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Speciale MC: Fantastic Four - il film


A più di quarant'anni dalla loro creazione a opera di Stan Lee e Jack Kirby, la famiglia di supereroi capostipite dei fumetti Marvel arriva sul grande schermo in un lungometraggio da 100 milioni di dollari composto da un cast di emergenti, con al timone il giovane regista Tim Story, e con una sola parola d'ordine in mente: è tempo di distruzione!

Una fantastica avventura

Dopo i successi di pubblico e critica degli adattamenti cinematografici dell'Uomo Ragno e degli X-Men, la famiglia per eccellenza dell'Universo Marvel era finora l'unica a non avere risposto all'appello di Hollywood, ormai concentrata fortemente sui supereroi per rispondere alla dilagante crisi di idee che da alcuni anni la sta attanagliando. Così, dopo una querelle durata più di dieci anni, anticipata nel 1992 da un fim a basso costo prodotto da Roger Corman e diretto da Oley J. Sassone mai uscito sugli schermi e divenuto nel frattempo oggetto di culto tra gli appassionati, l'adattamento cinematografico del fantastico quartetto si è finalmente concretizzato dopo che negli ultimi tempi attorno alla pellicola si era nuovamente abbattuta una cappa di incertezza.
Nel 2003 infatti, Peyton Reed, scelto un anno prima dalla Fox per dirigere il film, lascia improvvisamente il progetto per contrasti insanabili con la produzione, dissidi riguardanti principalmente lo script realizzato da Mark Frost, che pochi mesi prima aveva totalmente riscritto la sceneggiatura del collega Michael France.
In seguito all'abbandono di Reed, "Fantastic Four" veleggia nel limbo per più di un anno, mentre nel frattempo si susseguono senza tregua numerose indiscrezioni poi smentite dapprima circa un coinvolgimento di Chris Columbus, che alcuni anni prima aveva espresso il desiderio di portare sullo schermo i personaggi di Lee e Kirby, poi su un congelamento della pellicola, finchè nel 2004 Avi Arad, presidente dei Marvel Studios nonchè produttore di tutti i film basati sui personaggi della Casa Delle Idee, annuncia che sarà il giovane Tim Story, sconosciuto all'estero ma noto in patria per avere diretto la commedia "Barbershop", e più recentemente il remake americano del francese "Taxxi", a realizzare una delle pellicole Marvel più attese.
Ma come per tutte le precedenti produzioni cinematografiche targate Marvel, anche nel caso di "Fantastic Four" l'attenzione degli appassionati non si è concentrata solamente sul nome del regista della pellicola, ma soprattutto sugli attori che avrebbero incarnato sul grande schermo personaggi e situazioni che per più di 40 anni hanno appassionato milioni di lettori in tutto il mondo, una scelta non facile che anche in questa occasione ha scatenato tra gli appassionati miriadi di interminabili discussioni, conclusesi quando la Fox, anticipata pochi giorni prima da uno scoop del sito Latino Review, rivela i nomi dei protagonisti, quasi tutti poco noti e provenienti dal piccolo schermo, come il gallese Ioan Gruffudd, protagonista dello sceneggiato "Hornblower" ma anche Lancillotto in "King Arthur", uno dei successi della passata stagione cinematografica, chiamato a impersonare la figura del leader del gruppo, il geniale Reed Richards/Mister Fantastic, o come la star del serial "The Shield" Michael Chiklis, nel ruolo di Ben Grimm/La Cosa, l'emergente Chris Evans, protagonista del thriller "Cellular" nella parte di Johnny Storm/La Torcia Umana, e un altra giovane stella in veloce ascesa, la bella Jessica Alba, nel ruolo di Susan Storm/La Donna Invisibile, ben presto affiancati dall'attore Julian McMahon, il Dottor Christian del serial "Nip/Tuck", colui che avrebbe impersonato sullo schermo un altro dottore, ben più minaccioso, vale a dire la nemesi storica del quartetto, Victor Von Doom, alias il Dottor Destino.

