Menu

Casty

Intervista a cura di Gennaro Costanzo.
Didascalie a cura di Casty.

Ciao, Casty.

Ciao, Gennaro.

Casty, il tuo nome è ormai sulla bocca di tutti i lettori di Topolino. Non è facile per un autore disneyano riuscire non solo ad emergere “dal gruppo” ma anche farlo in così breve tempo. Paragonato ai grandi maestri Disney del passato, anche la critica (vedi le nomination per il premio Micheluzzi e il recente premio di Fumo di China) elogia il tuo operato. Cosa puoi dirci a tale proposito?

Che, bizzarrie del destino, tutto ciò arriva proprio nel momento in cui ho smesso di scrivere per Disney.

È uno scherzo?

Di più: è... un doppio-scherzo! Sì, dai, a parte gli scherzi, è un buon momento. E, al di là di nomination e un premio che ho davvero molto gradito, la cosa più gratificante di questi ultimi anni è l'affetto e la stima ricevuti dai lettori, specialmente quelli più piccoli, e l'approvazione che ho avuto da gran parte dei colleghi autori e disegnatori, anche al di fuori di Disney. Per me è stato molto importante aver potuto lavorare in armonia con tutti. Ci siamo entusiasmati, divertiti a vicenda nel provare a ridare un po' di smalto al piccolo, bistrattato Topolino. Dedico il premio agli autori con cui ho lavorato in questi anni ma, soprattutto, lo dedico al più grande, colui con il quale non potrò purtroppo mai fare una storia: il Maestro Romano Scarpa.

Leggendo le tue storie si assapora un gusto classico, lo stesso presente in autori come Floyd Gottfredson e, appunto, Romano Scarpa. Eppure ogni racconto non è solo moderno ma anche audace, pieno di idee nuove. E’ giusto definire il tuo lavoro un ponte fra il classico e la modernità?

Premesso che a Scarpa devo addirittura il fatto di fare questo mestiere, visto che fu la lettura della Dimensione Delta, da piccolo, a folgorarmi sulla via dell'edicola... Per come la vedo io, Gottfredson e Scarpa sono i riferimenti imprescindibili per qualunque autore voglia cimentarsi con il personaggio di Topolino. Penso a quali storie farebbero i due Maestri se avessero, oggi, trent'anni: ebbene, sono convinto che, nonostante i tempi siano profondamente cambiati, non farebbero cose troppo diverse. Topolino e la dimensione Delta è, per struttura, linguaggio, umorismo e anche disegni, una storia che potrebbe essere pubblicata, pari pari, oggi (e infatti è appena uscita, ricolorata, in USA). I due Maestri erano... cinquant'anni avanti, ecco la verità, e quindi sono stati loro stessi a costruire il ponte tra classico e moderno.

Guazzabu30
- Una ...censurina redazionale: nel Guazzabù, Topolino veniva salvato da Manetta e Basettoni perchè creduto una "donzella in pericolo"! Ops, troppo osè...

C’è quindi uno studio dei vecchi autori, una volontà di riprendere Topolino alle sue radici?

Sì, ma, come spero si noti, non si tratta di uno studio finalizzato a una "frankensteiniana riesumazione". Per capirci: apprezzo i vari cloni di Barks, ma leggerli mi dà come una sensazione di... artefatto, ecco. E, se esistesse oggi un clone perfetto di Gottfredson, certamente lo seguirei, ma non credo me ne innamorerei. Per cui, non mi interessa clonare il tratto dei grandi del passato, o scrivere sequel e prequel delle loro storie: il mio obiettivo è catturarne lo spirito, capire i meccanismi che consentivano a Scarpa e Gottfredson (e Walsh, non dimentichiamolo) di costruire le loro fantastiche storie. Scherzando: esiste una misteriosa "macchina fabbricastoriediTopolino", che un tempo appartenne a Gottfredson, e poi a Scarpa il quale prima di andarsene la smontò e ne nascose i pezzi in giro per il mondo... ecco, io sto cercando i pezzi di quella prodigiosa macchina.

A questo proposito c’è in te il gusto di giocare con il lettore, depistarlo dalla soluzione del giallo, coinvolgerlo nel racconto con varie strizzatine d’occhio, stupirlo continuamente...

