Menu

40 anni di Lupo Alberto: intervista a Giacomo Michelon

la mic0Giac-. È questo il soprannome con cui è solito firmarsi Giacomo Michelon, il fumettista che da oltre vent'anni collabora con Silver per portare nelle edicole il suo Lupo Alberto.

Nato a Gorizia, Michelon ha iniziato la sua carriera a Milano, giovanissimo, come grafico pubblicitario, per poi approdare alla corte di Silver. In proprio ha fondato la casa editrice Comica, pubblicando la rivista umoristica L'isola che non c'è, dove hanno trovato casa, tra gli altri, Leo Ortolani, Massimo Bonfatti, Fabio Celoni e Giorgio Cavazzano.

In occasione del quarantennale di Lupo Alberto, abbiamo parlato dei suoi esordi, il suo incontro con Silver e della sua prima storia. E di uno strano oggetto di nome "fax".

Lupo Alberto festeggia 40 anni, di cui 25 passati in tua compagnia. Hai esordito nel 1989, cosa ricordi di quel periodo e come sono cambiate le cose da allora?
Ho iniziato andando a bottega da Silver, di cui avevo carpito il telefono di casa grazie a un'amica. Ricordo la gentilezza e disponibilità di Silver, si fidò praticamente subito di me (ero un ragazzo di 20 anni) e mi affidò praticamente al volo delle tavole da sgommare, retinare etc etc. Così iniziai un apprendistato di circa 6 mesi durante il quale, mentre aiutavo Silver a completare le sue tavole, gli sottoponevo costantemente le mie prove di Lupo e Cattivik. Piano piano la mia mano migliorò e iniziai anche a disegnare qualche casetta, qualche sfondo, fino a fare qualche personaggio secondario. E poi a settembre/ottobre 1988 Silver fondò la ACME con Francesco Coniglio e dopo avermi commissionato una storiellina da 4 tavole di Cattivik, rocambolescamente mi affidò la mia prima di Lupo Alberto, me lo ricordo ancora come se fosse oggi: ero in taxi assieme a Silver e Coniglio, Francesco era appena arrivato da Roma portando quella che doveva essere la prima storia del Lupo Alberto versione ACME, ma a Silver non piacque perché era stata affidata a un fumettista (non so chi fosse) con un tratto molto disneyano, insomma non in stile con il Lupo. Mi ricordo che i due discutevano perché mancava una settimana all'andare in stampa. In conclusione, Francesco Coniglio cercava di mettere alle strette Silver, dicendogli "devi pubblicare questa, abbiamo prenotato la tipografia tra una settimana, non possiamo saltare... oppure la vuoi ridisegnare tu?" e Silver: "No, non io, lui!" e mi dette in mano la sceneggiatura. Come andò a finire? Ecological Warrior usci regolarmente sul n° 43 del gennaio 1989 con i miei disegni. Fu la prima di un'infinita serie di nottate dedicate alle chiusure dei lupi!
Nel 1988 i telefonini erano carissimi e grossi come mattoni, e non c'era mai campo... Mi ricordo che Bonvi aveva un modello con batteria a tracolla! I computer erano delle macchine da scrivere solo un pochino più evolute (e complicate da usare), internet era lontano ancora due lustri e per noi fumettari il massimo della tecnologia era il fax! Le tavole si coloravano a mano... Sì, è cambiato tutto o quasi da allora.

Nello speciale di Fumettology di Rai 5 una delle critiche mosse al fumetto è un eccesso di moralismo. Credi sia una critica fondata?
Moralista il Lupo? Quando? Enrico, Mosè, a volte Marta a seconda dei ruoli interpretati nelle varie storie, ma Alberto mai.

la mic1

Sei molto presente su internet e nei forum. È un tipo di comunicazione che dieci anni fa non prevedeva la variabile dell’autore. Che rapporto hai con il web e con i fan che ci trovi dentro?
Il web è uno strumento fantastico, lo adoro. Mi permette dal non dovere più uscire la mattina a comprarmi i giornali al lavorare stando comodamente dall'altra parte del mondo.
Mi trovo bene, e sarà anche per una questione di carattere, ma tendo più a farmi amici che nemici. Mi piace avere un rapporto con i lettori e con colleghi, che conosco solo per il loro lavoro e che altrimenti non avrei avuto possibilità di sapere a cosa e come stessero lavorando. Al contrario di molti poi non riesco a prendermela sul serio se leggo qualche bestialità scritta sui vari forum/blog/social, posso rispondere, come ignorare, ma prendermela mai.
Le incazzature preferisco spenderle nella vita reale.

