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Dicembre 2012 - Comicus

Topolino (giornale) 1: recensione

  • Pubblicato in Focus

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Il 31 dicembre 1932 fa il suo esordio nelle edicole italiane Topolino, settimanale dedicato al topo Disney che, ad appena a 4 anni dalla sua creazione, è già una star mondiale. L'Italia è il primo Paese al mondo a dedicare una pubblicazione al celebre topo, anticipando di poco gli stessi Stati Uniti.
La rivista formato giornale segue la falsa riga del celebre Corriere dei Piccoli ed è edita dalla toscana Nerbini (di Giuseppe Nerbini) e diretta da Paolo Lorenzini, nipote di Collodi che anni prima creò Pinocchio che di lì a poco lo stesso Walt Disney avrebbe fatto suo con uno splendido lungometraggio animato.

In occasione dell'anniversario, analizziamo da vicino questa prima uscita.

topolino 1

Delle 8 pagine (al prezzo di 20 centesimi) solo la prima è composta da un fumetto. Disegnato da Giove Toppi, la tavola in realtà non presenta le classiche nuvolette ma, come proponeva il "Corrierino", sotto le vignette sono presenti didascalie in rima che spiegano l'illustrazione riportando, spesso, dialoghi.
La scenetta, che presenta notevoli libertà prospettiche, vede un Topolino dispettoso, in linea con quello dei primi cartoon in bianco e nero, lanciare un sasso ad un povero elefante per poi svignarsela senza subire conseguenze.
Una storiella molto semplice e lineare che non brilla certo per inventiva. Fortunatamente, di lì a poco, sarebbero arrivate le prime storie direttamente dall'America, quelle a firma Floyd Gottfredson che avrebbero dato un forte impulso al giornale facendogli fare un notevole salto di qualità.
Non solo, proprio Topolino è uno degli artefici del consolidamento delle "nuvolette" nei fumetti nel nostro Paese, seppur, in una prima fase, sempre accompagnate dalle didascalie in rima.

Pagina 2 si apre con un editoriale firmato dalla stesso Topolino in cui il Topo augura al lettore si svagarsi con il suo giornale e magari di imparare qualcosa. Sa bene che crescendo la spensierata fanciullezza va via perché anche lui non è più un semplice topino che vive una vita tranquilla, dovendo correre qua e là sul set, ma si concede spesso momenti di pausa. Spera, dunque, che la lettura del giornale possa svagare il giovane lettore ormai ometto.
Sempre a pagina 2 c'è poi un breve ringraziamento da parte dell'editore alla Direzione Amministrativa del "Consorzio Cinematografico Edizioni artistiche Internazionali di Roma" che ha concesso i diritti per la pubblicazione del giornale.
In realtà, poi, questa cosa sarà fonte di beghe successive. Infatti, il licenziatario dei diritti dei personaggi Disney per le pubblicazioni non era il distributore cinematografico, bensì il giornalista napoletano Guglielmo Emanuel. Per questo motivo, i numeri 3, 4 e 5 di Topolino cambiarono in Topo Lino l'intestazione e presentarono il personaggio, creato dallo stesso Giove Toppi, di Lino il Topo. Quando finalmente Nerbini ebbe regolarizzato l'acquisizione dei diritti (non senza che questo gli rechi danni) poté pubblicare Topolino fino al 1935, anno in cui Mondadori prese i diritti del personaggio per mantenerli fino al 1988, anno di creazione di Disney Italia.

topolino 3

Per approfondire l'argomento, non possiamo che consigliare la lettura di "Eccetto Topolino" edito dalla NPE, saggio fondamentale per conoscere non solo la vicenda legata a Topolino, ma anche un pezzo importantissimo di Storia del fumetto italiano.
Tornando alla seconda pagina del giornale, questa è completata da un breve racconto, corredato da una piccola illustrazione, di Pier-Giovanni Merciai dal titolo "Il Cavallo Rubato" che narra di come un contadino riesca con la furbizia a riottenere il suo equino.

Pagina 3, invece, si compone di un racconto più lungo in cui si parla di Yen, un artigiano cinese, che secondo quanto narrato, inventò le marionette. Quando però, mostrò la sua invenzione all'imperatore, questi credendo che si trattasse di un sortilegio ordinò la morte dell'artigiano che, fortunatamente, riuscì a convincere tutti che quelle marionette fossero solo pupazzi di legno. Autore del racconto è Filippo De Franco.
Completano pagina 3 una serie di tre vignette con scambi di battute di bambini (dal titolo Bambini... Grandi) ed una pubblicità della "Divina Commedia" pubblicata dallo stesso Nerbini.

topolino 5

Pagina 4 e pagina 6 ospitano un racconto del direttore Paolo Lorenzini in cui si narra di un bimbo birichino messo in punizione perché piantava grane sul suo regalo natalizio. Alla fine il bimbo, pagata la punizione, riceverà il suo dono. Interessante, però, è il contest lanciato. Infatti, fin dal primo numero si vuole instaurare un forte rapporto col lettore e chi indovinerà il regalo ricevuto dal bambino del racconto, potrà vincerne uno uguale. Tra l'altro, una curiosità: la storia si apre sottolineando come ormai i bambini non credono più a Babbo Natale...
Completa pagina 4 una grossa vignetta dal titolo "Chi troppo vuole...".

Un'illustrazione a colori a pagina 5 di Angelo Burattini mostra la redazione di Topolino al lavoro. Qui tanti "topolini" sono all'opera per produrre il giornale e, sotto, una piccola didascalia in rima completa racconta quanto accade.
Pagina 6, oltre alla prosecuzione del racconto di pagina 4, presenta una vignetta e un articolo in cui si parla della vita di Walt Disney e di come si producono i cartoni animati. L'articolo prosegue a pagina 7 dove troviamo una vignetta grande e un racconto breve dal titolo "Il gatto", che si conclude a pagina 8.
Nell'ultima pagina del giornale troviamo una vignetta, un'illustrazione di una parodia sportiva, varie barzellette e tre inviti al lettore per scrivere domande, inviare lettere, etc. Insomma, si invita il lettore al dialogo a testimonianza di quanto detto in precedenza.

topolino 8

Rileggendo questo primo numero ci sembra quasi di trovarsi di fronte ad una demo di quello che diverrà la testata. Nei numeri successivi oltre a dare spazio ai lettori, infatti, aumenteranno i fumetti e, soprattutto, la qualità degli stessi. Ricordiamo che Topolino non ospiterà solo fumetti Disney...
Nonostante le sue imperfezioni, questo numero uno rappresenta un pezzo di storia del fumetto italiano in quanto lo sviluppo di Topolino non sarà importante solo per la stessa Disney (basti pensare all'influenza della scuola italiana Disney nel mondo) ma sarà fondamentale per la diffusione del fumetto in generale nel nostro Paese, al suo sviluppo e alla sua consolidazione.

Dal 1932 al 1949, sono usciti sotto Nerbini e Mondadori 738 numeri di Topolino, escludendo tutti i supplementi e le testate Disney nate grazie al suo successo.
Nel 1949, fece il suo esordio Topolino libretto che, come tutti sappiamo, è ancora presente in edicola e che presto taglierà il traguardo dei 3000 numeri.

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