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Alan Moore contro tutti

V9 Alan MooreIn una lunga intervista concessa a Slovobooks, Alan Moore ha voluto togliersi gli ultimi sassolini dalla scarpa che gli rimanevano, spiegando le motivazioni di certi suoi comportamenti nei confronti dei fan e della stampa.

Prima, si è scagliato con Laura Sneddon, giornalista freelance rea di aver rivelato punti salienti della trama di League of Extraordinary Gentlemen: 2009 ancor prima che uscisse in un articolo pubblicato sull'Indipendent. Moore ha spiegato che se prima di questa esperienza era sempre stato restio a concedere interviste ora lo sarà ancora di più e rilascerà dichiarazioni solo in casi eccezionali o in occasione dell'uscita di un suo nuovo lavoro: "Se i miei commenti o le miei opinioni provocano così tanti pareri negativi, anche considerando che voglio diminuire il tempo dedicato alle interviste, sarebbe logico che smettessi di esprimere tali opinioni. Meglio lasciar parlare le opere al posto mio. Non ho mai pensato che avrei dovuto avere accesso alle vite dei miei autori preferiti o comunque a nient'altro che non fosse ciò che hanno espresso con i loro lavori. [...] Dopo Before Watchmen ho smesso di firmare copie di fumetti i cui diritti non sono di mia proprietà, ovvero quasi tutti. Non ho copie di quei lavori in casa e non ho motivi particolari per pensare a quei fumetti o firmarli. Potrei fare delle eccezioni, ma in generale è una cosa che non posso più fare con entusiasmo genuino".

Nel corso dell'articolo, inoltre, lo scrittore ha più volte citato Grant Morrison, raccontando il suo primo incontro con lo sceneggiatore e dei motivi che lo spingono a non considerarlo degno delle sue attenzioni: "Sembrava quatto o cinque anni più giovane di me all'epoca, anche se credo che questa differenza sia aumentata in qualche modo nel corso degli anni. [...] Mi ricordo che, dopo aver annunciato la serie Big Numbers sui numeri frattali e l'insieme di Mandelbrot, qualcuno mi disse che quegli stessi argomenti erano stati infilati a forza in un numero di Animal Man. Va dato atto che sarebbe potuta essere nient'altro che una coincidenza, eppure negli anni mi è parsa l'unica strategia creativa di Morrison. Mi ricordo che Eddie Campbell avanzò la teoria per cui Morrison aveva scritto gran parte delle sue opere leggendo i comunicati stampa relativi ai progetti che avrei impiegato anni a realizzare e sbrigandosi a mandare in stampa le sue limitate idee basate su quello che credeva sarebbero state le mie opere. Annunciai From Hell e a lui subito dopo venne l'idea di una striscia fumettistica che raccontasse di serial killer storici. Annuciai Lost Girls, una lunga opera erotica con protagonisti personaggi della letteratura, e dopo pochi mesi lui creò una mini-serie Vertigo con le stesse premesse".

"E come se questo piccolo uomo avesse pensato che semplicemente replicando le mie azioni - che le capisse o meno - sarebbe stato in grado di diventare me e replicare il mio successo" conclude Moore. "A un certo punto mi sembrò che fosse del tutto convinto che il segreto per essere uno scrittore di fumetti acclamato da tutti fosse quello di avere una pettinatura memorabile. Forse non ha mai pensato che avere talento, delle capacità acquisite con fatica o delle idee proprie potessero essere il vero segreto".

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