L'impatto del personaggio è stato tanto forte sulla carta quanto su altri aspetti della società. Da una parte il merchandising dilagante, dall'altra l'impegno su iniziative sociali come gli opuscoli sull'AIDS, la narcolessia, Emergency, il telefono azzurro. Secondo te come si spiega il successo di queste continue commistioni extra-fumettistiche?
Domanda da milioni di dollari: e chi lo sa! Davvero, se si sapesse il perché, saremmo tutti in grado di creare personaggi di successo. Si può solo analizzare che i personaggi che hanno questa forza, come il Lupo, sono personaggi veri, rispecchiano l'anima dei loro autori, compresi pregi e difetti e poi sono "coccolosi" e si adattano a quasi tutto.

Hai partecipato anche alla realizzazione della serie tv del Lupo, realizzando storyboard e design. Che esperienza è stata?
Per la prima serie ho fatto solo alcuni modelli per un paio di episodi in sostituzione di Bruno Cannucciari che aveva il compito di disegnare i modelli per tutta la serie. Per la seconda sono stato chiamato a metà corsa, quando la produzione era disperata perché Silver stava bocciando la maggior parte degli storyboard perché disegnati male. Ne feci 8/10 in pochi mesi risolvendo la situazione. Come esperienza è stata interessante, perché ho avuto la possibilità di imparare un po' come funzionano i cartoni animati, peccato sia stato tutto troppo veloce, mi sarebbe piaciuto essere coinvolto prima e... continuare. Purtroppo la Rai interruppe la produzione e le serie del Lupo rimasero due.

Negli ultimi anni la rivista ha subito una flessione, c'è stato un rimescolamento delle carte, con l'addio dei fumetti ospiti come Cuori grassi. Come vedi il futuro dei McKenzie?
Le percentuali di calo delle vendite del mensile sono analoghe a quelle di altri editori di fumetti. Non è per cercare una giustificazione nella crisi comune, ma è un dato di fatto.
Penso che l'essere riusciti nonostante tutto a restare a galla e in edicola permetta di guardare con ottimismo al futuro. Anche se la produzione di tavole inedite è stata ridotta, la qualità media delle strip di Lupo Alberto resta elevatissima e alla lunga la qualità paga sempre.
Quindi nonostante tutto sì, sono ottimista.
Siamo in mezzo a cambiamenti radicali nel mondo della carta stampata, stiamo vivendo - o meglio - stiamo aspettando l'arrivo del digitale, aspettando, perché fino ad oggi è una voce in perdita. Non ci si guadagna niente. Bisogna avere la pazienza e la costanza di resistere, magari cercando qualche partnership. Non è più il tempo di fare tutto o quasi da soli.
Se non dico una fesseria, comunque, credo che Cuori Grassi sia stata sospesa per altri impegni dell'autore.

la mic2

Alcuni dei tuoi colleghi (Casty, Artibani) hanno interagito con il mondo Disney. È un terreno su cui ti piacerebbe misurarti?
Non tutti sanno che nel lontano 1988, quando andavo a bottega da Silver, in contemporanea frequentavo anche lo staff di If e in particolare Carlo Chendi che seguiva il mio apprendistato disneyano. Tant'è che i primi Lupi furono inchiostrati a pennello, passai dopo qualche storia al pennino, che si adatta meglio allo stile di Silver.
All'epoca Topolino era ancora pubblicato da Mondadori ed era un mito, un punto di arrivo. Vi lavoravano i migliori da Scarpa a Cavazzano, passando per Carpi. Roba da far tremare i polsi.
Rapito dal Lupo che viveva il suo boom degli anni '90, non ebbi più il tempo per continuare a esercitarmi su paperi e topi. Ma la voglia è rimasta, anzi vista la qualità media del topo ultima gestione (sembrano tornati gli anni d'oro), mai dire mai. Magari un giorno troverò il coraggio di propormi.

Il numero di febbraio di Lupo Alberto ha festeggiato a dovere il compleanno del personaggio, cosa ci attende nei prossimi mesi? Può fornirci qualche anticipazione?
So che ci sono in ballo mostre e celebrazioni in varie città, ma non so darti al momento un calendario degli incontri. Consiglio di seguire il sito www.lupoalberto.it, il Blog http://lupoalbertoblog.blogspot.it/ e le relative pagine Fb: qui e qui.

Torna in alto