHANG-CHI: La fuga
Steve Englehart - Paul Gulacy - Al Milgrom
(Master of Kung-Fu #19)
• SHANG-CHI: Due mete da raggiungere, un sentiero verso la gloria
Doug Moench - Keith Pollard - Bob McLeod
(Deadly Hands of Kung-Fu #5)
• I FIGLI DELLA TIGRE: La notte dell’incubo
Gerry Conway - Don Perlin - Dan Adkins
(Deadly Hands of Kung-Fu #4)

N° 6 (10/1975)
• SHANG-CHI: L’arma dello spirito
Gerry Conway - Paul Gulacy - Al Milgrom
(Master of Kung-Fu #20)
• SHANG-CHI: Il veleno dello spirito
Doug Moench - Paul Gulacy - Al Milgrom
(Master of Kung-Fu #20)
• SHANG-CHI: La lezione della locusta
Doug Moench - Mike Vosburg - Bob McLeod
(Deadly Hands of Kung-Fu #6)
• I FIGLI DELLA TIGRE: Il sentiero dello sciacallo
Denny O’Neil - George Pérez - Frank Springer
(Deadly Hands of Kung-Fu #6)

N° 7 (11/1975)
• SHANG-CHI: La maschera della morte
Gerry Conway - Paul Gulacy - Dan Adkins
(Giant Size Master of Kung-Fu #1)
• I FIGLI DELLA TIGRE: Prigionieri della pazzia
Bill Mantlo - George Pérez - Bob McLeod
(Deadly Hands of Kung-Fu #7)
• SHANG-CHI: Riflessi in una pozzanghera
Doug Moench - Ron Wilson - Mike Esposito
(Giant Size Master of Kung-Fu #1)

N° 8 (12/1975)
• SHANG-CHI: Il tempo della vendetta
Doug Moench - Al Milgrom - Ron Wilson
(Master of Kung-Fu #21)
• SHANG-CHI: Gli assassini del passato
Doug Moench - Mike Vosburg - Al Milgrom
(Deadly Hands of Kung-Fu #7)
• I FIGLI DELLA TIGRE: Tempesta di vendetta
Bill Mantlo - George Pérez - Al Milgrom
(Deadly Hands of Kung-Fu #8)

N° 9 (1/1976)
• SHANG-CHI: Il magistrale piano di Fu-Manchu
Tony Isabella - John Buscema
(Deadly Hands of Kung-Fu Special #1)
• PUGNO D’ACCIAIO
Doug Moench - Frank McLaughlin - Crusty Bunkers
(Deadly Hands of Kung-Fu Special #1)
• I FIGLI DELLA TIGRE
Chris Claremont - Herb Trimpe
(Deadly Hands of Kung-Fu Special #1)
• SHANG-CHI: Le mani di Shang-Chi, maestro del Kung-Fu
Doug Moench - Mike Vosburg - Dan Adkins
(Deadly Hands of Kung-Fu Special #1)
• SHANG-CHI: Epilogo
Tony Isabella - John Buscema
(Deadly Hands of Kung-Fu Special #1)
• I FIGLI DELLA TIGRE: Strage a Central Park
Bill Mantlo - George Pérez - Mike Esposito
(Deadly Hands of Kung-Fu #9)

N° 10 (2/1976)
• SHANG-CHI: La fortuna sta nella morte
Doug Moench - Paul Gulacy - Dan Adkins
(Master of Kung-Fu #22)
• SHANG-CHI: Il fiume della morte
Doug Moench - Al Milgrom - Klaus Janson
(Master of Kung-Fu #23)
• I FIGLI DELLA TIGRE: La battaglia metafisica (I)
Bill Mantlo, George Pérez - George Pérez - Mike Esposito
(Deadly Hands of Kung-Fu #10)

N° 11 (3/1976)
• SHANG-CHI: Massacro in Amazzonia
Doug Moench - Al Milgrom, Walt Simonson, Jim Starlin, Alan Weiss - Sal Trapani
(Master of Kung-Fu #24)
• SHANG-CHI: Coraggio e morte
Doug Moench - Paul Gulacy - Sal Trapani
(Master of Kung-Fu #25)
• I FIGLI DELLA TIGRE: La battaglia metafisica (II)
Bill Mantlo, George Pérez - George Pérez - Mike Esposito
(Deadly Hands of Kung-Fu #10)

