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Wolverine / Punisher / Ghost Rider - Cuori di tenebra, recensione: artigli, pallottole e catene infernali

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Allo scoccare degli anni ’90 la scena fumettistica americana è ancora influenzata dall’onda lunga del cosiddetto revisionismo, il movimento che nel decennio precedente aveva rinnovato profondamente il genere supereroistico, lanciando nel firmamento del comicdom, tra le altre, le stelle di Alan Moore e Frank Miller. Opere come Watchmen e Il Ritorno del Cavaliere Oscuro avevano mostrato la definitiva perdita dell’innocenza dei superuomini, diventati ormai il simbolo delle nevrosi di una società occidentale che, da li a poco, avrebbe perso i punti di riferimento tradizionali a causa degli eventi scatenati dalla caduta del Muro di Berlino. Il successo dei lavori di Moore e Miller esercitò una forte influenza su tutto il settore, che sarebbe stato presto dominato da una schiera di anti-eroi, cupi e violenti, capaci di oscurare per un paio di lustri i supereroi classici con l’unica eccezione di Batman, personaggio dalle caratteristiche che ben si adattavano al nuovo filone. E mentre la DC si godeva il successo del Cavaliere Oscuro, trainato delle straordinarie performance al botteghino dei due lungometraggi firmati da Tim Burton, preparandosi contemporaneamente ad uccidere Superman con una memorabile saga-evento, in casa Marvel Capitan America e il resto degli Avengers erano stati surclassati nelle preferenze dei lettori da un terzetto di “duri” che non disdegnavano il ricorso alle maniere forti quando le circostanze lo richiedevano: Wolverine, Punisher e Ghost Rider.

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La grande popolarità di Wolverine era legato a doppio filo allo straordinario successo della saga degli X-Men, di cui l’artigliato canadese era il membro più riconoscibile ed amato. Durante la sua lunga gestione delle vicende mutanti, Chris Claremont ne aveva definito il carattere di eroe solitario ma capace di fare squadra, del duro che sotto la scorza apparentemente impenetrabile nasconde un animo romantico. Altro elemento di grande fascinazione per i lettori era l’assoluto riserbo sul suo misterioso passato, di cui alcuni elementi erano stati solo accennati da Claremont e che, in quei primi anni ’90, cominciava ad essere esplorato dal successore di X-Chris sulla collana personale di Logan, Larry Hama.
Nel frattempo il Punitore, nome con il quale era conosciuto in Italia l’alter-ego di Frank Castle fin dalla sua prima apparizione, si era affrancato dalla condizione di comprimario della testata dell’Uomo Ragno grazie ad un’eccellente miniserie, Circle of Blood, a cui avevano fatto seguito non una ma ben due collane a lui dedicate: Punisher, di Mike Baron, Klaus Janson e, successivamente, Whilce Portacio, e Punisher War Journal, scritta dall’editor Carl Potts, che aveva rivelato il talento esplosivo di un giovane ma già straripante Jim Lee. In anni in cui dominavano gli action-movie interpretati da Sylvester Stallone e Arnold Schwarzenegger, che si sbarazzavano spesso dei loro avversari ammazzandoli senza tanti complimenti, il Punitore era il tipo di anti-eroe che i lettori bramavano.
Ultimo ma non meno importante, Ghost Rider, che era tornato inaspettatamente al successo nel 1990 dopo anni di oblio. Artefice del rilancio e delle rinnovate fortune del Teschio Fiammeggiante era stato Howard Mackie, artigiano della macchina da scrivere che ben rappresenta la Marvel di quel decennio, in cui scriverà un lungo e importante ciclo di Peter Parker: Spider-Man e testate mutanti come X-Factor e Mutant X. Mackie riprende un personaggio cult della linea horror della Marvel dei ’70, aggiornandolo per i tempi: ne esce fuori un noir urbano dai toni sovrannaturali che diventa un best-seller assoluto di quegli anni, lasciando incredulo lo stesso Mackie. La collana ha come protagonista un nuovo ospite per lo Spirito della Vendetta, il giovane Dan Ketch che sostituisce Johnny Blaze, e ruota intorno al mistero riguardante l’identità del demone che possiede il ragazzo, che non risulta essere più Zarathos, l’entità che infestava Blaze.

