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Il cane strabico

Fabien è un guardiano del Louvre, vive a Parigi e ha una relazione con la scostante ma affettuosa Mathilde,ragazza che proviene da una famiglia di provincia specializzata nella costruzioni di mobili. È proprio quando andrà a conoscere la famiglia della sua compagna che gli eccentrici familiari gli mostreranno un quadro sepolto in soffitta di un loro bisnonno. Una tela che rivela un tratto decisamente amatoriale e che raffigura un cane strabico. La richiesta della famiglia è quella di intercedere per una sua esposizione al Louvre.
Fabien, naturalmente, è imbarazzato per l’assurda proposta, tuttavia un anziano visitatore del museo, confrontandosi con l’uomo, scopre l’episodio e rivela di essere un appartenente alla Repubblica del Louvre, una sorta di associazione segreta che, incuriosita dalla tela, può farla esporre insieme alle altre opere.

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Non sveliamo ulteriori particolari della vicenda narrata da Étienne Davodeau, ma vi basti dire che non tutto è come sembra. L’idea singolare, comunque, di esporre il “cane strabico” è quella di sovvertire i criteri di scelta di un museo e dare voce a tutti quegli artisti sconosciuti e immeritevoli di entrare nella storia dell’Arte ma dotati di tanta passione. Non solo, viene messo in evidenza anche l’importanza che un luogo così pieno di bellezza può avere sull’animo umano, poco importa se in maniera bizzarra e non convenzionale.

Di certo, la storia narrata dall’autore non presenta un intreccio narrativo particolarmente ricco e complesso,  Davodeau vuole principalmente suggerire riflessioni nel lettore, riuscendoci con garbo. Laddove riesce meglio è certamente nel tratteggiare i personaggi, tutti ben centrati e vivi con i propri difetti, i propri dubbi, le proprie eccentricità.

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Étienne Davodeau utilizza per il suo lavoro quella che definiremo la classica gabbia bonelliana formata da sei vignette che all’occasione variano come quando, ad esempio, ci sono panoramiche (e quindi due vignette si uniscono in un’unica orizzontale) o quando, in visuali più ampie, si uniscono 4 vignette. Ad ogni modo, lo schema resta fisso e il fumettista non si perde in particolari virtuosismi grafici o compositivi, che risulterebbero del tutto superflui, ma crea una narrazione visiva funzionale al suo racconto. Il tratto sottile della sua matita viene riempito dai toni di grigio che servono principalmente a donare profondità alle tavole e alle figure.
Davodeau si esalta in particolare quando deve raffigurare le opere e l’architettura del Louvre, mentre spesso sui dialoghi dei personaggi lascia lo sfondo bianco.

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In appendice al volume, alcune note che illustrano come il Louvre sceglie e valuta le nuove opere da esporre.
Il volume della 001 Edizione è, così come la stessa opera, valida e curata ma essenziale, senza particolari virtuosismi.

Dati del volume

  • Editore: 001 Edizioni
  • Autori: Testi e disegni di Étienne Davodeau
  • Formato: brossurato, 144 pag. b/n
  • Prezzo: 16€
  • Voto della redazione: 7
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