N° 12 (4/1976)
• SHANG-CHI: La figlia delle tenebre
Doug Moench - Keith Pollard - Sal Trapani
(Master of Kung-Fu #26)
• SHANG-CHI: Il confronto
Doug Moench - John Buscema - Frank Springer
(Master of Kung-Fu #27)
• I FIGLI DELLA TIGRE: Gladiatori del futuro (I)
Bill Mantlo - George Pérez - Tony DeZuniga
(Deadly Hands of Kung-Fu #11)

N° 13 (5/1976)
• SHANG-CHI: Trappola mortale
Doug Moench - Paul Gulacy - Jack Abel
(Giant Size Master of Kung-Fu #2)
• I FIGLI DELLA TIGRE: Gladiatori del futuro (II)
Bill Mantlo - George Pérez - Tony DeZuniga
(Deadly Hands of Kung-Fu #11)

N° 14 (6/1976)
• SHANG-CHI: Il ritorno di un eroe
Doug Moench - Paul Gulacy - Vince Colletta
(Giant Size Master of Kung-Fu #3)
• I FIGLI DELLA TIGRE: I gangsters del potere (I)
Bill Mantlo - George Pérez - The Tribe
(Deadly Hands of Kung-Fu #12)

N° 15 (7/1976)
• SHANG-CHI: Morte di uno spirito
Doug Moench - Aubrey Bradford, Ed Hannigan, Ron Wilson - Sal Trapani
(Master of Kung-Fu #28)
• SHANG-CHI: Il legame di cristallo
Doug Moench - Paul Gulacy
(Master of Kung-Fu #29)
• I FIGLI DELLA TIGRE: I gangsters del potere (II)
Bill Mantlo - George Pérez - The Tribe
(Deadly Hands of Kung-Fu #12)

N° 16 (8/1976)
• SHANG-CHI: L’antro dei leoni
Doug Moench - Paul Gulacy - Dan Adkins
(Master of Kung-Fu #30)
• SHANG-CHI: Girandola di neve
Doug Moench - Paul Gulacy - Dan Adkins
(Master of Kung-Fu #31)
• I FIGLI DELLA TIGRE: La morte è il mio partner (I)
Bill Mantlo - George Pérez - Jack Abel
(Deadly Hands of Kung-Fu #13)

N° 17 (9/1976)
• SHANG-CHI: Assalto tra i marosi
Doug Moench - Sal Buscema - Mike Esposito
(Master of Kung-Fu #32)
• SHANG-CHI: Messaggero di follia
Doug Moench - Paul Gulacy - Dan Adkins
(Master of Kung-Fu #33)
• I FIGLI DELLA TIGRE: La morte è il mio partner (II)
Bill Mantlo - George Pérez - Jack Abel
(Deadly Hands of Kung-Fu #13)

N° 18 (10/1976)
• SHANG-CHI: Un regno di follia
Doug Moench - Paul Gulacy - Dan Adkins
(Master of Kung-Fu #34)
• SHANG-CHI: La mano mortale e il sole di Mordillo
Doug Moench - Paul Gulacy - Dan Adkins
(Master of Kung-Fu #35)
• I FIGLI DELLA TIGRE: La valle degli antichi (I)
Bill Mantlo - George Pérez - Dan Adkins
(Deadly Hands of Kung-Fu #14)

N° 19 (11/1976)
• SHANG-CHI: Un odio per tutte le stagioni
Doug Moench - Mike Vosburg - Jack Abel
(Deadly Hands of Kung-Fu #8)
• SHANG-CHI: Lotta per la verità
Doug Moench - Mike Vosburg - Jack Abel
(Deadly Hands of Kung-Fu #9)
• I FIGLI DELLA TIGRE: La valle degli antichi (II)
Bill Mantlo - George Pérez - Dan Adkins
(Deadly Hands of Kung-Fu #14)

