×

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 62
Menu

Tron Legacy: recensione

tron-legacyFasci di luce fluorescente che incorniciano abiti, edifici, mezzi di trasporto, allungandosi come una ragnatela pulsante, dando vita a un mondo affascinante e ipnotico: è forse solo questo che resta dopo aver visto Tron Legacy, l'attesissimo seguito del film cult del 1982, uscito in Italia il 29 dicembre.

Nel cinema dei nostri giorni, soprattutto in quello più fantascientifico e colossale, c'è sempre il rischio che l'aspetto visivo e gli effetti speciali diventino più importanti della storia, delle emozioni e dei personaggi che quel film vuole raccontare. Bisogna essere dei bravi alchimisti per dosare le quantità giusta di ogni elemento e forse proprio la grandiosa varietà di prodezze tecnologiche offerte dal mondo digitale sta facendo pendere la bilancia dal lato dell'apparenza, lasciando le trame libere di sfilacciarsi, di perdersi tra idee suggerite, tra suggestioni spesso in contraddizione tra di loro.

Purtroppo è quello che accade anche al sequel di Tron, perché ventotto anni pesano, l'eredità è grande e la responsabilità di non tradire milioni di fan potrebbe porre fine all'impresa sul nascere. Ecco dunque che sulla trama ricadono decenni di pensieri, di idee, di censure e rivolgimenti e il prodotto è una sceneggiatura che fatica a riannodare tutti i fili e su cui è evidente l'abitudine della Disney odierna di semplificare e rendere evidente ciò che già lo è, lasciando volutamente nell'ombra ciò che andrebbe approfondito. Il risultato è una pellicola esaltante per la prima mezzora e poi del tutto deludente per il resto e, se si esclude l'ottimo lavoro fatto per rimodernare il mondo di Tron, alla fine resta un senso di amarezza.

La cosa fastidiosa è che non si tratta di 'delusione da sequel', ma di quasi evidente incoerenza della trama in sé. La storia, infatti, inizia esattamente 28 anni dopo quella del primo film. Nel 'Tron' originale il brillante programmatore e creatore di videogiochi Kevin Flynn ha lottato contro il direttore della Encom, Dillinger, che si era impadronito dei suoi progetti di software e videogiochi, facendo carriera. Aiutato da Alan e Lora, Flynn si introdusse nella sede dell'azienda per distruggere il Master Control Program, capace di dominare tutti gli altri e quindi l'intera rete. L'MCP, però, intrappolò Flynn nel mondo virtuale utilizzando un cannone che digitalizza gli oggetti e gli esseri viventi e, nel computer, il protagonista dovette allearsi con Tron, programma creato da Alan, per sconfiggere l'avversario elettronico.

Protagonista di Tron Legacy, invece, è Sam, figlio di Flynn, abbandonato in circostanze misteriose dal padre anni prima. Senza l'uomo che era diventato il leader della società dopo aver accusato di truffa Dillinger, però, la Encom è caduta nelle mani degli speculatori e Sam deve riuscire a salvare il lavoro di suo padre. Tutto cambia quando un vecchio cercapersone di Alan si attiva a distanza di anni: Kevin lo sta chiamando. Sam si decide così a scoprire che fine abbia fatto il padre, e dopo aver trovato il suo laboratorio segreto dentro la sala giochi che gestiva, viene colpito dal cannone digitalizzante e finisce nel mondo di Tron. Qui le cose sono molto cambiate e c'è un nuovo programma che ha schiavizzato la rete facendo combattere i ribelli nell'arena, fino a farli cancellare a vicenda. E questo programma ha le sembianze di suo padre da giovane, ma non si tratta di Kevin, ormai vecchio e diventato una specie di guru zen che custodisce la vita nata spontaneamente nella rete, ma del suo alter ego, Clu. Toccherà a Sam salvare il meglio della rete riuscendo a sfuggire alla trappola di Clu.

Il film è interpretato dagli stessi attori del primo, Jeff Bridge nei panni di Kevin Flynn e del suo alter ego Clu, e Bruce Boxleitmer che torna a essere Alan Bradley, a cui si aggiunge un nuovo cast per gli altri personaggi, a partire da Garrett Hedlund per il ventisettenne Sam Flynn. La trama ha degli spunti molto interessanti (come quello della nascita di forme di vita spontanee, di programmi a metà strada tra l'artificiale e l'organico, idea, però, poco approfondita), ma si perde in concatenazioni di eventi ridondanti e poco utili, offrendo dettagli superflui. Addirittura alcuni personaggi non vengono quasi utilizzati a partire proprio da Tron, praticamente assente in un film che porta il suo nome nel titolo.

La storia diventa così solo un pretesto per le spettacolari le sequenze di azione, a partire dalla mozzafiato corsa nel motolabirinto, con le meravigliose lightcycle che lasciano scie solide su cui far scontrare gli avversari, oppure un inseguimento aereo di grandissimo effetto, senza dimenticare la corsa in motocicletta nel mondo reale che apre il film. Splendide e coinvolgenti, inoltre, le musiche dei Daft Punk che compongono l'intera colonna sonora: il duo francese fa anche una comparsata nella pellicola.

Non del tutto riuscito, invece, il 3D, che non riesce ad aggiungere quell'atmosfera avvolgente che è riuscito a restituire Avatar, film con il quale Tron Legacy sembra voler apertamente competere. La sfida, purtroppo, è persa, perché è vero che il megacolossal di James Cameron aveva una storia classica e che ricordava altre pellicole, però almeno era coerente ed epica al punto giusto. Il sequel di Tron rimane insomma un'occasione sprecata e l'idea che possa arrivare un terzo episodio, a creare una forse inevitabile trilogia, non è per niente esaltante.

Video

Torna in alto