Non solo supereroi

"I Fantastici Quattro, diversamente dagli X-Men che risiedono o lavorano in una scuola sono una vera famiglia, inclusa di marito, moglie, cognato e amico di famiglia. Manterremo quest'aspetto dei Fantastici Quattro. Non sono solo una squadra, sono una famiglia. Sono noti per essere una famiglia unita, e sto cercando di riportarlo nel film…facendo in modo che litighino fra di loro! Ho sempre percepito i Fantastici Quattro come molto realistici. Mi ricordo di quando litigavo e discutevo con mia sorella proprio come loro. I FQ sono credibili proprio per questo e mi ci posso riconoscere. Perché sono una famiglia, non sempre vanno d’accordo e si piacciono, ma si vogliono bene”. Questo ha dichiarato mesi fa durante una delle tante interviste rilasciate sul set della pellicola il regista Tim Story, e proprio sull'accento familiare da sempre presente all'interno degli albi degli eroi creati da Lee e Kirby, il regista ha voluto imperniare gran parte dello spirito della pellicola, molte delle sequenze del film infatti vertono fortemente su questa atmosfera, soprattutto attraverso le frequenti discussioni tra i quattro protagonisti, le relazioni tra Sue e Reed senza dimenticare però il lato ironico della pellicola, con il rapporto di simpatia/antipatia tra Johnny Storm e Ben Grimm, fedelmente ricalcato in numerose scene dal regista.
Un concetto questo ribadito anche da Jessica Alba, che nel personaggio di Susan ha intravisto una sorta di collante per il gruppo: "Sue è un personaggio speciale, non solo è un personaggio con cui avere confidenza e che ha voce in capitolo, ma è anche molto materna e tiene unita la famiglia, e questo è soprattutto un film sulla famiglia".
Una responsabilità quella di Sue, non sempre facile, come la Alba ha sottolineato in più di un occasione: "Che si tratti del suo rapporto con Victor, con Reed o con suo fratello Johnny, Sue deve sempre lottare per farsi vedere o ascoltare, o per essere riconosciuta come un interlocutore alla pari, e dentro di sè, pensa spesso che, per quanto le riguarda, potrebbe essere quasi invisibile, ecco perchè il suo potere è l'invisibilità, è la manifestazione del suo lato emotivo."
Accanto alla figura materna di Susan, si staglia anche quella di Reed Richards, leader del gruppo dapprima fortemente insicuro di se stesso, specie nel rapporto con Susan: "Richards è una persona molto appassionata, per il quale il lavoro è tutto. E questo fa si che i suoi rapporti interpersonali siano complicati, specialmente con Sue, che gli appare come irraggiungibile e fuori dalla sua portata".
Il personaggio di Johnny Storm è invece nel film, come nei fumetti, una sorta di ragazzino testacalda che in questo caso scopre un nuovo giocattolo, a differenza degli altri infatti, il giovane Storm affronta i suoi poteri in maniera totalmente diversa: "E' l'apoteosi del giovane che si vuole divertire. Fa snowboard, motocross ed è un pilota spaziale. Gli piace essere al centro dell'attenzione. Gli piacciono le auto veloci, le donne pericolose, l'applauso della folla. Non si dà grandi pensieri per i problemi degli altri. E' troppo preso da se stesso. Al massimo prende in giro sua sorella e Ben. E benchè rispetti Reed, si rende anche conto che Richards è così preso dal suo lavoro che ha fatto di tutto per perdere ogni chance con Sue. Alla fine però, anche Johnny cresce, e capisce l'importanza di essere squadra e la responsabilità che ciò implica".
E proprio la scelta di imperniare la pellicola verso un'impostazione più ironica e solare è stata la molla di un lungo dibattito che ha coinvolto i fan sulla rete, soprattutto in seguito ad alcune dichiarazioni del produttore Avi Arad e dello stesso regista, i quali avevano affermato che il tono della pellicola sarebbe stato al 90% quello di una commedia, dichiarazioni queste che sono poi state corrette sia da Arad che da Story durante la loro apparizione alla Comic-Con di San Diego dell'estate 2004, in cui il regista ha voluto tranquillizzare i fan sottolineando che "Fantastic Four" avrebbe sì avuto i suoi momenti rilassanti, ma che questi sarebbero stati opportunamente bilanciati da sequenze molto toccanti, in primis quelle che avrebbero coinvolto il personaggio che, anche nei fumetti, è forse più di tutti gli altri il cuore pulsante, il perno emotivo del gruppo e della pellicola: l'amabile Cosa dagli occhi blu.

