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Arno Kowalsky 4.8: intervista ad Alessandro Di Virgilio e Giuseppe Guida

Polis, metropoli del futuro dove la vita di un uomo vale ben poco e che nasconde nel suo centro il Core, popolato da mutanti radioattivi e dove nessuno si avventurerebbe mai, a meno di esserne costretto, come il piccolo Milo. Nel frattempo, l'investigatore privato Arno Kowalski, tossico e con la simpatica capacità di vedere i morti, si troverà ad affrontare un’indagine che lo farà ripiombare in un passato che pensava sepolto e che sembra avere radici in un tempo in cui i fratelli si macchiavano di sangue.
Questa, in sintesi, la trama di Arno Kowalsky 4.8, opera Cyperpunk scritta da Alessandro Di Virgilio, disegnata da Giuseppe Guida e pubblicata da Primiceri Editore, una casa editrice che esordisce nel mondo dei fumetti.

Abbiamo incontrato i due autori per una duplice intervista.

DiVirgilioAlessandro Di Virgilio
Sceneggiatore napoletano, classe 1962. Nel corso della sua lunga carriera ha collaborato con case editrici come Tunué, Becco Giallo, Aurea Editoriale, Nicola Pesce Editore, Kleiner Flug, ESH ed Edizioni San Paolo. Tra le sue opere citiamo Gli Altri, La Grande Guerra: Storia di Nessuno, L’uomo che sfidò le stelle, Un filo di nebbia, Sandokan – La Tigre della Malesia. Attualmente lavora per la Kawama Editoriale (iComics), Editoriale Aurea (Lanciostory e Scorpio) e Ed. San Paolo (Il Giornalino).

Ciao Alessandro e bentornato su Comicus.
Come è nato il progetto di questo Graphic Novel e quali sono stati i tuoi punti di riferimento per la sua genesi?

Salve a tutti! Allora, il progetto Arno Kowalsky, nasce, essenzialmente, dal mio desiderio di cimentarmi con una storia lunga di fantascienza e, per mia formazione e gusti personali, i riferimenti non potevano essere che P. K. Dick, con Blade Runner, e tutta la fantascienza Cyberpunk.

Potremmo definire Arno Kowalsky 4.8, dunque, una storia di fantascienza social-Cyberpunk, oppure una crime story futuristica, o cos’altro?
Entrambe le cose, direi, dato che l’altra mia grande passione letteraria è il mistery.

Chi è Arno Kowalsky? E qual è il suo cammino interiore che hai tracciato nel corso della storia?
Arno è un investigatore privato, schiavo della droga e il suo cammino interiore si può dire appena iniziato, visto che “4.8” è stato concepita come la prima parte di una trilogia.

La sceneggiatura di Arno ha una struttura corale, ambientata in un futuro distopico fatto di sporcizia, decadenza sociale e malavita. Quali sono gli elementi umani e concettuali che hai voluto far emergere maggiormente?
Al pari dei romanzi di Dick e della letteratura cyberpunk, si può dire che Arno è solo un pretesto per parlare di tematiche e meccanismi sociali già presenti nella nostra attuale società, che sono, né più né meno, quelli da te citati. In particolare il modo esponenziale in cui la società sprofonda in una decadenza culturale che, il più delle volte, fa veramente paura…

Arno-copertinaIl disegnatore di Arno è Giuseppe Guida. Cosa ti ha colpito del suo stile e come si è articolato il tuo rapporto con lui durante la lavorazione?
Di Giuseppe mi ha colpito l’originalità del tratto e il nostro rapporto professionale è stato a dir poco ideale, improntato su un comune sentire che ci ha consentito di lavorare al meglio. Nel dettaglio lavoravamo per step. Nel senso che gli fornivo, di volta in volta, un tot di tavole sceneggiate, che lui andava a disegnare e poi mi rimandava. Lavorare "work in progress" col disegnatore l'ho sempre trovata una cosa stimolante e che fa crescere entrambi.

Cosa ne pensi del fenomeno in crescita del crowdfunding, grazie al cui contributo è stata resa possibile anche la presente edizione di Arno da parte di Primiceri editore?
Penso che in Italia sia un fenomeno che non ha ancora attecchito come dovrebbe, ma che meriterebbe una maggiore attenzione.

Primiceri Editore è una casa editrice specializzata in testi professionali e manuali di diritto, economia e nuove tecnologie. Puoi raccontarci come sei arrivato a collaborare con loro per la pubblicazione di un fumetto?
Nel modo più semplice. L’ho contattai chiedendogli se fosse interessato ad una collaborazione e loro risposero immediatamente di sì.