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Nel 1991, i tre personaggi sono accomunati da un successo straripante e da un interesse crescente da parte del pubblico, elemento che provoca un aumento esponenziale delle iniziative a loro dedicate: Wolverine comincia ad apparire, oltre che nelle serie degli X-Men e nella sua collana personale, in una miriade di miniserie e one-shot oltre che a collezionare comparsate, tutte adeguatamente reclamizzate, sulle principali testate Marvel; viene varata una terza serie per il Punitore, Punisher War Zone, che si aggiunge alle due già esistenti; a Ghost Rider viene affiancata Spirits of Vengeance, collana che racconta l’alleanza tra il Centauro di fuoco e Johnny Blaze, il precedente ospite dello Spirito della Vendetta che, dopo un’iniziale diffidenza, accompagnerà il nuovo Ghost nelle sue avventure, anche lui ovviamente in sella ad una moto rombante e dotato di un look alla Lorenzo Lamas, divo del piccolo schermo di allora.
Constatata la crescente popolarità dei tre personaggi, nel 1991 la Marvel decise di farli incontrare in uno speciale one-shot, Ghost Rider/Wolverine/Punisher: Hearts Of Darkness, che ottenne un successo di vendite straordinario e che oggi Panini Comics ristampa all’interno della collana Grandi Tesori Marvel, a più di 25 anni dalla prima pubblicazione italiana.
Il team creativo era composto dallo stesso Howard Mackie, lo sceneggiatore demiurgo della testata di Ghost Rider, e da un giovane ma già affermato John Romita Jr ai disegni.

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La storia inizia col ritorno di Cuorenero, il demone figlio di Mefisto, creato da Ann Nocenti e dallo stesso Romita Jr. nella loro splendida run di Daredevil. Eternamente in lotta col padre, che cerca di spodestare dal suo trono, la progenie infernale cerca di assicurarsi la collaborazione di tre guerrieri che non temono di spingersi al limite del lecito quando necessario. A tale scopo, attira nella cittadina di Christ’s Crown, nello stato di New York, Wolverine, Punisher e Ghost Rider, che si ritrovano in un b&b locale nelle loro identità civili di Logan, Frank Castle e Dan Ketch. Gli eroi sono giunti qui dopo aver ricevuto ciascuno una lettera, che promette ai tre ciò che più desiderano a patto di convergere nel piccolo centro di provincia. Durante la notte, Cuorenero si rivela a quelli che spera diventeranno i suoi campioni. A Logan promette di squarciare la nube di mistero che circonda il suo passato, a Dan di rivelargli la verità sull’origine del demone che lo possiede nei panni di Ghost Rider; a Castle promette di riportare in vita la sua famiglia, la cui morte era stata la causa della nascita del Punitore. Con queste offerte, l’erede di Mefisto è convinto di portare i tre anti-eroi dalla sua parte, certo che saranno allettati, oltretutto, dalla possibilità di eliminare l’incarnazione stessa del male. Giusto? Sbagliato. Perché i tre non sono tipi da scendere a compromessi con un demonio come Cuorenero. Il quale, seccato, pensa di scatenare l’Inferno a Christ’s Crown per costringere i tre ad obbedire ai suoi ordini, possedendo la popolazione del paesino e rapendo Lucy, la figlia della proprietaria del bed & breakfast. Abbandonati gli abiti civili, sguainati gli artigli, accese le moto infernali e imbracciate le armi, Wolverine, Ghost Rider e il Punitore affronteranno insieme la minaccia di Cuorenero, salvando la piccola città e la sua popolazione.

