Menu

Shin Mazinger Zero 1

C’era una volta Mazinger Z, era il 1972 e Go Nagai costruì le basi della fantascienza “Super Robot” come diremmo noi italioti - Mecha se utilizziamo dei termini un po’ più specifico. Isaac Asimov aveva da qualche decennio cominciato a portare nell'immaginazione dei lettori il concetto di robot - muovendosi sul sentiero già inaugurato da Herbert George Wells -, a porre le basi per una teoria personale del rapporto uomo-macchina senziente, divenuta poi universalmente riconosciuta,  e della eventuale autonomia delle stesse. La fantascienza cominciava a prendere piede non solo nella letteratura ma anche nel cinema e nella televisione, si veda Star Trek che cominciava la prima serializzazione 8 anni prima, e si espandeva a macchia d’olio conquistando sempre di più l’immaginario delle persone, diventando inarrestabilmente un fenomeno di massa.

In Giappone invece già da qualche anno cominciavano a uscire opere di mirabile fattura che avevano come protagonisti i robot e le macchine umanoidi create da futuristiche e totalmente ucroniche tecnologie e che poi sarebbero diventate dei pilastri fondamentali della letteratura a fumetti come il Cyborg 009 di Ishinomori e Astro Boy e Metropolis di Tezuka.
Ma il 1972 rimane un anno fondamentale per il genere mecha in Giappone e non solo: Go Nagai crea Mazinga Z, un anime televisivo con protagonista un robot gigante pilotato da Koji Kabuto, e qui sta la svolta, è l'uomo nella macchina e non l'uomo-macchina a far sognare i giovani. E questo genere colpisce profondamente quelle generazioni, viene apprezzato come non mai e successivamente verranno prodotte centinaia di altre serie che deriveranno in qualche modo da questa opera.

shin mazinger 0 1

Ma forse quelli che sono stati maggiormente influenzati da Go Nagai e dalle sue opere siamo proprio noi italiani; l’impatto che hanno avuto le sue serie, soprattutto Mazinga e Goldrake, sulle generazioni degli anni ’80 e seguenti è stato elevatissimo e hanno firmato un periodo della televisione italiana tra i più floridi di sempre. Lo stesso Mazinga fu il primo manga di sempre a essere pubblicato in Italia da Fabbri Editore. Nagai poi è profondamente legato all'Italia e ha un debito artistico e letterario enorme nei confronti del nostro paese, si veda l’influenza che Dante ha avuto sull'immaginario dell’autore oppure la mitologia romana o l’arte michelangiolesca.

Dopo la separazione con la Toei Animation Go Nagai si dedica alla riscrittura di molte delle sue opere facendosi aiutare da altri autori realizzando così una serie di titoli che la J-Pop raccoglierà sotto la collana Go Nagai Shin Collection ( di cui vi abbiamo parlato anche qui) e il primo volume a uscire è proprio Shin Mazinger Zero.

In questo manga, sotto la supervisione del maestro stesso, la storia di Mazinga viene completamente rivisitata in 9 volumi ad opera di Yoshiaki Tabata (storia) e Yuuki Yogo (disegni), quest’ultimo già autore di Wolf Guy, seinen manga edito da J-Pop anch'esso. Va premesso che andare a mettere le mani su un'opera così celebre rimodellandolo e riattualizzandolo alla contingenza temporale e sociale di riscrittura non è la cosa più facile del mondo. Anzi, a volte si rischia di far proprio una pessima figura, si prenda per esempio la maggior parte dei reboot cinematografici di opere ormai entrate a far parte della storia, e non mi sembra proprio il caso di citarne nessuno per quanto siano lampanti.