Questo uomo, questo mostro

"E' il vero centro emozionale del gruppo e del film. Non è come gli altri, loro hanno acquistato i loro poteri ma sono rimasti normali, se stessi. A lui non importa affatto di essere diventato immensamente forte. Lui vuole essere Ben Grimm ancora una volta. Vuole essere se stesso", ha dichiarato l'attore Michael Chiklis, sottolineando in seguito come la CGI non avrebbe potuto rendere l'interpretazione di tale sofferenza.
Fin dal principio infatti, fin dalla scelta dell'attore nel ruolo di Ben Grimm, era chiaro che non si sarebbe ripetuta l'operazione già eseguita con l'Hulk di Ang Lee, per costruire infatti una chiara identificazione dello spettatore con il roccioso membro del quartetto, la computer grafica sarebbe stata di ostacolo nel riflettere sul grande schermo una condizione, quella di un uomo intrappolato nel corpo di un mostro, che nel film sarebbe dovuta apparire fin da subito reale, intensa, e quindi trasmessa da un attore in carne e ossa.
"E' stata una delle decisioni più importanti che abbiamo preso - ha confessato Story - al contrario di Hulk, sotto questa immensa roccia c'è un essere umano con dei sentimenti. Non volevamo smarrire l'interpretazione di Michael dentro il software di un computer".
Per fare ciò, Chiklis ha dovuto recitare in un costume speciale pesante venti chili, a cui hanno lavorato l'ideatore dei costumi Josè Fernandez, il supervisore degli effetti speciali Kurt Williams, oltre agli artisti della Spectral Motion di Mike Elizalde, sottoponendosi poi al complicato trucco prostetico della durata di tre ore e che l'attore ha vissuto all'inizio con molte difficoltà: "Ho dovuto parlare con uno pischiatra per due mesi, non sono uno che soffre di claustrofobia, ma quando ho indossato il latex la prima volta mi sentivo come perduto. Era un costume molto invasivo anche perchè era incollato alla mia bocca e al naso e a parte degli occhi, e respirare era un problema perchè dentro faceva un caldo della miseria, ma alla fine ne è valsa la pena."
Una sfida che alla fine è risultata vincente, lasciando a Chiklis un altra sfida, quella di interpretare uno dei personaggi tra i più amati della Marvel: "Dopo l'incidente nello spazio, Ben attraversa dei momenti davvero duri. Dal punto di vista di un attore, la parabola del suo personaggio è ricchissima di cambiamenti emotivi e fisici. Quest'uomo così sicuro di sè, così forte, si ritrova all'improvviso ad essere un mostro, un eroe e una celebrità. Per lui è terribilmente complicato accettare quello che gli è capitato, perchè a lui non è mai interessato essere al centro dell'attenzione. Lui vorrebbe solo tornare ad essere il caro vecchio Ben Grimm. Ecco perchè questo ruolo si è dimostrato uno dei più difficili della mia carriera".
Un personaggio, quello interpretato da Chiklis, che nel film appare alla ricerca, disperata, di una sorta di normalità, e che trova, nel personaggio di Alicia Masters, interpretata dall'attrice Kerry Washington ("Ray"), che come nei fumetti, riesce a intravedere, anche se per pochi istanti, la forza e la sofferenza di quest'uomo, riuscendo a entrare nel suo cuore e a fornire a Ben Grimm l'unica fonte di un esistenza come gli altri.

Io sono..Destino!