N° 20 (12/1976)
• SHANG-CHI: Violenza all’università
Doug Moench - Mike Vosburg - Jack Abel
(Deadly Hands of Kung-Fu #11)
• SHANG-CHI: Il sangue del drago d’oro
Doug Moench - Rudy Nebres
(Deadly Hands of Kung-Fu #12)
• I FIGLI DELLA TIGRE: I diritti di ogni cittadino (I)
Bill Mantlo - George Pérez - Stan Gan
(Deadly Hands of Kung-Fu #16)

N° 21 (1/1977)
• SHANG-CHI: Il drago muore a mezzanotte
Doug Moench - Rudy Nebres
(Deadly Hands of Kung-Fu #13)
• SHANG-CHI: Il ladro nelle ombre d’oro
Doug Moench - Rudy Nebres
(Deadly Hands of Kung-Fu #14)
• I FIGLI DELLA TIGRE: I diritti di ogni cittadino (II)
Bill Mantlo - George Pérez - Stan Gan
(Deadly Hands of Kung-Fu #16)

N° 22 (2/1977)
• SHANG-CHI: Orrore a New York
Doug Moench - Rudy Nebres
(Deadly Hands of Kung-Fu #16)
• SHANG-CHI: Nel cuore del drago
Doug Moench - Rudy Nebres
(Deadly Hands of Kung-Fu #17)
• I FIGLI DELLA TIGRE: Politica di morte (I)
Bill Mantlo - George Pérez - Jack Abel
(Deadly Hands of Kung-Fu #17)

N° 23 (3/1977)
• SHANG-CHI: Segreto mortale
Doug Moench - Rudy Nebres
(Deadly Hands of Kung-Fu #18)
• I FIGLI DELLA TIGRE: Politica di morte (II)
Bill Mantlo - George Pérez - Jack Abel
(Deadly Hands of Kung-Fu #17)
• I FIGLI DELLA TIGRE: Nelle tenebre pugni di morte
Bill Mantlo - Pat Broderick - Terry Austin
(Deadly Hands of Kung-Fu #18)

N° 24 (4/1977)
• SHANG-CHI: Dov’è Artiglio di Tigre?
Doug Moench - Keith Pollard - Sal Trapani
(Giant Size Master of Kung-Fu #4)
• PUGNO D’ACCIAIO
Roy Thomas - Gil Kane - Dick Giordano
(Marvel Premiere #15)
• I FIGLI DELLA TIGRE: Una fine! (I)
Bill Mantlo, Yvette Perez - George Pérez - Jack Abel
(Deadly Hands of Kung-Fu #19)

N° 25 (5/1977)
• SHANG-CHI: Sinfonia di sangue
Doug Moench - Keith Pollard - Sal Trapani
(Giant Size Master of Kung-Fu #4)
• I FIGLI DELLA TIGRE: Una fine! (II)
Bill Mantlo, Yvette Perez - George Pérez - Jack Abel
(Deadly Hands of Kung-Fu #19)
• PUGNO D’ACCIAIO: Il cuore del drago
Roy Thomas, Len Wein - Larry Hama - Dick Giordano
(Marvel Premiere #16)

N° 26 (6/1977)
• SHANG-CHI: La notte dei ninjas
Doug Moench - Keith Pollard - Sal Trapani
(Master of Kung-Fu #36)
• PUGNO D’ACCIAIO: La cittadella sull’orlo della vendetta
Doug Moench - Larry Hama - Dick Giordano
(Marvel Premiere #17)
• I FIGLI DELLA TIGRE - L’inizio! (I)
Bill Mantlo - George Pérez - Jack Abel
(Deadly Hands of Kung-Fu #20)

N° 27 (7/1977)
• SHANG-CHI: La ragnatela della morte nera
Doug Moench - Keith Pollard - Sal Trapani
(Master of Kung-Fu #37)
• PUGNO D’ACCIAIO: Il covo di Triplo Acciaio
Doug Moench - Larry Hama - Dick Giordano
(Marvel Premiere #18)
• I FIGLI DELLA TIGRE - L’inizio! (II)
Bill Mantlo - George Pérez - Jack Abel
(Deadly Hands of Kung-Fu #20)