Sì, ed è divertente "sfidare" i piccoli lettori (e i loro papà) a scoprire il colpevole: alle volte la soluzione è abbastanza semplice, altre volte invece dissemino perfidamente indizi fuorvianti... anche questo è un modo per tenere desta l'attenzione del lettore, che non sa se si trova dinanzi a un giallo "vero" o a una cosa per bambini... In tal senso lo "scherzo" più riuscito, che spiazzò e divertì anche Cavazzano allorché lesse la sceneggiatura, è nel Dominatore delle nuvole: un misterioso motociclista (forse Macchia Nera?), in controluce, dice: "Gli farò vedere io chi è il dominatore delle nuvole!" Alzi la mano chi, a quel punto, aveva capito il vero senso di quella frase...

Petrus
- Nella sceneggiatura originale di "Topolino e l'isola nefausta", lo zio di Pietro aveva una pietra al collo... un po' di bianchetto, e Petrus semplicemente "si disferà dei suoi progetti"...

Prima si diceva che giocare con il lettore ma anche sperimentare con il linguaggio del fumetto sembra essere una tua prerogativa. Prendiamo ad esempio la storia intitolata Topolino e la città taciturna, scritta e disegnata da te, ambientata in luogo dove è vietato parlare e produrre qualsiasi suono. Gli abitanti devono quindi comunicare attraverso una serie di cartelli e sono presenti intere tavole senza balloon. Trovate come queste sono davvero rare in un fumetto popolare, come nel caso di Topolino, così saldo a determinati schemi.

Tieni presente che Topolino è un giornale estremamente popolare e ha una struttura molto classica: il lettore lo apre e sa che la prima storia DEVE essere bella e... basta. Nelle storie di apertura non c'è spazio per esperimenti grafici o di sceneggiatura e per provare qualcosa di un po' fuori dagli schemi devi per forza trovarti uno spazio più defilato. Ecco, mi piacerebbe in futuro defilarmi un po' e fare, per esempio, qualcosa "alla Siegel" (un autore spesso bistrattato ma che io ritengo, dopo Gott-Scarpa-Barks e assieme a Cimino e Pezzin, uno dei miei autori-riferimento: il capitano d'oro, le guerre per il denaro e l'ultimo uomo sulla terra, i legionari di pezza... brr, quanto mi ha spaventato da piccolo, Siegel!) La città taciturna mi ha dato grosse soddisfazioni (ne parlò anche Il Mattino, in un articolo su Scarpa) e mi ha consentito di dimostrare che un certo tipo di Topolino è perfettamente integrabile nel settimanale: tutti i bambini che ho scherzosamente "intervistato" hanno gradito la storia e (finalmente!!!) hanno trovato Topolino SIMPATICO. Sentirglielo dire mi ha quasi commosso...

Rivoluzione
- Nella sceneggiatura originale di "Topolino e la città taciturna" , Topolino parlava di rivoluzione "civile" un po' troppo esplicitamente...

 

Sempre nella stessa storia notiamo anche che gli abitanti si ribellano alla volontà del loro principe trasgredendo non solo la legge, organizzandosi in associazioni illegali, ma addirittura li vediamo preparare una sommossa per destituire il loro sovrano. Tematiche adulte sono presenti a iosa nelle tue storie, così come è presente l’utilizzo di armi da fuoco. Possiamo dire che le tue storie sono rivolte, o comunque adatte, ad un pubblico maturo?