Geniale, superbo, machiavellicamente malvagio. Per più di 40 anni il Dottor Destino è stato la nemesi principale del quartetto, apparendo decine di volte e confermando così la sua pericolosità grazie a diabolici intrighi. Una pericolosità presente anche nel film e incarnata dall'attore Julian McMahon, star della serie televisiva "Nip/Tuck", anche se il suo Victor Von Doom, per esigenze date dalla sceneggiatura, è radicalmente cambiato rispetto a quello dei fumetti, non più despota dello stato balcanico di Latveria, ma multimiliardario senza scrupoli, molto più vicino come caratterizzazione al Norman Osborn di "Spider-Man", e in un certo senso simile al Destino versione Ultimate, convinto da Reed Richards a finanziare una missione nello spazio per studiare una tempesta cosmica, salvo poi esserne irradiato cambiando così per sempre, e divenendo il Dottor Destino.
"Sotto le circostanze in cui gli accadono certe cose nel film e nel modo in cui gli si ritorcono contro, credo sia quasi naturale per lui uscire di testa, non so se mi spiego -ha dichiarato McMahon, che ha poi proseguito - lui ha delle caratteristiche da cattivo, perchè non esiterebbe a passarti sopra. Anche solo come uomo d'affari, prima che divenga il Dottor Destino, ti travolgerebbe se lo ritenesse necessario. Non gli importa...e in aggiunta a tutto questo, c'è quella che io chiamo la disintegrazione di un essere umano. Ed è questo che gli accade nel film così come nei fumetti".
E infatti quella che coinvolge Victor Von Doom nel film è proprio la disintegrazione di una persona, il Destino cinematografico, in seguito all'esposizione ai raggi cosmici, finisce in preda a una vera e propria metamorfosi che ne consuma rapidamente l'epidermide, facendoli assumere le caratteristiche degli scudi di protezione della stazione spaziale dietro cui si era riparato nella speranza di sfuggire ai raggi cosmici e facendo così nascere il Dottor Destino, capace inoltre di controllare l'energia e l'elettricità di una stanza, una variante questa dei raggi distruttori che da sempre nei fumetti il villain emette dai guanti della sua armatura.
Nonostante i cambi radicali apportati alla figura di Victor Von Doom, Tim Story e lo sceneggiatore Simon Kinberg non hanno voluto dimenticare il background proveniente dai comics, e infatti nel film la provenienza zingaresca di Destino viene, anche se sottilmente, accennata, per non parlare del finale, che racchiude una sorta di "ritorno" alle origini del personaggio.

Fantastici effetti

Più ancora dela Cosa, quello che rendeva ancora di più "Fantastic Four" un progetto tanto complesso e allo stesso tempo affascinante era la difficoltà, e il relativo costo, nel rendere in modo appropriato un film sul fantastico quartetto. I poteri dei personaggi, in particolare l'elasticità di Mister Fantastic e l'effetto-fiamma della Torcia Umana sono fra i più complessi e costosi da riprodurre nella realtà cinematografica, e il film alla fine ha cisto impiegati circa 800 effetti speciali, quattro volte quelle dei primi "X-Men" e "Spider-Man".
Un altra sfida quindi, affrontata questa volta non da un supereroe, ma da Kurt Williams, supervisore degli effetti speciali della pellicola, il quale ha dovuto, assieme ai suoi collaboratori, documentarsi in maniera approfondita per riportare sul grande schermo i poteri del quartetto: "La prima cosa che abbiamo fatto è stata basarci sul fumetto. Il nostro lavoro era trovare delle immagini nei fumetti che potessero venire tramutate in azione dal vivo, in un vero film. Ed è stata una lunga ricerca su tutti i lavori della Marvel, per trovare il genere di immagini che volevamo vedere mentre sviluppevamo i personaggi".
Per quanto riguarda i poteri di Mr. Fantastic, Williams ha dovuto sudare non poco: "Abbiamo sempre pensato dovesse essere un aspetto fortemente realistico, inclusa una muscolatura credibile e abbiamo dovuto attenerci alla sua struttura scheletrica. Il motivo per cui non si vede niente di simile in natura è perchè, se così fosse, sarebbe solo un muscolo o un tessuto ad allungarsi. Tecnicamente, abbiamo creato un programma che, mentre si allunga, gli rigeneri la superficie della pelle, allunghi i suoi muscoli e resti il più possibile fedele alle sue giunture".
Un'impresa impegnativa per il responsabile degli effetti speciali è stata anche dare vita e credibilità a Susan Storm, in maniera tale da fare sì che lo spettatore capisse come i poteri di Susan fossero legati alle emozioni espresse dal personaggio: "Una volta di più, specie con la recitazione di Jessica Alba, è importante catturare quell'interpretazione sul set con gli attori. Quello che abbiamo fatto è stato sovrapporre un personaggio in CGI alla sua recitazione, anche se alla fine sarà comunque lei a trovarsi nel film, alcune sue immagini saranno appena accennate, ma per noi è importante che comunque si vedesse la recitazione di Jessica".
Altra sfida difficilissima è stata quella della Torcia Umana: "I poteri della Torcia sono un misto, una sovrapposizione di immagini reali e di immagini create al computer. Come per l'invisibilità di Jessica, non abbiamo voluto coprire l'interpretazione di Evans, abbiamo bensì voluto che il pubblico potesse sempre vedere il suo volto e i suoi occhi, anche quando è completamente avvolto dalle fiamme."