Quali sono i tuoi prossimi progetti editoriali? E tra questi ci sarà anche un seguito di Arno?
In occasione del Comicon di Napoli uscirà, per Tunué, una storia, tratta da un racconto molto intimista di mia figlia, sceneggiato a quattro mani con lei e che vedrà il ritorno sul mercato del disegnatore Mauro Cao. Per Lucca Comics, invece, mi butto sull’horror, per le Edizioni Inkiostro, con una storia disegnata da Niccolò Storai. Infine ci sono almeno un paio di progetti importanti, di cui non posso parlare. Se Arno avrà un seguito? Mi auguro di sì, visto che, come dicevo prima, è solo la prima parte di un progetto che comprende tre volumi.

Domanda delle 100 pistole. Se tu potessi scegliere un personaggio del mondo dei fumetti da scrivere a tuo modo, quale sarebbe e come lo interpreteresti?
La verità? Nessuno. Ma il mio non è snobismo. Solo che, almeno per il momento, mi piace lavorare su cose interamente create da me. Non è detto, però, che, dovesse capitare l’occasione, non possa accadere.


Guida-2Giuseppe Guida
Disegnatore foggiano, classe '74. Nel 2002 consegue il diploma presso l’Accademia delle Belle Arti di Foggia. Scenografo, illustratore e docente di corsi di fumetto, ha collaborato con Subaqueo Edizione, Casa Editrice Mammeonline, Wombat Edizioni, Prankster Comics, Comics Web, Sbam Comics, Verticalismi.

Ciao Giuseppe e benvenuto su Comicus.
Quali sono stati i tuoi modelli di riferimento per le ambientazioni di “Arno Kowalsky 4.8” e, in generale, come ti sei approcciato nei confronti di una storia di fantascienza Cyberpunk? Hai poi sviluppato tu il look del protagonista e degli altri personaggi o hai seguito le indicazioni dello sceneggiatore Alessandro Di Virgilio?

Ciao. L’idea era quella di avvicinarsi ad un impatto scenografico stile Blade Runner e così via, via. L’ambientazione Cyberpunk è nata dalla mente di Alessandro e sotto i suoi suggerimenti io mi sono adeguato con il mio stile, cercando di rendere il protagonista e anche gli altri personaggi il più possibile vicini a ciò che aveva immaginato lui. Alessandro vedeva il lavoro prendere forma sin dalle matite che man mano gli giravo, quindi si può dire che gran parte delle scene che ho realizzato mi sono state sempre suggerite dallo sceneggiatore.

Quali sono state le difficoltà che hai incontrato durante la realizzazione di Arno?
Dire che non ci sono state difficoltà è banale, una su tutte che mi ha angosciato durante l’anno in cui ho dato massima attenzione all’albo Arno Kowalsky 4.8 è stata la tempistica, il dover correre, cercando di curare i minimi particolari. Credo che il tempo sia stato il mio nemico.

Facendo un bilancio sommario, cosa ti ha lasciato questa esperienza a livello professionale e personale?
L’esperienza formativa è stata non solo professionale, avendo lavorato con uno sceneggiatore come Alessandro, ma anche personale, con il rapporto che abbiamo stretto, le tante telefonate, i viaggi e la gente che abbiamo incontrato in occasione delle presentazioni di Arno a manifestazioni come Napoli Comicon, Fullcomics e Lucca Comics. C’è poi stata, una su tutte, la mia soddisfazione a realizzare uno dei personaggi della storia chiamato DOC-M, un alieno buono con due Teste, che sin dal primo momento Alessandro ci teneva più di tutti che fosse disegnato come lui l’aveva pensato.

Come è nata la collaborazione tra te e Di Virgilio?
Alessandro ha visto dei miei disegni su di un social da me molto usato per lavoro, poi i primi contatti e le varie proposte.

Il tuo stile spazia su diversi versanti ed ha un timbro felicemente underground, ricordando tra l’altro artisti come Moebius e Pazienza. Quali sono state le tue fonti d’ispirazione?
Sì, le miei fonti di ispirazioni sono proprio gli autori che hai citato, sia per le loro linee ma anche per lo stile underground, senza dimenticare i loro colori e le tecniche lavorative. A questi grossi nomi aggiungerei anche quelli di Bilal e di Massimiliano Frezzato, oltre a tanti altri autori, tutti fondamentali per il mio percorso.

