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Edge of Tomorrow - Senza domani: recensione

Edge-of-Tomorrow-Senza-Domani-Poster-Italia-01-716x1024Non commettete assolutamente l’errore di considerare Edge of Tomorrow: Senza Domani il solito blockbuster americano ad alto budget che a parte gli effetti speciali non ha null’altro da offrire. Anzi qui gli effetti speciali ci sono, e molto ben realizzati per giunta, ma passano quasi totalmente in secondo piano rispetto alla sceneggiatura, che rende questo film altamente apprezzabile, una mosca bianca nel panorama cinematografico odierno. Il film è tratto dalla light novel giapponese All You Need Is Kill di Hiroshi Sakurazaka scritta nel 2004 di cui la Warner Bros. ha acquistato i diritti nel 2010.

Per quanto la trama sappia di già visto con il solito disperato conflitto tra gli ultimi sopravvissuti dell’umanità e una razza aliena, i Mimics, apparentemente invincibile, questa volta viene introdotto il tema del loop temporale, trovata interessante che avvicina molto questo film all’ambiente videoludico.

Il protagonista William Cage, un Tom Cruise allo stato dell’arte (il ruolo gli risulta calzato a pennello), bravo sia nelle parti comiche che in quelle drammatiche, ufficiale dell’esercito americano che si occupa principalmente di public relation, viene spedito in prima linea a combattere la minaccia extraterrestre nella battaglia che rappresenta l’ultima speranza di sopravvivenza per il genere umano. Cage però è totalmente sprovvisto di alcun addestramento base, tanto che non riesce neanche a sbloccare la sicura del suo esoscheletro da combattimento, e di conseguenza morirà infelicemente dopo neanche 5 minuti dall’inizio dello scontro. Nell’atto della morte però viene contaminato dal sangue di un Mimic Alfa da lui stesso ucciso e ne assorbe la capacità di resettare il giorno, di far ripartire da capo lo stesso giorno ogni volta che viene ucciso.

Già l’idea di far morire il protagonista nei primi venti minuti di film risulta quasi rivoluzionaria; se poi ci aggiungiamo il presentarci un Tom Cruise, che siamo abituati a vedere infallibile ed esperto combattente in quasi tutti i suoi film (dalla saga dei Mission Impossible all’ultimo Oblivion), come un novellino impacciato che necessita qualche reset temporale per capire anche solo come si spara con l’armatura da combattimento o per evitare di essere travolto da un camion nel tentativo di fuga dal campo di addestramento, fa sì che questo film si metta in gioco fin dall’inizio, e la posta è anche alta: un bel budget da 178 milioni di dollari e il marchio della Warner Bros.

Ed è proprio questa la parola chiave della spettacolarità di questo film: il gioco, inteso come videogaming. Guardando questo film in cui il protagonista muore in continuazione e ricomincia da capo la sua giornata sembra di essere bloccati in un livello di Gears of War (o della sua parodia versione Ralph Spaccatutto) e manca solo il controller per sentirsi veramente padroni delle azioni dell’Ufficiale Cage. Doug Liman, il regista, e soprattutto lo sceneggiatore Christopher McQuarrie (non uno qualunque, ma quello de I Soliti Sospetti), riescono a creare una storia semplice in fin dei conti ma incredibilmente frizzante, senza mai annoiare lo spettatore e creando un ritmo incalzante degno dei migliori action movie; la giornata che viene rivissuta non ci viene ripresentata da capo ogni volta ma assistiamo solo agli spezzoni più rilevanti del tentativo, i fallimenti più importanti e anche quelli più ridicoli e divertenti, le scene più spettacolari fino a creare quasi una sequenza temporale diretta utilizzando spezzoni di varie giornate. Magistralmente, poi, si alterna a questo tentativo di sequenzialità uno stallo temporale dell’intreccio focalizzandosi su un punto morto della strategia di Cage per poi andare diretti al gran finale in cui un manipolo di soldati cerca di distruggere la mente collettiva degli alieni. E qui si nota anche l’abilità del montatore del film James Hebert che alterna le scene e i ritmi rendendo il film fluido e veloce e mai confusionario.

Ma non si può non parlare dell’altra star della pellicola, una Emily Blunt incredibilmente scolpita e atletica (uno spettacolo per gli occhi), l’Angelo di Verdun, l’eroina della guerra per la salvezza dell’umanità la quale in passato ha posseduto la stessa abilità di Cage e quindi è l’unica che gli crede e che lo addestrerà man mano per renderlo un vero combattente.

Per tanto questo film riesce ad appassionare lo spettatore senza cadere in particolari cliché del genere e soprattutto distaccandosi da quel filone di film tutti uguali che ormai ammorbano il grande schermo e in cui solo gli effetti speciali tengono in piedi il prodotto. Qui la trama c’è, ma soprattutto è il modo di narrarla questa trama che sicuramente farà scuola.

Buona sceneggiature, gag umoristiche ben riuscite, autoironia del genere, azione adrenalinica, montaggio eccellente, sonoro di alto livello, bravi attori e un sapiente controllo da parte del regista di tutti questi molteplici aspetti portano ad una pellicola pregevole e da non farsi sfuggire. Speriamo solo che sia l’inizio di un nuovo modo di intendere il cinema sci-fi.

Il film è interpretato da Tom Cruise, Emily Blunt, Bill Paxton, Noah Taylor, Lara Pulver, Jeremy Piven, Brendan Gleeson e Madeleine Mantock è diretto da Doug Liman e sceneggiato da Christopher McQuarrie. Nelle sale italiane dal 29 maggio 2014.

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