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Guardiani della Galassia Vol.2, la recensione

Guardiani della Galassia viene da molti considerato il migliore film dei Marvel Studios finora realizzato, un concentrato di comicità, avventura, azione e sense of wonder che gli ha permesso di fare breccia tra i fan e dare un risalto senza precedenti ad un gruppo di eroi secondari della Casa delle Idee, arrivando a renderli tra i protagonisti più in vista delle storie attuali del MU. Se quindi con il primo capitolo di questa saga il regista e sceneggiatore James Gunn aveva fatto jackpot, contro le più caute e razionali aspettative, con questo secondo capitolo non solo bissa il successo precedente, ma porta ad un livello superiore la qualità del cinecomic made in Marvel, realizzando un eccellente film d’intrattenimento senza rinunciare a trattare temi importanti e spesso drammatici.

La capacità del regista di alternare al meglio dramma e comicità, riuscendo a dosarli con cura, a contenere nella stessa pellicola punte di grande intensità e qualità di entrambi i generi, senza mai far abituare lo spettatore ad uno dei due in modo da sorprenderlo continuamente, sono i punti di forza più importanti del successo di questo tipo di cinema. Oltre ad una narrazione fresca, estremamente pop e giovane, ma con rimandi cult e commistioni d’eccellenza per i più nostalgici.

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Tematica centrale della pellicola è certamente il rapporto padre-figlio che viene declinato approfonditamente in diverse casistiche. Tutto ruota attorno alla vicenda principale, quella del riavvicinamento tra Star Lord ed Ego, il padre biologico interpretato da Kurt Russell, di cui si era solo accennato nella prima pellicola. Gunn fa interagire i personaggi con grande naturalezza, a partire dalla diffidenza iniziale, attraversando tutte le fasi di superamento delle barriere emotive nonché dell’apertura completa tra i due, arrivando all’accettazione e alla piena comprensione. Ma non sarà tutto rose e fiori, e quando Peter Quill se ne renderà conto, dovrà fare affidamento più che mai sulla sua vera e unica famiglia, strampalata ma profondamente legata. Ma coassiali a questa trama principale ne orbitano diverse altre, tutte simili a livello di tematica principale. Sono tutte storie di crescita personale, sulla difficoltà di creare dei legami stabili e puri, sul duro e faticoso processo di costituzione di una famiglia, di comprensione e accettazione dei propri e altrui difetti per non rimanere soli in un universo tanto vasto quanto solitario. Ognuno ha il suo fardello da portare, la sua evoluzione da compiere e i suoi problemi familiari da sistemare: Peter Quill con Ego, Yondu con Sakaar, Kraglin con Yondu, Nebula e Gamora con Thanos, Rocket con i suoi creatori...
La forza dei sentimenti e di come possano cambiare una persona in positivo quanto in negativo, portando a modificare la propria concezione del mondo e dei valori cardine dell'esistenza pur di restare fedeli a quei legami e a quelle relazioni che ci definiscono o che vogliamo che lo facciano. Così come l'importanza di ridefinirsi, staccarsi da un binario morto per continuare ad evolvere e a vivere senza impedimenti e senza restrizioni. Sono tutti aspetti fondanti della poetica espressa in questa pellicola: e tutti i personaggi dovranno farci i conti, in modi diversi, parallelamente, ma il fatto di ritrovarsi tutti su barche diverse ma pressoché identiche porterà l'immedesimazione e il riconoscimento di questa somiglianza a permettere la decriptazione e la soluzione di tutti i problemi a modello di uno.

In fin dei conti la morale trasmessa è semplice ma limpida, non scontata o almeno non concetti che non vaga la pena ribadire. La capacità di Gunn di toccare con ironia tematiche non facili e di consegnarle allo spettatore smussate ma non edulcorate, trasferendogli il bulk del messaggio evitando lo scoglio della lezione moralizzante, il tutto unito visceralmente a una commedia spassosa, lo rende uno dei registi migliori nella comunicazione diretta con il pubblico.