Topolino
è letto principalmente dai bambini, ed è per i bambini che scrivo le storie. Questo però non mi impedisce di inserire diversi livelli di lettura, percepibili in maniera diversa a seconda della maturità del lettore. In questo senso, sì, le mie storie sono adatte anche a un pubblico maturo. Ti dirò che, paradossalmente, la storia con più chiavi di lettura nascoste è quella che molti considerano la più "scioccherella", ovvero Topolino e le macchine ribelli. Ricordo che quando presentai questa ..."innocua fiaba" Sisto (il vicedirettore di Topolino) sorrise e mi fece un elenco di tutte le possibili "interpretazioni"... Riguardo le armi, per lungo tempo proibite, be'... ci sarebbe un discorso lunghissimo da fare. In sintesi, diciamo che le pistole rappresentano la violenza, e la violenza non è ammessa, né è opportuna su Topolino. Scarpa disegnava pistole, ma le faceva buffe e cicciotte e stava ben attento a "sdrammatizzarne" l'uso: oggi i disegnatori hanno quasi tutti un tratto piuttosto realistico e un'arma, disegnata realisticamente, magari in un contesto altamente drammatico, può avere davvero un impatto troppo forte sui lettori più piccoli. Per questo io dico: sì alle armi, ma... attenzione a come le si usa... (se no ce le tolgono di nuovo!) Personalmente, cerco di non abusare delle pistole e di trovare modi più divertenti per "risolvere le questioni" tra buoni e cattivi: come il buffo duello con... antenna dell'auto vs. astina dell'olio tra Macchia e Topolino ne L'uomo ingannatempo, per esempio. Nella parte finale di Topolino e l'eremita degli abissi c'era un bellissimo duello (poi tagliato in sceneggiatura per motivi di spazio) tra Topolino e Pietro che utilizzavano come armi gamberi, pescispada e lamprede. Anche Scarpa infilava spesso epici duelli alla fine delle sue storie ma, come dicevo, non ha mai "risolto" a revolverate: ed è così che abbiamo visto rhafare l'anello W, abbiamo riso coi duelli rusticani e abbiamo perfino visto Topolino e Gamba... "come Walt li ha fatti", in Tapioco VI!

Ogni autore ha una sua visione dei personaggi disneyani e, spesso, le loro personalità possono essere tanto differenti da risultare addirittura contrastanti. Descrivici dunque il tuo Topolino.

Guarda, non sono mai riuscito a trovare un aggettivo, o anche due, che riuscisse a definire perfettamente Topolino. Se ci pensi, per tutti gli altri personaggi Disney la cosa è abbastanza semplice (Paperino: sfortunato e simpatico, Paperone: ricco e taccagno, Ciccio ecc...). Topolino è invece... non si sa! (... anche se i maligni dicono "perfettino e antipatico") Credo che nemmeno nel dossier-dei-characters in Disney ci sia una definizione precisa, e proprio per questo abbiamo assistito, negli anni, a una... proliferazione delle personalità. Su questo tema scrissi una storia, Topolino e il moltiplicatrone, un giallone in cui Macchia Nera aveva una macchina capace di duplicare le persone. La macchina aveva però un difetto: ogni clone era sbilanciato verso un particolare aspetto della propria personalità... Topolino veniva duplicato quattro volte, e si trovava a indagare interagendo con le proprie copie: c'erano un Topolino "duro", un Topolino "perfettino", e un Topolino "molto sbarazzino". Sceneggiai, e ne venne una storia divertente e originalissima... ehm, troppo originalissima: ci fu un ripensamento e dovetti riscriverla da capo. Quel che ne resta è uscito come Topolino e il duplicatrone.

Moltiplicatrone
- Proposta di cover per la storia "Topolino e il moltiplicatrone", che poi non si fece: da sx, il Topolino "perfettino", col cappello quello "tosto", poi quello "normale" e quello "sbarazzino".

Un altro personaggio che sotto la tua penna sembra aver subito un’evoluzione caratteriale è Pippo, meno tonto e più sveglio del solito. Nella storia Topolino e l’ingannevole gemello è lui a risolvere l'enigma e questa volta non casualmente come avveniva di solito.

Uhm... ma siamo sicuri che Pippo si renda conto di aver risolto il caso? Pippo chiede al bidello "Che fine ha fatto uno di questi gemelli?" Sapremo poi che nella foto c'è solo UNA persona... Quindi, Pippo... ma che domande fai?!? Scherzi a parte, (sì, ha risolto lui il caso) mi piace fare un Pippo che "un po' ci fa e un po' ci è". Ma, più di tutto, mi interessa sottolineare il rapporto di vera amicizia, e di rispetto, che c'è tra lui e Topolino. Troppe volte, in passato, si sono viste storie in cui Topolino tratta Pippo da sciocco... (e ritorniamo ai molteplici motivi per cui Topolino è considerato antipatico)

Nelle tue storie è spesso presente il malvagio Doppioscherzo. Il suo frequente utilizzo è da intendersi come ampliamento del cast di Topolino? A questo proposito sono previsti ritorni di vecchi personaggi o la nascita di nuovi?

