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Extremity 1: recensione: Un inventario variegato (e non proprio originale) della fantascienza moderna

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Thea e Rollo sono fratello e sorella, appartengono alla tribù Roto, in guerra atavica contro i conquistatori Paznina. Lei, che porta sul proprio corpo i segni del conflitto, ha dovuto rinunciare alle sue inclinazioni artistiche e intraprendere la medesima strada della vendetta tracciata dal padre; il secondo, macchiato dell'imperdonabile peccato di ripudiare la violenza, in un mondo dove questa è considerata strumento di giustizia, troverà in Shiloh, androide-killer pentito, quell'umanità e quell'affetto che gli viene negata dal risoluto genitore. Queste sono le premesse non proprio originalissime a dire il vero, di Extremity, serie fantascientifica a firma di Daniel Warren Johnson, ambientata in un mondo post-apocalittico crudo e spietato. Saldapress ne raccoglie i primi 6 numeri dell'edizione originale.

Extremity 1

L'autore, che cura disegni e testi, crea una space-opera in equilibrio fra fantascienza e fantasy, che ricorda Dune quanto Mad Max, Conan il Barbaro quanto l'immancabile Star Wars. Cronache del dopo-bomba unite a suggestioni tecno-medievali insomma con una trama costruita attorno ad un escalation di scontri e schermaglie fra fazioni e conflitti intrafamiliari. In più c'è uno spunto iniziale buono, che affronta il tema delle aspettative dei genitori per i figli e sulla volontà di questi di trovare la propria strada al di fuori del cammino che eredità e destino sembrano avere riservato loro. Non manca il dinamismo in Extremity quindi, anzi forse il difetto principale è che sono troppi gli elementi messi in moto e con eccesso di riferimenti e citazioni: gli ingredienti base del genere ci sono, stanno tutti al posto giusto, ma proprio lì dove te li aspetti, senza riservare grandi sorprese. Buon intrattenimento intendiamoci, ma non ci sono impennate dal punto narrativo, la storia è lineare, semplice, ma prevedibile, i personaggi sono caratterizzati abbastanza bene, ma sai già cosa faranno e in che direzione andranno. Forse il meglio riuscito è proprio Jerome, il padre, figura senza fronzoli ma dotata comunque di una sua monolitica complessità psicologica.

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Per ora ci accontentiamo – si fa per dire – dei disegni di Johnson, che rappresentano la parte migliore di questo volume: estremamente curati, gradevoli, ricordano in più punti Katsuhiro Ōtomo, e danno il meglio di sé nelle scene di azione, cinetiche, violente, ben distribuite su tavole orizzontali ampie che si aprono in un paio di occasioni in spettacolari splash page. Unica componente realmente “extrema” di un'opera altrimenti piuttosto canonica. Notevole anche “l'accompagnamento” cromatico di Mike Spicer che descrive l'ambientazione decadente con toni lividi (il verde, il viola) attraversati dall'impeto del rosso come colore cardine che condisce le scene più cruente.
Che cosa sia dunque questo Extremity, non si capisce bene e forse i prossimi numeri saranno decisivi per rispondere a questa domanda.

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Saldapress, Aftershock: anteprima esclusiva di Alters 1 di Paul Jenkins e Leila Leiz

  • Pubblicato in News

Uscirà il prossimo venerdì 13 aprile il primo volume di Alters, la nuova serie AfterShock - pubblicata da Saldapress - ad opera di Paul Jenkins e Leila Leiz. Di seguito trovate la sinossi e una ricca anteprima in esclusiva per Comicus.

"Esseri superumani dalle incredibile abilità nascono ogni giorno. Alcuni sono terribilmente malvagi, altri non sanno usare i propri poteri, pochissimi sono intenzionati a proteggere l’umanità... si chiamano Alterazioni (o “Alter”) e stanno cambiando velocemente la fisionomiadel pianeta Terra.
Mentre il mondo cerca di capire se combattere o accettare questa nuova specie, Charlie, una ragazza che ha appena cominciato il percorso per la sua transizione sessuale, scopre di essere un’Alter e decide di diventare l’eroina Chalice. Dovrà impegnarsi al massimo se vuole farsi accettare dalla sua famiglia, che ancora la considera un ragazzo, e da un mondo che la teme per i suoi poteri quantici."

Alters 1: La storia di Chalice - 16,8 x 25,6, co. B., 14,90€

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Oblivion Song 1, recensione: l’altro lato della catastrofe secondo Kirkman e De Felici

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Robert Kirkman è indubbiamente affascinato dal concetto di società distrutta che ricerca un nuovo equilibrio. Lo ha dimostrato con la sua serie di maggior successo The Walking Dead – che fa di tale idea l’architrave narrativo principale, indubbiamente in primo piano rispetto al tema horrorifico – e torna ad esplorare le potenzialità offerte da tale idea con il suo ultimo lavoro: Oblivion Song, in uscita oggi negli State per Skybound il primo albo, e in Italia da Saldapress che pubblica l'intero primo ciclo in anteprima mondiale.