shin mazinger 0 2

Passiamo alla trama. La storia comincia in medias res con un giovane Koji Kabuto, il protagonista, che assiste impotente all’estinzione del genere umano ad opera del dio oscuro Mazinger, robot incredibilmente potente creato dal nonno di Koji. Il protagonista è ormai l’unico essere umano ancora in vita e giura che se lui avesse pilotato il Mazinger Z lo avrebbe usato solo a scopo di bene salvando l’umanità invece di estinguerla; l’androide Minerva X infatuata del robot gigante, sentendo queste parole fa rinascere lo spirito di Kabuto in un’altra linea temporale, mutando le condizioni di esistenza e i ruoli dei personaggi principali, per dare a Koji una possibilità di salvare dall’oscurità il suo amato e con esso il destino dell’umanità. Ogni volta che si riottiene questo finale desolante il ciclo si ripete, e ogni volta cambia la storia a seguito delle diverse scelte che fanno i personaggi. Non è così semplice utilizzare una forza incredibile come quella di Mazinger senza essere influenzati dalla brama di potere, dalla sensazione di onnipotenza che ne consegue, ma l’unico modo per salvare il mondo è riuscire a non farsi sottomettere dalle emozioni negative e a non corrompere l’animo del robot, trasformandolo irreparabilmente in un dio malvagio e inarrestabile.

Se già nel manga di Mazinga Nagai aveva accentuato la violenza e maturità rispetto alla serie animata più cartoonesca, in questa versione Shin la violenza, sia fisica che psicologica che artistica, la fa da padrone, con scene truculente e dall'impatto visivo scioccante.
La parte grafica dell’opera è davvero notevole, i disegni del maestro Yogo sono molto dinamici e enfatizzano estremamente la posa dei personaggi, i quali grazie all’estrema plasticità conferita loro danno vita a molteplici prospettive deformate e astratte che permettono un maggiore trasporto del lettore, facendogli percepire l’energia intensa che li permea. Plasticità è forse la caratteristica che descrive meglio il tratto peculiare del maestro; le tavole sembrano popolate da action figure in ABS, con una resa della tridimensionalità molto spiccata, a rendere le figure femminili molto morbide e sensuali (per non dire altamente sproporzionate nelle misure che le definiscono come piace tanto ai giapponesi), mentre le figure maschili sono dei moderni ercole adonici costellati da muscoli tonici in ogni parte del corpo (lo stile ricorda il Gurren Lagann di Kotaro Mori e lo Zetman di Masakazu Katsura). I disegni ecchi tendenti all'erotico (hentai) sono molto cari al maestro Nagai e molte sue opere presentano questo tratto e le conseguenti tematiche come per esempio nel ciclo di storie realizzato su Cutie Honey.

shin mazinger 0 3

Le tavole sono dominate da un nero densissimo che aumenta notevolmente la profondità dei disegni ma che rende anche più angosciante la lettura, soprattutto quando il Mazinga cede al suo lato oscuro entrando in berserk; sono inoltre spesso presenti ideogrammi imperanti e cubitali corrispondenti a delle frasi urlate dai personaggi che enfatizzano di molto i dialoghi.
Il tratto è molto calcato, spesso nervoso, a sottolineare la tensione, l’irrequietezza, la carica violenta che freme nei personaggi agonizzanti dal surplus energetico e che irrompe furiosamente tutto d’un tratto.
Questo stile inoltre riesce a rendere molto bene la dicotomia che caratterizza tutta l’opera, quella diade eroe-malvagio, bene-male che deriva dall'avere a disposizione un potere smisurato il cui unico limite è la volontà stessa che lo guida e che può condurre alla totale perdizione se si viene sottomessi dall'ebbrezza obnubilante che il potere esercita oppure alla salvezza se si riesce a dominarlo completamente.

L’opera è quindi molto apprezzabile, non scontenta i puristi né si prefigge di soppiantare l’originale ma si limita a proporre una versione più moderna e attualizzata di una famosa storia di fantascienza. È un manga piuttosto adulto e violento e più improntato all'action, ma sempre con una componente di humour e gag a sdrammatizzare; ma forse proprio per questo può risultare più fruibile alle nuove generazioni a cui è diretto, permettendo infine di riportare sotto i riflettori una pietra miliare, sebbene non nella sua iniziale versione, ma lasciando così al lettore la possibilità di andare eventualmente ad ampliare le sue conoscenze in materia recuperando l’originale. Inoltre il prezzo promozionale a 1€ lo rende ancora più appetibile.

Dati del volume

  • Editore: J-Pop
  • Autori: Storia di Go Nagai, testi di Yoshiaki Tabata, disegni di Yuuki Yogo
  • Formato: 12,4x17 cm, brossurato con sovraccoperta, 192 pp, b/n e col.
  • Prezzo: 5,90€
  • Voto della redazione: 7
Torna in alto