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Anteprima di Space Bandits #1 di Mark Millar e Matteo Scalera

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Il sito CBR ha diffuso un'anteprima di Space Bandits #1, la nuova serie Millarword di Mark Millar e Matteo Scalera che riceverà anche un adattamento su Netflix. Potete vedere le tavole nella gallery in basso.

Space Bandits segue due criminali intergalattici chiamati Thena Khole e Cody Blue mentre si alleano per vendicarsi delle bande che li hanno traditi entrambi.

Millar ha dichiarato che voleva creare un'opera di fantascienza ottimista e divertente, che si oppone alla tante proprietà cupe che ci sono in giro. E su Scalera aggiunge: "Il ragazzo è un genio e l'ho seguito per anni. Averlo come disegnatore è come quando qualcuno per cui hai sempre avuto una cotta esce con te. È semplicemente fantastico."

Space Bandits #1 uscirà il 3 luglio e presenterà una variant cover di Howard Chaykin, che potete vedere qui di seguito accanto a quella regular di Scalera.

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Netflix - Millarworld: arriva Space Bandits di Mark Millar e Matteo Scalera

  • Pubblicato in News

È stato annunciato, via Deadline, il nuovo progetto Millarworld/Netflix di Mark Millar dal titolo Space Bandits disegnato da Matteo Scalera.

Space Bandits segue due criminali intergalattici chiamati Thena Khole e Cody Blue mentre si alleano per vendicarsi delle bande che li hanno traditi entrambi.

Millar ha dichiarato che voleva creare un'opera di fantascienza ottimista e divertente, che si oppone alla tante proprietà cupe che ci sono in giro. E su Scalera aggiunge: "Il ragazzo è un genio e l'ho seguito per anni. Averlo come disegnatore è come quando qualcuno per cui hai sempre avuto una cotta esce con te. È semplicemente fantastico."

Non è chiaro in quale forma apparirà Space Bandits su Netflix, che si tratti di un film o di una serie televisiva. Tuttavia, la serie di fumetti, che pubblicherà tramite la Image Comics ed è descritta come un "adattamento".

Space Bandits #1 uscirà il 3 luglio e presenterà una variant cover di Howard Chaykin, che potete vedere qui di seguito accanto a quella regular di Scalera.

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Il trailer di Sharkey the Bounty Hunter, il fumetto Netflix di Mark Millar e Simone Bianchi

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Uscirà il prossimo 20 febbraio il primo numero di Sharkey the Bounty Hunter, la nuova serie a fumetti del Millarworld, targata Netflix, ad opera di Mark Millar e Simone Bianchi. Ora è stato diffuso un trailer che presenta la serie. Potete vedere il video qui di seguito.

Sharkey the Bounty Hunter è una commedia d'azione fantascientifica in cui un cacciatore di taglie e il suo aiutante, di soli 10 anni, viaggiano per la galassia a bordo di un camion di gelati a razzo.
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1985, recensione: Quando i criminali Marvel invasero il nostro mondo

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Il fumetto è una passione che riempie la vita di grandi e piccini e, nel caso di Toby Goodman, protagonista di 1985, questa non è solo una metafora. 1985, saga in sei parti di Mark Millar e Tommy Lee Edwards, pubblicata per la prima volta nel 2008 e riproposta da poco in volume da Panini Comics, esplora il sogno segreto di ogni amante dei fumetti: come sarebbe la nostra vita se i personaggi dei fumetti prendessero vita nel mondo reale? E cosa succederebbe se, invece, a prendere vita fossero solo i supercriminali? Partendo da questa variazione sul tema dei supereroi che irrompono nella vita reale, già sperimentata in forme diverse in Marvels di Kurt Busiek e Alex Ross, gli autori creano un'avventura che ha l'intento di celebrare l'arte del fumetto, i supereroi Marvel e la bellezza di un passatempo che molti bollano superficialmente come uno svago da nerd,  ma che in realtà è molto di più poiché, come scoprono i protagonisti del racconto, un comic-book può cambiarti la vita.

Toby è un ragazzino nel 1985. La sua vita si divide  tra la scuola e la sua unica passione: i fumetti Marvel. Il suo hobby è un porto sicuro in cui rifugiarsi ed è un bene che ci sia, perché la sua vita non è delle più semplici: i suoi genitori sono separati e al ragazzo tocca vivere con una madre che non approva il suo amore per i comics e col suo nuovo compagno, un tipo che non potrà mai sostituire nel suo cuore il suo più grande eroe, cioè suo padre. Jerry Goodman, ritratto con la fisionomia di Jeff Bridges ne iI Grande Lebonsky, condivide col protagonista del grande film dei Fratelli Cohen l’indole pigra: è un uomo dalle grandi doti, ma ama vivere alla giornata e si perde dietro i suoi demoni d'infanzia. Vuole un gran bene a suo figlio Toby e gli ha trasmesso il suo amore per i fumetti, nato molti anni prima e condiviso col suo amico di infanzia, Clyde Wyncham. Proprio quest'ultimo e la sua casa nascondono un oscuro segreto di  cui Jerry è rimasto unico custode. Clyde, invece, ha avuto un terribile incidente che lo ha reso un vegetale.