N° 28 (8/1977)
• SHANG-CHI: Gli artigli del gatto
Doug Moench - Paul Gulacy - Dan Adkins
(Master of Kung-Fu #38)
• PUGNO D’ACCIAIO: Culto di morte
Doug Moench - Larry Hama - Dick Giordano
(Marvel Premiere #19)
• I FIGLI DELLA TIGRE: Per strappare gli occhi della notte (I)
Bill Mantlo - George Pérez - Jack Abel
(Deadly Hands of Kung-Fu #21)

N° 29 (9/1977)
• SHANG-CHI: Lotta senza quartiere
Paul Gulacy, Doug Moench - Paul Gulacy - Dan Adkins
(Master of Kung-Fu #39)
• PUGNO D’ACCIAIO: La compagnia di Batroc
Tony Isabella - Arvell Jones - Dan Green
(Marvel Premiere #20)
• I FIGLI DELLA TIGRE: Per strappare gli occhi della notte (II)
Bill Mantlo - George Pérez - Jack Abel
(Deadly Hands of Kung-Fu #21)

N° 30 (10/1977)
• SHANG-CHI: L’agenzia della morte
Doug Moench - Paul Gulacy
(Master of Kung-Fu #40)
• PUGNO D’ACCIAIO: La figlia della morte
Tony Isabella - Arvell Jones - Vince Colletta
(Marvel Premiere #21)
• I FIGLI DELLA TIGRE: Chi è la Tigre Bianca? (I)
Bill Mantlo - Keith Giffen - Rico Rival
(Deadly Hands of Kung-Fu #22)

N° 31 (11/1977)
• SHANG-CHI: Il ritorno di mezzanotte
Doug Moench - Sal Buscema, Mike Esposito
(Master of Kung-Fu #41)
• PUGNO D’ACCIAIO: La morte è un ninja
Tony Isabella - Arvell Jones - Aubrey Bradford
(Marvel Premiere #22)
• I FIGLI DELLA TIGRE: Chi è la Tigre Bianca? (II)
Bill Mantlo - Keith Giffen - Rico Rival
(Deadly Hands of Kung-Fu #22)

N° 32 (12/1977)
• SHANG-CHI: L’orologio del destino
Doug Moench - Paul Gulacy - Tom Sutton
(Master of Kung-Fu #42)
• PUGNO D’ACCIAIO: Il nome è Warhawk
Chris Claremont - Pat Broderick - Bob McLeod
(Marvel Premiere #23)
• I FIGLI DELLA TIGRE - La vendetta è il mio jolly (I)
Bill Mantlo - Gil Kane - Rico Rival
(Deadly Hands of Kung-Fu #23)

N° 33 (1/1978)
• SHANG-CHI: L’onda mortale
Doug Moench - Paul Gulacy - Jack Abel
(Master of Kung-Fu #43)
• PUGNO D’ACCIAIO: Estate di morte
Chris Claremont - Pat Broderick - Vince Colletta
(Marvel Premiere #24)
• I FIGLI DELLA TIGRE - La vendetta è il mio jolly (II)
Bill Mantlo - Gil Kane - Rico Rival
(Deadly Hands of Kung-Fu #23)

N° 34 (2/1978)
• SHANG-CHI: I pugnali dorati
Doug Moench - Paul Gulacy - Jack Abel
(Master of Kung-Fu #44)
• PUGNO D’ACCIAIO: Il giorno dell’apocalisse
Chris Claremont - John Byrne - Alden McWilliams
(Marvel Premiere #25)
• I FIGLI DELLA TIGRE - Tigre, tigre lucente… (I)
Bill Mantlo - Keith Giffen - The Tribe
(Deadly Hands of Kung-Fu #24)

N° 35 (3/1978)
• SHANG-CHI: Il seme della morte
Doug Moench - Paul Gulacy - Pablo Marcos
(Master of Kung-Fu #45)
• PUGNO D’ACCIAIO: Un duello d’acciaio
Chris Claremont - John Byrne - Alden McWilliams
(Iron Fist #1)
• I FIGLI DELLA TIGRE - Tigre, tigre lucente… (II)
Bill Mantlo - Keith Giffen - The Tribe
(Deadly Hands of Kung-Fu #24)

