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La poetica dell'essenza e della perfezione, la recensione di Polina

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Sebbene sia uscito in Italia per la prima volta diversi anni fa, nel 2011 per Black Velvet per la precisione, il graphic novel Polina di Bastien Vivès è stato di recente rieditato e pubblicato da Bao Publishing in una raffinata edizione cartonata che, 7 anni dopo il concepimento della storia basata sulla vita di Poulina Semionova, giovane ballerina russa ormai leggendaria, riporta sugli scaffali una prova d’eccezione di uno degli autori francesi più straordinari a noi contemporanei. Quello che ci preme mettere in luce in questo articolo non è tanto la trama o il contributo meramente narrativo e d’intreccio dell’opera, che riassumeremo brevemente qui di seguito, ma l’apparato artistico e l’estrema capacità di sintesi visiva, emotiva, sentimentale e grafica di Vivès, che sono il fulcro di un pregio fenomenale. L’essere in grado di trasmettere un messaggio, instaurare un dialogo con il lettore, mettere in scena una tragicommedia infusa di emozioni e sentimenti senza appesantire il tutto con inutili fronzoli e virtuosismi tecnici o narrativi, ma con grande naturalezza e semplicità, facendo emergere candidamente l’essenza prima di ciò che vuole esprimere.

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Questo volume presenta in maniera rivisitata e liberamente ispirata la storia di una delle più giovani e talentuose prime ballerine del Teatro dell'Opera di Stato a Berlino, moscovita classe 1984, che con grande dedizione, sacrificio e sofferenza è riuscita a farsi strada dall’accademia di danza classica in cui ha mosso i primi passi ad una delle posizioni più ambite dell’intera scena internazionale, in tempo record. La classe innata, così come la grazia e l’elasticità, che come sottolinea più volte l’autore tramite le parole del burbero e severo istruttore Bojinski non sono un qualcosa di ottenibile, ma si devono avere già incorporate nel proprio corredo genomico, verranno affinate per essere esaltate, purificate, mondate da qualunque imperfezione, da ogni fronzolo pleonastico: e questo processo di raffinazione e distillazione dell’eccellenza, della perfezione, questa tendenza maniacale, intrisa di sofferenza e passione, motivata dalla caparbietà ma al contempo fortemente ragionata, associata a una maturazione ed evoluzione mentale, vengono enucleate con grande pathos all’interno dell’opera.

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Ma è graficamente che il tutto viene messo in scena con grande efficacia e sintesi: un trattato visivo sull'estetica dell'essenza e sulla comunicabilità del segno. Le figure impalpabili, evanescenti, quasi incorporee sono frutto di una separazione ragionata dell’essenziale dall’eccesso, dal superfluo. Vivès decostruisce la figura umana, la distilla e la sintetizza nel suo candore più terso. Non serve ricorrere all'intera figura corporea, bastano dei tratti, degli occhi, una barba, delle sopracciglia, degli occhiali, delle gambe, delle mani per poter comunicare molto più che a parole dei concetti e dei sentimenti che si caricano così di una forza diretta irrefrenabile che perforano la carta e ci raggiungono irriducibili. I tratti minimalistici, il non finito a guidare l’inchiostro nel rendere ogni parte del corpo espressiva come l'insieme complessivo: Vivès come novello Rodin della carta, dà vita solo a ciò che serve, liberandolo dal resto, estraendolo dalla sua matrice, per metterlo pienamente in luce e orientare la visione del lettore.

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Vivès non aggiunge mai, sottrae sempre, rimuove l’eccesso. Semplifica il significante senza rinunciare alla potenza del significato. Le forme parlano, i suoi disegni conversano con il lettore, in un'arte del silenzio che affascina e cattura, rapisce nell'essere universale per via della sua meravigliosa schiettezza.
Bastien Vivès riarrangia una poesia e un lirismo dei silenzi che, priva di cosmesi alcuna, abbaglia e incanta.

I dialoghi presenti nell’opera tuttavia rimangono ben scritti e sempre dosati - il non detto fa il paio con il non finito in un accordo delizioso -, spesso funzionali al banale progredire dell’intreccio, ma con punte di eccezionale grandezza. Su tutte, una delle ultime pagine con cui l’autore termina il graphic novel, che vi riportiamo qui sotto, e che capirete solo a lettura ultimata, quindi priva di spoiler. Una delle tavole più belle dell’intero volume, pura emozione di lettura.
Recuperate al più presto questo volume, ne vale davvero la pena.

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