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Così, proprio nel momento in cui esce Secret Wars, il primo crossover della casa delle idee pubblicato a metà degli anni '80 e la sua esaltazione per il suo hobby arriva all'apice, tutti i nodi della vita di Toby vengono al pettine: infatti, nella sua città partono strani avvistamenti di uomini vestiti di verde che volano con ali enormi sui tetti e lo stesso Toby si accorge della presenza di strani personaggi che osservano dalla finestra della casa di Clyde e sembrano tramare nell'ombra. L'unico che capisce cosa sta succedendo è il protagonista: i criminali dell'universo Marvel stanno prendendo vita proprio nella sua città, solo che nessuno crede ad un ragazzino con la testa tra le nuvole. Toby dovrà, quindi, intraprendere un viaggio - aiutato da suo padre- che lo porterà ad esplorare, letteralmente, nuovi mondi, per salvare il suo, risolvere i misteri del passato di Jerry e Clyde e scendere a patti con i problemi della sua famiglia, entrando cosi, in una maniera che mai avrebbe immaginato, nell'età della maturità.

Mark Millar, autore di cicli memorabili tra cui citiamo su tutti Ultimates e Civil War, si cimenta con 1985 in un progetto diverso da tutto quello che aveva proposto fino a quel momento  (che, nell’idea iniziale dell'autore, doveva essere molto più sperimentale, ovvero sotto forma fotoromanzo) per la Casa delle Idee: siamo di fronte ad una storia volutamente leggera, che esplora il senso di meraviglia e di avventura presente nell'essenza dell'universo e dei personaggi della Marvel, ad un racconto lontano dalle tematiche politiche, di critica sociale ed, in generale, da quell'approccio più maturo al media del fumetto, da sempre cifra stilistica dei lavori dell'autore scozzese.
La mano di Millar però c'è eccome: la si nota bene nello stile decompresso della narrazione, nei dialoghi taglienti, nella costruzione delle scene in modo che potrebbero essere adatte all'inquadratura di una cinepresa, oltre che alla penna di un disegnatore, nell’uso sapiente di colpi di scena e di dettagli realistici che lasciano il lettore col fiato sospeso e in attesa del numero successivo.

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Tommy Lee Edwards dal canto suo, come si è accennato prima, salito a bordo del progetto dopo che la Marvel non ha avallato le prime prove del fotoromanzo che Millar aveva in mente, pare sforzarsi particolarmente per rimanere fedele all’idea originaria dell'autore scozzese: le sue tavole non sono mai particolarmente dinamiche  e sembrano volersi concentrare soprattutto sulla caratterizzazione dei personaggi, in particolar modo sui primi piani, piuttosto che sulla costruzione di scene di azione che rimangano impresse nella testa del lettore, proprio come se i soggetti fossero cristallizzati in fotografie. Questo effetto è aumentato dall'uso di una colorazione sfumata (arricchita da un giusto dosaggio dei chiaroscuri) che sembra realizzata con i pastelli e cambia di tonalità a seconda del mondo in cui è ambientata la storia (più cupa nella realtà priva di supereroi di Toby, più illuminata nella realtà dell’universo Marvel, quasi a simboleggiare la capacità dei personaggi di quell'universo di portare luce nella vita delle persone) e dal frequente utilizzo delle splash-page per presentare i personaggi (soprattutto i cattivi) dei fumetti, ritratti in pose statiche, che sembrano destinate a solennizzare la loro figura, come fossero delle statue.

Da ultimo, si sottolinea come i due autori si siano divertiti ad inserire easter egg  e a citare scene e personaggi storici dei fumetti, con l'intento di aumentare l’effetto nostalgia del senso di meraviglia e ingenuità che si respirava nelle storie dei primi anni '80 della Casa delle Idee, rimasto immutato nonostante il passare degli anni e il cambiamento delle modalità di narrazione delle storie a fumetti e del gusto dei lettori.

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1985 è un graphic novel che, pur non raggiungendo le vette delle opere migliori di Millar, di certo non può scontentare né i fan dell'autore scozzese né i fan della Marvel, a cui è  esplicitamente rivolta: oltre a costituire una lode splendidamente confezionata al fumetto e a chi ne è innamorato, contiene anche un significato di fondo, che si coglie proprio alla fine del racconto, una lunga avventura di formazione dei due protagonisti, Toby e Jerry. Così, alla fine, proprio come i due personaggi, capiamo che il segreto della felicità, forse, è crescere rimanendo un po' bambini: il modo più giusto di scendere a patti con la vita adulta è tenere vive le passioni e le gioie di quando si era bambini, tra le quali, naturalmente, trova un posto speciale l'amore per il fumetto.

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