N° 36 (4/1978)
• SHANG-CHI: L’incantesimo del ragno
Doug Moench - Paul Gulacy - Pablo Marcos
(Master of Kung-Fu #46)
• PUGNO D’ACCIAIO: La valle dei dannati
Chris Claremont - John Byrne - Frank Chiaramonte
(Iron Fist #2)
• I FIGLI DELLA TIGRE: Quando la sabbia diventa rossa (I)
Bill Mantlo - James Sherman - The Tribe
(Deadly Hands of Kung-Fu #26)

N° 37 (5/1978)
• SHANG-CHI: Sfida a Fu Manchu
Doug Moench - Paul Gulacy - Pablo Marcos
(Master of Kung-Fu #47)
• PUGNO D’ACCIAIO: Non si brucia la città
Chris Claremont - John Byrne - Frank Chiaramonte
(Iron Fist #3)
• I FIGLI DELLA TIGRE: Quando la sabbia diventa rossa (II)
Bill Mantlo - James Sherman - The Tribe
(Deadly Hands of Kung-Fu #26)

N° 38 (6/1978)
• SHANG-CHI: La città in capo al mondo
Paul Gulacy, Doug Moench - Paul Gulacy - Jack Abel, Pablo Marcos
(Master of Kung-Fu #48)
• PUGNO D’ACCIAIO: Olocausto
Chris Claremont - John Byrne - Frank Chiaramonte
(Iron Fist #4)
• IL SAMURAI (I)
Bill Mantlo - Pat Broderick
(Deadly Hands of Kung-Fu #25)

N° 39 (7/1978)
• SHANG-CHI: Shaka Kharn… il demone guerriero
Doug Moench - Paul Gulacy
(Master of Kung-Fu #49)
• PUGNO D’ACCIAIO: Il fendente della scimitarra
Chris Claremont - John Byrne - Frank Chiaramonte
(Iron Fist #5)
• IL SAMURAI (II)
Bill Mantlo - Pat Broderick
(Deadly Hands of Kung-Fu #25)

N° 40 (8/1978)
• SHANG-CHI: L’uccisore di sogni
Doug Moench - Paul Gulacy - Mike Esposito
(Master of Kung-Fu #50)
• PUGNO D’ACCIAIO: Duello di morte
Chris Claremont - John Byrne - Frank Chiaramonte
(Iron Fist #6)
• L’ARTIGLIO GIALLO
Stan Lee - Joe Maneely
(Giant Size Master of Kung-Fu #1)

N° 41 (9/1978)
• SHANG-CHI: Finire per ricominciare
Doug Moench - Jim Craig - Pablo Marcos
(Master of Kung-Fu #51)
• PUGNO D’ACCIAIO: Pugno d’acciaio deve morire
Chris Claremont - John Byrne - Frank Chiaramonte
(Iron Fist #7)
• L’ARTIGLIO GIALLO
Stan Lee - Joe Maneely
(Giant Size Master of Kung-Fu #2)

N° 42 (10/1978)
• SHANG-CHI: Azione in Marocco
Doug Moench - Keith Pollard
(Master of Kung-Fu #52)
• PUGNO D’ACCIAIO: Come tigri nella notte
Chris Claremont - John Byrne - Dan Adkins
(Iron Fist #8)
• L’ARTIGLIO GIALLO
Jack Kirby - Jack Kirby - Paul Reinman
(Giant Size Master of Kung-Fu #3)

N° 43 (11/1978)
• SHANG-CHI: La fortezza di S’Ahra Sharn
Doug Moench - Keith Pollard - John Tartaglione
(Master of Kung-Fu Annual #1)
• L’ARTIGLIO GIALLO: Il mistero della cabina 361
Jack Kirby - Jack Kirby - Paul Reinman
(Giant Size Master of Kung-Fu #4)
• L’ARTIGLIO GIALLO: Temujai… il gorilla d’oro
Jack Kirby - Jack Kirby - Paul Reinman
(Giant Size Master of Kung-Fu #4)

N° 44 (12/1978)
• SHANG-CHI: I tre volti della morte
Doug Moench - Jim Craig - John Tartaglione
(Master of Kung-Fu #54)
• PUGNO D’ACCIAIO: I dragoni muiono all’alba
Chris Claremont - John Byrne - Frank Chiaramonte
(Iron Fist #9)
• DRACULA: Incubi di un morto vivo (I)
Marv Wolfman - Gene Colan - Tom Palmer
(Tomb of Dracula #40)

