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Speciale Movie Comics: Constantine il film

Creato da Alan Moore, Steve Bissette e John Totleben, e apparso per la prima volta all’interno di Saga of the Swamp Thing, il personaggio di John Constantine approda vent’anni dopo sul grande schermo in una pellicola diretta dal regista Francis Lawrence e interpretata da Keanu Reeves e Rachel Weisz. Constantine si è rivelato un grande successo di pubblico, incassando oltre 100 milioni di dollari in tutto il mondo, cosa che ha spinto la Warner Bros. a metterne in cantiere il sequel. Ma dal punto di vista generale è anche un film che, nonostante toni dark e tinte forti che oggi vanno tanto di moda e che il regista, proveniente dal mondo dei videoclip, riesce a trasmettere con indubbia efficacia, è accompagnato da una sceneggiatura (di Kevin Brodbin e Frank Cappello) fin troppa confusionaria, senza tralasciare ovviamente il difetto principale, quello di non avere niente a che vedere con il fumetto da cui è tratto.
Come ammesso anche da Lawrence in una intervista rilasciata poco prima dell’uscita della pellicola negli States, Alan Moore ha risposto negativamente alla richiesta di un suo coinvolgimento nel progetto, un rifiuto questo che l’autore aveva espresso anche nei confronti di un'altra pellicola, quel “The League of Extraordinary Gentlemen” rivelatosi un vero e proprio flop sia di critica che di pubblico.
Il distacco netto del personaggio filmico da quello dei fumetti non è riscontrabile soltanto nell’aspetto fisico del protagonista o nel luogo in cui si svolge la storia (Los Angeles invece di Londra), ma anche e soprattutto nelle origini di Constantine, che nei comics assumono un significato del tutto particolare e che ne hanno sempre caratterizzato la vita travagliata. La morte della madre durante il suo parto, in cui Constantine ruppe la placenta uccidendo anche il fratello gemello, cosa questa neanche citata all’interno del film e sostituita da un più “leggero” trauma, quello del tentato suicidio del protagonista a 14 anni, in seguito al suo tormento di essere afflitto dalle costanti visioni di demoni e mostri.
Dipinto più come un esorcista che come un vero esperto di questioni mistiche, il John Constantine cinematografico stenta a decollare dal punto di vista caratteriale, e l’unico tema tratto dai comics, quello della lotta contro il cancro del protagonista (tratto da Abitudini Pericolose di Garth Ennis), non viene sviluppato in maniera coerente e adeguata nonostante l’eccessiva lunghezza della pellicola (quasi due ore). Il regista avrebbe avuto infatti tutto il tempo per costruire attorno a questo tema una ben più profonda analisi del personaggio, dei suoi traumi e delle sue paure.
Appare infine lodevole ma inutile il lavoro che Keanu Reeves ha svolto nella sua interpretazione, impegnandosi nel cercare di tratteggiare con fine ironia il personaggio, soprattutto nelle sequenze finali, unica parte della pellicola in cui l’attore sembra averne preso confidenza, ma restando troppo legato a un altro personaggio che negli ultimi anni gli ha dato fama e fortuna, quel Neo che nelle mosse e nelle movenze sembra ogni volta risaltare, sostituendo di fatto John Constantine.


Carlo Coratelli
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