La sceneggiatura di Howard Mackie, pur non essendo meritevole di un Eisner o un Harvey Award, è comunque divertente e avvincente come un action movie dell’epoca, tipico prodotto d’evasione di un periodo più semplice della storia del fumetto americano. Ma, soprattutto, è un servizio reso all’arte di un John Romita Jr. scatenato, qui già all’apice della sua carriera. È un momento cruciale per l’artista, che ha raggiunto la maturità stilistica alla fine del decennio precedente con lo strepitoso ciclo di Daredevil scritto da Ann Nocenti citato prima. Stimolato dalla collaborazione con una leggenda del tavolo da disegno come Al Williamson, che si era occupato delle chine delle sue matite, Romita Jr. aveva dato una svolta determinante al suo stile e alla sua carriera: messa da parte l’influenza del celebre padre, con le sue matite morbide e arrotondate, l’artista aveva virato verso un tratto spigoloso e squadrato, che da quel momento in poi diventò il suo marchio di fabbrica. Cuori di tenebra rappresenta il trait d’union tra il Romita Jr. di fine anni ’80 e quello dei primi anni ’90, periodo in cui consegna alla storia quello che è da molti ritenuto il suo lavoro definitivo, Daredevil: Man Without Fear su testi di Frank Miller. Ma quell’artista sublime è già sbocciato sulle pagine di Hearts of Darkness, che è diventato un oggetto di culto soprattutto per la sua prova maiuscola: le sue tavole alternano l’uso di vignette orizzontali o verticali con straordinarie splash-page straripanti di azione e cura per i dettagli. È il periodo in cui furoreggiano i vari Todd McFarlane, Jim Lee e Rob Liefeld, che l’anno successivo lasceranno la Marvel per fondare la Image: Romita Jr. non si sottrae alla vocazione spettacolare del fumetto in voga in quegli anni, ma la sua è una spettacolarità funzionale alla trama, capace di aumentare la carica epica dello script, e mai una banale esibizione muscolare. È nella produzione di questo periodo, tanto in queste pagine come nel precedente Iron Man scritto per lui da John Byrne, che nasce la vocazione di Romita Jr. per uno stile monumentale, di chiara ispirazione kyrbiana, che proseguirà nel corso del decennio con la miniserie dedicata a Cable, col suo ritorno sulle pagine di Uncanny X-Men e, soprattutto, con lo splendido ciclo di Thor su testi di Dan Jurgens. Assolutamente funzionali le chine del veterano Klaus Janson, che ripassano le matite di Romita Jr. donandogli un look sporco e ombroso perfetto per una storia come questa.

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Il volume è completato dalla riproposta di Dark Design, il sequel di Cuori di Tenebra datato 1994. La storia, sempre scritta da Mackie, vede il trio di eroi riunirsi ancora una volta per correre in aiuto di un’ adolescente Lucy, e affrontare Cuorenero in una ormai perduta Christ’s Crown, che è diventata l’Inferno in terra. Fumetto d’azione senza infamia e senza lode, Dark Design si segnala per la buona prova ai disegni di un acerbo ma già capace Ron Garney. L’autore risente della moda “Image” imperante all’epoca, con tavole dominate da un gusto per le pin-up spesso svincolate da una necessità narrativa, ma tra le pagine già si intravedono gli scampoli dell’eccellente artista che sarà.

Panini Comics ripropone Cuori di tenebra e il suo seguito in uno strepitoso volume della collana Grandi Tesori Marvel: il formato “gigante” esalta la già spettacolari tavole di Romita Jr. e Garney, rendendo giustizia soprattutto all’arte sopraffina del primo, artista indimenticabile che è stato sinonimo di “Marvel Style” per più di tre decadi, lasciando il suo segno inconfondibile su tutti i principali personaggi dell’editore. Un’occasione per riscoprire una piccola e sottovalutata gemma di questo grande autore, capace di divertire oggi come ieri tra artigli sguainati, sibili di proiettili e rombi di motori infernali, con buona pace dei “salotti chic” del fumetto.

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Anteprima di The Silencer #1, la nuova serie DC Comics di John Romita Jr.

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È in uscita oggi negli States la nuova serie DC Comics di Dan Abnett e John Romita Jr.: The Silencer.

È uno dei personag più letaligi del DC Universe... ma non avete mai sentito parlare di lei. Super-forte, altamente addestrata, armata di devastanti e furtive capacità meta-umane, Silencer è praticamente invincibile. O almeno lo era. Dopo decenni come capo assassino Leviathan, Honor Guest ora vive una vita normale con una famiglia normale in una casa normale su una strada normale. Ma il passato è tornato a perseguitarla sotto forma del suo vecchio datore di lavoro e di una nuova missione mortale... e Talia Al Ghul non accetta un no per una risposta.

Potete vedere un'anteprima di The Silencer #1 nella gallery in basso.

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Il Mitico Thor, recensione: il ritorno del Dio del tuono di Jurgens e Romita Jr.

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Gli anni ’90 dei comics americani sono stati uno dei periodi più vivi e interessanti della sua storia, in particolare per chi ne studia Il processo evolutivo. Il decennio, infatti, partì sotto i migliori auspici: i fumetti avevano raggiunto cifre da capogiro, molte testate si avvicinavano al milione di copie vendute al mese, quando non le superavano addirittura. Giovani autori erano alla ribalta e, consci del loro potere, fondarono un’etichetta indipendente (la Image Comics) in grado di rivaleggiare e superare Marvel e DC. Ci fu anche una speculazione mai vista: variant, copertine speciali etc., generarono un mercato collezionistico che scatenò una vera e propria mania e cifre folli. La conseguenza fu una delle maggiori crisi del settore. La Marvel, su tutte, era sull’orlo del fallimento.

Anche l’evoluzione stilistica sia visiva che narrativa portò a concepire gli eroi in maniera più dark, con corpi pompati al massimo, e con storie più cupe. Dopo che la Marvel tentò di riportare a sé alcuni talenti Image con l’operazione La Rinascita degli Eroi, arrivò la fase successiva denominata Il Ritorno degli Eroi che conciliava modernità a una visione più classica dei fumetti Marvel. In effetti l’operazione riuscì bene dando vita a serie interessanti con eccellenze come gli Avengers di Kurt Busiek e George Pérez o il Capitan America di Mark Waid, Ron Garney e Andy Kubert. All’appello, fra gli eroi, mancava però Thor di cui non si avevano più tracce.

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La Casa delle Idee fece tornare il Dio del Tuono qualche mese dopo gli altri eroi affidando la serie a Dan Jurgens, uno degli sceneggiatori/disegnatori più popolari dell’epoca che, proprio pochi anni prima, era salito agli onori della cronaca per il suo ciclo sulla morte di Superman. Jurgens, che per la Marvel aveva realizzato un breve ciclo di Sensational Spider-Man, si occuperà dei testi di Thor per ben 79 numeri e 6 anni e mezzo scrivendo un ciclo che è entrato nella storia del personaggio. Thor ritorna sulla Terra mentre Asgard è distrutta e gli dei scomparsi, Odino compreso. Nel suo lungo ciclo non solo vedremo il regno di Thor rinascere, ma assisteremo a eventi di vitale importanza quali la morte di Odino con Thor che ne prenderà il suo posto con conseguenze notevoli anche sulla sua personalità e sul suo ruolo, portando infine Asgard sopra i cieli di New York. Un ciclo, dunque, lungo e ben strutturato che porterà a pagine inedite e interessanti. Molte di queste cose, però, avverranno a run inoltrata, facciamo dunque un passo indietro.

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Al lancio della nuova serie, Jurgens viene affiancato da una superstar del fumetto Marvel: John Romita Jr. Il duo porta, in automatico, la testata in cima alla classifica di vendite. La coppia di fumettisti ha avuto il merito di coniugare gli elementi classici della serie, la mitologia cara a Jack Kirby e Walter Simonson, a un gusto moderno, soprattutto grazie alle matite esplosive di Romita Jr. che consegna una dimensione visiva di forte impatto esaltandosi negli scontri e nella definizione di Asgard.

Nell’omnibus edito da Panini Comics, dunque, sono riproposti i primi 25 numeri della testata, caratterizzati da tre grosse saghe, più i due annual 1999 e 2000 e gli albi che compongono il crossover L’Ottavo Giorno con Spider-Man e Iron Man. In questi albi facciamo conoscenza, innanzitutto, con Jake Olson, ovvero la nuova identità terrestre che lo sceneggiatore ha deciso di legare, in questa prima fase, a Thor. Olson è un paramedico che muore durante lo scontro fra i Vendicatori e il Distruttore, dove anche il Dio del Tuono ci rimette la pelle. I destini dei due, però, si intrecciano e ritornano in vita. Con Olson torna dunque anche l’ambiente ospedaliero presente nelle prime storie di Thor, quando il suo alter ego era Donald Blake, insieme al personaggio di Jane Foster.

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L’intreccio epico delle saghe, invece, vede Thor risolvere il mistero della sparizione degli dei, la battaglia con gli Dei Oscuri, la rinascita di Asgard, la battaglia con l’Incantatore e con Thanos. Jurgens è uno scrittore solido, non particolarmente introspettivo, ma capace di scrivere storie appassionanti senza perdersi in troppi fronzoli. La testata, pur partendo bene, propone però una certa ripetitività nelle saghe presentate e una lettura in sequenza non può che far risaltare quest’aspetto. Il ciclo parte dunque alla grande per poi calare d’intensità e offrire una lettura più che buona, ma tendenzialmente senza particolari guizzi e con una certa ripetitività che sparirà solo con le storie successive. Ad ogni modo, il Thor di Dan Jurgens e John Romita Jr. resta ancora oggi una lettura spettacolare e divertente che è entrata di diritto nella storia del personaggio e merita, per questo, una lettura.

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Il ritorno di Kick-Ass di Mark Millar e John Romita Jr.: anteprima e dettagli

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Tempo fa vi avevamo parlato dei nuovi progetti a fumetti relativi a Kick-Ass, la serie cult di Mark Millar e John Romita Jr. Ora, Entertainment Weekly ha pubblicato un'anteprima senza lettering del primo numero del nuovo ciclo, che potete vedere nella gallery in basso.

Le novità di questa pubblicazione saranno diverse. Innanzitutto la serie passa dalla Marvel Icon alla Image Comics. Kick-Ass e Kingsman, ricordiamo, sono le uniche due serie del Millarworld a non rientrare nell'accordo con Netflix.
Questa nuova incarnazione di Kick-Ass, inoltre, avrà un nuovo protagonista: Patience Lee, veterano dell'esercito nonché madre.

Per Millar, lasciata alla spalle la storia di Dave Lizewski, è tempo di passare il testimone a un personaggio completamente nuovo. "Ho sempre voluto creare una legacy come per Doctor Who o Flash, Kick-Ass è stato progettato per questo" ha dichiarato l'autore a EW. "L'idea è che lui ha ispirato altre persone a fare quello che ha fatto, semplicemente indossando un costume e ripulendo il loro quartiere, e questo è quello che succede qui."

Oltre al nuovo protagonista, cambia anche lo scenario da New York al New Mexico: "Volevo scuotere un po' l'ambientazione e spostare il tutto in New Mexico. La protagonista è una donna questa volta, una madre di 30 anni con due bambini piccoli. È anche un veterano che, tornata a casa, trova la sua vita in un contesto completamente rispetto a quando era andata in Afghanistan, quindi la dinamica della serie è molto diversa, ma allo stesso tempo il sapore è identico."

Kick-Ass #1 uscirà il prossimo 24 febbraio 2018, in occasione dei 10 anni della serie.

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