Menu

 

 

 

 

Tartarughe Ninja: recensione

Tartarughe Ninja di Jonathan Liebesman è il film giusto per rivitalizzare un franchise con oramai 30 anni di vita, che appaga i fan storici, strizzando l’occhio, allo stesso tempo, alle nuove leve che incontreranno Leonardo, Raffaello, Donatello e Michelangelo per la prima volta.
Il film rispetta per linee generali la storia dei personaggi, pur variandone sostanzialmente le origini, al fine di sincronizzarsi al meglio con il XXI secolo.

La trama vede la città di New York messa sotto scacco dal Clan del Piede, gruppo terroristico guidato dal misterioso e perfido Shredder. Del clan e del suo leader si conosce ben poco, anche perché sono in pochi a voler fare veramente luce su una vicenda così delicata e pericolosa: fra questi c’è la giovane reporter April O’Neil, animata da voglia di giustizia e di riscatto in egual misura. Nel corso delle sue indagini, la giornalista si imbatte in un gruppo di strani, ma potenti vigilantes, i quali sono gli unici a opporsi davvero alle azioni criminose del clan. Casualmente, April scoprirà che i quattro eroi sono tartarughe antropomorfe esperte di arti marziali e ghiotte di pizza, trasformatesi grazie a un mutageno utilizzato in passato su di loro, che fungevano da cavie in alcuni esperimenti condotti dal padre stesso di O’Neil e da Erin Sacks, due scienziati il cui fine era curare l’essere umano da ogni malattia. O’Neil si rivolgerà proprio a Sacks, il quale sarà l’unico a credere alla sua storia.
Ma niente è come sembra, e ben presto le quattro Tartarughe, con l’ausilio del saggio maesto Splinter, dovranno combattere utilizzando tutte le loro risorse e abilità per salvare la giovane e tutta la popolazione della Grande Mela.

Il film, pur non dotato di trama particolarmente originale, si dimostra coerente e scorrevole, non risultando mai stucchevole per tutti i 101 minuti di durata. Allo stesso tempo, pur senza prendersi troppo sul serio (grazie a numerose gag e citazioni di pura cultura pop), questo è un lungometraggio abbastanza maturo e ragionato. Il rischio di sfociare nel più banale trash è scongiurato grazie alla capacità, da parte di regista e sceneggiatori, di non eccedere mai nella ricerca del colpo ad effetto. Si va, in sostanza, sull’usato sicuro: è evidente quanto gli addetti ai lavori abbiano attinto a molti film di genere realizzati in precedenza, si guardi alla lotta fra Splinter e Shredder nelle fogne, che strizza l’occhi a Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno, o alla battaglia finale sul tetto di un grattacielo simile a quella vista in The Amazing Spider-Man, con tanto di gigantesca antenna sul procinto di crollare; e questo solo per fare due esempi.

Se, da un lato, il casting conferma la suddetta tesi dell’usato sicuro (Megan Fox riesce a fare peggio delle ultime apparizioni, dimostrano una mancanza di espressività imbarazzante, e William Fichtner è un buon mestierante o poco più), il vero punto di forza del film sono gli effetti speciali: partendo dalla resa grafica dei quattro protagonisti (realizzata interamente mediante CGI e Mo-Cap) i quali sono davvero plastici e realistici nella loro cinesiologia, quanto espressivi in volto, la cosa che lascia più piacevolmente soddisfatti sono le scene di combattimento realizzate con grande cura e attenzione, portando sullo schermo vere e proprie lotte misto fra ninjitsu e la più rozza rissa da strada.

Un paio di scene rimangono scolpite nella mente degli spettatori: la prima è una vera e propria sequenza, di durata considerevole, che vede un inseguimento adrenalinico e spettacolare, lungo il pendio innevato di una montagna, fra un camion (con le Tartarughe in fuga) e alcuni SUV, mentre la seconda è una breve quanto divertente gag che vede i protagonisti improvvisare un motivetto in ascensore, in attesa di giungere sul tetto per la battaglia finale.

Tartarughe Ninja è quindi un film particolarmente consigliato ai nostalgici, i quali, in poco più di un’ora e mezza, potranno imbarcarsi su di una ideale macchina del tempo e tornare ai tempi della loro infanzia, quegli anni ’90 così colorati e scanzonati, tempi molto più sinceri e facili. Allo stesso tempo il film si dimostrerà particolarmente apprezzabile anche ai neofiti, specialmente se sensibili a questo genere di pellicole, che potranno gustarsi un distillato di nerdismo di buona fattura, tornando a casa con qualche sorriso in più.

Cowabunga!

Interpretato da Alan Ritchson (Raffaello), Jeremy Howard (Donatello), Pete Ploszek (Leonardo), Johnny Knoxville (Leonardo, voce), Noel Fisher (Michelangelo), Will Arnett (Vernon Fenwick), Danny Woodburn (Splinter), Tony Shalhoub (Splinter, voce), William Fichtner (Erin Sacks), Megan Fox (April O’Neal), Whoopi Goldberg (Bernadette Thompson) e Tohoru Masamune (Shredder), Tartarughe Ninja  è diretto da Jonathan Liebesman e prodotto da Michael Bay.

Torna in alto