Recensione: Fantastic Four

Lo scienziato Reed Richards (Ioan Gruffudd), in cerca di finanziamenti per un suo progetto, si reca, assieme all'amico Ben Grimm (Michael Chiklis) dal multimiliardario Victor Von Doom (Julian McMahon), suo ex compagno di studi, convincendolo a sovvenzionare un viaggio nello spazio per studiare una tempesta di raggi cosmici che potrebbe racchiudere il segreto dell'evoluzione sulla terra.
Assieme alla direttrice del settore ricerche della Von Doom Aerospace, Susan Storm (Jessica Alba) ex di Richards, al fratello di lei, l'irruento e scavezzacollo Johnny Storm (Chris Evans) e allo stesso Victor, i cinque si recano sulla stazione spaziale ma qualcosa va storto e la tempesta li investe prima del previsto. Tornati sulla terra e messi in quarantena in una clinica di Von Doom, rimasto apparentemente illeso dalla tempesta, i quattro scoprono di aver acquisito straordinari poteri: Reed riesce a allungare il suo corpo a dismisura, Susan diventa invisibile e crea campi di forza, Johnny si infiamma come una Torcia e il povero Ben si trasforma in un essere roccioso e dalla forza spaventosa. Insieme, vengono battezzati dalla città di New York (senza volerlo) i Fantastici Quattro, e mentre cercano di capire la loro attuale situzione, anche Von Doom scopre di aver risentito della tempesta, il suo corpo si sta trasformando in metallo, oltre a emettere scariche di energia, e deciso a usare questo potere per i suoi fini...
Arriva finalmente sul grande schermo uno dei film più attesi, e discussi, della nuova stagione cinematografica, accolto in patria dalla critica in maniera negativa ma in seguito campione di incassi della povera estate del box office Usa, "Fantastic Four" appare come un film riuscito a metà, non certo un capolavoro ma certamente non un brutto film, in quanto salvato dalla solarità e dalla mancanza di pretenziosità che lo contraddistingue, cosa questa che ne fa un sano film di intrattenimento come non se ne vedevano da tempo, divertente, rispettoso al 90% dei pesonaggi, in cui l'elemento familiare della pellicola riesce molto bene, e attorniato da un buon cast di attori, su cui spiccano su tutti le personalità di Michael Chiklis e del giovane Chris Evans, il primo un toccante Ben Grimm, il secondo l'animo sbarazzino e ironico della pellicola.
Brava appare anche Jessica Alba, la quale si impegna (e bene) nel dare una giusta caratterizzazione al personaggio di Susan Storm, riuscendo nel ruolo di donna decisa e mammina del gruppo, mentre Ioan Gruffudd, nonostante ce la metta tutta, appare fortemente inespressivo e privo di carisma, come invece è il Richards dei fumetti.
"Fantastic Four" non è però un film esente da difetti, presenti in una trama un pochino troppo esile che viene riscattata da dialoghi divertenti (anche se certe volte un pò banali) e scene che riescono a sfruttare l'elemento familiare da sempre presente nei comics. Per il resto troppi tagli, soprattutto nella parte iniziale (il prologo è un pò troppo veloce), effetti speciali ottimi (tranne quelli di Mr. Fantastic) mentre il regista Tim Story non essendo un Raimi o un Singer, sembra perlopiù che abbia cercato di fare il suo lavoro senza dare qualcosa in più alla pellicola, non supportato a quanto pare da una sceneggiatura, di Mark Frost e Simon Kinberg, passata poco prima delle riprese a una riscrittura che riesce nel suo intento di rendere bene (eccetto anche in questo caso Mr. Fantastic) le caratterizzazioni del quartetto, ma con una trama esile che colpisce in maniera negativa il personaggio di Victor Von Doom, se infatti McMahon è a proprio agio nel ruolo del cattivissimo industriale, quando esso diventa il Dottor Destino, appare fortemente ridimensionato, una contraddizione che si fa sentire e che rende il villain più maestoso dei fumetti una sorta di macchietta, in quanto privo di vere motivazioni, ma che nel sequel potrebbe tornare ai fasti di un tempo, anche grazie a un finale aperto e "latveriano".
Con un pò più di supervisione in fase di post-produzione e con una sceneggiatura corretta in alcune parti sarebbe stato un ottimo film. Resta un buon film, certamente migliore di "Daredevil", giusto per chi cerca due ore di sano svago. Troppo cattivi in patria i critici.