N° 45 (1/1979)
• SHANG-CHI: La vita perduta
Archie Goodwin, Doug Moench - Mike Zeck - Jim Mooney
(Master of Kung-Fu #55)
• PUGNO D’ACCIAIO: Kung-Fu killer
Chris Claremont - John Byrne - Dan Adkins
(Iron Fist #10)
• DRACULA: Incubi di un morto vivo (II)
Marv Wolfman - Gene Colan - Tom Palmer
(Tomb of Dracula #40)

N° 46 (2/1979)
• SHANG-CHI: Il volto degli assassini
Doug Moench - Jim Craig - John Tartaglione
(Master of Kung-Fu #56)
• PUGNO D’ACCIAIO: Un bel dì morremo
Chris Claremont - John Byrne - Dan Adkins
(Iron Fist #11)
• DRACULA: Resurrezione (I)
Marv Wolfman - Gene Colan - Tom Palmer
(Tomb of Dracula #41)

N° 47 (3/1979)
• SHANG-CHI: Il Barone Rosso
Doug Moench - Jim Craig - John Tartaglione
(Master of Kung-Fu #57)
• PUGNO D’ACCIAIO: Assalto ai Vendicatori
Chris Claremont - John Byrne - Dan Adkins
(Iron Fist #12)
• DRACULA: Resurrezione (II)
Marv Wolfman - Gene Colan - Tom Palmer
(Tomb of Dracula #41)

N° 48 (4/1979)
• SHANG-CHI: L’ultima maschera
Doug Moench - Jim Craig - John Tartaglione
(Master of Kung-Fu #58)
• PUGNO D’ACCIAIO: Bersaglio, Pugno d’acciaio
Chris Claremont - John Byrne - Dan Adkins
(Iron Fist #13)
• DRACULA: L’ultima battaglia (I)
Marv Wolfman - Gene Colan - Tom Palmer
(Tomb of Dracula #42)

N° 49 (5/1979)
• SHANG-CHI: L’angelo del destino
Doug Moench - Mike Zeck - John Tartaglione
(Master of Kung-Fu #59)
• PUGNO D’ACCIAIO: Fuoco di neve
Chris Claremont - John Byrne - Dan Green
(Iron Fist #14)
• DRACULA: L’ultima battaglia (II)
Marv Wolfman - Gene Colan - Tom Palmer
(Tomb of Dracula #42)

N° 50 (6/1979)
• SHANG-CHI: Il gioco del potere
Doug Moench - Mike Zeck - John Tartaglione
(Master of Kung-Fu #60)
• PUGNO D’ACCIAIO: Arrivano gli X-Men
Chris Claremont - John Byrne - Dan Green
(Iron Fist #15)
• DRACULA: Il giocatore notturno (I)
Marv Wolfman - Gene Colan - Tom Palmer
(Tomb of Dracula #43)

N° 51 (7/1979)
• SHANG-CHI: L’orchidea di cristallo
Doug Moench - Jim Craig - John Tartaglione
(Master of Kung-Fu #61)
• POWER MAN - Thunderbolt e lo scarabeo d’oro
Marv Wolfman - Lee Elias - Tom Palmer
(Power Man #41)
• DRACULA: Il giocatore notturno (II)
Marv Wolfman - Gene Colan - Tom Palmer
(Tomb of Dracula #43)

N° 52 (8/1979)
• SHANG-CHI: Il mare rosso
Doug Moench - Jim Craig - John Tartaglione
(Master of Kung-Fu #62)
• POWER MAN - Chi ha preso l’oro?
Marv Wolfman - Lee Elias - Alex Niño
(Power Man #42)
• DRACULA: Il suo nome è Dottor Strange (I)
Marv Wolfman - Gene Colan - Tom Palmer
(Tomb of Dracula #44)

N° 53 (9/1979)
• SHANG-CHI: Il destino ha tre volti
Doug Moench - Jim Craig
(Master of Kung-Fu #63)
• POWER MAN - La morte di Luke
Marv Wolfman - Lee Elias - Alex Niño
(Power Man #43)
• DRACULA: Il suo nome è Dottor Strange (II)
Marv Wolfman - Gene Colan - Tom Palmer
(Tomb of Dracula #44)

N° 54 (10/1979)
• SHANG-CHI: Lezione di morte
Scott Edelman - Mike Zeck - The Tribe
(Master of Kung-Fu #64)
• POWER MAN - L’uomo chiamato Mace
Ed Hannigan, Marv Wolfman - Lee Elias, Tom Palmer
(Power Man #44)
• DOTTOR STRANGE - La tomba del Dottor Strange (I)
Steve Englehart - Gene Colan - Tom Palmer
(Dr. Strange #14)

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Before Watchmen: mai e poi mai!