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Per un motivo ancora inspiegabile, circa trecentomila abitanti di Philadelphia sono stati teletrasportati/traferiti, insieme auna porzione di città, in una dimensione parallela popolata da mostri. Questa diversa realtà è stata chiamata Oblivion e lo scienziato Nathan Cole ha trovato il modo per viaggiare tra le dimensioni e riportare a “casa” alcuni degli abitanti di Philadelphia. Nonostante il governo degli Stati Uniti abbia deciso di porre termine a questo progetto di recupero, Nathan non si vuole arrendere: suo fratello è ancora ad Oblivion.

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La scrittura di Kirkman è solida, coinvolgente, ricca di twist e climax narrativi supportati da dialoghi che svelano e, contemporaneamente, celano gli elementi della storia che lo sceneggiatore ha imbastito e che non troverà risoluzione – giustamente – in quello che è il primo capitolo del racconto. Operando, dunque, sul concetto di società distrutta, l'autore lo fa in maniera inedita e da lui mai affrontata. Oblivion è una nuova terra con nuove regole e nuove dinamiche sociali, ma questo vuol dire che sia necessariamente un male: l’evento misterioso che ha trasferito parte dei cittadini di Philadelphia avrebbe dovuto essere un momento perturbante e distruttivo della società costituita; invece si rivela foriera di possibilità inedite. Questo fulcro narrativo viene esplorato da Kirkman grazie alla compresenza di Oblivion e della nostra terra: la conflittualità tra le due realtà non è solo fisica ma anche concettuale, non è solo visibile al lettore ma motivo delle azioni dei personaggi.

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Per la co-costruzione della storia e per i disegni, lo sceneggiatore americano si è affidato a Lorenzo De Felici. Il tratto dell’artista italiano riesce a descrivere, con grande attenzione per il gusto catastrofico del racconto, gli scenari inquietanti di Oblivion, ibrido tra resti di città e vegetazione aliena. Il genere della serie è indubbiamente la fantascienza e De Felici ne riesce a raccogliere gli elementi portanti – alieni, teletrasporto – raffigurandoli con un segno di straordinaria espressività, sia nella trattazione dei volti che nelle scene d’azione: già dalle prime tavole, l’universo di Oblivion Song è chiaro proprio grazie alla matrice stilistica di De Felici e alla complicità dei colori di Annalisa Leoni. La tavolozza della Leoni, difatti, riesce a sostenere l’atmosfera della serie senza banalizzarla: i colori non sono quelli grigi e tetri a cui l’immaginario post-apocalittico ci ha abituato, ma raccolgono gli intenti narrativi della storia e li esprimono attraverso la ricchezza della gamma cromatica.

Oblivion Song, dunque, si configura come una nuova serie di successo a marchio Kirkman, interessante non solo dal punto di vista narrativo, ma anche per l’inedita visione catastrofista dei suoi autori.

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Esce oggi Horizon, la nuova serie Skybound per Saldapress

  • Pubblicato in News

È disponibile da oggi il primo volume di Horizon, la nuova serie sci-fi targata Skybound di Brandon Thomas e Juan Gedeon, in Italia per Saldapress. Di seguito trovate tutti i dettagli:

"Skybound – l’etichetta di Robert Kirkman all’interno di Image Comics, pubblicata da saldaPress in esclusiva per l’Italia – continua a esplorare la narrazione contemporanea e i suoi confini, attingendo ai generi e alla loro contaminazione.

Lo dimostra il nuovo titolo in uscita a partire da venerdì 23 febbraio. S’intitola HORIZON, è una serie sci-fi, è stata scritta da Brandon Thomas e disegnata da Juan Gedeon, e il titolo del primo volume è tanto lapidario quanto ambiguo: RAPPRESAGLIA (pagg. 136, euro 14.90). La storia ha un innesco potente: alcuni abitanti del pianeta Valius, guidati dal comandante Zhia Malen, sono arrivati sulla Terra per sventare una minaccia che potrebbe mettere in pericolo il loro pianeta: devono impedire che noi terrestri ci muoviamo. O meglio, devono impedire che andiamo su Valius, facendo quello che ci riesce meglio: portare distruzione. Zhia è una donna coraggiosa, disposta a tutto – anche a compromettere la propria integrità fisica – pur di salvare i suoi ed è convinta di agire per il bene e per uno scopo nobilissimo. Ma le cose sono spesso più ambigue di quel che sembrano: alleati e nemici possono trovarsi dovunque, e una rappresaglia può trasformarsi in un’invasione.

Il primo volume di HORIZON è disponibile in libreria, in fumetteria e nello shop online del sito saldapress.com."

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