Arno-4Tu hai un diploma come maestro d’Arte e una laurea in scenografia. Quale è stato il tuo percorso per diventare un disegnatore di fumetti?
È nato tutto da una forte passione di disegnare tutto ciò che alcuni amici disegnatori di fumetti mi trasmettevano nei loro progetti, poi c’è stato un piccolo corso di fumetto con Mario Milano; la mia caparbietà di continuare e scommettere sulle mie forze sono venute con l’impegno e la costanza, poi viaggiando molto ho potuto scambiare consigli, avuti da esperti professionisti che mi suggerivano quali linee adottare per migliorarmi, fino ad una Lucca di qualche anno fa, quando sono stato individuato da una casa editrice e da lì sono nate diverse collaborazioni come professionista. Ma la passione per questo stupendo mestiere è sempre rimasta viva. Poi, durante un Romics è arrivato un premio importante per il percorso: un premio quello della critica vinto durante un concorso per giovani disegnatori.

Cosa puoi dirci dei tuoi progetti futuri? Collaborerai ancora con Di Virgilio?
Lo Spero, intanto Arno Kowalsky sarà presente ad aprile con due altri incontri molto importanti, dei quali uno in Accademia di Belle Arti di Foggia durante alcuni percorsi didattici, con la presenza del giornalista RAI Sergio De Nicola, con il quale sto portando avanti un progetto a fumetti del suo libro Ragazze Killer, edito da Utopia Edizioni: una sorta di graphic novel dove ripercorreremo  una cronaca realmente accaduta che fece molto scalpore alcuni anni fa. Sono coinvolto anche in altri progetti, alcuni di questi saranno di prossima uscita nei circuiti nazionali, mentre altri sono ancora in fase embrionale. Sul fronte delle fiere parteciperò come ospite al Napoli Comicon e le edizioni FullComics di Milano e del Salento, dove presenterò sia Arno che altri progetti editoriali. Poi c’è la collaborazione come illustratore in uno studio grafico-pubblicitario, che mi ha dato l’opportunità di lavorare sull’impaginazione di Arno, insieme ad uno staff di professionisti che ci vedrà a lavoro su progetti futuri molto interessanti, come quella dell’animazione 3D. A breve, poi, uscirà un e-book che ho illustrato per un racconto Fiabesco edito da Sbam Comics Adm Edizioni, mentre per Siska Editore sto lavorando ad un altro E-Book. Infine, un altro Progetto, nato invece nelle Scuole dove insegno, è quello delle Supermaestre edito dalla Casa Editrice Mammeonline, con protagoniste due Maestre Supereroine che devono affrontare temi Sociali forti come il Bullismo o la discriminazione. Se vi interessa, le avventure delle Supermaestre è pubblicato anche su un Blog: http://lesupermaestre.blogspot.it/

E qui arriviamo all’ultima domanda. Al lavoro di grafico e di disegnatore alterni dunque anche quello di docente in seminari di fumetto organizzati nelle scuole. Come si articola questo impegno con giovani studenti e cosa ti dà a livello umano?
Il mio progetto Il Fumetto Incontra La Scuola ogni anno incontra nuove scuole e nuove classi della città, ma anche Accademie e Università. Gli incontri nelle scuole sono nati un po’ di anni fa, con i più piccoli delle scuole elementari, dando loro la possibilità di crescere e di sperimentare attraverso la tecnica del fumetto. Gli Incontri, man mano, sono aumentati avendo richieste anche da altre scuole come medie e università. Attualmente sono in una scuola di Gravina in Puglia insegnando attraverso un PON sul fumetto. Nella mia città ho appena terminato due corsi di fumetto presso due scuole elementari, e intanto sto tenendo un workshop sul fumetto con alunni di prima media. Insomma, di progetti con le scuole ce ne sono tanti, mentre altri stanno nascendo e non solo in Puglia. Per mia esperienza, ormai al terzo anno di attività quasi didattica all’interno di Scuole Primarie ma anche secondarie, insegnare tecnica del fumetto ai piccoli è diventato un percorso comunicativo che va oltre la matita. Studenti di fasce d’età che vanno dai 4 ai 10 anni si immergono in questo mondo dei comics preparati come dei bravi disegnatori ed io seguo l’evolversi dei loro studi. Esperti e attenti, si muovono sul foglio bianco direi in maniera molto positiva: ogni alunno conosce e legge molti fumetti, mi pone dei quesiti e cerca di apprendere quanto più dalle mie lezioni… come inizio direi proprio che sono ad un buon livello. Ma il fumetto è un percorso fatto di passione e costanza, quindi come tale bisogna… studiare.

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