  • Pubblicato in Focus

Watchmen-BeforeWDopo qualche settimana di piena campagna promozionale, siamo ormai alle prime uscite per Before Watchmen, l’operazione prequel/spin-off messa in piedi dalla DC intorno al capolavoro firmato, 25 anni fa, da Alan Moore e Dave Gibbons. Com’è noto, sotto questo marchio andranno diverse miniserie incentrate sui singoli personaggi di Watchmen, narrandone le avventure precedenti al romanzo di Moore e Gibbons. Il tutto per mano di grandi autori a loro volta artefici, negli ultimi due decenni, di alcune delle pagine più riuscite del fumetto statunitense. Sulla carta, dunque, si prospetta un prodotto piuttosto gustoso: grandissimi personaggi scritti e disegnati da una schiera di fuoriclasse.
Io eviterò Before Watchmen come la peste.

Nonostante la curiosità che un’operazione simile mi suscita, devo dire che essa provoca in me una idiosincrasia ancora più forte, ai limiti della ripugnanza. Non dubito che questi albi saranno scritti e disegnati in maniera mirabile, ma il mio problema è a monte, con il tipo di operazione messa in atto, tanto che mi troverei a scontare anche un pregiudizio negativo per la lettura in sé.
Come si sa, lo stesso Moore ha più volte ribadito la sua contrarietà allo sfruttamento ulteriore del brand, arrivando ad avere serie incomprensioni con l’altro cocreatore dell’opera. Ma, per sgombrare subito il campo da questa argomentazione, il problema che vedo in questi prequel non risiede nel dogma mooriano: la sua parola non equivale a legge, anzi la DC sotto il profilo legale ha tutto il diritto di mandare avanti il progetto, mentre sotto quello morale i suoi obblighi verso Moore sono un argomento poco rilevante per un lettore.
Il problema, piuttosto, è il debito morale che si dovrebbe sentire nei confronti non tanto dell’autore, quanto della storia in sé. Per una serie di ragioni intrinseche, Watchmen è una storia a statuto speciale, e dovrebbe essere considerata intoccabile.

Risulta infatti difficile accostare i suoi personaggi agli altri supereroi: per Superman, Batman e compagnia la produzione continua di nuove storie, riletture, reboot, versioni multimediali o transmediali, elseworld e what if è in qualche modo inscritta nella loro ragion d’essere; il nucleo fondamentale e distintivo di quei personaggi è una forte mitologia di base, che in un certo senso si presta per sua natura ad essere rinnovata e aggiornata di continuo; se anzi così non fosse, la pena per questa mancata rigenerazione continua sarebbe la morte per disidratazione di quella mitologia. Per i personaggi di Watchmen invece è il contrario: essi sono la storia in cui vivono e vivono solo in quella storia, e non è possibile distinguere i due piani. I Watchmen sono Watchmen, e mettersi ad aggiungere “before” o “after” non fa che impoverirne la dimensione, imbastardirli come maschere di se stessi. Il discorso non è che Watchmen sia un tabù intoccabile, un assoluto a cui dobbiamo adeguarci e conformarci; anzi, l’opera è estremamente relativa, e offre una ricchezza di possibilità sterminata: ma tale esponenzialità infinita è tutta al suo interno, corrisponde alle infinite interpretazioni che ognuno di noi può trovare dentro il racconto. Di più, produrre storie collaterali ed “esterne” a Watchmen finirebbe per impoverirlo per il semplice (e paradossale) motivo che esse finirebbero per forzare e influire sulle interpretazioni che noi possiamo liberamente fare dell’opera originale, creando un vincolo narrativo che Moore non aveva voluto imporre.