BIOGRAFIE

Timothy Kevin Story

Nato il 13 Marzo 1970 a Los Angeles (California), Timothy Kevin Story, esordisce come regista nel 1997 col film "One of Us tripped" (inedito in Italia), a cui segue "The firing squad" (1999), di cui è anche sceneggiatore, in seguito dirige la commedia "Barbershop" (2002), che diventa un grande successo di pubblico negli States. Nel 2004 realizza il remake americano del francese "Taxxi", con protagonisti Queen Latifah e Jimmy Fallon, dal titolo "New York-Taxi".

Ioan Gruffudd

Nato il 6 ottobre 1973 a Cardiff, nel Galles (Gran Bretagna), da genitori entrambi insegnanti. Ioan Gruffudd ha studiato alla Royal Academy of Dramatic Art dal 1992 al 1995, anche se ha iniziato a recitare fin dall'età di 14 anni, quando entra nella soap opera gallese "People of the Valley", ottiene il suo primo ruolo da protagonista nel film per la Tv "Poldark" (1996), in seguito è nel cast di "Wilde" (1997) e in "Titanic" (1997), per poi diventare protagonista nella serie "Hornblower", è poi nel film "Solomon and Gaenor", e per prepararsi al ruolo studia l'ebraico, appare in seguito in "La carica dei 102", "Black Hawk Down" (2001) di Ridley Scott, per poi interpretare il ruolo di Lancillotto in "King Arthur", accanto a Keira Knightley e Clive Owen.

Jessica Alba

Nata il 28 Aprile 1981 a Pomona (California) Jessica Marie Alba è un vero e proprio mix etnico, le sue origini, infatti, sono spagnole, francesi, indie, danesi e italiane. La carriera militare di suo padre nell'aviazione militare americana l'ha portata a cambiare spesso casa e amici. Dopo pochi mesi di vita, infatti, si trasferisce con la famiglia a Biloxi, Mississipi, dopo tre anni è di nuovo in California, poi in Texas, a Del Rio, e finalmente, quando Jessica ha nove anni, la famiglia Alba si stabilisce definitivamente nel sud della California. La piccola Jessica fantastica fin da piccola di fare l'attrice, e questo sogno si trasforma in realtà quando a 12 anni vince un concorso che le permette di seguire lezioni di recitazione, nove mesi dopo ha un agente.
Nel 1994 debutta sul grande schermo nel film "Camp Nowhere", in un ruolo da protagonista, in seguito arrivano poi altri ruoli minori nel piccolo schermo nella serie "The secret world of Alex Mack", trasmessa su Nickelodeon, e nella serie televisiva "Flipper", dove interpreta il ruolo di Maya, proprio durante la lavorazione del telefilm, si trasferisce con sua madre in Australia dove risiederà per due anni, prendendo anche il brevetto subacqueo.
Nel 1996 appare all'interno della trasmissione canadese "The Dini Petty Show", nel 1997 in due episodi del famoso serial "Beverly Hills 9020", in "Love Boat: the next wave". La popolarità e i primi riconoscimenti arrivano con "Dark Angel", serie televisiva in cui veste i panni della protagonista, Max. Scelta tra più di mille candidate da James Cameron e Chic Eglee, ideatori della serie, Jessica ha dovuto preparare il suo fisico per interpretare la giovane ragazza geneticamente potenziata. Per undici mesi, infatti, si è allenata in arti marziali, palestra ginnastica e motocicletta.