No, nessun altro personaggio nuovo: rassicuro che non è davvero mia intenzione snaturare l'universo Disney. La creazione di Doppioscherzo è dovuta a... motivi di spazio: avevo in mente alcune storie e tutte avevano in comune un “piano genial'” (come direbbe Cattivik) e un villain “generico”. Ma spiegare ogni volta chi era il villain, perché agiva così, ecc. mi portava via un sacco di tavole. Così ho pensato: «Inventiamo un “cattivo” nuovo, utilizziamo una singola storia per presentarlo (Il magnifico Doppioscherzo”), così poi, nelle successive, non ci sarà bisogno di spiegare i perché e i percome». Doppio è specializzato in truffe&complotti che sarebbero troppo complicati per Gamba (a meno che non si porti dietro Plotty, ma allora ricadiamo nel "problema degli spazi") e troppo "ridicoli" per Macchia, che è un serio e raffinato signore del crimine... Ai bambini (e anche a De Vita, che l'ha tenuto a battesimo) Doppioscherzo è piaciuto tantissimo e, se la redazione sarà d'accordo, prima o poi ritornerà.

Doppioscherzo
- Il model sheet originale: l'idea era che Doppio vestisse di giallo, e che gialli fossero anche tutti i suoi bizzarri macchinari.

Si parla di una trilogia su Atomino Bip-Bip: novità a riguardo?

Oh, ecco, prima che la redazione mi faccia uno shampoo, facciamo chiarezza su questa cosa di Atomino e... dissipiamo subito false illusioni: è vero che ho scritto soggetti con Atomino ma, sia chiaro, questo non significa automaticamente che "... c'è IN PRODUZIONE una trilogia di Atomino". Il suggerimento di riprendere il personaggio di Atomino mi fu dato due anni fa da Ezio Sisto: risposi che mi sarebbe piaciuto tantissimo, ma che non avrei mai osato prendere in mano il personaggio scarpiano che più amo fino a che non avessi scritto qualcosa di degno... Ora credo, e spero, di esserci riuscito: ho tre soggetti e, prima o poi, li manderò alla redazione, che valuterà e deciderà. Questo è quanto e ripeto: NON C'È, IN PRODUZIONE, una trilogia di Atomino. ... del pirata Orango sì, però. (Noooo, dai, scherzo!)

Atomino
- Anche Topolino smentisce: non c'è nessuna storia con Atomino in programma!

Finora il tuo curriculum mostra solo storie sui topi. Come mai? Scriverai mai storie sui paperi?

A me piace stare dalla parte dei più deboli e Topolino era, è il più debole: bistrattato se non addirittura accantonato, strabattuto in popolarità da Paperino e perfino da Ciccio... Povero Mickey, lui che durante la guerra fu mandato addirittura a combattere i nazisti! No, no, finché potrò sarò al fianco di Topolino.

A leggere le tue storie si nota subito che c’è qualcosa che le differenzia dalla media delle storie Disney. Inoltre le tue storie lunghe, addirittura doppie, possono dirsi la norma. Questa libertà, questo sperimentare, è concesso a tutti gli autori Disney, e magari sono loro a non osare più di tanto, o piuttosto la tua posizione come autore si differenzia da quella degli altri?