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Un ruolo estremamente importante in questo film, così come nel precedente, lo gioca la colonna sonora scelta con cura e cucita ad hoc sulla trama, che sottolinea i diversi passaggi del racconto e a tratti ne diventa una parte stessa: una chiave di lettura musicale e immediata, che rivela quanto sotteso dalla trama, quanto non detto, anticipando anche i dialoghi e i ragionamenti dei personaggi stessi, se si presta particolare attenzione ai testi delle canzoni. La musica diventa quindi strumento di piena comprensione della natura dei personaggi e delle vicende narrate, che aggiunge profondità all’intero quadro.

Gunn non lesina l'utilizzo di volgarità, violenza e scene forti, che vengono condite con sapiente uso di ironia come mezzo per garantire la digestione e metabolizzazione della cruda realtà, senza venire soffocati dal dolore, e questo gli permette di includere scelte narrative importanti e realistiche, drammatiche e urtanti, lasciando un senso di agrodolce allo spettatore: un approccio che, molto più che nel primo film, ci fa uscire si con il sorriso, ma amaro, accompagnato da tante lacrime versate e un turbinio di sentimenti piuttosto intensi a corredo.

Una trama corposa, avventurosa e intensa, rendono GotG Vol.2 un tassello essenziale nel panorama di produzione dei Marvel Studios. Inquadrature inusuali quanto suggestive e intriganti, effetti speciali mirabolanti e lisergici, offrono una esperienza quasi ludica, che a tratti sembra una giostra di Gardaland, con un entusiasmante divertissement allo stato puro e incredibilmente scenografico che, anche aiutato dal 3D, risulta visivamente molto appagante.
Come esempio si prenda la scena di apertura, che nel suo deviare l'attenzione dalla battaglia titanica che si sta svolgendo per seguire la danza di Groot racchiude tutta la maestria di Gunn, da questo punto di vista.
Il ritmo è incalzante e tenuto altissimo per tutta la pellicola, alternando scene d'azione a tratti più discorsivi, più di dialogo, mixati alla perfezione senza mai far abituare lo spettatore o allentare la presa. Una meravigliosa avventura fantascientifica che vi terrà incollati allo schermo.

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Una pellicola consigliatissima non solo ai fan dei cinecomic Marvel ma anche a chi vuole vedere un film divertente ma non vuoto, non banale o meramente spaccone. Per gli aficionados, il fanservice di Baby Groot abbonda in tutta la pellicola, ma non stona.
Non abbandonate la sala al termine della pellicola perché vi aspettano 5 scene post-credit di cui l’ultima cruciale per capire quale nuovo personaggio verrà introdotto nel prossimo capitolo.

Scritto e diretto da James Gunn (Guardiani della Galassia, Slither), Guardiani della Galassia Vol. 2 vede il ritorno dei Guardiani originali, fra cui Chris Pratt (Jurassic World, Guardiani della Galassia) nel ruolo di Peter Quill/Star-Lord, Zoe Saldana (Guardiani della Galassia, Into Darkness - Star Trek) nei panni di Gamora, Dave Bautista (Spectre, Guardiani della Galassia) nella parte di Drax, Michael Rooker (Guardiani della Galassia, Jumper) nel ruolo di Yondu, Karen Gillan (Guardiani della Galassia, La Grande Scommessa) in quello di Nebula, mentre Sean Gunn (Guardiani della Galassia, Una Mamma per Amica) torna a interpretare Kraglin.
Nella versione originale del film, Vin Diesel e Bradley Cooper presteranno la propria voce rispettivamente ai personaggi di  Groot e  Rocket.  Il cast includerà inoltre Pom Klementieff (Oldboy) nei panni di Mantis, Elizabeth Debicki (Il Grande Gatsby, Everest), Chris Sullivan (The Knick, Chi è Senza Colpa) e Kurt Russell (The Hateful Eight, Fast & Furious 7). La pellicola è prevista per il 25 in Italia, il 5 maggio negli States.

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