Michael Chiklis

Nato il 30 Agosto 1963 a Lowell (Massachusetts), da genitori di origini greca (cosa di cui l'attore va fiero) Michael Chiklis dopo gli studi alla Boston University School of Arts, intraprende la carriera di attore, per poi trasferirsi a New York, dove prende parte a numerosi spettacoli teatrali, tra cui "Un tram chiamato desiderio", dove interpreta il ruolo di Stanley.
Eosrdisce al cinema nel 1989 nel film "Weird", dove interpreta il ruolo di John Belushi, in seguito prende parte ad altre produzioni finchè non ottiene il ruolo da protagonista nel telefilm "Il commissario Scali", che interpreta fino alla sua conclusione, avvenuta nel 1995. Appare in "Nixon" (1995) di Oliver Stone in un piccolo ruolo, nel thriller "Do not disturb" accanto a William Hurt e Jennifer Tilly finchè nel 2001 diviene il protagonista, con il ruolo del poliziotto corrotto Vic Mackey del serial "The Shield", che gli regala la popolarità.

Chris Evans

Nato il 13 giugno 1981 a Sudbury (Massachusetts) da un dentista e una ballerina, Christopher Robert Evans cresce a Boston. Durante gli studi superiori, decide di seguire la carriera di attore e si trasferisce a New York approffittando delle vacanze estive, dove si iscrive a un'agenzia di 'casting' e prende parte ad un programma estivo di recitazione. Nel frattempo conosce un agente che gli promette di aiutarlo, ma a condizione che termini gli studi. Comincia con piccole parti in varie 'sitcom' televisive, come "Boston Public", prima di ottenere il ruolo di Jake Wayler, uno studente atletico e amato da tutti, nel film demenziale di Joel Gallen, "Non è un'altra stupida commedia americana", in seguito partecipa ad altre pellicole con ruoli minori e recita in film per la televisione. Nel 2004 ottiene il ruolo da protagonista nel thriller "Cellular", accanto a Kim Basinger e William H.Macy. Ha recitato, inoltre, al Boston Playwright Theatre e in diversi teatri regionali.

Julian McMahon

Nato il 27 Luglio 1968 a Sydney (Australia), Julian McMahon è il terzo figlio di Sir William e Lady Sonia McMahon; suo padre William è stato Primo Ministro dell'Australia nel 1971. Tra i suoi vari hobby la cucina, raccogliere libri antichi, giocare a basket, baseball, football.
In TV McMahon ha interpretato tra le altre cose la serie "The Power, the Passion" (1989, nel ruolo di Kane Edmonds), la soap australiana "Home and Away" (nel ruolo di Ben Lucini), la soap opera "Destini/Stagioni" nel ruolo di Ian Rain, e il suo ruolo più noto finora è stato sicuramente quello di John Grant in "Profiler - intuizioni mortali", serie andata in onda dal 1996 al 2000. Nell'autunno 2000 entra nel cast di "Streghe" nel ruolo di Cole Turner/ Belthazor, da cui è uscito nella 5^ stagione, proprio durante il 100° episodio del telefilm andato in onda nell'inverno 2003.
Dal luglio 2003 Julian McMahon è nel cast del telefilm "Nip/Tuck", insieme all'attore Dylan Walsh, nel ruolo di Christian Troy, chirurgo plastico nella Florida del sud.
L'attore è stato sposato con Dannii Minogue (sorella della nota cantante Kylie Minogue) negli anni 1992-93, e il 22 dicembre 1999 si è risposato con l'attrice Brooke Burns ("Baywatch"), dalla quale si è separato nel 2001, e da cui ha avuto una figlia, Madison. Per qualche mese si è frequentato con la sua collega di set Shannen Doherty, da cui si è separato nell'ottobre 2001.

Carlo Coratelli

Marco Rizzo
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