Ti ringrazio per avermi fatto la... domanda-tormentone di questi ultimi anni: altri, con meno tatto, mi chiedono direttamente "Ma sei raccomandato?"... Premesso che sarei uno sciocco se rispondessi sì, diciamo subito una cosa: esistono diversi formati, tipologie di storie. Ed esistono diversi tipi di autori: classici, avanguardisti, umoristi, addirittura poetici... C'è chi predilige le sit-com, chi le brevi-a-gag, altri ancora amano i feuilleton o le saghe: ognuno lavora nello spazio che gli è più congeniale. Io mi trovo a mio agio nel formato "30 tavole con Topolino", e in quello spazio lavoro (30 tavole, controlliamo? 31 storie, 1047 tavole in 4 anni... media: 33,7 tavole a storia, 0,6 storie al mese): NON HO più libertà di altri, semplicemente ottimizzo lo spazio che mi è concesso. E, sottolineo anche questo, non ho una "corsia agevolata" per De Vita e Cavazzano. I due Maestri, nell'arco dell'anno, disegnano storie di TUTTI gli autori che fanno storie lunghe... a rotazione, quindi arriva ANCHE il mio turno. Per concludere, maiuscoliamo: IO NON HO ALCUN PRIVILEGIO RISPETTO AGLI ALTRI AUTORI. Sono approdato in Disney spedendo, come un qualunque signor x, una busta con i miei soggetti. Alcuni sono piaciuti, altri no, e ho iniziato a scrivere storie di Topolino in un periodo in cui il povero Mickey non se lo filava nessuno a parte pochi, coraggiosi autori. Ho lavorato sodo, mi sono letteralmente rotto la schiena sul tavolo da disegno (letteralmente: sei mesi di terapie, per guarire) e, alla fine, si sono visti i risultati: ho ottenuto la stima di lettori, critica, di molti colleghi. Assieme a tutti i disegnatori con cui ho lavorato siamo riusciti a ridare al personaggio di Topolino un entusiasmo che si credeva perduto. Trovo abbastanza avvilente che, dopo tutto questo, si cerchi di sminuire il mio lavoro con illazioni e falsità: accetto serenamente le critiche sulle mie storie, ma non tollero che siano diffuse bugie sulla mia persona. Oh. ...c'erano un po' di sassolini, in questa scarpa.

Come mai è così raro vederti al tavolo da disegno? È solo per una questione di tempo che ti porta a non illustrare le tue storie? Inoltre, da autore completo, dai indicazione precise ai disegnatori? Infine ti è mai capitato di rimanere insoddisfatto delle matite di una storia pensando che, se l’avessi disegnata tu, il risultato sarebbe stato migliore?

Sceneggio disegnando storyboard piuttosto dettagliati, e vedo che i disegnatori li gradiscono molto. Sì, c'è stata una storia non perfettamente riuscita, Topolino e le macchine ribelli, ma perdono quel disegnatore perché era un esordiente... ops, ma ero io! Seriamente: cimentandomi nel disegno ho avuto modo di capire quanta bravura, quanta maestria si celi in ognuno dei disegnatori Disney... Da tutti loro ho ancora moltissimo da imparare e per questo proprio non mi permetto nessuna critica. Un'unica volta è però successo che di una mia sceneggiatura sia stato fatto una sorta di remake. È una storia che è venuta comunque benissimo, che non è di De Vita e di cui mi piacerebbe un giorno, fare il remake... sì, il remake del remake: ma non per farla migliore, solo per farla diversa. Naturalmente, non dirò qual è.

Cover ribelli
- La cover, rimasta inedita, dedicata alla storia "Topolino e le macchine ribelli".

Il tuo sodalizio con Giorgio Cavazzano ha dato vita a magnifiche storie, penso alla stupenda Topolino e il dominatore delle nuvole, giusto per citarne una. Insieme siete una coppia perfetta, sembra quasi che Cavazzano sia l’autore ideale per le tue storie...

Giorgio è stato uno dei primi ad appassionarsi all'idea di un rilancio del Topolino avventuroso, e l'entusiasmo che mette nel disegnare le nostre avventure è addirittura palpabile. Si è quasi commosso nel disegnare l'addio del colosso di Rodi, e credo non gli succedesse dai tempi di Reginella... Giorgio ha davvero dentro di sé lo "spirito Disney", anzi, possiede una specie di Forza... è un Cavaliere Jedi del fumetto!

Cosa non accadrà mai a Topolino? Quale sarà invece il prossimo passo che il personaggio dovrà effettuare?

Omigosh... e chi lo sa? Come puoi certamente immaginare, le sorti di Topolino non sono nelle mani degli autori. Leggendo il libro di Gori e Stajano Il grande Floyd Gottfredson (un libro stupendo e... toccantissimo, nel pezzo in cui Scarpa racconta il suo incontro con Floyd), ho realizzato che in ottant'anni Topolino è stato dato per "finito" mille volte. Eppure è ogni volta rinato, grazie all'amore e alle intuizioni di quegli autori che hanno visto in lui un "amico ideale" (come lo definiva Scarpa), prima che un lavoro.

C’è differenza fra lavorare per Silver e lavorare per Disney?

