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Le Storie 15: I fiori del massacro recensione in anteprima

Recensione in anteprima. L'albo sarà in edicola dal 12 dicembre 2013.

Il quindicesimo numero della collana Le Storie vede il ritorno del duo RecchioniAccardi alle prese nuovamente con l’affascinante periodo Edo dopo La redenzione del samurai, secondo albo della collana.

I fiori del massacro non è da considerare un vero e proprio seguito del precedente volume, nonostante condividano l’ambientazione storica e la presenza del maestro Ichi che, come ammesso dallo stesso Recchioni in un’intervista concessa un anno fa al nostro sito, ha una funzione di collante tra le varie storie del “ciclo giapponese” dell’autore romano.

La vicenda comincia con la giovane Jun Nagaiama pronta a gettarsi da un ponto per porre fine alla sue sofferenze. Jun infatti è di rango nobile e promessa sposa del signore feudale, il Daimyo, ma è rimasta sola al mondo dopo il suicidio di entrambi i genitori. Il padre era uno dei consiglieri del Daimyo e ha deciso di compiere l’estremo gesto in segno di protesta contro la corruzione nella corte. Tuttavia, di fronte alla drammaticità dell’evento, l’uomo riceve in cambio solo scherno da parte del Daimyo e dei suoi accoliti, tra l’altro proprio sotto gli occhi della figlia.
Il maestro Ichi, il guerriero cieco già protagonista de La redenzione del samurai, salva la giovane e la aiuta ad incamminarsi lungo il tortuoso percorso della vendetta.
Jun sarà dunque condotta ad addestrarsi presso la Casa delle ombre, dove apprenderà le arti del combattimento e dell’omicidio che saranno fondamentali per potersi confrontare con tutti coloro che avevano osato prendersi gioco del padre.

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A differenza dell'albo precedente, nel quale vi erano diverse figure principali, nei I fiori del massacro la focalizzazione è incentrata maggiormente sulla figura della protagonista.
Il tema dell’onore dei samurai lascia spazio a quello della vendetta, denotando delle sfumature molto più violente e rabbiose nel carattere di tutti i personaggi della vicenda.
Tuttavia, è interessante sottolineare che il ruolo della giovane giapponese e la connotazione del suo carattere subiscono una profonda evoluzione nel corso dell’albo.
Nel corso della prima parte della storia la sua figura appare stereotipata in molti aspetti: il passaggio dal dolore alla rabbia e il duro addestramento presso la Casa delle ombre sono elementi molto comuni in racconti ambientati in contesti di questo tipo ( scavallando mezzo, si pensi per esempio all’addestramento di Uma Thurman in Kill Bill). Ciò nonostante, anche in questi frangenti la storia è resa più aspra e forte da alcuni dettagli, come le sevizie a cui Jun è costretta fino al momento in cui acquisisce la forza di opporsi ed allontanarsi dal clan che l’ha addestrata.
È nella seconda parte del racconto che il suo personaggio sale di tono. La sua vendetta assume contorni sempre più sadici: Jun sfigura i suoi avversari con un taglio tale da allargare la bocca e lasciare anche sulla faccia priva di vita un macabro sorriso. Il riso, dunque, da strumento della derisione diventa simbolo della rivincita ed emblema della paura che riesce a instaurare nei suoi avversari. Ovviamente un elemento di questo tipo non può non richiamare la figura di Joker, anche se ovviamente le tematiche in questo caso sono profondamente diverse.
Tuttavia, man mano che si va avanti, ci si può rendere conto che qualcosa sta sfuggendo di mano. La violenza non diventa più solo un fine ma il vero e proprio obiettivo, per un carattere che va via perdendo quell’umanità e debolezza ammirate all’inizio della storia.

I fiori del massacro è un albo che si fa forza della sua ambientazione e della linearità della sua vicenda ma che contemporaneamente riesce a beneficiare in maniera molto positiva dell’evoluzione della sua protagonista.
La prima parte del racconto è buona ma si mantiene su un ritmo costante. La vicenda riesce ad appoggiarsi a un’ambientazione già introdotta nel suo predecessore e a essere molto immediata proprio perché non ha bisogno di spiegare molti elementi, finendo per essere meno didascalico e più scorrevole.
La seconda parte del volume, dall’abbandono della Casa delle ombre in poi, è sicuramente più articolata. La bravura dei due autori sta innanzitutto nel saper accompagnare in maniera eccellente, sia con i dialoghi che con i disegni, un’evoluzione della vicenda che si può intuire sin dalle prime pagine, senza essere banali nel farlo e dando la giusta enfasi ai momenti chiave del racconto. D’altro canto, la conclusione rappresenta il punto più alto dell’albo per la sua capacità di spiazzare il lettore proprio quando sembra essere giunti al punto di arrivo e non ci sia più spazio per ulteriori sussulti. La drammaticità delle ultime tavole, invece, e la profondità con cui si entra nella psiche della protagonista sono tali da lasciare il marchio più incisivo dell’intera storia.

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La riuscita di questo volume è ulteriormente impreziosita dall’apporto dei disegni di Andrea Accardi che riesce a ripetersi dopo la splendida e premiata prova de La redenzione del samurai.
Al di là della perfetta ambientazione giapponese, senza la quale la forza del racconto non sarebbe stata altrettanto incisiva, in molti casi i disegni diventano ancora più importanti perché in grado di essere più comunicativi rispetto ai dialoghi stessi. Va riconosciuto che questa forza è accentuata anche dalla presenza di molte tavole senza dialoghi, dove è l’autore stesso a riconoscere il messaggio visivo come prioritario.

In conclusione, I fiori del massacro è sicuramente un albo più che buono, scritto e disegnato in maniera impeccabile; un’ultima riflessione va concessa anche al format che Recchioni si sta concedendo all’interno de Le Storie: più episodi diversi nei protagonisti e nella vicenda, ma con un fil rouge costituito dall’ambientazione e dalla presenza fissa di un personaggio secondario. L’esperimento per questi primi due numeri ha funzionato e chissà che non possa servire da spunto per la nascita di altre “saghe” all’interno o all'esterno della collana.

Dati del volume

  • Editore: Sergio Bonelli Editore
  • Autori: Testi di Roberto Recchioni, disegni di Andrea Accardi
  • Formato: brossurato, 114 pagg, in b/n
  • Prezzo: 3,50€
  • Voto della redazione: 8
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