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Ernest,



Ernest,

Ernest, Ernesto, Ernst. Non c'entra Che Guevara, poco Max Ernst ma di più Hemingway. Di sicuro c'entra Oscar Wilde: L'importanza di chiamarsi Ernest vuol dire l'importanza di essere Franco, diretto, onesto.

Ma per quanto l'onestà non sia in dubbio, Ernest, (con la virgola) è un etichetta di fumetti niente affatto immediata e diretta. Le loro copertine, ad esempio, non hanno le immagini: solo carta monocroma con i titoli su etichette Dymo. Una scelta di stile (e stilososa) che invoglia ad aprire l'albo e a scoprire le storie. Un’attenzione alla superficie, ma non alla superficialità, che ben rappresenta lo spirito dell’etichetta.

Un’attitudine estetica che si concretizza anche in illustrazioni (come l'ottimo carnet de voyagenewyorkese di Davide Toffolo), gadget (i celeberrimi bottoni/spilla), formati bizzarri (il racconto di Sara Pavan sui tramezzini ripiegato a forma di tramezzino), banchetti modulari (le gorilla box dell'archietto Giuseppe Carletti). La virgola dopo Ernest, rappresenta questa possibilità di espansione in altre direzioni (musica? foto? vestiti? vedremo...), anche se il fumetto rimane il baricentro del progetto.

Gli autori coinvolti sono, chi più chi meno, al confine della maturità artistica, a un passo dal trovare una voce importante ma già interessanti e personali. E qualcuno la maturità l'ha trovata: Francesco Cattani ha vinto il premio per la miglior storia breve al Napoli Comicon con Barcazza. Un attestato non da poco. Ernest, appare un progetto compatto, nonostante l’eterogeneità delle persone coinvolte: si passa dal comico/geometrico di Lise&Talami, allo Shodo metropolitano di Vincet, all’immaginificità di Laura Camelli, alla secchezza di Sara Pavan. Storie diverse, che partono da realtà diverse e da visioni quasi antitetiche, ma che sembrano avere qualcosa di impalpabile in comune.

Per cercare di afferrare quel quid che riesce a dare un’unicità a voci tanto differenti, ho pensato di fare un ritratto di questi autori. Dopotutto Ernest è un nome di persona, e sono proprio le persone e le loro relazioni a creare quell’unicità. Poi ho pensato che sarebbe stato ancora più interessante far ritrarre a ciascuno dei membri di Ernest, un loro “collega”.

Cliccate l’illustrazione realizzata da Laura Camelli per leggere questa sorta di catena di ritratti in cui, spero, si riuscirà a cogliere quel qualcosa che rende Ernest, una delle realtà più interessanti del panorama indipendente italiano.

http://ernestvirgola.blogspot.com/


Altre Chine, uno sguardo verso autoproduzioni, riviste underground, realtà indipendenti, piccola editoria e tutte le forme di Fumetto Altro. Per segnalazioni e commenti Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.


Luca Vanzella
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