Il punto, come chi conosce davvero Watchmen sa, è che la storia (e così i personaggi) vive in un equilibrio perfetto e delicatissimo. Tutto si tiene in un’armonia rara da trovare in un’opera d’arte, in un bilanciamento infinitesimale e limpido, ogni ingranaggio è al posto giusto con la sua funzione precipua e i suoi tempi inalterabili: come dentro un orologio. Questo è al tempo stesso il metodo, la forma e il contenuto della storia, e anche quando essa ci prende in giro per un attimo facendo fermare l’orologio, non ci mette molto a rimettere in moto le lancette ridendoci in faccia, quando è proprio l’imprevisto più caotico a riportare tutto entro i confini di un disegno più ampio.
Andare a forzare o alterare quell’equilibrio delicatissimo equivale a distruggerlo, a fare esplodere gli ingranaggi dell’orologio. Il Dottor Manhattan gira così perfettamente perché di lui si dice né più né meno di ciò che si dice, lasciando al lettore la facoltà di “riempire” il non detto secondo i propri equilibri e inclinazioni personali; e così Rorschach, e così il Comico e così Ozymandias e così tutti gli altri. Voler dire di più, equivale a voler svilire le infinite potenzialità che quel non detto permette alle interpretazioni autonome di ogni singolo lettore, equivale a ridurre quello spazio di libertà attentamente lasciato da Moore: ed è così che questi giganti della letteratura diventeranno gli ennesimi uomini in maschera, confusi tra tanti, spezzando il legame specifico e l’equilibrio con quella precisa storia così attentamente strutturata e calibrata. Non capire questo è non capire Watchmen.

C’è poi anche un altro piano del discorso, più “mondano”. Watchmen è a statuto speciale anche perché rappresenta la svolta per eccellenza nel fumetto supereroistico, un punto di sintesi di ciò che è venuto prima, ma anche di ciò che è venuto dopo: tutta la produzione successiva dei supereroi non è ancora riuscita a superare Watchmen e la sua decostruzione dei personaggi; anche in opere attente ed acute come Authority e Supreme Power, in alcune intuizioni di Ultimates o in punti critici come Civil War, non si è mai usciti dai confini analitici tracciati da Watchmen: da 25 anni il fumetto supereroistico più critico continua nonostante tutto a rimbalzare tra le medesime contraddizioni che il lavoro di Moore e Gibbons aveva saputo mettere in rilievo.
A questo ruolo di primaria importanza, dunque, si dovrebbe il rispetto che un progetto come Before Watchmen non sembra affatto tributare. Quello che risulta chiaro, nonostante i nomi coinvolti, è che siamo al cospetto di una semplice operazione commerciale. Se la DC o questi autori avessero avuto davvero una storia che sentivano di dover raccontare, avrebbero potuto farlo con altri personaggi, adattati o inventati di sana pianta (come lo stesso Moore si trovò a fare proprio con Watchmen); invece, la protervia con cui si è tornati su quei nomi rende del tutto evidente l’intento rapace di sfruttare l’onda perpetua del successo che il capolavoro continua a riscuotere. Stanno continuando a spremere le tette di questa immensa mucca, ma finiranno tristemente per svuotarla e svilirla, indipendentemente dal valore artigianale delle miniserie che saranno.

Se oggi Watchmen è, a giusto titolo, un totem, in questo modo finirà per ridursi a feticcio. Già la versione cinematografica rischiava molto in tal senso, ma bene o male le sue forzature di adattamento possono essere sorvolate (per quanto Watchmen sia una di quelle opere che possono essere solo fumetto); ma se questa storia oggi costituisce davvero una narrazione totemica e vitale nel panorama dei supereroi, impoverirla nei modi che abbiamo analizzato la porterà davvero a ridursi a quella parte del totem che è più banale, cioè appunto la sua qualità di feticcio. Un triste destino.
Dato che ormai la DC non farà certo marcia indietro, l’unico modo per tutelarsi dal vedere sminuita una narrazione di così rari potenza, complessità e significato è, semplicemente, quello di evitare la lettura di questo spurio e pretestuoso “before”. Ecco perché, da parte mia, eviterò questo dannoso orpello. Se volete, chiamatemi integralista.

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