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Gintama è sicuramente uno dei migliori manga comico-demenziali mai realizzati in Giappone. Prevalentemente perché è un’opera che non rimane per nulla vincolata dalla categoria di appartenenza, che tra l’altro non definisce appieno la vastità dei temi trattati. Perché attraverso il sottile fil rouge dell’ironia, dell’umorismo, del divertissment più bislacco, si arriva a toccare quasi ogni aspetto pregnante dell’esistenza umana. Tutto con leggerezza ma mai prendendo un tema sottogamba, lasciando spesso l’amaro in bocca durante la narrazione. Ed è in questo che sta la grandezza del manga e soprattutto del suo creatore, Hideaki Sorachi, oltre che nella capacità dello stesso di sapersi reinventare continuamente, mai annoiando il lettore e senza essere ripetitivo, cosa non da poco considerando l’estensione dell’opera, ormai giunta al 58° tankobon.

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Ma vediamo un po’ meglio di presentare la trama dell’opera magna di Sorachi. Siamo in un Giappone, in un alternativa città di Edo, un paese che ha da lungo perso la sua identità dopo essere stato invaso dagli alieni noti come Amanto, che hanno portato sì il progresso tecnologico, ma anche la loro dominazione sprezzante. I samurai che un tempo governavano la terra sono stati banditi, le spade vietate, il popolo sottomesso, lo shogunato ha un’importanza risibile ed è del tutto dipendente dalla volontà aliena. In questo Paese rassegnato e privo di vitalità si animano le avventure di un bizzarro personaggio, Gintoki Sakata, un ex samurai che non si arrende di fronte a questo destino beffardo e pur di sopravvivere apre una agenzia tuttofare.

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Sin dalle prime pagine del manga verranno introdotti anche i due principali comprimari di Gin: Shinpachi Shimura, un ragazzo impegnato a salvare il dojo di famiglia insieme alla sorella Tae, e Kagura, un’aliena simile fisicamente ad un essere umano ma con una forza spropositata. Seguiremo quindi le vicende di questi tre tuttofare tra slice of life, azione adrenalinica, e tante, tante risate.
E tra le molteplici abilità del Maestro c’è quella di inventarsi dei personaggi unici e incredibili. Già solo sul personaggio principale ci si potrebbe dilungare senza sosta: sfaticato, imprudente, lavativo, infantile, incapace di avere un comportamento socialmente accettabile, ribelle, improduttivo e una sfilza di altri aggettivi negativi che lo caratterizzano sin dalla prima vignetta in cui compare. Una persona che è sicuramente meglio evitare se non fosse che ha un cuore d’oro e sotto sotto è uno dei personaggi umanamente migliori, e ovviamente psicologicamente approfonditi, che si possano trovare nel manga. Ma anche i personaggi secondari sono tutto fuorché di secondo piano. Vengono tutti caratterizzati in modo ricco e diversificato, atto a creare una serie di connessioni tra di essi più o meno approfondite e valorizzate e la loro gestione ad opera del mangaka è impeccabile. Nel corso di 400 e passa capitoli veniamo a conoscere retroscena, passato, personalità e attitudini di quasi ogni personaggio presentato finora e per gli altri c’è ancora tempo in futuro per poterli approfondire e per poterne introdurre di nuovi.

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Menzione particolare va fatta per l'(auto)ironia e per il senso dell'umorismo che permea tutte le storie, sempre pungente, spesso demenziale ma mai volgare. Inoltre la metatestualità offre spunti per gag umoristiche ancora più divertenti, in quanto molti dei personaggi sanno di essere all'interno di una storia, solo quando conviene a loro ovviamente. Per chi è familiare con i comics americani, è un po' quello che capita con Deadpool che spesso rompe la quarta parete e interagisce direttamente con il lettore o con l'autore.

La bellezza del manga la si vede anche quando vengono introdotti temi drammatici nella serie, spesso legati al passato dei personaggi, che Sorachi tratta con grande delicatezza e intensità, senza scadere nel banale o nel melenso ma mantenendo salda la padronanza della situazione e facendo provare forti emozioni anche al lettore, soprattutto per quanto riguarda il passato di Gin. Ovviamente tutto condito con una spruzzata di ironia che aiuta a digerire l’amarezza.

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Dal punto di vista grafico, l’opera presenta un tratto inizialmente non eccelso, con lineamenti semplici, quasi infantili a tratti, ma nel corso della pubblicazione migliorerà di molto, avvicinandosi sempre più al design delle molteplici serie anime tratte da Gintama. Inoltre spesso si ricorre al tratto deformed o a eccentuare le espressioni in maniera quasi grottesca per esasperare la situazione rappresentata, o le esagerate reazioni dei personaggi, il che è motivo di ulteriore divertimento. Ma fin da subito notiamo l’ottima gestione della tavola e della resa dinamica ed epica delle numerose scene d’azione presenti.

La Star Comics finalmente ripropone in Italia questo manga, che avevamo già inserito nella nostra lista dei manga da non lasciarsi sfuggire quest’anno, che purtroppo in passato ha subìto un pessimo trattamento dalla precedente casa editrice che lo pubblicava nel nostro Paese, la spagnola Planeta DeAgostini, che ha interrotto la serie ancora prima di raggiungere la metà dei volumi. Fortunatamente si è riusciti a riportare questa meritevole opera sugli scaffali di tutte le fumetterie, e si spera anche nelle librerie dei lettori, e non possiamo che essere grati alla Star e goderci finalmente quest’opera per intero.

Dati del volume

  • Editore: Star Comics
  • Autori: Testi e disegni di Hideaki Sorachi
  • Formato: 11,5x17,5 cm, brossurato con sovraccoperta, 192 pp (cad.), b/n
  • Prezzo: 4,90€ cad.
  • Voto della redazione: 8,5

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