Eh, c'è naturalmente una differenza profonda: in Mck (Cattivik e Lupo Alberto) c'è sempre stata un'estrema libertà creativa, spazi e possibilità per sperimentare. Pensa ai "favolosi anni '90", in cui lavoravano sui due giornali Alfredo Castelli (che ridere, l'Omino Bufo), Disegni&Caviglia, Faraci e Artibani, Burattini, oltre ai bravissimi autori che ancor oggi ci sono (menzione particolare per il mitico Bonfa). C'è soprattutto, una volta constatato ciò che sai fare, un'estrema fiducia nell'autore: in tredici anni, Silver non mi ha mai bocciato un soggetto (no dai, il primo me lo bocciò), credo sia una specie di record. Disney è invece, necessariamente, molto inquadrata. Il suo target è diverso e gli autori sono decine: pensa a ciò che accadrebbe se non ci fossero regole e ognuno si mettesse a fare di testa sua. C'è da parte mia un grande entusiasmo nel lavorare per Disney, ma anche la consapevolezza che, lì, sono solo una rotellina di un meccanismo molto complesso: il giorno che non servo, mi attende il destino di Tony Ciuffo.

Cattivik
- Cattivik, da una storia scritta e disegnata da me. Su Cattivik l'autore fa anche il lettering e i retini: un giorno mi piacerebbe sperimentare una cosa simile anche con Topolino...

Casty come lettore di fumetti. Cosa leggi? Cosa ti piacerebbe scrivere?

Non sono ahimè un grande esperto, né un gran divoratore di fumetti: in tanti anni ho letto un po' di tutto, ma attualmente seguo solo Dylan Dog (amo Paola Barbato, il suo premio è meritatissimo!), Dampyr e poco altro. La mia passione è ora recuperare tutte le storie di Gottfredson, il che è un grosso impegno, data la difficile reperibilità e i prezzi che hanno le edizioni che cerco (appello: c'è qualcuno che vende i volumi Revival Comics senza costringermi a fare un mutuo?). Cosa mi piacerebbe scrivere? Ho molte idee, soggetti per delle graphic novel per ragazzi, ma... pare che in Italia questo tipo di pubblico, i ragazzi, non sia considerato. Uno a tredici anni smette di leggere Topolino e passa a Dylan Dog: in mezzo, non c'è nulla. Eppure gli autori, le idee per questo genere di operazioni ci sono (vedi il recente e intrigantissimo Speed Loop). Molti editori dovrebbero rendersi conto che non sono indispensabili megaproduzioni patinate e in millemila colori per creare un fumetto di qualità (e successo): uno dei più bei fumetti che abbia mai letto è senz'altro Nausicaa di Miyazaki, ed è in bianco e nero. Dylan Dog è in bianco e nero, Cattivik (negli anni '90 era uno dei mensili per ragazzi più venduti) era in bianco e nero, stampato su cartaccia ruvida. Si dice che i ragazzi di oggi non leggono, ma non è vero. È vero invece che non leggono ciò che i geni del marketing vorrebbero che leggessero...

Monsket
- Un progetto dedicato ai bambini.

Cosa prevede il tuo futuro? Puoi anticiparci qualcosa?

Nel 2007 sarò poco presente su Topolino, poiché quest'anno ho dedicato gran parte del mio tempo a due progetti che mi stanno molto a cuore: LaGazza 2099, una specie di Lupin III al femminile ambientato nel futuro (www.lagazza.com, stiamo allestendo un sito: lì si può vedere qualcosa, compreso un pezzettino del cartoon) e Monsket, una serie "fantasportiva" dedicata ai bambini. Topolino è comunque al primo posto delle mie prossime priorità, e già entro l'anno conto di mettermi a scrivere nuove avventure: non riprenderò Macchia Nera, che passa "in gestione" ad altri autori, ma lavorerò con un altro grande personaggio, spesso sottoutilizzato, cioè Eta Beta. Pspero.

 

Blond menace
- Proposta di cover per una storia del prossimo anno.

Un'ultima domanda: a cosa stai lavorando, in questo preciso momento?

Sto disegnando, per la prima volta, una storia di Topolino non scritta da me: è un giallo, molto bello, e l'autore è... be', sarà una sorpresa!

Grazie, Casty, alla prossima!

Grazie anche a te, è stato un piacere.

 

Per le immagini: copyright by Disney; per Cattivik copyright by Silver/Mck; per Monsket copyright by Casty/Fantaville.



Gennaro Costanzo
Torna in alto