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Gangsta. 1

Come suggerisce il titolo Gangsta., in questa storia si ha a che fare con l’illegalità. Omicidi, rapimenti, traffico di medicinali, prostituzione, insomma tutto ciò che va contro la legge viene ampiamente trattato in questo manga. Ma come già successo in Black Lagoon o in Jormungand, ovviamente tutta questa sfera di negatività viene stemperata e in qualche modo addolcita con una storia più umana di sottofondo, una storia incentrata sul degrado sociale, sulla ingiustizia sociale, sulle precarie condizioni di vita dei protagonisti che si vedono in fin dei conti costretti ad agire in modo violento e criminale per poter sopravvivere.

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Come però molte volte succede quando si utilizzano riferimenti spiccati, si pensi anche solo al titolo, alla mafia o ad associazioni criminali losche di si tal fatta, veniamo coinvolti in prima persona noi italiani, sull’onda dei pregiudizi nazionali, oppure ci si piazza un tizio stile John Dillinger che tanto fa la sua scena. E tanto per confermare questa asserzione ecco che troviamo famiglie mafiose come i Cristiano, un'avvenente e formosa prostituta che di cognome fa Benedetto e un gigolò cieco da un occhio il cui cognome è Arcangelo. Per fortuna però il mangaka ha avuto la buona creanza di evitare di caderci appieno in questi pregiudizi e almeno di non produrre una accozzaglia di sterili stereotipi e inserzioni di parole italiane che tutto fuorchè un significato hanno nella nostra lingua come successo più volte in altre opere, una su tutte Arcana Famiglia (che già dal titolo lascia presagire di cosa possa mai trattare).

Tralasciando questa nota introduttiva necessaria per evitare che certi lettori si possano offendere dalla suddetta associazione di idee, ricordando che alla fine l’autore utilizza questi nomi per dare alla storia un maggiore risalto e una maggiore esoticità, passiamo alla trama del manga.
Kohske o Kosuke, dipende dalla traduzione romaji che si utilizza, confeziona una storia che per trama non spicca certo per originalità, ma che viene realizzata con grande passione inglobando al suo interno tematiche diverse come l’abbandono, il degrado sociale, la discriminazione, la prostituzione, la criminalità, la solitudine, la dipendenza da farmaci e droghe e altro ancora.

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I protagonisti sono inizialmente due: Worick Arcangelo, un gigolò con una benda sull’occhio sinistro e Nicolas Brown, uno spadaccino twilight sordo. A loro si aggiungerà a completare il trio Alex Benedetto, una bellissima ragazza costretta a prostituirsi dal suo fidanzato, che verrà liberata nelle prime pagine dal duo e che Worick stesso inviterà ad aggregarsi a loro, come “bottino di guerra” conquistato valorosamente. Insieme gestiranno l’attività di tuttofare avviata dai due uomini, offrendosi per ogni tipo di lavoro, dall’omicidio su commissione al traffico di medicinali. Questi bizzarri personaggi operano in una città dominata da famiglie mafiose e criminali nota come Ergastolum, nata dalla fusione di diversi ghetti di isolamento e confinamento di Twilight, esseri umani dalla forza e agilità sovrumana derivanti da esperimenti condotti con farmaci sperimentali durante il periodo di guerra che per sopravvivere dipendono costantemente dall’uso (e abuso) di farmaci in grado di smorzare o accentuare tali peculiarità [da qui il significato del termine inglese scelto, “crepuscolo”, che indica la brevità della vita di questi esseri].

Worick e Nicolas hanno un passato violento e sanguinoso che li unisce e qualcosa ci viene mostrata già nel primo volume tramite dei flashback ma bisognerà aspettare i prossimi tankobon per effettivamente avere chiara la storia, mentre Alex ha avuto anch’essa una vita difficile e tormentata dalla cui violenza farà fatica a riprendersi e necessiterà per questo dell’aiuto e della vicinanza dei due. Man mano che ci si addentra nella storia scopriamo insieme ad Alex che questi due tizi all’apparenza minacciosi e crudeli non sono altro che sgangherati superstiti, vittime di abusi e violenze che si sono ritrovati fin da giovanissimi a dover badare a sé stessi, soli in una città spietata e piena di dolore. La ragazza non riesce a ricordare nitidamente il suo passato per via di tutte le sostanze psicotiche assunte durante il suo lavoro di meretrice, ma a volte riemerge silenzioso facendo riaffiorare sporadiche memorie di indicibile tristezza.
Insieme questi tre anomali personaggi cercheranno di supportarsi a vicenda come una specie di famiglia per lasciarsi alle spalle il passato.

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Ma è nella rappresentazione grafica che Kohske dà il meglio.
Il tratto è molto sottile, le figure sono esili e snelle, magre, ossute, spigolose e a volte emaciate; le figure maschili spesso rispecchiano il canone di bellezza bishounen molto apprezzato in Giappone mentre le donne sono sempre altamente attraenti. Da notare però che compare ogni genere di personaggio nel manga con età diverse e corporature molto differenti che l'autore dà prova di saper ritrarre con grande maestria. Inoltre il chara design è estremamente curato, soprattutto per quanto riguarda il vestiario e gli accessori che sono vari e ben realizzati.
La parte però migliore dei disegni presenti in Gangsta, ed è anche la componente che fa apprezzare moltissimo quest’opera, è la caratterizzazione dei volti, la resa delle espressioni facciali, la fisiognomica altamente dettagliata. Soprattutto in Nicolas e Alex si notano delle espressioni splendide, di una profondità comunicativa sbalorditiva, che permettono con estrema efficacia di far comprendere la poliedricità del personaggi, tutt’altro che marginale macchietta. Traspare alla perfezione la solitudine, la tristezza, la rassegnazione dal volto di Alex ma anche la follia sadica degli intenti omicidi sul volto di Nicolas, l’ambiguità e la voglia di riscatto di Worick.
Per sdrammatizzare i toni alquanto violenti e pesanti dell’opera sono spesso introdotte delle gag umoristiche disegnate in stile chibi che ironizzano anche su tematiche scomode ma che strappano più di un sorriso al lettore, soprattutto le facce superdeformed buffe e deliberatamente kawaii.

Sebbene esistano opere simili a questa nell’immenso panorama fumettistico giapponese, Gansta sicuramente merita di essere estratta dal mucchio e messa in bella mostra, perché è un prodotto che si sa vendere molto bene e sa conquistare il lettore con la giusta dose di ogni molteplice aspetto che la caratterizza. Edizione Planet Manga ben realizzata, prezzo normale di 4,50 €, ma li vale tutti.

Dati del volume

  • Editore: Panini Comics
  • Autori: Testi e disegni di Kohske
  • Formato: 13x18 cm, brossurato, 200 pp, b/n
  • Prezzo: 4,50€
  • Voto della redazione: 7
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