Menu

 

 

 

 

Un'amicizia post-apocalittica, la recensione di A sort of Fairytale 2

Ritorna il team creativo composto da Paolo Maini ai testi e Ludovica Ceregatti ai disegni con il secondo volume di A sort of Fairytale, trilogia edita da Noise Press di cui vi abbiamo già parlato nella recensione del primo volume. La vicenda prosegue esattamente da dove si era interrotta al termine del precedente brossurato, sviluppando la narrazione e introducendo nuovi elementi che espandono il mondo post-apocalittico creato dagli autori, inserendo molti nuovi personaggi senza perdere d’occhio quello che è il filone narrativo principale.

asoft1

La storia viene quindi ampliata senza una eccessiva dispersione in sottotrame e narrazioni secondarie, concentrandosi sul viaggio avventuroso e pieno di insidie di Zoe, una lotta per la sopravvivenza in un mondo completamente inospitale, un palcoscenico del tutto inadatto per una tenera e dolce bambina, che tuttavia viene accompagnata da un mutato, una creatura misteriosa di cui scopriamo qualcosa di più con il passare del tempo, anche se rimane profondamente avvolta nel mistero. Questo mondo modificherà necessariamente la fanciulla, portandola a rinunciare in parte alla sua infanzia  per imparare fin da subito a farsi carico del proprio destino di fronte alle avversità che le si parano davanti. Ritroviamo difatti i Predoni, una banda di razziatori cannibali che perseguitano il duo protagonista, con modi sempre più barbari e violenti, annientando tutto ciò che si frappone tra loro e l’obiettivo. Questa volta vedremo Zoe e il suo amico peloso rifugiarsi nell’avamposto 18, ultimo baluardo di sopravvivenza lungo la loro agonizzante fuga, dove le cose si metteranno male sin da subito.

asoft2

Viene sviluppato ulteriormente il rapporto che lega i due personaggi principali, e vengono anche aggiunti nuovi dettagli relativi alla figura del mutato, in grado non solo di comprendere la fanciulla, ma anche di leggere e abbozzare alcune parole, oltre al poter trasformarsi in essere umano.
Maini prosegue con la contrapposizione tra le scene cruente del “mondo degli adulti”, dove i pochi sopravvissuti devono difendersi con i denti pur di avere salva la vita, dove si prendono decisioni importanti per il bene della comunità, dove si pensa più in grande, ma anche dove vige la maggiore violenza, la perdita dei valori e dove impera la follia, e il “mondo infantile” di Zoe, sempre più minacciato dagli eventi e sempre più contaminato da quello che è costretta a subire e testimoniare.

asoft3

La Ceregatti dimostra ancora una volta di essere non solo una grande illustratrice ma anche una lodevole fumettista, dal tratto fortemente americano e cartoonesco, ma sempre mantenendo caratteristiche uniche che la rendono riconoscibile. Notevole è la gestione delle forme e delle linee nella tavola, con una capacità di utilizzare spigoli e curve in un modo fortemente armonico, legando piacevolmente i diversi elementi rappresentati nelle tavole.

A sort of Fairytale mantiene quindi il buon livello già riscontrato nel primo volume, una lettura veloce e intensa che sa come far suo il lettore, trascinandolo rapidamente nel mondo narrativo descritto. Una serie consigliata.

Leggi tutto...

A sort of Fairytale Vol.1

Di Ludovica Ceregatti vi abbiamo già parlato recentemente in una delle puntate della nostra rubrica IllustrART, in cui abbiamo messo in luce, tramite la ricca gallery propostavi, il tratto cartoonesco e fluido dell’artista, che nel frattempo continua nella realizzazione dei suoi meravigliosi sketch di fanciulle, rigorosamente in bianco e nero. Ma se volete avere per le mani anche voi un prodotto di Ludovica, non potete fare a meno di acquistare A sort of Fairytale Vol.1, il primo volume di una trilogia edita da Noise Press e scritta da Paolo Maini, team creativo già all’opera sul breve The One Thousand & First, per Verticalismi.

Una storia post-apocalittica, una lotta per la sopravvivenza in un mondo inospitale, infestato da creature mutate pericolosissime, da banditi e da razziatori cannibali, senza alcun rispetto per la vita umana, che saccheggiano e cacciano tutto ciò che è rimasto della civiltà umana, sempre più a rischio di estinzione. E su questo sfondo emerge la protagonista Zoe, una tenera bambina di 8 anni e mezzo, inserita in un ambiente drammatico più grande di lei, senza mezzi per combattere e opporsi al pericolo che la circonda, ma che è costretta a fare i conti con esso, con il male che si introduce a forza nella sua placida esistenza. Una ragazzina di un’innocenza squisita e delicata, dotata di una grande forza d’animo che le permetterà, nonostante tutto, di fare fronte alle minacce che troverà sul suo cammino, oltre che di fare amicizia con un animale bizzarro, un Bigfoot, che decide di voler proteggere a tutti i costi la bambina.

In questo primo volume, non è ancora molto approfondito il rapporto tra i due protagonisti, Zoe e il suo fidato amico peloso, in quanto solo nella parte finale i due si incontrano, comprendendosi a vicenda, ma siamo certi che nei prossimi capitoli questa relazione verrà ampiamente indagata, dandoci la possibilità di capire quale sia il vero e profondo legame che lega i due personaggi. La scrittura di Maini è semplice e diretta, non si perde in virtuosismi e propone dialoghi schietti, anche volgari, che rispecchiano intuitivamente quello che potrebbe essere un registro adottato nelle circostanze rappresentate: il lavoro svolto sui dialoghi della piccola Zoe è davvero molto ben inquadrato, dando vita ad un personaggio ben costituito, che non sfora da quello né dal suo ruolo né dalla sua giovane età.

Dal punto di vista grafico, il lavoro di Ludovica è ben orchestrato, con una gestione della tavola ottimale per le esigenze narrative, e con uno stile azzeccatissimo per questo tipo di storie. Molto apprezzabile è la caratterizzazione della fauna rappresentata, mostrata anche in dettaglio nelle schede finali, ma soprattutto è da sottolineare l’ottima riuscita dei due protagonisti, sia a livello espressivo che di character design, che dimostra un’attitudine interessante allo sviluppo di storie molto comics-oriented, fortemente ispirate dal fumetto americano. Il tratto è mutevole, a seconda delle scene rappresentate: da sequenze più mature, disegnate con uno stile più canonico, più tradizionale per un fumetto d’azione di questo genere, alle splendide derive quasi infantili che governano le sequenze che ci mostrano il rapporto della coppia protagonista, disegnate con un tratto che sfoggia i principali archetipi e stilemi del cartoon di derivazione occidentale, con gradevoli contaminazioni nipponiche, soprattutto nell’aspetto nokomimi di Zoe e nelle espressioni dolcissime dei due protagonisti.

Non possiamo che consigliarvi questo A sort o Fairytale, in attesa che escano gli altri due volumi della trilogia, perché siamo sicuri che vi innamorerete anche voi di questi personaggi.

Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS