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Historica 63: Ribelli - Stati liberi e indipendenti, recensione: Gli uomini che fecero la Storia

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Brian Wood ha saputo costruirsi, nell’arco della sua carriera, una reputazione di sceneggiatore impegnato che non teme di affrontare argomenti anche controversi. Pur non avendo mai raggiunto lo status di “star”, si è guadagnato un buon seguito presso gli appassionati grazie a serie cult come DMZ e Northlanders. Da qualche anno, Wood si sta dedicando con passione alla narrazione di “storie americane”, tra presente e passato. Il primo caso è ben rappresentato da Briggs Land, appassionante serie ambientata in un’America rurale e suprematista, bacino di voti in cui hanno attecchito le promesse elettorali di Donald Trump. Ma è con la saga di Rebels che lo scrittore sta conducendo una sentita rivisitazione della nascita degli Stati Uniti, vista attraverso gli occhi di chi la Storia la fa ma senza finire mai nei libri di testo degli istituti scolastici. Così, a tre anni dall’uscita della prima miniserie, arriva in Italia il seguito, intitolato Ribelli – Stati liberi e indipendenti, pubblicato anch’esso nella collana “Historica” di Mondadori Comics.

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Nella miniserie originale avevamo assistito alla nascita degli Stati Uniti d’America, grazie all’impegno e alla dedizione di uomini come Seth Abbott, colono del New Hampshire che, dopo aver assistito con i suoi occhi alle violenze perpetrate dalle giubbe rosse al servizio della Corona Inglese, decide di arruolarsi e votarsi alla causa dell’indipendenza. La sua dedizione lo porterà a guadagnarsi la fiducia di George Washington in persona, ma anche a sacrificare la sua vita familiare: sarà costretto ad allontanarsi per anni dalla moglie Mercy, lasciandole l’onere di crescere da sola il figlio John appena nato. E proprio John, ormai cresciuto, raccoglie il testimone dal padre come protagonista di questa seconda puntata. Il giovane Abbott è un ragazzo solitario e taciturno, e coltiva un’unica passione: ama passare le giornate sulla collina vicino alla sua abitazione, da cui gode di un’ottima vista sul mare. Ammira con lo sguardo il passaggio di navi, velieri e brigantini, che sa riconoscere e catalogare anche da una grande distanza. Quello di John è qualcosa di più di un hobby, il ragazzo è dotato di un talento innato: sa ideare navi di nuovissima concezione, come nessun altro. Per questo va a lavorare nei cantieri navali di Boston, dove si mette subito in luce con i suoi superiori. John darà l’impulso decisivo alla nascita della flotta navale statunitense, resasi necessaria dopo i numerosi atti di pirateria contro le navi mercantili americane da parte di inglesi e francesi. Contro i primi, scoppierà la guerre anglo-americana, a cui John darà un valido contributo con la realizzazione della Constitution: la costruzione della più grande nave della flotta a stelle e a strisce costerà al ragazzo lunghi anni della sua vita e a questa ossessione sacrificherà tutto, anche la libertà, per motivi che qui non sveleremo. Come suo padre, anche John si dedicherà a una causa che gli segnerà l’esistenza, contribuendo a muovere i fili della storia della sua nazione da una posizione defilata, lontana dai riflettori, ma comunque importante.

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Brian Wood prosegue la sua narrazione delle origini degli Stati Uniti d’America con una prosa asciutta, essenziale e non celebrativa: chi si aspettasse l’agiografia tipica di tanti lungometraggi resterebbe deluso. Lo scrittore compie un efficace lavoro di sottrazione, mostrando solo alcuni brevi passaggi di natura bellica necessari al racconto, per poi concentrarsi sull’intimità degli uomini come John Abbott, che hanno fatto la storia del paese da dietro le quinte. Rispetto al padre Seth, che pur con tutti i suoi limiti era un patriota, la figura di John è controversa, divisa tra luce e ombre. La dedizione al suo sogno sembra più il personale soddisfacimento di un’ossessione che lo tormenta più che servizio reso alla patria, il risultato di una passione coltivata durante un’infanzia solitaria. Anche la storia d’amore con Alice, l’unica persona in grado di relazionarsi con lui, ci viene raccontata a posteriori, con l’espediente di uno scambio epistolare, quasi per non distrarre il lettore dalla vicenda principale. Con la figura di John Abbott, Wood si conferma ancora una volta abilissimo nel tratteggiare la psicologia dei suoi protagonisti.

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Il nostro connazionale Andrea Mutti accompagna ancora una volta lo scrittore nell’avventura di Rebels, formando con lui un sodalizio perfetto: non finiscono di stupire le sue tavole ricche di dettagli, la versatilità nell’illustrare tanto le scene di guerra quanto l’intimità domestica. La resa visiva non risente dell’abbandono della precedente colorista Jordie Bellaire, grazie alla vivida palette cromatica del subentrante Matt Taylor.

L’ottimo volume cartonato con cui Mondadori Comics presenta Ribelli – Stati liberi e indipendenti può fregiarsi anche questa volta della preziosa introduzione di Sergio Brancato, indispensabile per fornire al lettore coordinate storiche necessarie alla comprensione dell’opera.

 

Dati del volume

  • Editore: Mondadori Comics
  • Autori: Testi di Brian Wood, disegni di Andrea Mutti, colori di Matt Taylor
  • Genere: Storico
  • Formato: 21x28, 150 pp., C., col.
  • Prezzo: 12,99€
  • ISBN: 978-8869264863
  • Voto della redazione: 7,5
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